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la biochimica prima della «doppia elica» 53<br />

Oggi sappiamo, <strong>in</strong>oltre, che l’acido ossalacetico è impegnato <strong>in</strong> ulteriori ed importanti<br />

vie metaboliche, alcune delle quali di <strong>in</strong>teresse bios<strong>in</strong>tetico come la s<strong>in</strong>tesi dei carboidrati,<br />

tramite gli enzimi che lo trasformano <strong>in</strong> fosfoenolpiruvato, e la s<strong>in</strong>tesi degli am<strong>in</strong>oacidi<br />

tramite le transam<strong>in</strong>asi, che producono acido aspartico dall’ossalacetico. In tali casi la sua<br />

presenza nei tessuti animali è assicurata da altri enzimi carbossilanti biot<strong>in</strong>a-dipendenti,<br />

che lo formano dal piruvato mentre nelle piante ed <strong>in</strong> vari batteri ad opera della malato<br />

s<strong>in</strong>tetasi che utilizza gliossilato ed acetil-CoA per la s<strong>in</strong>tesi di malato. Pertanto, negli anni<br />

più recenti (1950-1970), all’ossaloacetato è stato assegnato un ruolo molto importante<br />

non solo quale catalizzatore nel metabolismo ossidativo, ma quale metabolita «chiave»<br />

capace di <strong>in</strong>tervenire, a secondo del fabbisogno fisiologico, <strong>in</strong> molteplici vie metaboliche.<br />

13.4. La compartimentazione enzimatica.<br />

Un contributo fondamentale per comprendere la posizione del ciclo citrico nel metabolismo<br />

cellulare è stato portato tra gli anni ’40 e ’60 dallo sviluppo delle tecniche di<br />

centrifugazione frazionata degli omogenati tissutali tramite la velocità disedimentazione<br />

<strong>in</strong> ultracentrifuga su differenti gradienti di densità, realizzati <strong>in</strong> pratica da opportune<br />

concentrazioni di saccarosio. In tal modo fu possibile isolare 4 frazioni cellulari ben<br />

dist<strong>in</strong>te: la nucleare, la mitocondriale, la microsomiale ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e una frazione chiamata<br />

da H. A. Lardy (v. [108]) «citosol» ad <strong>in</strong>dicare quella parte della cellula privata oltre<br />

che dei nuclei, anche dei mitocondri e del reticolo endoplasmatico e che pertanto<br />

corrisponde ai componenti solubili del citoplasma cellulare.<br />

Che tutti gli enzimi del ciclo fossero contenuti nella frazione mitocondriale era prevedibile<br />

dai risultati ottenuti nel 1948 da D. E. Green e collaboratori [109], che avevano<br />

isolato dal rene di coniglio una preparazione «corpuscolata» chiamata «cicloforasi» <strong>in</strong><br />

quanto era capace di ossidare il piruvato e tutti gli altri componenti del ciclo ben noti<br />

s<strong>in</strong> d’allora. Quando poi la tecnica di centrifugazione frazionata dell’omogenato permise<br />

di isolare i mitocondri dal fegato e da altri organi su gradienti di saccaroso, fu facile<br />

constatare che gli enzimi contenuti <strong>in</strong> quella frazione erano gli stessi di quelli presenti<br />

nella preparazione di «cicloforasi». In tal modo venne <strong>in</strong>iziato uno studio sistematico<br />

sulla distribuzione dei s<strong>in</strong>goli enzimi isolati uno alla volta dalle varie frazioni cellulari,<br />

che oltre a confermare la presenza di tutti gli enzimi del ciclo nei mitocondri dimostrò<br />

che alcuni di essi, come l’aconitasi e l’isocitrico-NADP-deidrogenasi, erano contenuti anche<br />

nel citosol (v. <strong>in</strong>fra, § 13.5), impostando così unnuovo problema la cui soluzione<br />

def<strong>in</strong>itiva non è stata tuttora raggiunta.<br />

13.5. Purificazione degli enzimi del ciclo.<br />

Oggi molti di essi sono stati purificati e si conoscono i loro pesi molecolari e le<br />

<strong>in</strong>terazioni con i siti delle deidrogenasi su cui si legano i rispettivi coenzimi. Pertanto<br />

un’enorme quantità dilavoro sperimentale eseguito da successive generazioni di ricercatori<br />

ha accumulato <strong>in</strong> questi ultimi anni un altrettanto elevato numero di pubblicazioni<br />

su problemi correlati alla distribuzione pressoché ubiquitaria del ciclo nei vari tessuti<br />

animali, vegetali e nei batteri, sul meccanismo d’azione dei vari enzimi ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e sulla

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