Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
Nulla di speciale,credimi : scambio di confidenze e di speranze con i compagni, sia<br />
con quelli spensierati <strong>che</strong> con quelli pieni di problemi da risolvere.<br />
Quel parlare mi ha tanto interessato e per la pri<strong>ma</strong> volta ho partecipato alle<br />
discussioni <strong>che</strong> ne sono seguite.<br />
Forse <strong>è</strong> per questo <strong>che</strong> mi sento di aver acquistato un poco di quella forza, <strong>che</strong> di<br />
solito mi <strong>ma</strong>ncava.<br />
E conto di farmela aumentare quella forza,buttandomi ancora in mezzo ai colleghi,<br />
alle compagne e,se necessario,prendere le difese dei meno fortunati”.<br />
Lo sguardo <strong>che</strong> si dettero i genitori del giovane, a sentire quelle parole, fu piuttosto<br />
eloquente : ambedue pensavano di aver intuito cos’era successo al figlio per<br />
togliergli via una buona parte della timidezza <strong>che</strong> aveva sempre avuto.<br />
Al padre non era sfuggito quell’accenno a compagni sfortunati ed alla <strong>ma</strong>dre la<br />
parola compagne, quasi sottolineata nelle parole di Matteo, le aveva confer<strong>ma</strong>to il<br />
sospetto,ora divenuta convinzione,<strong>che</strong> vi fosse di mezzo una ragazza <strong>che</strong> aveva<br />
fatto colpo sul ragazzo.<br />
Ma la signora Lea continuò ad osservare il suo silenzio,mentre il <strong>ma</strong>rito,il signor<br />
Uberto, prevedendo <strong>che</strong> il figlio sarebbe tornato in argomento chiedendogli<br />
probabilmente,pensava, un appoggio a favore di qual<strong>che</strong> compagno,tagliò corto e si<br />
limitò a dire,pri<strong>ma</strong> di rivolgersi alla moglie per esaminare le solite questioni :<br />
“Bene Matteo! Mi fa piacere <strong>che</strong> tu partecipi a delle discussioni. Ti gioverà la<br />
dialettica.<br />
Ne riparleremo,però,dei tuoi rapporti con i compagni di Università”.<br />
Matteo ri<strong>ma</strong>se soddisfatto delle conclusioni del padre e <strong>che</strong> le sue parole,per la<br />
pri<strong>ma</strong> volta e grazie alla forza sfoderata,non avessero fatto la solita fine e cio<strong>è</strong> di<br />
non essere nemmeno ascoltate,mentre in quel pranzo avevano avuto un certo<br />
effetto, obbligando il genitore a considerarle ed addirittura a riservarsi di parlare<br />
ancora,in seguito,di quello <strong>che</strong> gli era stato detto.<br />
Il pranzo continuò e terminò come di solito,<strong>ma</strong> l’iniziale tensione, <strong>che</strong> il breve<br />
scambio di parole tra padre e figlio aveva provocato, al momento si attenuò.<br />
In seguito si fece ancora sentire, fino ad esplodere dram<strong>ma</strong>ticamente per poi<br />
spegnersi del tutto, per la sua innaturale ragion d’essere.<br />
Matteo rivide Livia tutti i giorni di frequenza delle lezioni.<br />
E negli stessi giorni ,nei colloqui col padre,si limitò a confer<strong>ma</strong>re <strong>che</strong> or<strong>ma</strong>i aveva<br />
preso confidenza con i compagni e le compagne e <strong>che</strong> partecipava con sempre<br />
<strong>ma</strong>ggior impegno ai dibattiti all’ordine del giorno.<br />
Il padre gli dette l’impressione di essere ancora del tutto interessato<br />
all’approfondire i problemi e le cause di quel suo cambiamento, subito avvertito e<br />
<strong>che</strong> lo aveva preoccupato.<br />
Ma quell’uomo non aveva fretta : riteneva opportuno ritornare in argomento solo<br />
quando il cambiamento del figlio si fosse stabilizzato e si rendesse necessaria, per<br />
metterlo sul giusto binario, un sua chiara ed energica messa a punto della<br />
situazione.<br />
Matteo invece,da parte sua, si stava inserendo sempre più sensibilmente, in un<br />
modo di vivere, di esistere, <strong>che</strong> lo attirava sempre di più.<br />
I timori,i dubbi,le titubanze, <strong>che</strong> gli avevano fino a poco tempo pri<strong>ma</strong> bloccato la<br />
capacità di conoscere e scoprire nuove idee <strong>che</strong> gli facessero sentire la voglia di<br />
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