P a rro cch ia M issio n e C a tto lica d i L in gu a Ita lia n a

Periodico bimestrale Febbraio-Marzo n. 46-2009
Parrocchia Missione Cattolica di Lingua Italiana Scintille
Centro Parrocchiale San Francesco
St. Gallerstrasse 18 - 8400 Winterthur
Tel. 052 212 41 91 - Fax 052 214 12 93
e-mail: mci@kath-winterthur.ch www.missione-winterthur.ch
1

Lode al Signore
2
MESE di FEBBRAIO
01.02.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
Kollbrunn + CH ore 10:05
Seuzach ore 18:30
08.02.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 17.00
15.02.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
Kleinandelfi ngen ore 09.00
Kollbrunn + CH ore 17:05
Seuzach ore 18:30
22.02.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
Turbenthal ore 08:30
OGNI SABATO
Effretikon ore 18:00
Sabato 14.02.2009
Pfungen ore 18:00
MESE di MARZO
01.03.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
Kollbrunn + CH ore 10:05
08.03.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
15.03.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
Kleinandelfi ngen ore 09.00
Kollbrunn + CH ore 17:05
Seuzach ore 18:30
22.03.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
Turbenthal ore 08:30
29.03.2009
San Lorenzo ore 10.00
Sacro Cuore ore 11.00
San Pietro e Paolo ore 18.30
OGNI SABATO
Effretikon ore 18:00
Sabato 14 e 28.03.2009
Pfungen ore 18:00

libertà vo cantando
”libertà vo cantando al mondo,
e fa eco la terra con la sua realtà
di pena…“
Così diceva una vecchia canzone
popolare e, dialettizzando una frase
latina, papà ripeteva: “a digiuno
ma sotto il gelso”, cioè: la libertà
nella sua pienezza non si arrende
neppure dinnanzi alla fame. La
libertà di pensiero non deve mai farsi
condizionare dalla
voglia di libertà
del vivere o del
vivibile. Tantissimi
potrebbero essere
i riferimenti alla
parola libertà:
definizioni, frasi
celebri, giornali, tv,
partiti, prediche,
a s s o c i a z i o n i ,
circoli, e chi più ne
ha più ne metta,
forse ne facciamo
troppo uso nella
parola e poco
nella pratica. Così
mi fece notare un
giorno una signora
nel sentirmi parlare
di libertà: “Eh sì,
tu parli perché
non hai marito,
non hai figli…” Ma
possono le cause
esterne privarmi della mia libertà?
In fondo potevo pensarlo, visto il
gran parlare che se ne fa, in questi
giorni, soprattutto in merito alla fine
della vita. Sinceramente non vorrei
puntare l’attenzione su questo tema,
ma trovo interessante quanto letto in
un articolo sul testamento biologico:
«Ognuno deve essere libero di
scegliere cosa vuole fare».
La libertà, dunque, sarebbe uguale
a autodeterminazione, che è come
dire: “la vita è mia e me la gestisco
io”. Questa frase sembra che abbia
parecchio successo anche quando
si tratta di scegliere, non solo come
morire, ma anche come vivere,
ovvero chi frequentare, come
vivere la propria sessualità, come
divertirsi, vestirsi, ecc..., tutto sullo
stesso piano,
tutto di eguale
importanza. Può
essere proprio
così: il vestire ed
il vivere, sono la
stessa cosa !!?!
Di fronte a tale
r i ve n d i c a z i o n e
di libertà, ci si
attenderebbe una
grande fantasia
e creatività, visto
che ciascuno di noi
è assolutamente
u n i c o e
i r r i p e t i b i l e .
Invece, c’è
u n g r a n d e
interesse a ciò
che è di moda, o
di tendenza, o, per
dirla all’inglese,
“trendy”. Si va
nei locali “di
tendenza”, si frequentano persone
“trendy”, ci si veste secondo i
dettami della moda (vedi pantaloni e
gonne a vita bassa, jeans scoloriti e
stracciati...).
Dove sta, dunque, la libertà tanto
proclamata di essere se stessi, se si
fa come fan tutti? C’è un principio
importante che può aiutarci a

non cadere nelle trappole delle
subdole forme di schiavitù sociale
e psicologica. Questo principio
lo esprime Gesù nel vangelo di
Giovanni: «Se rimanete fedeli alla
mia parola, sarete davvero miei
discepoli; conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi” (8,31-32).
Da dove cominciare per
conoscere la verità? È innanzitutto
un confronto tra noi e la PAROLA
che diventa carne. Quindi partire
da dentro se stessi, avendo il
coraggio di essere se stessi fino in
fondo. Questa piccola storia, forse
ci può aiutare a riflettere:
Un re andò nel suo giardino e trovò
alcuni alberi e delle piante morenti.
Diversi fiori erano già appassiti. La
quercia disse che stava morendo
perché non poteva essere alta come
il pino. Osservando il pino il re lo
trovò sofferente perché si riteneva
incapace di produrre grappoli come
la vite. E la vite credeva di morire
perché non riusciva a fiorire come la
rosa. Infine scoprì una pianta, la viola,
fresca e vivace come sempre. Il re,
piacevolmente sorpreso, le chiese:
„Perché tu stai così bene mentre gli
altri soffrono?“ La viola rispose: „Mi è
sembrato scontato che quando mi hai
piantato tu desiderassi una viola. Se
avessi voluto una quercia, un pino o
una rosa avresti piantato quelle.
Allora ho pensato. Visto e
considerato che non posso vivere
diversamente cercherò di essere me
stessa al meglio possibile e questo mi
fa star bene“.
Allora libertà è proprio questo,
essere se stessi, non apparire non
modificare le proprie generalità o
genialità per far quello che dicono o
fanno gli altri.
La libertà vera si raggiunge
e la si ottiene, quando si arriva
a comprendere che si vive per
qualcuno e per qualcosa, per far
felice un altro, servendolo. Se si vive
solo per se stessi, per servire solo
stessi, solo i propri sogni, solo le
proprie preoccupazioni, non ci si può
realizzare e tanto meno sentirsi bene,
sentirsi veri e quindi liberi. La libertà
non è una cosa irreale, astratta, ma
uno spazio che si allarga e abbraccia
quanti entrano a far parte della nostra
esistenza, condividendo la loro parte
di verità e di libertà. Se la libertà fosse
solamente il nostro vivere, avremmo
una libertà prigioniera di spazio molto
stretto, che rischia di essere grande
come la nostra ombra a mezzogiorno.
La libertà prima di essere proclamata
o pretesa, bisogna viverla nella sua
essenzialità e quindi incarnarla nel
proprio vissuto, anche se, come dice
il Piccolo Principe, “l‘essenziale è
invisibile agli occhi!”
Non è come appariamo agli altri o
nel come ci piacerebbe apparire che
diventiamo liberi. Noi saremo liberi
nella misura in cui saremo capaci di
mettere in „mostra“ la nostra unicità, il
nostro essere tavolozza di mille colori
e non semplicemente bianco o nero,
perchè sono proprio le sfumature a
fare la differenza! Imparare ad amarci
servendoci e a servire amandoci,
rende liberi da tutto e da tutti!!
L‘augurio che faccio a tutti i giovani
“come me” e a quanti vogliono essere
liberi, è proprio questo:siate sempre
voi stessi!!
Il fatto è che oggi non ci si
confronta più e nella nostra vita,
non si fa più lo zibaldone delle cose
belle che si vedono o si leggono,
nessuno le annota più per rivederle,
per riconfrontarsi con esse, nessuno
ha più bisogno dell’altro. La libertà,
invece, ha bisogno di un altro per
crescere e per sentirsi vera. L’Altro è
l’evidenziatore della nostra libertà e
della nostra vita. Ogni bene!…
Don Alberto Ferrara

Agenda
DOMENICA 1 FEBBRAIO
BENEDIZIONE dell’INFANZIA
Santa Messa ore 11:00
Chiesa del Sacro Cuore
Presentare i nostri bambini al Signore,
come Maria e Giuseppe hanno presentato Gesù Bambino,
è riconoscere la santità della vita
ed avere a cuore la sua crescita armoniosa e serena
FESTE DI CARNEVALE 2009
TERZA ETÀ
Giovedì 19 febbraio – ore 14:00 - sala Laboratoriumstr. 5
BAMBINI e RAGAZZI
Sabato 21 febbraio – ore 15:00 - sala Sacro Cuore
PER TUTTI
Sabato 21 febbraio – ore 19:00 - sala Sacro Cuore
o
Corso di preparazione al
Matrimonio cristiano
e alla Cresima
Vedere nella pagine seguenti
5

6
APPUNTAMENTO CULTURALE
La LIBRERIA ITALIANA di WINTERTHUR
presso il Centro Parrocchiale
San Francesco - St. Gallerstr. 1
Aperta tutti i sabati dalle 0 : 0 alle 16:00
VI INVITA ALLA
SETTIMANA DEL LIBRO ITALIANO
da sabato 31 gennaio a domenica febbraio 2009
dalle 14:00 alle 19.00
L’iniziativa vuole stimolare il piacere della lettura, aiutarci
a crescere, renderci migliori, più allegri e più liberi
FESTA DELLA DONNA
Si continua a proporre l’incontro fra tutte le donne che
desiderano trascorrere una serata insieme,
in spensieratezza ed allegria
SABATO 7 MARZO - ore 1 :00
SALA SACRO CUORE
Per le iscrizione chiamare la Sig.ra Lina Fava 052 232 13 0
TEMPO DI QUARESIMA
Il tempo di preparazione alla Pasqua vuol essere contrassegnato
da rifl essione e impegno per migliorare il proprio essere.
Per questo viene offerto un incontro settimanale sulla Bibbia
OGNI MERCOLEDÌ - ore 1 :00 -
CENTRO PARROCCHIALE SAN FRANCESCO
VIA CRUCIS - OGNI VENERDÌ -
ore 1 : 5 - Chiesa San Pietro e Paolo

formazione
gioventù sul cubo
In Italia, migliaia di ragazzine
under 14 “arruolate” per esibirsi
nelle discoteche.
Pagate per esibirsi semi-vestite
sopra i “cubi” delle discoteche.
A 12, 14 anni. Un fenomeno
sommerso, che è venuto allo
scoperto un paio d’anni fa grazie a
un lavoro d’inchiesta, portata avanti
da una giornalista romana, Marida
Lombardo Pìjola. Pubblicò i risultati
della sua indagine in un libro dal
titolo “Ho 12 anni, faccio la cubista,
mi chiamano principessa” edito dalla
Bompiani.
La giornalista sollevò in tutta Italia
un’ondata di sdegno: ma non cambiò
di una virgola la situazione. Oggi le
baby-cubiste, arruolate dai gestori
delle discoteche per attirare i clienti,
sarebbero fi no a 10 mila. Nonostante
il clamore che il libro sulle babycubiste
ha generato, la giornalista considera
il suo lavoro un fallimento: perché
non è accaduto nulla. La denuncia
è scivolata nel vuoto. Il velo
squarciato su una realtà giovanile
così spregiudicata ha lasciato dietro
di sé il silenzio.
Mancano provvedimenti legislativi
che regolamentino la materia e non
ne sono stati approvati nemmeno
dopo l’inchiesta, nonostante la
sollevazione della società civile. Una
carenza grave, perché il fenomeno è
tutt’altro che rientrato: le discoteche
per minorenni dilagano ovunque,
senza che nessuno controlli cosa
effettivamente accade all’interno.
Dal canto loro i gestori dei locali di
intrattenimento da ballo e di spettacolo,
tendono a sdrammatizzare. Notizie
«gonfi ate», «casi isolati fatti passare
per fenomeno diffuso», «le discoteche
pomeridiane per giovanissimi stanno
scomparendo», sono i commenti che
escono dalla loro parte. La realtà
racconta invece dell’esistenza di
numerosi locali che si rivolgono a un
pubblico di adolescenti, aperte sia in
orari pomeridiani sia serali, dove il
consumo di alcool è sistematico e la
cui attività è non di rado promossa
con il coinvolgimento degli stessi
ragazzini che li frequentano, invogliati
a diventare “cubiste/i” in cambio di
sconti sul biglietto d’entrata.
Vengono proposte, attraverso
volantini, pubblicità di feste per
minori fortemente allusive al sesso,
7

come “Chupa Chups party — Vieni a
trovarmi, ti farò vedere le cose più
proibite”, o il “Tresca party”. Questo
genere di locali trova una sponda di
promozione sul web, all’interno di
blog giovanili, ma anche fuori dalle
scuole dove vengono distribuiti tali
volantini con annunci e richieste di
“ragazze immagine” per le discoteche.
È presente, su molti di questi siti, una
cultura del gruppo che si ritrova poi
nel locale di turno per giocare a fare
gli adulti. Chat e forum in cui ragazzine
e ragazzini parlano di sesso e di
desiderio di esibizione. Non mancano
foto, scattate con i cellulari, dove
queste bambine vengono ritratte in
pose e vestiario spinto, inequivocabile
materiale succulento, questo, anche
per i pedofili. Gli adulti sono all’oscuro;
eppure, se volessero davvero aprire
gli occhi, i genitori troverebbero molto
materiale: basterebbe solo digitare, su
un motore di ricerca, il nome del locale
che i figli frequentano, per capire qual
è l’ambiente in cui si tuffano quando
varcano la soglia di casa.
E quello che ha fatto il signor Giovanni
(nome di fantasia), un papà, uno di quei
genitori che si sono insospettiti dai
movimenti e dal comportamento del
figlio 15enne, frequentatore di locali
pomeridiani. Ha deciso di indagare,
partendo proprio da un forum
frequentato dal ragazzo su Netblog.
com, uno dei siti più affollati dagli
under 18. Così ha raccontato: “Mi sono
infiltrato fingendomi un adolescente”.
Ho scoperto un universo sconosciuto
e inquietante. Sul web ragazzini e
ragazzine parlano di quello che i genitori
non immaginano. Il mio si accordava
per la compravendita di stupefacenti,
da consumare poi nel locale dove tutti
si davano appuntamento. Non solo
sul blog partivano strane gare tra
ragazzine per diventare la “donna del
boss”, un giovane di poco più grande.

Gare che proseguivano poi
negli incontri in discoteca,
dove le minorenni, anche
di 12, 13 anni, venivano
abbordate dai maschi
più grandi. Quando ho
scoperto tutto questo, mi
sono presentato davanti
a uno dei locali della
zona (ce n’è un paio che
organizzano autobus per
raccogliere i ragazzi per
le entrate pomeridiane),
per vedere con i miei
occhi quel che accadeva
all’interno. Non è stato
facile convincere il
buttafuori a lasciarmi entrare, ma
una volta dentro ho avuto modo di
constatare che gli alcolici vengono
serviti regolarmente ai minorenni,
anche al di sotto dei 16 anni, e che
l’ambiente pullula di ragazzine che
giocano a fare le donne. Ho messo
mio figlio davanti alla verità e non
ha potuto fare altro che confermare
tutto».
Una deriva che sembra investire
indistintamente ragazze e ragazzi,
che nel “gruppo dei pari” si stringono
quasi a voler trovare riparo dal vuoto
di relazioni che avvertono in famiglia.
È innegabile che i genitori sono
troppo spesso assenti anche quando
sono presenti fisicamente, che sono
spesso incapaci di ricoprire un ruolo
autorevole.
L”adultizzazione” dei ragazzi, e
delle ragazzine seduttive ad età
sempre più precoci, ci dice che i
figli non sanno più dove trovare un
binario su cui camminare. Non solo.
Non dimentichiamo che i minori sono
sempre più appetitosi per ogni fetta
di mercato, dall’abbigliamento alla
tecnologia, che li rende troppo presto
bersaglio di bisogni indotti, non ultimo
quello della necessità di apparire
sessualmente attraenti. La seduttività
spinta parte già dall’abbigliamento
ammiccante, proposto anche per
ragazzine troppo piccole. Sono modelli
su cui fanno pressione i media, tv in
testa.
Attenzione massima, osservazione
profonda e dialogo aperto sono gli
elementi su cui i genitori dovrebbero
puntare, per ritrovare un rapporto
sano con i figli: inutile credere di
poter sbarrare la porta ai minorenni
per non farli uscire, quel che conta
è spiegare quello che potrebbero
trovare fuori e insegnargli a saper
fare delle scelte, a saper prendere
posizioni, anche impopolari, di fronte
a quello che è sbagliato e dannoso
per la loro incolumità. Renderli
forti, insomma, della nostra forza
e autorevolezza. Il cambiamento
dobbiamo intraprenderlo per primi
noi adulti, sapendo che la battaglia
non finisce mai.
Forse potrebbe essere anche un
modo per far indietreggiare tutta
la violenza e l’abuso sulla donna,
ricomporre un equilibrio sulle
relazioni interpersonali, riaprire un
dialogo costruttivo all’interno delle
famiglie, far riprendere cammini di
socializzazione che hanno il gusto
della bellezza del vivere…

Tra i gruppi di ragazzi delle Attività del
sabato pomeriggio nasceva spesso
confusione perché tra Birichini uno
e Birichini due non c’era una giusta
distinzione e non si sapeva mai bene
di quale dei due gruppi si trattava.
Più volte i ragazzini più grandi
hanno chiesto di cambiare nome
per smetterla con queste confusioni!
La divisione in gruppi è dovuto non
solo alla frequenza dei ragazzi ma
soprattutto in funzione alla loro
crescita. Passare da un gruppo all’altro
significa aver fatto un cammino, aver
assunto delle responsabilità e delle
abilità all’interno del gruppo stesso.
Per questo le animatrici hanno
invitato i ragazzi a cercare un nome
diverso da “Birichini due” col quale
identificarsi ma motivando la scelta.
Furono fatte varie
10
LA VITA
NEI GRUPPI
Perché
“ARAGOSTA”?
proposte, finché
leggendo una storiella
sulla necessità di
cambiare per crescere,
è scoppiata la scelta
comune. Questa la
storiella:
“Tanto tempo fa, quando
il mondo era stato
creato da poco, una
certa aragosta decise
che il Creatore aveva
fatto un errore. Così
fissò un appuntamento
per discutere con lui la
questione. “Con tutto
il dovuto rispetto”,
disse l’aragosta, “vorrei
protestare per il modo in
cui hai disegnato il mio
guscio.
Vedi, non appena mi
abituo al mio rivestimento
esterno, ecco che devo abbandonarlo
per un altro scomodo e, oltretutto,
è una perdita di tempo!“. Al ché il
Creatore replicò: “Capisco, ma ti
rendi conto che è proprio lasciare
il guscio che ti permette di andare
a crescere dentro un altro?“ “Ma io
mi piaccio così come sono“, disse
l‘aragosta. “Hai proprio deciso così?”,
chiese il Creatore. “Certo“ rispose
l‘aragosta. “Molto bene“, sorrise il
Creatore, “d‘ora in poi il tuo guscio
non cambierà“. L’aragosta era molto
contenta di poter continuare ad
indossare lo stesso vecchio guscio, ma
giorno dopo giorno quel che prima era
una leggera e confortevole protezione
cominciò a diventare ingombrante e
scomoda. Alla fine arrivò al punto di
non riuscire neanche più a respirare
dentro al vecchio guscio. Allora, con
grosso sforzo, tornò a parlare con
il Creatore. „Con tutto il rispetto”,
sospirò l’aragosta, “contrariamente
a quel che mi avevi promesso il
mio guscio non è rimasto lo stesso.

Continua a restringersi sempre di
più“. “No di certo, disse il Creatore,
“il tuo guscio potrà essere diventato
più duro col passare del tempo
ma è rimasto della stessa misura.
Tu sei cambiata dentro, all’interno
del guscio“. Il Creatore continuò:
“Vedi, tutto cambia continuamente.
Nessuno resta lo stesso. È così
che ho creato le cose. La possibilità
più interessante che tu hai è quella
di poter lasciare il tuo vecchio guscio
quando cresci; ma ricorda... ogni
crescita porta con sé un disagio...
insieme alla grande gioia nello
scoprire nuovi aspetti di se stessi. Ma
non si può avere l’una senza l’altro.
Se permetti, ti dirò qualcosa ancora“,
disse il Creatore.
“Ogni volta che lascerai il tuo
vecchio guscio e sceglierai di
crescere, costruirai una forza
nuova in te.
E in questa forza troverai nuova
capacità di amare te stessa, coloro
che ti stanno accanto... e di amare la
vita stessa. È questo il mio progetto
per ognuno di voi“.
Come programma di crescita per il
nostro gruppo ARAGOSTA non c’è
male!... auguriamo ad ogni ragazzo-
Aragosta di costruire davvero
nuova forza in se stesso nel proprio
cammino di crescita personale e
sociale, vincendo tutte le paure e le
delusioni.
PELLEGRINAGGIO A LOURDES
Si propone, come ogni anno,
un pellegrinaggio a Lourdes
nei giorni dell’Ascensione.
Chi fosse interessato
può chiedere informazioni
in Segreteria: 052 212 1 1
11

“Yes, we can”
Una fredda giornata invernale
sembrava non far presagire nulla di
positivo, anche perché il sole, che
stentava a sorgere, era così pallido
che pareva chiedere comprensione
per la sua incapacità di alzarsi, di
illuminare e di scaldare… Così i
giovani della Missione Cattolica
di Lingua Italiana di Winterthur e
di Sciaffusa, infagottati nei loro
piumini, avanzavano con passo
stanco… Arrivò il primo e poi il
secondo e via via fi nché si formò
un bel gruppo… Sembrava stessero
sgranando un rosario, ma, entrati
nel Centro, un thè bollente, un
“gipfäli” caldo e profumato, appena
sfornato, il tepore dell’accoglienza
incominciò poco a poco ad entrare nelle
ossa e tutto prese forma.
A prescindere dal fatto che qualcuno
si possa perdere, nella ormai grande
metropoli di Winterthur, l’incontro con
i giovani, guidato dagli animatori, è
iniziato normalmente come previsto.
Un saluto veloce di benvenuto e una
rifl essione sul salmo 1, davano inizio
al raduno e lanciavano il tema della
giornata. Una rapida prova di canto e ci
si incamminava, tutti insieme, verso la
chiesa del Sacro Cuore, per partecipare
alla Santa Messa comunitaria. La
celebrazione, animata dagli stessi
giovani, dava inizio all’Avvento: tempo
di preparazione al Santo Natale. Per
l’occasione i ragazzi hanno voluto
portare una chiave come segno concreto
di apertura del cuore alla Parola del
Vangelo, alla voce del Cristo. Dopo
la Santa Messa, un buon pranzo, un
attimo di pausa, ci si rimetteva subito
al lavoro: divisi in 4 gruppi, ognuno dei
quali aveva da approfondire un aspetto
del tema. Una buona ora di discussione
e poi la condivisione.
Spesso si parla dei giovani o sui giovani
e di loro si dice di tutto e di più, quasi
fossimo degli esperti del loro mondo,
ma in realtà pochissime volte ci si ferma
a sentir parlare loro, ad ascoltare ciò
che hanno da dire. Altrettante poche
volte si condividono le loro speranze,
i loro sogni, i loro desideri, le loro
delusioni, le loro incomprensioni verso e
con questo mondo che tutti vorremmo
cambiare, ma che in realtà lo lasciamo
fare agli altri, quasi non fosse il compito
di ciascuno, e così tutto resta sempre
uguale!
Il tema della giornata giovanile era:
“Tempo per…” Ma cosa è il tempo?
Siccome noi viviamo affannati e con
l’idea che ci manchi il tempo sotto i
piedi, raramente possiamo coglierne
il respiro profondo. Oggi dobbiamo
correre, perché ci è quasi imposto dal
tempo stesso che manca, e se non ci
adeguiamo siamo tagliati fuori. Siamo
1

schiavi dell’orologio di marca che spacca
secondi e non riusciamo a comprendere
che non è l’orologio che dà qualità
al nostro tempo, alla nostra vita, ma
siamo noi, che con la nostra capacità
di sostare, di riflettere, di ponderare,
di ricaricarci lo rendiamo più prezioso e
più scandito. Il criterio che dovremmo
avere non è quello di dare giorni alla
vita, ma piuttosto di dare vita ai giorni,
di riempirli di contenuti, evitando lo
spreco che troppo spesso vediamo.
Questo soffermarsi per ricaricarci è
possibile e, sottolineando la frase oggi
di moda: “Yes, we can”, i giovani si
sono così rincuorati. È possibile essere
diversi in una epoca in cui si vive di
scelte obbligate? Si, è possibile se si
vuole essere diversi dalla massa e se
si vuole contribuire a cambiare questo
mondo. E come diversità si intende
quella che comprende il desiderio di
incontrare gli altri non come oggetto,
ma come fratello che cammina con
noi, vive insieme a noi e sente le stesse
perplessità, solo che le affronta in un
altro modo. I quattro gruppi si sono
soffermati a considerare l’aspetto
designato, ma in tutti, in fondo, c’era un
1
invito a saper utilizzare il tempo perfino
negli impegni, nella tolleranza, dove non
è stata necessaria una grande arte né
una eloquenza ricercata a far capire
che i giovani ci insegnano a tollerarsi gli
uni con gli altri. Essi si sono spinti ancor
più lontano e con forza hanno affermato
che, oggi più che mai, in una società
dove l’accettazione del diverso non è
facile, bisogna considerare tutti gli
uomini come fratelli. Questo non inizia
dagli altri, ma dobbiamo iniziarla noi sui
banchi di scuola, nel mondo del lavoro,
nell’amicizia, sulla strada, nel riscoprire
un rapporto vero con il Dio della vita
e credere nell’amicizia e insegnamento
di Gesù. Facile poteva scaturire una
riflessione finale rivolta non tanto agli
altri, ma a loro stessi, a loro, buoni e
cattivi, ma sempre strumenti di quel Dio
che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti,
del Dio di tutti mondi, del Dio padrone
di tutti i tempi, del Signore del tempo.
L’invito finale e l’impegno dell’Avvento è
stato, allora, quello di far sì che gli errori
non generino sventura e che il cuore
donatoci per amare non serva per non
sopportarci l’un l’altro e che le piccole
differenze dei vestiti che coprono dei

corpi di fattura o colore diverso, che le
usanze e culture differenti e le nostre
lingue incomplete, le opinioni insensate,
piccole sfumature della vita dell’uomo,
non diventino segnali di ostilità e di
sopruso tra gli uomini.
Ottima giornata, allora! Perfino il pallido
sole della mattina era un vecchio
ricordo: anche esso si era infuocato ed
aveva contribuito a rendere visibile la
gioia sul volto di quei 79 partecipanti,
delle due missioni Winterthur e
Sciaffusa. Giovani dai quindici ai venti
anni oltrepassati da un po’. Una giornata
che ci ha fatto credere che i giovani ci
sono e non sono solo uno strumento di
grande utilità per chi è impegnato nella
messa a punto di strategie finalizzate
a fare della giovinezza un‘esperienza
transitoria. Sono giovani impegnati e
sicuri, che nonostante le difficoltà che
l’età comporta, sanno affrontare la vita
con una forza in più: la forza della fede
e della certezza che c’è un Cristo che
è loro amico, pronto ad ascoltare e ad
aiutare qualora ne avessero bisogno.
Consapevoli che domani, come adulti, il
compito non sarà meno difficile di oggi.
“Yes, we can” e su questa frase si
sono resi un po’ conto che l’essere
adulti non è una caratteristica che si
compra al mercato delle pulci, ma è una
dimensione che si costruisce giorno per
giorno, sapendo che il domani c’è se c’è
l’oggi e loro “possono”, perché la voglia
di costruire insieme un mondo migliore
è un traguardo comune, da raggiungere
insieme. Per questo si sono dati un
ulteriore appuntamento: a Sciaffusa il
prossimo 8 marzo!
Le attività nei gruppi continuano
con la solita frequenza e
sono sempre aperti a nuove
accoglienze:
Venerdì sera: Giovani Amici
dalle 20:00 in poi
Sabato mattina: Neogospel e
Gabbiani
dalle 10:30 in poi
Sabato Pomeriggio: Birichini,
Aragosta e Raggio Azzurro
dalle 14:00 alle 15:30
15

fede oggi
Chiamati
a condividere,
nella speranza
Tutti siamo stati chiamati alla vita,
abbiamo accettato di far crescere
la nostra fede e di far parte della
comunità parrocchiale S. Francesco
di Winterthur. La nostra chiamata è
diventata, a sua volta, fattore di vita
e di relazioni con altre persone. In
realtà chiamata significa riconoscere
l’altro. In un certo senso, significa
farlo nascere, dargli la possibilità di
diventare un vero partner nel processo
di condivisione, intesa come capacità
di mettere in comune le riflessioni, i
disagi e le conquiste di ciascuno
A mio parere, ogni condivisione, ogni
mettere in comune presuppone due
condizioni:
1) un atteggiamento interiore di
apertura, anche se tutti siamo presi
16
da preoccupazioni, da problemi e gioie
che spesso ci fan perdere di vista le
esigenze di chi ci vive accanto;
2) alcune regole esplicite che ci fan
porre la nostra fragilità in un quadro
di sicurezza e che possono essere
sintetizzate in comportamenti di
sincerità, trasparenza e coerenza. Tali
regole sono conosciute, anche, dai
singoli fedeli e dai gruppi e dovrebbero
servire a relazionarci con gli altri,
facendo sentire loro tutta la nostra
stima. Ciò non esclude che l’incontro
con le persone rimanga sempre
un’avventura, così pure quello con
Dio.
La parrocchia viene a essere la
comunità in cui fratelli e sorelle, non
privi di limiti e pregi, si accolgono
e aiutano reciprocamente. Spetta
a ciascuno di noi rendere la nostra
parrocchia luogo di vera accoglienza,
condivisione e fraternità.
In realtà, è facile entusiasmarsi
di fronte alla televisione quando
vengono trasmesse immagini che
presentano i gesti di eroismo compiuti
da persone lontane. Non è per niente
gratificante e facile prendersi tempo
per aiutare, condividere le difficoltà

altrui e cercare di comprendere chi ci
è antipatico, ci contrasta nel nostro
lavoro o non l’apprezza come ci
aspetteremmo. Queste situazioni non
ci presentano un tempo da impiegare
per la conversazione, il dialogo, la
collaborazione e l’impegno condivisi.
Tuttavia rimane un tempo di cammino
che ci rinnova, e ci vien chiesto di non
percorrerlo da soli. In queste situazioni
riscopriamo il grande valore del detto:
”Il tempo è sempre troppo lento per chi
aspetta, troppo veloce per chi gioisce,
troppo lungo per chi soffre… Ma per chi
ama il tempo non esiste”.
Tutti noi, all’inizio dell’anno - magari
senza accorgersene - abbiamo avuto
un cosiddetto “regalo senza frontiere”.
I nostri BATTESIMI
Un bambino… un impegno per tutta la Comunità!
25 ottobre
Fraga Elisa
26 ottobre
Rizzo Lorena Anna Carmela
9 novembre
Pezzino Vanessa
23 novembre
Pugliese Niccolò
14 dicembre
Landolina Giada
Landolina Luca
Si tratta dei 365 giorni del Nuovo Anno
messi nelle nostre mani da Dio, affinché
li facciamo fruttificare condividendo
il tempo con gli altri e riempiendo le
giornate con cose buone e significative.
Per fare ciò non dobbiamo soffocare
in noi un’autentica e grande speranza.
Carlo Maria Martini ha scritto che:
”Sperare è vivere, è dare senso al
presente, è camminare, è avere ragione
per andare avanti”.
Per il Nuovo Anno di lavoro ci auguriamo
d’essere accompagnati da queste
convinzioni e dalla biblica benedizione:
“Il Signore ti benedica e vegli su di te. Il
Signore ti sorrida con bontà e ti conceda
i suoi doni. Il Signore posi su di te il suo
sguardo e ti dia pace e felicità “.
27 dicembre
Cricri Angelo
28 dicembre
Crispo Simone
Crispo Iris
17

per noi
NUOVA LEGGE FEDERALE
SUGLI ASSEGNI
FAMILIARI DAL 200
Il 26 novembre 2006 è stata approvata,
in votazione popolare, la nuova
legge federale sugli assegni familiari
che le camere avevano licenziato il
24 marzo 2006. Questa nuova legge,
in vigore dal 01.01.2009, prevede che
in tutti i Cantoni sia versato un assegno
minimo per tutti uguali a prescindere
dal Cantone di residenza o di
lavoro.
La concessione degli assegni familiari
in Svizzera è disciplinata da due
leggi federali: la legge del 24 marzo
2006 (chiamata LAFam), che si applica
ai lavoratori dipendenti che non
lavorano nel settore agricolo e alle
persone senza attività lucrativa, e la
legge del 20 giugno 1952 (chiamata
LAF) che si applica alle persone attive
nell’agricoltura (contadini indipendenti
e lavoratori agricoli dipendenti). Una
particolarità della LAFam consiste nel
fatto che la competenza di emanare
disposizioni di esecuzione e la vigilanza
sono ripartite tra Confederazione e
Cantoni.
La Confederazione disciplina i dettagli
riguardanti le condizioni di diritto
(inizio e fi ne del pagamento, limiti di
età, defi nizione di formazione, proseguimento
del versamento degli assegni
in caso di estinzione del diritto al
salario in seguito a malattia, infortunio
ecc., coordinamento con le pre-stazioni
di altre assicurazioni sociali). Emana
inoltre disposizioni e istruzioni qualora
sia necessario delimitare e coordinare
prestazioni tra i Cantoni o gli aventi
1
diritto. Ad esempio, la normativa concernente
casi in cui entrambi i genitori
hanno diritto agli assegni familiari o
una persona lavora presso diversi datori
di lavoro.
I Cantoni possono introdurre prestazioni
più elevate di quelle previste
dalla LAFam oppure limitarsi a concedere
gli importi minimi (ma non al di
sotto di essi). Disciplinano inoltre l’organizzazione
e il fi nanziamento degli
assegni familiari. Diversi Cantoni hanno
emanato disposizioni anche per gli
indipendenti non attivi nell‘agricoltura
e qualcuno ha introdotto anche prestazioni
integrative a favore di chi lavora
nel settore agricolo.
Tutti i lavoratori dipendenti hanno
diritto agli assegni familiari, anche
svolgendo un’attività a tempo parziale.
Essi ricevono gli assegni conformemente
alla legislazione del Cantone
in cui lavorano (e non del Cantone di
residenza). Competente è la cassa di
compensazione per assegni familiari
(CAF) alla quale è affi liato il datore di
lavoro.
Le prestazioni, come detto, comprendono
assegni per i fi gli (fi no a 16
anni e, in caso d’incapacità al guadagno,
fi no a 20) di almeno 200.00
franchi mensili e assegni di formazione
e studio (per fi gli studenti di età
compresa tra 16 e 25 anni) di almeno
250.00 franchi mensili. I Cantoni possono
prevedere importi più elevati e
possono inoltre concedere eventuali
assegni di nascita e di adozione (ma
non ne hanno l’obbligo) fi ssandone liberamente
l’ammontare.
Per i fi gli non residenti in Svizzera,
gli assegni familiari sono versati
unicamente se prescritto da accordi
internazionali. Questa soluzione
restrittiva, fa sì che le prestazioni
possono essere esportate sicuramente
in tutti i Paesi dell‘Unione
Europea e in alcuni pochi altri Paesi.
Se più persone possono far valere il

diritto ad assegni familiari per lo stesso
figlio, la LAFam fissa l’ordine delle
priorità. Ha in primo luogo diritto alle
prestazioni chi detiene l’autorità parentale.
Se ai genitori è stata conferita
l’autorità parentale congiunta, il diritto
prioritario spetta a chi vive con il figlio.
Se entrambi i genitori vivono con
il figlio, il diritto spetta a chi lavora nel
Cantone in cui il figlio è domiciliato. Se
entrambi i genitori - o né l’uno né l’altro
- lavorano nel Cantone di domicilio
del figlio, ha il diritto prioritario chi
consegue il reddito soggetto all‘AVS
più elevato.
La persona che non ha il diritto prioritario
ma che, avendolo, avrebbe diritto
ad un assegno più elevato, può
chiedere il versamento della differen-
za. Questa regola è fra l’altro già applicata
in relazione ai diritti di persone
che lavorano nei Paesi dell’Unione
Europea.
Le persone senza attività lavorativa,
infine, hanno diritto agli assegni familiari
se conseguono un reddito annuo
inferiore al 150% di una rendita
di vecchiaia massima completa dell’AVS
(Fr. 41‘040.00 nel 2009) e non
ricevono prestazioni complementari.
I Cantoni possono prevedere disposizioni
più favorevoli e disciplinano l’organizzazione
e il finanziamento degli
assegni familiari per chi non esercita
nessuna attività lucrativa.
Gaetano Vecchio
(Patronato ACLI Zurigo)
Fangoterapia del corpo e dello spirito
1-11 marzo 200 - Montegrotto Abano Terme
Iscrizioni entro il 2 febbraio - posti limitati
Associazione culturale - „NUOVA MONSORETO“ - onlus
Troppo spesso si parla di solidarietà senza riuscire a spiegare il
vero senso e le reali conseguenze. L’iniziativa lodevole dei concittadini
emigrati che hanno donato alla nostra Associazione un’auto
per la mobilità dei pazienti in emodialisi, è un esempio concreto
di cosa sia solidarietà. A tutti coloro che hanno contribuito e soprattutto
al
CLUB CULTURALE MONSORETANO di WINTERTHUR
Noi diciamo
MILLE VOLTE GRAZIE!
Questa, in breve, la comunicazione che ci è arrivata direttamente
da Monsoreto. Noi invitiamo a continuare su questa strada, sicuri
di impiegare bene il nostro tempo e le nostre attività
Vi aspettiamo come ogni anno alla nostra
FESTA MONSORETANA
Henggart 28 MARZO 2009
1

... per non dimenticare
«In memoriam»:
a cento anni dalla
tragedia del Lötschberg
Dal 14 al 18 novembre 2008 è stata
allestita, presso i locali della parrocchia
MCLI – San Francesco, una mostra
fotografica per ricordare i cento anni
della tragedia del Lötschberg. Il titolo
dato alla mostra esprime a chiare
lettere lo scopo della stessa: «In
memoriam».
“Non dimenticare”, dunque, risulta
essere l’imperativo che ne consegue
dalla visita di questa esposizione
suddivisa in dieci pannelli composti
da fotografie del periodo che
mostrano le dure condizioni del
lavoro per la costruzione del traforo
del Lötschberg.
Uomini sfruttati e mal pagati, costretti
a vivere e lavorare in condizioni
davvero poco agevoli. Osservare le
fotografie presenti a questa mostra,
significava contemplare la tenacia,
la forza e l’orgoglio di instancabili
lavoratori convinti di lavorare per un
progetto importante per il presente e
per il futuro: il traforo del Lötschberg.
Fissare quei documenti fotografici
significava entrare a far parte di un
mondo non del tutto scomparso fatto
20
di sudore e sacrifici; significava saper
condividere le sofferenze di chi,
quel 24 luglio 1908, sotterrato dalle
macerie di un crollo in galleria, ha
perso la sua vita.
«In Memoriam» è stata la mostra
che la storica Susanne Ulrich ha
allestito per ricordare i 25 italiani
che quel 24 luglio persero la vita.
Osservando le fotografie e leggendo
le didascalie a fianco potevamo
prendere consapevolezza della vita
degli operai, del loro lavoro, delle
loro famiglie. Nei pressi del cantiere
si era venuto a creare un vero e
proprio centro abitativo: si passò in
breve tempo da 445 abitanti a 3554
di cui 555 erano bambini. Non si può
dimenticare il grande ed importante
lavoro svolto dalle Suore di San
Giuseppe di Cuneo che cercarono di
rendere la vita degli operai e delle loro
famiglie più sostenibile: istituirono
scuole per la formazione e la cultura
dei più piccoli, crearono ospedali per
la cura dei feriti e dei malati.
La mostra fotografica, allestita a
Winterthur, altro non è stata che
il documentario di chi ha voluto
riconoscere uomini orgogliosi del loro
lavoro, eroi silenti che hanno speso
la loro vita per agevolare la nostra …
«In memoriam».

INFORMAZIONI PER
LA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI
BATTESIMO
La Chiesa, che ha ricevuto la missione
di annunciare il Vangelo e di battezzare,
fin dai primi secoli ha conferito
il Battesimo non solo agli adulti, ma
anche ai bambini. In forza della parola
del Signore: “Se uno non rinasce da
acqua e dallo Spirito santo, non può
entrare nel regno di Dio”, la Chiesa
ha sempre ritenuto che i bambini non
debbano esser privati del Battesimo.
Essi infatti vengono battezzati nella
fede della Chiesa, professata dai genitori,
dai padrini e dall’assemblea.
Per attuare pienamente la realtà del
sacramento, è necessario che i bambini
siano educati nella fede in cui
sono stati battezzati. Per richiamare
tutto questo il Sacramento del Battesimo
prevede almeno un incontro di
formazione con genitori e padrini ogni
primo martedì del mese, al Centro
Parrocchiale San Francesco, alle
ore 19:00.
La celebrazione del Sacramento può
essere fatta la seconda e la quarta
domenica di ogni mese, nella Chiesa
del Sacro Cuore in Winterthur.
Un mese prima delle celebrazione è
importante che i genitori si annuncino
in Missione e facciano il cammino di
formazione.
CONFESSIONE
La celebrazione individuale del Sacramento
della Confessione è offerta su
richiesta o su appuntamento in Parrocchia.
Celebrazione penitenziali particolari
sono previste nei tempi liturgici forti
e in precedenza della celebrazione del
Sacramento della Cresima.
22
CRESIMA
La nostra parrocchia organizza ogni
anno un corso di preparazione al
Sacramento della Cresima per tutti
quei giovani (18 anni) e adulti che
desiderano confermare la loro fede
con il sacramento della testimonianza.
Il corso inizierà giovedì 1 marzo,
ore 19.00, al Centro Parrocchiale
San Francesco, mentre la Cresima
sarà celebrata domenica maggio
200 , con sua Ecc.za Mons. Amedeo
Grab. Gli interessati devono iscriversi
per tempo.
MATRIMONIO
Prima di fissare qualunque data o
chiesa, è bene parlare con il sacerdote
che assisterà al Matrimonio, per
non trovarsi con tutto pronto e prenotato,
ma senza prete! Infatti, poiché
il matrimonio in Chiesa non è una
realtà solo “privata”, ma vissuta all’interno
di una Comunità, c’è difficoltà
che il Sacerdote celebri il matrimonio
cristiano al di fuori del territorio su cui
ha giurisdizione. È bene, prima di scegliere
la Chiesa, parlare con il Sacerdote.
Durante il tempo di Quaresima
si propone il corso di preparazione al
Sacramento, che è obbligatorio sia
che si celebri il Matrimonio in Italia sia
in Svizzera. Per questo anno il corso
inizia sabato 7 marzo, ore 1 :00 al
Centro Parrocchiale San Francesco.
La segreteria della Missione provvederà
alla redazione di tutti i documenti
necessari alla celebrazione del
Matrimonio cristiano in Italia. Durante
il corso verranno elencati i certificati
necessari per tale redazione

IN FAMIGLIA
ragazzi a Misano Adriatico, per
questo, alla fine del mese, si
sono incontrate le famiglie per
mostrare loro le attività svolte
in quelle settimane, attraverso
la proiezione dei filmini registrati
dai vari gruppi: quasi una sintesi
fra le riflessioni, le esperienze
vissute e le scelte di vita per il
loro futuro. Mancavano diverse
famiglie, ma le presenti hanno
apprezzato e incoraggiato
l’impegno a lavorare con i
ragazzi, mostrando fiducia e
riconoscenza per tutto.
Così possiamo raccontare della
festa della Castagnata nella
sala del Sacro Cuore. Forse
non c’era la massa degli anni
passati e per fortuna perché
con le nuove norme sulla
sicurezza in quella sala non si
possono preparare più di 250
posti a sedere!... ma in quella
occasione erano tutti occupati
e tanti in piedi nel corridoio!
“Pochi gruppi sul palco”
Fare la cronaca dei mesi trascorsi qualcuno ha fatto notare, “ma molti
può sembrare una cosa inutile, fuori i ragazzi e giovani in sala”. Non è
dal tempo e per nulla interessante! lo spettacolo che porta i giovani e
Sappiamo però, che la storia si le famiglie, bensì la voglia di stare
costruisce annotando anche semplici insieme, di incontrarsi, di conoscere,
avvenimenti che si succedono di
anno in anno, che
di parlare… Quindi andiamo avanti!
sembrano sempre
uguali ma al loro fondo
hanno motivazioni
ed espressioni
irrepetibili. Per
questo continuiamo
a riportare i momenti
salienti della nostra
grande Famiglia
Parrocchia
Francesco.
San
Ad ottobre si
era vissuto un
c a m p o s c u o l a
particolare con i
2

La giornata del
Ministrante sta prendendo
la forma di una tradizione.
La domenica in cui si
festeggia Cristo Re, ecco che
i ministranti si “mostrano”
nel loro servizio a questo
Re, attorno al suo altare.
Si sono accolti cinque nuovi
ragazzi e si consolida il
gruppo precedente.
Il cammino dell’Avvento
in preparazione al
Natale, vede i gruppi e i
loro animatori attenti e
disponibili a condividere impegno e
preghiera. E di domenica in domenica
i ragazzi e giovani, hanno offerto
riflessioni e canti durante la Messa al
Sacro Cuore, consegnando ai presenti
quattro chiavi per poter aprire la
propria vita al Cristo che tornava
a nascere nella realtà quotidiana.
Cammino che si è concretizzato nella
veglia della Messa di Mezzanotte,
sempre ben partecipata e seguita.
Durante questo tempo si sono avuti
anche i mercatini di beneficenza.
Ringraziamo infinitamente tutti
coloro che, in modi diversi, hanno
collaborato alla loro realizzazione.
Sono stati una manna per tutte
le attività missionarie che stiamo
2
seguendo da anni. In tutto abbiamo
raccolto ben 3‘190.- CHF, che sono
stati suddivisi secondo le varie
destinazioni: 2 adozioni a distanza in
Salvador Bahia - Brasile; un sostegno
scolastico a San Pedro in Costa
d’Avorio; un contributo in Sri-Lanka e
uno in Colombia. È una gioia grande
poter continuare a sostenere chi è
meno fortunato di noi, condividendo
ciò che ognuno di noi ha. Infatti c’è
stato chi ha offerto le proprie capacità
manuali nel preparare le corone di
natale, nel decorare candele, nel
confezionare biscotti, dolci e liquori
e chi ha comperato tutto ciò, magari
solo per il piacere di contribuire
ad un’opera di solidarietà così
importante. A volte basta
poco per realizzare cose
grandi; a nessuno viene
chiesto l’impossibile,
ma solo quello che è
alla nostra portata. La
festa di fine anno
concludeva il 2008: una
festa all’insegna della
sobrietà che ha lasciato
in ciascuno dei presenti
il gusto della semplicità
e della familiarità:
niente di più bello per
cominciare il 2009 con
nuove prospettive!

TERZA ETÀ
Dalle omelie dei nostri missionari,
che sovente risuonano come melodie
all’orecchio attento, riecheggia spesso
l’affermazione: “L’uomo non è nato
per stare solo”.
L’alto affl usso di persone alle attività
di Missione sta a dimostrare quale
grande verità si racchiude in quelle
parole!
Giovedì, sei Novembre, la sala
parrocchiale dei SS. PP. era quasi
incapace di contenere la considerevole
adesione al periodico incontro per
anziani. L’alto numero di ospiti,
provenienti dalle Missioni di Sciaffusa
e Bülach, sono frutto dell’intensa
collaborazione dei rispettivi
missionari.
Quasi un esito allo slogan di apertura
dell’ultimo congresso/
convegno missionario
europeo: “ Conoscersi
per riconoscersi”.
Un pomeriggio trascorso
all’insegna dell’amicizia
e del buon umore. La
presenza dei sacerdoti,
che si intrattenevano
ora qua, ora là, fra le
fi le dei tavoli, fugava
apprensioni e infondeva
serenità. Note musicali
mettevano a tacere
il vocio, mentre Lindo, cantautore,
intonava le sue composizioni, cercando
di coinvolgere il pubblico al canto.
Intanto anche il gioco della tombola
volgeva al termine, ed arrivavano sui
tavoli, ancora fumanti, le caldarroste,
che, associate ad un bicchiere di vino
buono, deliziavano il palato.
Con l’imbrunire, si concludeva il
bel pomeriggio di comunione e di
convivialità, già pregustando la
possibilità di nuovi incontri!.
VISITA AI MUSEI
Dal buon rapporto di collaborazione
tra il team pastorale di Missione e il
Comitato Cittadino, presieduto da
Luigi Fucentese, è scaturita la bella
opportunità, per le persone della
25

terza età, di visitare tre musei
della città di Winterthur.
Eravamo quaranta persone,
ci siamo divisi in due gruppi,
uno seguiva suor Angela,
l’altro don Mario; a guidarci
all’interno dei musei è stato
proprio il signor Fucentese
che, alternandosi, seguiva ora
questo ora l’altro gruppo.
Spaziando in quelle costruzioni
d’epoca, abbiamo scoperto
che esse racchiudono
testimonianze di vita e
d’ingegno del passato, che va ben
oltre all’era romana, ma che in fondo
hanno fatto la nostra conquista di
civiltà e di evoluzione.
Un po’ stanchi ma soddisfatti, ci siamo
ritrovati al Centro Parrocchiale San
Francesco, che ci ha donato dolciumi
e bevande calde ma soprattutto la
consapevolezza di avere sempre un
punto di riferimento per trascorrere
delle buone ore tra cultura, amicizia
e ricarica per affrontare ogni giorno
che nasce..
USCITA DI PREGHIERA/
PELLEGRINAGGIO AD
EINSIEDELN
È tempo di avvento, di attesa, di
nascita del Signore. Un evento di
duemila anni fa, ma
sempre attuale. Nell’avvento si è
particolarmente inclini alla bontà, ci
26
si vuol liberare dai cattivi pensieri,
si vuole dissipare sentimenti ostili,
riallacciare rapporti interrotti. I buoni
propositi hanno indotto un elevato
numero di persone a partecipare
all’uscita di preghiera/pellegrinaggio
ad Einsiedeln, che la nostra Missione
di Winterthur annualmente ci
propone.
Nel tempio sacro, il più grande
ed importate di tutta la Svizzera,
abbiamo, con canti e preghiere,
implorato il Signore perchè accolga
le nostre suppliche e quelle di quanti
si trovano a vivere la malattia, la
sofferenza, la solitudine. Ciascuno,
secondo il proprio desiderio, ha
aperto il suo cuore al Signore, al Padre
celeste attraverso il sacramento della
Confessione. Altri hanno sostato in
preghiera e silenzio, rivendendo il
proprio vissuto in quell’atmosfera di
pace e tranquillità.
Con l’animo più sereno
e pieno d’altruismo, ci
siamo poi intrattenuti nelle
calde sale degli adiacenti
ristoranti, sorseggiando
buone bevande.
Sentimenti di riconoscente
gratitudine vanno verso
chi promuove e verso
chi si adopera per la
buona riuscita di questi
momenti di vita e comune
convivialità.

CONSIGLIO PASTORALE
Le attività della nostra Comunità
cristiana di lingua italiana,
stanno procedendo secondo la
programmazione iniziale del nostro
anno pastorale. Forse si sono diminuiti
gli incontri di Consiglio Pastorale, ma
non certo le attività. In questi mesi,
leggendo anche le varie rubriche di
questo nostro giornalino, possiamo
affermare di aver camminato. A volte
la strada è lineare, altre è un groviglio
in cui è diffi cile fare chiarezza.
Nonostante questo non ci si ferma,
spinti da una certezza: gli obiettivi
sono tali che ci spingono a lottare e
sappiamo perché dobbiamo lottare!
Come Consiglio Pastorale ci
sembra opportuno, a questo punto
del cammino, non trascurare un
avvenimento che ha segnato la storia
della nostra presenza italiana in
Winterthur: sono 10 anni che abbiamo
cambiato la guida della nostra
Comunità cristiana. 10 anni che, nel
giorno anniversario, il Presidente del
CPM, la signora Giovanna Maiorano-
Del Grosso, durante la celebrazione
eucaristica ha ricordato così:
“3 gennaio 1999. Era una domenica
fredda e cupa. Non c’erano grandi
entusiasmi perché ogni cambiamento
crea confusione e disagio un po’ per
tutti.
Nelle settimane seguenti si è visto
subito qualcosa di diverso, si è sentita
un’atmosfera che coinvolgeva, che
stroncava sul sorgere l’indifferenza o
l’apatia: la vita va vissuta in pienezza,
nella libertà e con l’amore pieno di
fantasia e di novità! Era l’aria fresca
che don Alberto Ferrara, fi no ad allora
sconosciuto missionario italiano,
cercava di infondere nella nostra
Comunità cristiana!
Sono passati 10 anni! Molti di noi quel
giorno non c’erano, ma ci siamo oggi
e ci siamo perché convinti che insieme
facciamo e siamo Comunità che crede
e che cerca di costruire il mondo
migliore che ognuno porta nel cuore!
Come i magi, abbiamo camminato
cercando di capire cosa il Signore ci
proponeva con un cambio - doloroso
e faticoso, per alcuni, opportuno e
necessario per altri - alla guida della
nostra Comunità. E siamo arrivati fi n
qui per ringraziare il Signore per la
luce che ci ha dato, per il dono che
abbiamo potuto condividere, per lo
spirito di comunione e di servizio che
è andato crescendo fra noi.
Forse, proprio il fatto di essere arrivato
fra noi in questo tempo di epifania, sta
il senso del cambiamento che abbiamo
vissuto.
Il suo stile assomiglia un po’ a quello del
Magi: avere lo sguardo sempre aperto
al futuro, all’andare oltre il piccolo
presente di cui siamo capaci, è la spinta
che ci aiuta non solo a sognare ma
anche a realizzare i nostri sogni.
Il mettersi in viaggio dei Magi è un
po’ come il suo non accontentarsi
mai, il continuo cercare il più che ci
può essere in ogni cosa. Il chiedere
dei Magi, è un po’ il suo bisogno di
sentirci coinvolti nelle varie proposte,
27

di sentire il nostro passo battere con
il suo, perché convinti che essere
liberi non significa perdere la propria
capacità di scelta, ma metterci a
servizio dell’altro: la sua felicità sarà la
nostra gioia!
Allora, Don Alberto, grazie per questi
dieci anni! Ed auguri per i prossimi -
non diciamo quanti anni - ma finché
il Signore ti lascia qui in mezzo a noi!
Scusaci se non sempre riusciamo a
capirti fino in fondo… Sii però sicuro
che come i Magi hanno camminato
con entusiasmo perché sapevano cosa
cercavano e volevano arrivare perché
ci credevano, così anche noi, tua
Comunità, continueremo a camminare
con lo stesso entusiasmo, sicuri, come
dice Sant’Agostino, che “verso il Signore
non si cammina con i piedi, ma con il
cuore”.
A nome di tutti - dal più piccolo al
Ampio Ampio parcheggio
parcheggio
Bella Bella Sala sala per Battesimi,
Battesimi,
Comunione Comunioni e Cresime Cresime
2
Cucina Tutta tutta italiana
Merita gustare la nostra
cucina mediterranea
Ristorante Pizzeria Banchetti
MEDITERRANEO - DA PIERO
Wülflingerstr. 396 Winterthur
052 222 30 88
www.cucina-mediterraneo.ch
14 feb. - festa degli Innamorati
San Valentino
Prenotate il vostro tavolo
Menu speciale o a la carta!
Vi aspettiamo per festeggiare
più grande - ti rinnoviamo la nostra
gratitudine per l’immenso lavoro
costruito nella Comunità cristiana di
Winterthur.
Ringraziando di questo ricordo a
sorpresa. Don Alberto ha sottolineato
l’importanza della presenza della
Comunità. Si poteva fare meglio e di più
e per questo chiede scusa di qualche
incomprensione che ha ritardato il
passo e che certo ha fatto soffrire. Ma
la certezza di un domani migliore, non
deve assolutamente farci rinchiudere
nella nostra solitudine o nei nostri
risentimenti, anzi! Se crediamo alla
Comunità e agli ideali, esso diventa
motore dinamico per superare
qualsiasi difficoltà. Tanti i pensieri, le
parole, i ricordi che, partendo da cuore,
vengono selezionati dalla ragione,
ma due sentimenti primeggiano e si
traducono in parole: scusa e grazie!
Ogni fine-settimana pesce
intero e molluschi freschi
Pasta fatta in casa
e cucinata al dente
la miglior pizza si gusta da noi

LA PAROLA AI LETTORI
Mi viene voglia di
dare corpo ad alcune
mie rifl essioni su
due avvenimenti
che puntualmente si
celebrano ogni anno:
Natale e Pasqua. Ma
andiamo per ordine.
Il Venerdì Santo,
sapendo che il racconto
della passione veniva
animata dai ragazzi, vi
volli assistere. Non so
descrivervi quello che
quei ragazzi hanno fatto
con la loro espressività
e i loro canti. So che sono stati
capaci di risvegliare in me tanti
di quei sentimenti che, per la mia
indifferenza, pensavo di non avere.
A Natale mi trovai coinvolto con degli
amici ad assistere alla veglia durante
la Messa di mezzanotte. Fra curiosità
e scetticismo mi misi in un angolo
e seguii la veglia. Mi colpì subito il
silenzio, ma soprattutto l’attenzione
dei presenti. Complice quel silenzio,
mi trovai a pensare: era interessante
quello che i ragazzi stavano facendo
anche per me! Quella calma interiore
durò poco, perché a riportarmi con i
piedi per terra ci pensò don Alberto
con i suoi auguri fatti ad hoc. Mi sentii
piccolo piccolo e me ne tornai a casa…
era Natale anche per me!
Una cosa, però, mi risuonava nella
testa: don Alberto ringraziava
continuamente i ragazzi e i loro
animatori e animatrici che fanno sì
che tutto questo possa esserci. Ma
io penso che a ringraziare dovremmo
essere noi Comunità, ringraziare tutte
queste persone
che dedicano il
loro tempo per noi.
Penso, don Alberto,
che il messaggio da
lei lanciato in quegli
auguri ci sia proprio
questo: dovremmo
maturare come
Comunità, penso
che ci occorra
ancora un po’ di
tempo.
E lei, di tempo e di
pazienza, ne ha?
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Da lunedì a mercoledì e venerdì 14:30—18:30
giovedì 14:30—21.00
sabato 09:00—12:00 e 13:30—16:00

Impressum
Scintille
Periodico gratuito di informazione
per la Missione Cattolica Italiana di Winterthur
Redazione:
M.C.L.I. - St. Gallersstrasse 18
8400 Winterthur (Svizzera)
Resp. don Alberto Ferrara
Pubblicazione bimestrale:
Febbraio Aprile Giugno
Agosto Ottobre Dicembre
Stampato:
Papyro Verlag GmbH - PF 821 - 4600 Olten
Conto: Kath. Kirchengutsverwaltung
8400 Winterthur - PC 84 - 279 - 1
Numeri ed Orari utili
INDICE
Lode al Signore pag. 2
Libertà vo cantando pag. 3
Agenda pag. 5
Gioventù sul cubo pag. 7
Perché Aragosta? pag. 10
Yes, we can! pag. 13
Fede oggi pag. 16
Per noi pag. 18
Per non dimenticare pag. 20
Scuola Materna Pinocchio pag. 21
informazioni pag. 22
in famiglia pag. 23
terza eta pag. 25
Consiglio Pastorale pag. 27
La parola ai lettori pag. 29
Parrocchia Missione Cattolica Italiana e Centro Parrocchiale San Francesco
St. Gallerstrasse 1 Tel. 052 212 41 91 Fax 052 214 12 93
LUNEDì chiuso - MARTEDì - VENERDì dalle 09:00 alle 12:00 - dalle 14:00 alle 19:00 (giovedì segreteria
chiusa) - SABATO dalle 09:00 alle 12:00 - dalle 14:00 alle 17:00
Asilo Italiano Wartstr. 13 Tel. 052 213 51 41
Patronato ACLI St. Gallerstr. 1 Tel. 052 203 10 40
Martedì 17:00-19:00 Venerdì 15:30-18:30
Sportello Consolare Vecchia Caserma
Ogni Mercoledì dalle 15:00 alle 19:00
Suore Ancelle di Gesù Bambino Wartstr. 11 Tel. 052 212 93 13
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