Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

Ricchezza, povertà, ma è l’amore che comanda
E già! il matrimonio del figlio, prima che coronare un sogno d’amore, avrebbe
dovuto costituire il rafforzamento o meglio ancora l’elevarsi della loro posizione.
Quella patrimoniale indubbiamente!
L’amore,i sentimenti,gli ideali erano certamente importanti, ma in seconda linea.
L’interesse innanzitutto.
Una studentessa nemmeno in grado di pagare le tasse universitarie,poi.
Immaginiamoci a quale famiglia appartenesse.
Queste erano le gelide considerazioni che leggeva chiaramente nelle occhiate e
sentiva, nelle parole del padre.
Quindi Livia l’avrebbe potuta vedere nei giorni di lezione all’Università o qualche
volta di scappata, invitandola in qualche caffè o in via eccezionale al cinema.
Matteo sapeva benissimo di dover rendere conto almeno alla madre dove andava e
con chi,quando usciva di casa, raramente e per qualche ora.
Stette qualche minuto in silenzio,pensoso il giovane,mentre il padre aveva ripreso a
leggere il giornale.
Si sentiva però una certa forza d’animo, da quando aveva conosciuto
Livia.
E questa forza non lo abbandonò in quel momento in cui si trovava davanti un serio
ostacolo.
Si sentì persino più determinato a raggiungere il
suo scopo,il suo sogno : rendere più intimo il suo legame con
Livia,convinto che l’amore,che gli era già penetrato nell’anima,gli
avrebbe schiuso un futuro di felicità.
hiuse pertanto il suo coraggioso approccio con il
padre con queste semplici ed un poco fredde parole:
“Ti ringrazio,papà. Darò un po’ di speranza a
chi mi ha chiesto un aiuto. Spero che presto mi darai una buona
notizia”.
Il pranzo era pronto e la sinora Lea era già a tavola.
Non si fece parola di quell’argomento e nemmeno di altro : erano tutti pensierosi,
specialmente padre e figlio.
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