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58 a. ruffo<br />
sto: qualora la biochimica non avesse prodotto i risultati sopra descritti la scoperta<br />
sarebbe avvenuta ugualmente? Chi scrive ha esclamato un sì spontaneo, per la grande<br />
ammirazione dovuta alla vena creativa degli scopritori che ha portato a conclusione un<br />
problema aperto da decenni, di difficile risoluzione sperimentale. Ma poi, proprio tenendo<br />
conto dell’impegno dedicato da tanti altri ricercatori ed alla varietà diapprocci<br />
impiegati, l’affermazione ha perso lo slancio <strong>in</strong>iziale f<strong>in</strong>o a trasformarsi nella ovvia constatazione<br />
che il progresso scientifico è conseguente solo ai risultati che già hanno prodotto<br />
le basi teoriche su cui si dibatte il problema da risolvere. D’altronde, non sono<br />
meno gratificanti i risultati ricordati nelle pag<strong>in</strong>e precedenti. Vi troviamo le più brillanti<br />
<strong>in</strong>novazioni tecnologiche che hanno permesso una nuova impostazione degli esperimenti<br />
biologici, a com<strong>in</strong>ciare dalla scoperta dell’ultracentrifugazione, della elettroforesi, della<br />
cromatografia di ripartizione f<strong>in</strong>o alla analisi spettrofotometrica e diffrattometrica ed<br />
all’impiego degli isotopi. Sono i mezzi che hanno permesso di giungere a conquiste<br />
<strong>in</strong>attese <strong>in</strong> quella epoca, come la scoperta della struttura e del meccanismo d’azione<br />
degli enzimi che hanno sconvolto il concetto corrente della catalisi <strong>in</strong>organica, dimostrando<br />
che <strong>in</strong>vece l’attività catalitica è una proprietà caratteristica delle macromolecole<br />
proteiche le cui estese superfici sembrano particolarmente adatte a recepire il contatto<br />
con i più svariati substrati per modificarne le strutture <strong>in</strong> modo demolitivo, ovvero<br />
costruttivo.<br />
È questa forse la parte che ha permesso alla ricerca biologica dell’epoca di allungare<br />
il passo verso traguardi di successo che hanno risolto problemi una volta <strong>in</strong>accessibili,<br />
come il ritrovamento sotto forma di CO 2 ed H 2 Oditutti i composti carboniosi che<br />
costituiscono le cellule viventi ed ancora più affasc<strong>in</strong>ante come molecole così semplici<br />
sotto l’<strong>in</strong>flusso della luce e la guida degli enzimi si trasformano <strong>in</strong> glucoso, molecola<br />
fondamentale per garantire la sopravvivenza cellulare. Sono questi soltanto una piccola<br />
parte dei risultati che hanno dato forma e sostanza al metabolismo <strong>in</strong>termedio il cui<br />
contributo si estende ben oltre alle trasformazioni prodotte sui glucidi, f<strong>in</strong>o a quelle delle<br />
prote<strong>in</strong>e, dei grassi, degli acidi nucleici. In questo campo risultati di prestigio hanno<br />
<strong>in</strong>dividuato il meccanismo della transam<strong>in</strong>azione per spiegare il dest<strong>in</strong>o metabolico dell’azoto<br />
degli am<strong>in</strong>oacidi e scoperto la s<strong>in</strong>tesi e scissione delle basi azotate costituenti<br />
i nucleotidi per spiegare quello dell’azoto pur<strong>in</strong>ico e pirimid<strong>in</strong>ico. Inf<strong>in</strong>e non meno<br />
importante il ruolo della bioenergetica che ha dimostrato il vantaggioso rapporto termod<strong>in</strong>amico<br />
della materia vivente con l’ambiente, secondo cui l’andamento ciclico di<br />
reazioni sequenziali hanno felicemente risolto il problema dell’«ord<strong>in</strong>e biologico» che<br />
prevede cont<strong>in</strong>ua formazione di strutture macromolecolari, a spese dell’energia ricavata<br />
dalle piccole molecole «bruciate» nel metabolismo term<strong>in</strong>ale.<br />
Insomma, una serie di risultati che ci permettono di concludere che non si poteva<br />
pretendere di più emeglio nel periodo che precedette la scoperta della «doppia elica»<br />
che, oggi, ha certamente accresciuto la notorietà della biochimica ed <strong>in</strong>dicato nuove<br />
prospettive. Tuttavia la ricerca che l’ha preceduta già sivanta del gradito riconoscimento<br />
a suo tempo formulato da un illustre scienziato di Cambridge di quell’epoca Frederich<br />
Gowland Hopk<strong>in</strong>s, che rispose a chi dubitava della sua essenza: «La Biochimica? non<br />
è chimica per tutti, è superchimica».