Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

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04.06.2013 Views

Ricchezza, povertà, ma è l’amore che comanda Comprese pure che era necessario che iniziasse ad adoperarsi per indurre i genitori ad aiutarlo,a trovare a Livia un lavoro, che le permettesse di continuare gli studi. Era conscio che non sarebbe stato certamente sufficiente fare un’opera di convinzione, bensì affrontare un’ardua battaglia. Aiutare Livia,rivolgendosi ai genitori,voleva dire introdurla nella famiglia. Sia la madre che specialmente il padre non erano certo degli ingenui,proprio loro ed avrebbero subito intuito che tra lui e la ragazza non vi fosse solo un rapporto di colleganza agli studi. Figuriamoci! La madre aveva subito compreso che la sua aria trasognata di quel mattino non poteva che essere stato provocato dall’incontro con qualche compagna di Università, che aveva fatto colpo su di lui. Il padre poi era andato ancora più in là : aveva addirittura pensato che lui aveva promesso un aiuto a chi gli stava a cuore e che quindi non poteva che esserci sotto una questione sentimentale. Si era persino riservato di tornare in argomento : evidentemente il problema lo considerava di una certa gravità. Qualche giorno dopo l’iniziale scambio di parole sull’argomento col padre, con la madre presente ed interessata a quel nuovo problema che si affacciava nella vita famigliare, Matteo prese il coraggio a due mani ed andò,una mattina, a sedersi in istudio sulla poltrona proprio vicina a quella su cui era seduto il padre, occupato a leggere i giornali. All’ora di pranzo mancava ancora mezzora e quindi vi era il tempo necessario a parlare con calma. “ Vorrei parlarti,papà,se non ti rincrescere sospendere la lettura”. Il padre non staccò le mani dal giornale e si volse al figlio con uno sguardo più severo che interrogativo. Tentennò a rispondere ed allora Matteo chiarì meglio quello che voleva: “ L’altro giorno mi avevi detto che ne avremmo riparlato di quel mio rapporto con i compagni di Università e sul mio desiderio di aiutare uno dei più sfortunati,cui ti avevo accennato. Potremmo farlo ora? E’ un problema che mi sta a cuore”. Un problema che gli sta a cuore! –pensò il padre—Ma non avrebbe potuto dirmi addirittura che vuole aiutare una compagna che le piace? E allora la storia è quella che ho intuito subito. La causa del suo cambiamento è quindi in una specie di avventura che lo attrae,che lo fa diventar persino coraggioso. Penso che sia bene farlo parlare. “Già! Mi solleciti a parlare di qualcosa che mi hai accennato solo vagamente. Non è meglio che mi spieghi con esattezza cosa ti capita? Cosa credi che debbano fare i tuoi genitori?”. Matteo si aspettava quella domanda e non arrossì nemmeno : si sentiva in grado di resistere all’assedio psicologico con il quale il padre avrebbe cercato di convincerlo della inopportunità di mettersi sulle spalle i problemi altrui e di fargli abortire il suo desiderio, che avrebbe senz’altro considerato velleitario. Da un perfetto calcolatore qual’era il genitore, non avrebbe potuto aspettarsi di meglio. Ma lui era deciso di sfondare quella barriera di egoismo. 24

Ricchezza, povertà, ma è l’amore che comanda “ Mi pare di avertelo già fatto capire : le amicizie che ho fatto con i compagni di classe mi hanno distolto da tanti pensieri, che mi rendevano triste,insoddisfatto. L’accorgermi poi che qualcuno di loro era infelice perché la spesa per continuare gli studi all’ Università non era più sostenibile dai genitori, mi ha commosso. Ho forse fatto male a confidarti queste cose? Sei tu che mi avevi chiesto cosa avevo in testa, quel giorno che ti sono apparso diverso dal solito!”. “Già,ricordo. Ma eri stato un po’ vago. Capisco : tu sei stato insoddisfatto fino a quando hai fatto amicizia con qualche compagno , o compagna ---sottolineò il padre –e qualcosa ti ha emozionato. Che qualcuno di loro non sia fortunato,mi pare. Apprezzo questa tua sensibilità . Ma non pensi che di giovani sfortunati ve ne siano un’infinità ? E tu,io stesso e tua madre cosa credi possiamo fare per loro? Non ti viene in mente che il problema abbia una dimensione sociale e che solo lo Stato debba prendersi carico di queste situazioni e cercare di risolverle?”. Mio padre ---percepì Matteo --- vuol scaricarsi subito del dovere che ha per lo meno nei miei confronti. Non vorrebbe nemmeno che io gli spieghi perché mi sono commosso,quel giorno. Ma ha sbagliato i suoi calcoli. Che lo gradisca o no,mi farò sentire. Non mi do per vinto. “ Papà, sono anch’io convinto che spetti alla società, risolvere quel problema. Ma non fai parte anche tu della società? E direi, con l’influenza che eserciti sul mondo che ti sta attorno, la società non dovrebbe forse aspettarsi che tu dia il buon esempio? Altrimenti a cosa servirebbe il tuo potere? Solo ai casi tuoi?”. Matteo aveva parlato con decisione,ma anche con una dose di passione ed il padre,si allarmò davvero. Rifletté un poco,prima di dir la sua : si era reso conto di aver davanti un figlio che non aveva conosciuto prima. Era necessario—pensò—dargli una risposta che lo scoraggi per sempre dal coltivare certi aneliti caritatevoli, avulsi dalla realtà , che considera solo quanto è concreto e realizzabile. Ma rimase deluso . La sua risposta ebbe l’effetto opposto a quello desiderato : i problemi del figlio gli diventarono sempre più difficili da affrontare. Così aveva risposto: “ Sconfini dalla realtà,Matteo. E ciò ti porterà fuori strada. I miei doveri hanno un limite e li debbo osservare nell’esclusivo ambito della mia attività professionale,industriale e finanziaria. Aiutare chi versa in difficoltà è dovere dell’ente che organizza e disciplina con peculiari leggi la società e cioè lo Stato,tramite il Governo, da me delegato con la mia libera partecipazione al suffragio,alle elezioni. Se io dovessi aiutare chiunque chieda assistenza, rovinerei la mia posizione senza raggiungere alcuno scopo concreto. All’assistenza sono deputate un’infinità di enti ed associazioni,anche religiose. Mi comprendi,figlio?”. 25

<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

Comprese pure <strong>che</strong> era necessario <strong>che</strong> iniziasse ad adoperarsi per indurre i genitori<br />

ad aiutarlo,a trovare a Livia un lavoro, <strong>che</strong> le permettesse di continuare gli studi.<br />

Era conscio <strong>che</strong> non sarebbe stato certamente sufficiente fare un’opera di<br />

convinzione, bensì affrontare un’ardua battaglia.<br />

Aiutare Livia,rivolgendosi ai genitori,voleva dire<br />

introdurla nella famiglia.<br />

Sia la <strong>ma</strong>dre <strong>che</strong> specialmente il padre non erano certo degli ingenui,proprio loro ed<br />

avrebbero subito intuito <strong>che</strong> tra lui e la ragazza non vi fosse solo un rapporto di<br />

colleganza agli studi.<br />

Figuriamoci! La <strong>ma</strong>dre aveva subito compreso <strong>che</strong> la sua aria trasognata di quel<br />

<strong>ma</strong>ttino non poteva <strong>che</strong> essere stato provocato dall’incontro con qual<strong>che</strong> compagna<br />

di Università, <strong>che</strong> aveva fatto colpo su di lui.<br />

Il padre poi era andato ancora più in là : aveva addirittura pensato <strong>che</strong> lui aveva<br />

promesso un aiuto a chi gli stava a cuore e <strong>che</strong> quindi non poteva <strong>che</strong> esserci sotto<br />

una questione sentimentale.<br />

Si era persino riservato di tornare in argomento : evidentemente il proble<strong>ma</strong> lo<br />

considerava di una certa gravità.<br />

Qual<strong>che</strong> giorno dopo l’iniziale scambio di parole sull’argomento col padre, con la<br />

<strong>ma</strong>dre presente ed interessata a quel nuovo proble<strong>ma</strong> <strong>che</strong> si affacciava nella vita<br />

famigliare, Matteo prese il coraggio a due <strong>ma</strong>ni ed andò,una <strong>ma</strong>ttina, a sedersi in<br />

istudio sulla poltrona proprio vicina a quella su cui era seduto il padre, occupato a<br />

leggere i giornali. All’ora di pranzo <strong>ma</strong>ncava ancora mezzora e quindi vi era il<br />

tempo necessario a parlare con cal<strong>ma</strong>.<br />

“ Vorrei parlarti,papà,se non ti rincrescere sospendere la lettura”.<br />

Il padre non staccò le <strong>ma</strong>ni dal giornale e si volse al figlio con uno sguardo più<br />

severo <strong>che</strong> interrogativo. Tentennò a rispondere ed allora Matteo chiarì meglio<br />

quello <strong>che</strong> voleva:<br />

“ L’altro giorno mi avevi detto <strong>che</strong> ne avremmo riparlato di quel mio rapporto con i<br />

compagni di Università e sul mio desiderio di aiutare uno dei più sfortunati,cui ti<br />

avevo accennato.<br />

Potremmo farlo ora? E’ un proble<strong>ma</strong> <strong>che</strong> mi sta a cuore”.<br />

Un proble<strong>ma</strong> <strong>che</strong> gli sta a cuore! –pensò il padre—Ma non avrebbe potuto dirmi<br />

addirittura <strong>che</strong> vuole aiutare una compagna <strong>che</strong> le piace? E allora la storia <strong>è</strong> quella<br />

<strong>che</strong> ho intuito subito. La causa del suo cambiamento <strong>è</strong> quindi in una specie di<br />

avventura <strong>che</strong> lo attrae,<strong>che</strong> lo fa diventar persino coraggioso.<br />

Penso <strong>che</strong> sia bene farlo parlare.<br />

“Già! Mi solleciti a parlare di qualcosa <strong>che</strong> mi hai accennato solo vagamente. Non <strong>è</strong><br />

meglio <strong>che</strong> mi spieghi con esattezza cosa ti capita? Cosa credi <strong>che</strong> debbano fare i<br />

tuoi genitori?”.<br />

Matteo si aspettava quella do<strong>ma</strong>nda e non arrossì nemmeno : si sentiva in grado di<br />

resistere all’assedio psicologico con il quale il padre avrebbe cercato di convincerlo<br />

della inopportunità di mettersi sulle spalle i problemi altrui e di fargli abortire il suo<br />

desiderio, <strong>che</strong> avrebbe senz’altro considerato velleitario. Da un perfetto calcolatore<br />

qual’era il genitore, non avrebbe potuto aspettarsi di meglio. Ma lui era deciso di<br />

sfondare quella barriera di egoismo.<br />

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