Le strade del grano portano a Nurri E il pane diventa un'attrazione
Le strade del grano portano a Nurri E il pane diventa un'attrazione
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Sapori e tradizioni per un turismo diverso<br />
<strong>Le</strong> <strong>strade</strong> <strong>del</strong> <strong>grano</strong> <strong>portano</strong> a <strong>Nurri</strong><br />
E <strong>il</strong> <strong>pane</strong> <strong>diventa</strong> un’attrazione<br />
Il Sarcidano produce e vende in mezza<br />
Sardegna la farina ideale per dolci e<br />
civraxiu, ricavata - con macine in pietra -<br />
dal <strong>grano</strong> Cappelli. Una nuova strategia<br />
di sv<strong>il</strong>uppo punta ora sulla valorizzazione<br />
dei prodotti tipici, abbinati al patrimonio<br />
ambientale e culturale.<br />
di Marcello Atzeni<br />
I formaggi e i vini <strong>del</strong> Sarcidano hanno<br />
una solida reputazione in tutta la Sardegna.<br />
Ma forse non tutti (anzi, pochi)<br />
sanno che nei campi attorno a <strong>Nurri</strong> si<br />
semina e si miete da tre quarti di secolo<br />
una cultivar di <strong>grano</strong>, <strong>il</strong> “Cappelli”, dalla<br />
quale si ricava la miglior farina per <strong>pane</strong>, pasta e dolci<br />
tradizionali. Un’avventura incominciata nel lontano<br />
1932. In paese, uno dei primi tecnici agrari - forse<br />
un perito, forse un agronomo, le testimonianze sono<br />
incerte - fa sapere agli agricoltori che nel mondo <strong>del</strong><br />
<strong>grano</strong> è nata una nuova varietà: si chiama “Cappelli”,<br />
<strong>il</strong> culmo può arrivare ad un’altezza che sfiora i<br />
due metri, e produce una grossa spiga dorata dalla<br />
resta (s’arista) lunga come le ciglia di una bella donna.<br />
In pieno campo può arrivare a produrre anche 25<br />
quintali per ettaro. Ma quel che conta è che la farina<br />
che si ottiene dalla sua macinazione è tutta un’altra<br />
cosa: civraxiu, malloreddus e druccis sono veramente<br />
divini.<br />
Il tecnico agrario seppe vendere talmente bene<br />
la novità che in tutta la zona fu un fiorire di <strong>grano</strong><br />
Cappelli.”Ed oggi tutto è rimasto come allora”, spie-<br />
ga Angelo Anedda, 43 anni, proprietario <strong>del</strong> mulino<br />
La pietra e <strong>il</strong> <strong>grano</strong>. “Se in altre zone <strong>del</strong>la Sardegna<br />
si preferisce coltivare varietà a resa più elevata, come<br />
Colosseo, Creso oppure Du<strong>il</strong>io, i nostri agricoltori non<br />
hanno mai smesso di corteggiare questo <strong>grano</strong> tanto<br />
caro ai nostri padri e ai nostri nonni”. Un momento<br />
di difficoltà c’è stato, negli anni in cui la Cee aveva<br />
negato le integrazione di prezzo per la coltivazione<br />
<strong>del</strong> <strong>grano</strong> duro a quanti produceva questa qualità.<br />
“Effettivamente è così - conferma Anedda - ed <strong>il</strong> Cappelli<br />
era quasi scomparso. È stato reintrodotto nella<br />
nostra zona da un commerciante di Tu<strong>il</strong>i, Santino<br />
Accalai, che lo aveva riscoperto in qualche landa lucana”.<br />
Poi la Comunità europea aveva corretto <strong>il</strong> tiro:<br />
produttori, se volete <strong>il</strong> contributo dovete impegnarvi<br />
a coltivarne almeno 500 ettari. E la scommessa è stata<br />
vinta, dai cerealicoltori nurresi prima, e poi anche<br />
SARDEGNA ECONOMICA 3-4/2004 45
Un itinerario in otto tappe fra sapori e tradizione<br />
Otto tappe lungo “<strong>Le</strong> <strong>strade</strong> <strong>del</strong> <strong>grano</strong>”, da settembre a novembre, con la speranza di allungare la<br />
stagione turistica nella Sardegna <strong>del</strong> sud. La prima fase <strong>del</strong> progetto - coordinato dal Centro Servizi<br />
Promozionali per le Imprese - è stata presentata di recente a Cagliari con un incontro al Convento San<br />
Giuseppe. Nasce (“con molti padri e molte madri”) dal coinvolgimento di tutti i Consorzi turistici che<br />
operano nella Sardegna meridionale e di diverse amministrazioni comunali attorno a un’idea ambiziosa:<br />
proporre turismo di qualità con la cultura, le tradizioni, i sapori di una terra antica. Per quest’anno “<strong>Le</strong> <strong>strade</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>grano</strong>” offrono otto appuntamenti, ma si sta già lavorando per un calendario 2005 ben più ricco.<br />
Lanciato con positivi risultati a Riva <strong>del</strong> Garda in occasione <strong>del</strong>la BITEG (la Borsa internazionale <strong>del</strong><br />
turismo enogastronomico) <strong>il</strong> marchio “<strong>Le</strong> <strong>strade</strong> <strong>del</strong> <strong>grano</strong>” sarà registrato e promosso come garanzia di<br />
un’offerta turistica autentica. Potrà essere ut<strong>il</strong>izzato da tutti gli eventi che soddisfino alcuni requisiti<br />
essenziali:<br />
• un programma che comprenda mostre, esibizioni o dimostrazioni legate al <strong>grano</strong> e ai prodotti<br />
tradizionali a base di <strong>grano</strong>;<br />
• l’allestimento di una mostra-mercato di prodotti agroalimentari tipici;<br />
• l’offerta di degustazioni guidate, per favorire la scoperta e la valorizzazione di uno o più prodotti<br />
locali.<br />
“<strong>Le</strong> <strong>strade</strong> <strong>del</strong> <strong>grano</strong>” per <strong>il</strong> 2004<br />
3-5 settembre, <strong>Nurri</strong> - “Tra laghi e nuraghi”<br />
10-11 settembre, V<strong>il</strong>lasimius - “Festa di Santa Maria”<br />
25-26 settembre, Sanluri - “La festa <strong>del</strong> borgo”<br />
2-4 ottobre, Cagliari - “Profumi e sapori <strong>del</strong> Mediterraneo”<br />
9-10 ottobre, Muravera - “Sapori <strong>del</strong> Sarrabus Gerrei”<br />
16-17 ottobre, Gesico - “XII sagra <strong>del</strong>la lumaca”<br />
29-31 ottobre, Iglesias - “Il <strong>pane</strong> nel Medioevo”<br />
13-14 novembre, Nuxis - “Festa <strong>del</strong> sottobosco”<br />
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A parte <strong>il</strong> rispetto formale <strong>del</strong> disciplinare<br />
che regolerà l’uso <strong>del</strong><br />
marchio, “<strong>Le</strong> <strong>strade</strong> <strong>del</strong> <strong>grano</strong>” saranno<br />
ritracciate con una seria ricerca<br />
sul territorio. “Gli spunti sono<br />
infiniti per costruire un’offerta autentica,<br />
che affondi le radici nelle<br />
nostre tradizioni”, ha spiegato Luisa<br />
Carcangiu Bayre, operatrice turistica<br />
che aderisce al Consorzio<br />
Costa Sud. “Riscoprire quanto è<br />
stato scritto sul lavoro dei campi,<br />
lavoro degli uomini e lavoro <strong>del</strong>le<br />
donne; far rivivere i momenti rac-<br />
contati da Grazia Deledda, la panificazione come premessa <strong>del</strong>la festa; le musiche dei campi e i canti<br />
<strong>del</strong>la panificazione; i balli propiziatori e quelli <strong>del</strong> ringraziamento. Tutti noi sentiamo che le <strong>strade</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>grano</strong> sono le vene e le arterie <strong>del</strong>la Sardegna, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o che unisce tante piccole storie per formare la storia<br />
<strong>del</strong>la nostra terra”.<br />
“Questo marchio sarà innanzi tutto un’occasione di lavoro comune per tutti gli operatori turistici e i<br />
Consorzi ai quali aderiscono”, ha spiegato Nino Fadda, presidente <strong>del</strong> Centro Servizi Promozionali per le<br />
Imprese. “Abbiamo scelto <strong>il</strong> <strong>grano</strong>, un elemento di forte valore simbolico, per presentare un calendario<br />
e un’offerta comune che sia capace di ottenere visib<strong>il</strong>ità e possa finalmente spostare flussi turistici<br />
significativi verso le zone interne <strong>del</strong>l’isola”.<br />
Il Centro Servizi (azienda speciale <strong>del</strong>la Camera di commercio di Cagliari) si farà carico <strong>del</strong> coordinamento e<br />
<strong>del</strong>la promozione <strong>del</strong> progetto, che potrà contare fra l’altro su un sito Internet, www.le<strong>strade</strong><strong>del</strong><strong>grano</strong>.it.<br />
“Puntiamo sì al mercato esterno, ma anche a quello regionale - ha spiegato Giuseppina Scorrano, già<br />
responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>lo Sportello Turismo presso <strong>il</strong> Centro Servizi - perché esiste ancora una Sardegna sconosciuta<br />
ai sardi. Per quest’anno <strong>il</strong> calendario è stato costruito con appuntamenti già collaudati, ma per<br />
<strong>il</strong> 2005 abbiamo progetti importanti. Fra l’altro, partiamo dal <strong>grano</strong> per educare <strong>il</strong> consumatore e far<br />
conoscere i prodotti di qualità. Per questo contiamo molto sul supporto tecnico <strong>del</strong>l’Ersat, che collabora<br />
nell’organizzazione <strong>del</strong>le degustazioni guidate”. (usc)
da quelli <strong>del</strong>l’Alta Marm<strong>il</strong>la, che sono riusciti nell’impresa.<br />
”Oggi in Sardegna sono quasi m<strong>il</strong>le gli ettari coltivati<br />
a <strong>grano</strong> duro Cappelli”, spiega Gerardo Piras,<br />
un agrotecnico <strong>del</strong>l’Ersat di Suelli che ha lavorato per<br />
cinque anni a <strong>Nurri</strong>. “Ma è soprattutto nei terreni<br />
<strong>del</strong> Sarcidano che questa varietà trova <strong>il</strong> suo habitat<br />
ideale.Terreni fra i 500 e gli 800 metri sul livello <strong>del</strong><br />
mare, che hanno un’origine vulcanica. In questi campi,<br />
da 72 anni cresce rigoglioso <strong>il</strong> Cappelli, che produce<br />
una farina unica per un <strong>pane</strong> dall’alta lievitazione.<br />
Certo, la produzione è bassa, 20-25 quintali per<br />
ettaro, rispetto alle cultivar come Claudio o Creso<br />
(che possono arrivare, in condizioni eccezionali, anche<br />
a 50 quintali), ma <strong>il</strong> Cappelli si riscatta sul mercato,<br />
dove spunta un prezzo al quintale superiore<br />
anche <strong>del</strong> 30 per cento”.<br />
Gran parte <strong>del</strong> <strong>grano</strong> mietuto a <strong>Nurri</strong> passa poi<br />
dall’arcaico(detto nel senso buono <strong>del</strong> termine) mulino<br />
di Angelo Anedda.Un palmento che a pieno regime<br />
può lavorare fino a trenta quintali di <strong>grano</strong> al giorno<br />
e oltre al titolare impegna altre tre persone. La<br />
molitura con le macine in pietra e questa particolare<br />
cultivar di <strong>grano</strong> duro (<strong>il</strong> triticum durum di latina<br />
memoria) producono una farina ottima per la panificazione<br />
e la pastificazione. A <strong>Nurri</strong> e nella vicina Or-<br />
roli, che assieme non raggiungono i seim<strong>il</strong>a abitanti,<br />
almeno 150 famiglie producono ancora <strong>il</strong> <strong>pane</strong> in casa.<br />
Ma questa farina, grazie all’impegno di Angelo Anedda<br />
e di quanti lavorano con lui, arriva in tutta la Sardegna,<br />
da Gonnesa a Bitti, da Castiadas a Thiesi. E<br />
allora <strong>diventa</strong> non solo civraxiu e coccoi in Campidano,<br />
ma anche pistoccu in Ogliastra e pani carasau in<br />
Barbagia.<br />
Un prodotto decisamente di qualità ma accessib<strong>il</strong>e<br />
a tutte le tasche, anche se <strong>il</strong> prezzo di un ch<strong>il</strong>o di<br />
<strong>pane</strong> può lievitare (è <strong>il</strong> caso di dirlo) sino al trenta<br />
per cento in più. ”Non bisogna dimenticare che <strong>il</strong><br />
nostro <strong>grano</strong>, e di conseguenza la nostra farina, sono<br />
biologicamente certificati, prima dall’Aiab e ora dall’Icea”,<br />
sottolinea Angelo Anedda. Così fra l’altro<br />
<strong>Nurri</strong> si è guadagnato uno spazio alla Giornata nazionale<br />
dei produttori biologici, in programma a Cagliari<br />
per la prima domenica di ottobre: una vetrina<br />
importante, nella quale mostrare saperi e sapori <strong>del</strong>l’interno<br />
<strong>del</strong>l’isola, di quelle terre in cui i barbari non<br />
sono mai arrivati, ma la ancestrale cultura e coltura<br />
<strong>del</strong> <strong>grano</strong> sì.<br />
Partendo dal <strong>grano</strong>, l’Ersat e l’amministrazione<br />
comunale di <strong>Nurri</strong> (con i testa <strong>il</strong> sindaco Gian Paolo<br />
Ligas) hanno deciso di andare oltre, di far conoscere<br />
meglio questa importante risorsa e usarla anche per<br />
SARDEGNA ECONOMICA 3-4/2004 47
far conoscere <strong>il</strong> paese e <strong>il</strong> suo territorio. Come? Ad<br />
esempio reclutando tzia Maria, al secolo Maria Carrus,<br />
85 anni ed una vita vissuta con le mani in pasta.<br />
Questa veterana <strong>del</strong>la panificazione è stata una <strong>del</strong>le<br />
insegnanti nei corsi di formazione organizzati negli<br />
ultimi anni a <strong>Nurri</strong>. E nel 2005 la sua maestria sarà<br />
esportata anche a Suelli, a Is<strong>il</strong>i, ad Orroli, per far conoscere<br />
l’arte <strong>del</strong> <strong>pane</strong> a chi spera di farne un lavoro o<br />
semplicemente vuole tenere viva una tradizione antica.<br />
Il passo successivo è stato quasi ovvio: attraverso<br />
<strong>il</strong> Consorzio Laghi & Nuraghi – che riunisce operatori<br />
turistici e amministrazioni di <strong>Nurri</strong>, Orroli,<br />
Siurgus Donigala e Goni – l’adesione al progetto “<strong>Le</strong><br />
<strong>strade</strong> <strong>del</strong> <strong>grano</strong>”, che vuole proporre un turismo di<br />
qualità ut<strong>il</strong>izzando la cultura, le tradizioni e i sapori<br />
<strong>del</strong>la Sardegna più vera. L’itinerario <strong>del</strong> 2004 è partito<br />
proprio da <strong>Nurri</strong> nel primo fine settimana di settembre,<br />
con una mostra-mercato dei prodotti tipici<br />
in occasione <strong>del</strong>la festa <strong>del</strong>la patrona, Santa Rosa.<br />
Oltre a una degustazione di carne di pecora in riva al<br />
lago, l’esposizione dei prodotti agroalimentari nella<br />
vecchia stazione <strong>del</strong>le Ferrovie <strong>del</strong>la Sardegna prevedeva<br />
alcune dimostrazioni: la lavorazione artigianale<br />
<strong>del</strong> pecorino e – ovviamente con tzia Maria Carrus<br />
in azione – la preparazione <strong>del</strong> pani de coia, <strong>il</strong><br />
<strong>pane</strong> artistico che da sempre accompagna le più importanti<br />
occasioni di festa.<br />
Insomma, mentre si aprono aziende agrituristiche<br />
e le antiche case padronali ristrutturate con gusto<br />
<strong>diventa</strong>no alberghi e ristoranti, le idee per richiamare<br />
visitatori fra le colline <strong>del</strong> Sarcidano non mancano:<br />
dall’ingresso gratuito per le visite ai monumenti<br />
e ai siti archeologici in occasione <strong>del</strong>la festa, alle gare<br />
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di canottaggio e canoa sul Mulargia e sul Flumendosa,<br />
o al galoppatoio di <strong>Nurri</strong> che per una giornata<br />
<strong>diventa</strong> pista di atterraggio per gli aerei ultraleggeri.<br />
E da queste parti qualcuno inventa, letteralmente,<br />
la B-bike, un trabiccolo a pedali che può portare<br />
due persone a buona velocità sulle rotaie dove anche <strong>il</strong><br />
Trenino Verde sbuffa in atteso di un meritato riposo.<br />
Per Agostino Vargiu, titolare di un albergo-museo-ristorante<br />
in quel di Orroli e uno dei più convinti<br />
padri <strong>del</strong>le Strade <strong>del</strong> <strong>grano</strong>, ”oggi possiamo dire che<br />
la rotta verso uno sv<strong>il</strong>uppo turistico serio e sostenib<strong>il</strong>e<br />
è tracciata. Il <strong>grano</strong> di qualità è un’occasione per<br />
far in modo che si parli <strong>del</strong>le nostre terre, dei nostri<br />
prodotti, <strong>del</strong> nostro patrimonio ambientale e culturale.<br />
Il resto dovrà essere fatto dal sostegno e dalla<br />
sensib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>le amministrazioni, dall’intelligenza e<br />
dalla voglia di investire di tanti operatori, che in qualche<br />
caso si erano incamminati lungo questo percorso,<br />
da soli, già da tempo”.