Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
Aveva sposato un uomo <strong>che</strong> le aveva aperto le porte dell’alta società di cui lei<br />
voleva rendersi degna di esservi fatta entrare.<br />
Non proveniva certamente dalla classe media,lei : suo padre era un famoso<br />
antiquario e la sua ric<strong>che</strong>zza,già consistente quando aveva iniziato diversi decenni<br />
pri<strong>ma</strong> l’attività, era notevolmente aumentata. In città,più di uno dei più signorili<br />
palazzi,erano di sua proprietà. Pure il più importante teatro,era suo.<br />
Ma l’uomo <strong>che</strong> aveva sposato era della classe al vertice, quella <strong>che</strong> aveva in <strong>ma</strong>no il<br />
potere,praticamente e <strong>che</strong> in lui vantava un autorevole rappresentante.<br />
L’attività del padre, e la sua imponente e ricca esposizione avevano come abituali<br />
clienti i residui e vecchi nobili e quella categoria di danarosi <strong>che</strong> volevano apparir<br />
tali.<br />
Considerato <strong>che</strong> certe perle d’antiquariato, per la loro rarità, avevano quotazioni<br />
alle stelle, l’entità degli introiti e del reddito di un’attività del genere non potevano<br />
<strong>che</strong> essere alquanto ingenti.<br />
La <strong>ma</strong>dre di Matteo si era affiancata a suo padre per alcuni anni, introducendosi<br />
così,per ragioni di lavoro,nell’aristocrazia cittadina.<br />
Non le <strong>ma</strong>ncava pertanto un certo stile e quella attitudine ad esigere sempre il<br />
meglio, persino la perfezione, soventemente, in tutto ciò <strong>che</strong> aveva attorno, an<strong>che</strong><br />
nelle persone.<br />
Era così venuta ad integrare le caratteristi<strong>che</strong>,le doti del <strong>ma</strong>rito.<br />
L’uomo era un calcolatore perfetto di ogni situazione e di una severità confinante<br />
quasi con la crudeltà.<br />
Dosava o meglio dominava l’appagamento di ogni necessità ed an<strong>che</strong> qualsiasi<br />
desiderio : tutto si poteva fare solo se realisticamente possibile e se una tal cosa od<br />
affare si doveva fare perché utile,conveniente, non vi erano scuse per cui si<br />
rinunciasse o se ne ritardasse la realizzazione.<br />
Non disponeva però di quel tocco di signorilità ed an<strong>che</strong> di nobiltà <strong>che</strong> la moglie<br />
aveva assorbito con il suo frequentare per diversi anni l’aristocrazia cittadina,<br />
cliente dell’antiquariato del padre.<br />
E l’uomo perciò,per la sua acuta sensibilità aveva compreso <strong>che</strong> sarebbe stato molto<br />
utile unire al suo crudo realismo e all’ inflessibilità nella realizzazione di quello<br />
<strong>che</strong> decideva, quell’apparenza di nobiltà presente nel comportamento della moglie.<br />
Era solito,quindi,contenere sempre la propria indole imperiosa e riusciva ad<br />
addolcire, con un certo tono comprensivo e delicato, i suoi rapporti con la società<br />
ed an<strong>che</strong> con i famigliari.<br />
Matteo,rassettatosi un poco i capelli,senza attendere <strong>che</strong> suonasse il<br />
campanello,andò ad aprire la porta al padre.<br />
Lo salutò compunto e rispettoso come gli era imposto, mentre la cameriera aiutava<br />
il padrone a togliersi il cappotto.<br />
“Sei puntuale oggi, Uberto. Fra poco sarà pronto. Potrai riposare un poco dopo<br />
pranzo. Io uscirò presto : l’Associazione mi ha pregato di controllare certi lavori”.<br />
Così lo accolse la moglie, <strong>che</strong>, come al solito, osservava attentamente il <strong>ma</strong>rito per<br />
capire di <strong>che</strong> umore era.<br />
L’uomo si limitò a fare un cenno col capo,sussurrando appena “ Bene,bene,Lea”.<br />
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