Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
col<strong>ma</strong>to in parte da un’indo<strong>ma</strong>ta voglia di vivere,in parte da quella, <strong>ma</strong>lcelata , di<br />
ribellarsi.<br />
Solo i bambini di quell’u<strong>ma</strong>nità sofferente,curati e vezzeggiati quasi fuor di misura,<br />
sembravano non ancor soffocati da quella cappa d’ingiustizia <strong>che</strong>, uno spirito<br />
sensibile come Matteo, avvertiva gravante su quella parte di città a lui sconosciuta.<br />
A pochi passi da quei casamenti, in un brullo prato, Matteo fece conoscenza con gli<br />
zingari e le loro vecchie roulottes fungenti da casa.<br />
Attorno una povera u<strong>ma</strong>nità <strong>che</strong> accettava una vita dura, quasi degradante per la sua<br />
miseria e vulnerabilità a qualsiasi evento della natura.<br />
In questo campo –pensò Matteo più indignato <strong>che</strong> commosso ---vivono in una<br />
condizione sub u<strong>ma</strong>na,oltre cento diseredati.<br />
Se io mettessi a loro disposizione solo una mini<strong>ma</strong> parte del superfluo in cui vive la<br />
mia famiglia, costoro,sono certo, si considererebbero beneficati dalla<br />
sorte,addirittura padroni di una ric<strong>che</strong>zza insperata. Perché ciò non accade? Perché<br />
ci si interessa di loro solo per scandalizzarci della loro miseria, della sporcizia<br />
voluta da un’ Autorità <strong>che</strong> non fornisce i necessari servizi?<br />
E se mi venisse il dubbio <strong>che</strong> fossimo noi i più miseri?E di una vera morale?<br />
Livia gli stringeva il braccio, per dargli coraggio e lo fece proseguire nel suo<br />
cammino rivelatore di verità <strong>che</strong> non conosceva.<br />
Lo portò nel centro del grande quartiere dove Matteo avrebbe <strong>ma</strong>i im<strong>ma</strong>ginato <strong>che</strong><br />
si svolgesse,alla luce del sole, un commercio funesto : quello della vendita del<br />
paradiso in polvere, di un paradiso <strong>che</strong> faceva prigioniero per sempre chi tentava di<br />
entrarvi an<strong>che</strong> una sola volta, e se lo trascinava sempre più in basso,fino all’inferno.<br />
Esseri ambigui, dal sorriso tra il beffardo ed il disperato, fissavano in volto Matteo<br />
intuendo la sua ingenuità, <strong>ma</strong> abbassavano lo sguardo quando incrociavano quello<br />
di Livia,imperturbabile nel suo esprimere un eloquente rifiuto.<br />
Seppe poi, <strong>che</strong> parte di chi acquistava il <strong>ma</strong>ledetto veleno, lo faceva per diffonderlo<br />
altrove, dove il possesso di un denaro,per lo più sporco,permetteva di comprarlo.<br />
Poco distante dal centro il giovane ebbe però modo di fare un incontro <strong>che</strong> lo<br />
sollevò, ridandogli la speranza <strong>che</strong> le precedenti visioni gli avevano tolto.<br />
Forse fu Livia <strong>che</strong> volle vederlo rincuorato, portandoselo con sé nel luogo in cui il<br />
padre era solito ascoltare i compagni ed infondere loro coraggio.<br />
Matteo si trovò in un disadorno salone, gremito di esseri dalla veste e dalle <strong>ma</strong>ni di<br />
chi lavora duramente per vivere.<br />
Era in corso un’ accesa assemblea sindacale in cui si dibattevano, con la dovuta<br />
energia, problemi relativi alla fabbrica,al luogo cio<strong>è</strong>, dove ognuno di loro offriva ed<br />
aveva il diritto di avere il lavoro, unica e fondamentale ragione di vita.<br />
A far sentire la loro,si alternavano,alzandosi in piedi, giovani <strong>che</strong> non vedevano<br />
ancora davanti a sé un embrione di avvenire, al quale avrebbero offerto la loro<br />
giovinezza,il loro entusiasmo.<br />
Le loro parole,vibrate,quasi imprecanti, esprimevano con vigore il senso di un<br />
diritto universale, riconosciuto dalle buone coscienze,<strong>ma</strong> in parte negato da una<br />
società troppo libera a tutelare gli interessi di pochi.<br />
La protesta,le pressanti richieste, venivano scandite an<strong>che</strong> da uomini <strong>ma</strong>turi, dalla<br />
vita segnata da un duro lavoro, <strong>che</strong> una crisi non certo voluta dal fato, aveva messo<br />
in un canto, in una situazione di sconforto e di penosa ristrettezza.<br />
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