Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
“Bene Matteo .Ora dovrai aspettare un poco perché oggi si pranzerà più tardi : tuo<br />
padre ha avuto la solita importante riunione.<br />
Dai un’occhiata an<strong>che</strong> tu al giardino quando sei in casa : c’<strong>è</strong> un disordine <strong>che</strong> non<br />
mi va.<br />
Beh! Ora andiamocene un poco in salotto a fare due chiacchiere . E’ un bel po’ <strong>che</strong><br />
non parliamo. Troppe visite ho avuto in questi tempi. In casa e fuori. Bisogna <strong>che</strong> le<br />
riduca.<br />
Devo assolutamente controllare come vanno le cose. L’ordine,la pulizia e tante<br />
altre. Due soli camerieri,an<strong>che</strong> se c’<strong>è</strong> la cuoca e l’autista,credo <strong>che</strong> non bastino”.<br />
La signora si portò poi addietro Matteo in salotto e subito gli fece osservare :<br />
“Guardati un po’ attorno : ti accorgi della confusione <strong>che</strong> regna in questo posto?<br />
Quadri storti, <strong>che</strong> fanno girare la vista,argenteria siste<strong>ma</strong>ta sui mobili in qual<strong>che</strong><br />
<strong>ma</strong>niera, giornali di ieri ancora qui sopra. Guarda poi i tappeti: non ce n’<strong>è</strong> uno <strong>che</strong><br />
non abbia la gobba. Si arrischia persino di inciamparvi dentro”.<br />
Matteo sentiva appena quello <strong>che</strong> diceva la <strong>ma</strong>dre <strong>ma</strong>, osservandola bene e per quel<br />
tono acido ed imperioso della sua voce <strong>che</strong> lo infastidiva, non poté però non fare<br />
alcune considerazioni nel suo intimo :<br />
“ La <strong>ma</strong>m<strong>ma</strong> e Livia sono due esseri mortali, due donne nate e <strong>che</strong> vivono nella<br />
stessa città, <strong>ma</strong> così diverse tra loro! Tanto diverse <strong>che</strong> se lo constatasse qualcuno<br />
<strong>che</strong> viene da lontano,da un altro paese,non dico dall’altro mondo, stenterebbe a<br />
credere ai propri occhi.<br />
La <strong>ma</strong>m<strong>ma</strong> ha cinquant’anni. Livia poco più di venti. L’una non ammette di<br />
invecchiare ed <strong>è</strong> vero : le rughe del volto non si vedono quasi,la carne, forse per le<br />
creme ed i <strong>ma</strong>ssaggi, non <strong>è</strong> flaccida, gli occhi brillano vivacemente come se fossero<br />
quelli di una ventenne, <strong>ma</strong> non per merito loro ,per tutto quello <strong>che</strong> spende dalla<br />
profumiera; <strong>è</strong> snella e si tiene su grazie ai suoi busti.<br />
Altro miracolo lo fa poi il suo modo di vestire, le tinte e il modello dell’abito <strong>che</strong> la<br />
ringiovaniscono, il profumo di eterna giovinezza <strong>che</strong> diffonde dappertutto.<br />
L’altra <strong>è</strong> la semplicità in persona : la sua bellezza parte forse dal sentimento ed <strong>è</strong><br />
per questo forse, <strong>che</strong> la si nota subito,ti attrae,ti rasserena. E’ spontanea. Ti<br />
interessa poco se l’abbigliamento non vale molto,non hai nemmeno bisogno di<br />
guardarlo: ti basta osservare il suo volto,i suoi occhi,la sincerità della sua dolce<br />
espressione,il suo sorriso non artefatto e basta.<br />
Temo poi <strong>che</strong> se avessi davanti la casa dove abita, stenterei a credere <strong>che</strong> nello<br />
stesso mondo esistano differenze così abissali. Una vive in una specie di<br />
reggia,l’altra,mi sembra di vederlo : in una casetta certamente pulita, <strong>ma</strong> semplice :<br />
il minimo indispensabile per vivere,per ripararsi.<br />
Avrebbe persistito nella sua nuova riflessione,Matteo,<strong>ma</strong> pensò la <strong>ma</strong>dre a<br />
rimetterlo in riga:<br />
“Matteo! Mi ascolti? Mi sembri un poco distratto .Che pensieri ti vengono in testa?<br />
Cosa ti <strong>è</strong> capitato questa <strong>ma</strong>ttina?”.<br />
Ecco –pensò Matteo – mia <strong>ma</strong>dre vuole co<strong>ma</strong>ndare an<strong>che</strong> sulla mia ani<strong>ma</strong>. Non le<br />
basta essere padrona di tante ric<strong>che</strong>zze, vuole impadronirsi an<strong>che</strong> di quello <strong>che</strong><br />
appartiene solo al prossimo, solo a me. I miei pensieri li faccio conoscere a chi<br />
voglio—così concluse, nel rispondere alla do<strong>ma</strong>nda:<br />
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