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la biochimica prima della «doppia elica» 41<br />

Per quanto riguarda gli am<strong>in</strong>oacidi a presc<strong>in</strong>dere dalla conferma che «tutti» possono<br />

venir s<strong>in</strong>tetizzati nei microrganismi del tipo Escherichia coli adoperando l’ammoniaca<br />

marcata come unica sorgente azotata, i risultati più importanti sulla loro bios<strong>in</strong>tesi<br />

nei tessuti animali, fatta eccezione per i7<strong>in</strong>dispensabili, hanno confermato il ruolo<br />

distributivo dei gruppi NH 2 da parte dell’acido glutammico. Infatti è stato messo <strong>in</strong><br />

evidenza come tramite la proprietà degli enzimi transam<strong>in</strong>anti esso venga trasferito su<br />

accettori provenienti dalla glicolisi, come l’acido piruvico che dà luogo alla alan<strong>in</strong>a, o dal<br />

ciclo citrico come l’acido ossalacetico che forma l’acido aspartico ovvero il chetoglutarico<br />

che forma il glutammico [84].<br />

Tra gli aromatici merita un cenno a parte il metabolismo della tiros<strong>in</strong>a nei tessuti<br />

animali <strong>in</strong> quanto risultò progenitrice della ep<strong>in</strong>efr<strong>in</strong>a, l’ormone della capsula midollare<br />

surrenale e attraverso un <strong>in</strong>termediario comune la dopa-am<strong>in</strong>a anche delle melan<strong>in</strong>e, i<br />

ben noti pigmenti responsabili del colore della cute e del fenomeno del mimetismo,<br />

caratteristico di alcune specie animali. Argomenti che hanno permesso a Luigi Panizzi<br />

(1909-1988) e Rodolfo Nicolaus [85] di ottenere risultati fondamentali sulla melanogenesi<br />

del «nero di seppia» alla Stazione Zoologica di Napoli e poi a Nicolaus ed allievi di<br />

avvic<strong>in</strong>arsi sempre più alla complessa struttura della melan<strong>in</strong>a. Ugualmente <strong>in</strong>teressante<br />

dal punto di vista metabolico la dimostrazione dovuta ad Ernesto Quagliariello e collaboratori<br />

[86] secondo cui da un altro am<strong>in</strong>oacido aromatico, il triptofano, tramite vari<br />

<strong>in</strong>termediari, tra cui l’acido ch<strong>in</strong>ol<strong>in</strong>ico e 3-idrossiantranilico, particolarmente studiati<br />

dalla scuola di Francesco Cedrangolo, si ottiene come prodotto f<strong>in</strong>ale il ribonucleotide<br />

dell’acido nicot<strong>in</strong>ico, spiegando <strong>in</strong> tal modo la via bios<strong>in</strong>tetica della nicot<strong>in</strong>amide. Che<br />

l’acido nicot<strong>in</strong>ico non fosse necessario all’accrescimento dei ratti era stato già visto da<br />

Alfredo Ruffo e Alessandro Vescia [87] su animali a dieta controllata per un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

alimentare promossa dal CNR negli anni 40.<br />

Abbiamo già avuto occasione di constatare come vari risultati ottenuti negli anni<br />

meno recenti abbiano avuto, oltre all’orig<strong>in</strong>alità, il merito di aprire la ricerca verso<br />

problemi di ampiezza maggiore. Un esempio proviene dalla scuola di Bologna dove<br />

Giovanni Moruzzi ed allievi [88], studiando l’effetto dell’acido orotico sulla s<strong>in</strong>tesi del<br />

Co-A e della vitam<strong>in</strong>a B12, prevedono il suo impiego come possibile precursore di<br />

nucleotidi pirimid<strong>in</strong>ici. Al loro lavoro va aggiunto quello di un valido gruppo dedicato<br />

all’azione delle vitam<strong>in</strong>e nello sviluppo, tra cui ricordiamo i contributi di C. A. Rossi,<br />

A. Rabbi e C. M. Caldarera. Un altro caso che merita di essere considerato come<br />

proiezione sperimentale <strong>in</strong> tematiche differenti è quello dell’acido 3-idrossiantranilico,<br />

che essendo risultato <strong>in</strong> ulteriori ricerche agente disaccoppiante la fosforilazione ossidativa<br />

mitocondriale, ed assieme ad altri o-fenoli agente cancerogeno per il cancro vescicale,<br />

viene posto oggi al centro di un problema di grande attualità relativo alla cancerogenicità<br />

conseguente al danno del DNA mitocondriale. Pertanto <strong>in</strong>vito i lettori a consultare<br />

nella rubrica correspondence di FEBS Letters (260, 1990, 318-321) l’articolo dal titolo<br />

Comment : Mitochondria and Carc<strong>in</strong>ogenesis, afirma di Ernesto Quagliariello, Sergio Papa<br />

e Cecilia Saccone.<br />

Ritorniamo adesso a trattare un ulteriore problema risolto dall’<strong>in</strong>tervento degli isotopi,<br />

la s<strong>in</strong>tesi dei nuclei pur<strong>in</strong>ici e pirimid<strong>in</strong>ici. Quando venne affrontato era l’epoca

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