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40 a. ruffo<br />

portarono alla scoperta di nuovi enzimi chiamati transchetolasi e transaldolasi. Numerose<br />

ricerche contribuirono a purificarli ed identificarli con enzimi appartenenti al gruppo<br />

delle transferasi. Tutti <strong>in</strong>sieme presentano la proprietà ditrasformare reversibilmente gli<br />

esosofosfati <strong>in</strong> pentosofosfati con un meccanismo non ossidativo, cui partecipano oltre<br />

ai pentosofosfati, un <strong>in</strong>termediario ben noto, l’aldeide 3-fosfoglicerica <strong>in</strong>sieme a nuovi<br />

zuccheri a 7 atomi di C, come il sedoeptuloso-7-fosfato ed a4atomi come l’eritroso-<br />

4-fosfato. Un mirabile <strong>in</strong>treccio di reazioni <strong>in</strong>terdipendenti che, confermate <strong>in</strong> seguito<br />

con l’uso di esosi marcati con 14 C, è alla base del cosiddetto ciclo dei pentosofosfati,<br />

una scoperta che ha dimostrato l’unica via alternativa alla demolizione glicolitica del<br />

glucoso ed ha messo nella dovuta evidenza quale sia l’orig<strong>in</strong>e biologica dei pentosi e la<br />

loro utilizzazione [83].<br />

Il gruppo di Melv<strong>in</strong> Calv<strong>in</strong>, che aveva seguito con attenzione tali ricerche e le<br />

aveva applicate al loro problema, riuscì negli anni successivi a ritrovare fra le «macchie»<br />

dei radiogrammi nella zona dei pentosi il ribuloso-5-fosfato che ad opera dell’ATP si<br />

fosforilizza <strong>in</strong> ribuloso-1,5-bifosfato ed a dimostrare la sua abilità afissare il CO 2 . Infatti<br />

un enzima chiamato carbossidismutasi [82], poi purificato dai cloroplasti di varie piante,<br />

permette la carbossilazione del ribuloso seguita dalla dimerizzazione di un <strong>in</strong>termedio<br />

<strong>in</strong>stabile a 6 atomi di C che spontaneamente si sc<strong>in</strong>de <strong>in</strong> 2 molecole di acido 3-fosfoglicerico.<br />

Su tali basi era tracciata la via che conduceva alla s<strong>in</strong>tesi degli esosofosfati<br />

tramite reazioni che si svolgevano al buio a condizione che fossero presenti sufficienti<br />

quantità del coenzima NADPH allo stato ridotto. La trasformazione del CO 2 <strong>in</strong> glucoso<br />

era f<strong>in</strong>almente spiegata attraverso la via <strong>in</strong>versa della glicolisi.<br />

A questo punto si <strong>in</strong>nesca la fase di recupero prevista dal ciclo dei pentosofosfati, che<br />

genera nuove molecole di ribuloso 1,5-bisfosfato su cui si fissano altrettante molecole<br />

di CO 2 e così via, <strong>in</strong> una successione di tre stadi, il primo carbossilante, il secondo<br />

riducente ed il terzo rigenerante che permisero a Melv<strong>in</strong> Calv<strong>in</strong> di concludere le sue<br />

ricerche con la brillante descrizione di una serie di reazioni presentate con il titolo<br />

The Photosynthetic Carbon-Cycle al III Congresso Internazionale di Biochimica tenutosi<br />

a Bruxelles nel 1955. Da allora, dopo varie conferme il ciclo di Calv<strong>in</strong> è entrato a far<br />

parte saliente del capitolo sulla fotos<strong>in</strong>tesi <strong>in</strong> tutti i libri di testo di Biochimica e di<br />

Botanica.<br />

10. Bios<strong>in</strong>tesi degli am<strong>in</strong>oacidi e delle pur<strong>in</strong>e<br />

Lasciando ora le piante per rientrare nel mondo animale e dei microrganismi ci<br />

accorgiamo che l’uso del 14 C come «tracciante» di vecchie e nuove vie metaboliche<br />

e delle loro <strong>in</strong>terrelazioni, ha portato contributi fondamentali per chiarire problemi<br />

metabolici che attendevano una migliore soluzione. Vogliamo ricordarne ancora due<br />

che testimoniano come entro il breve volgersi degli anni tra il ’40 ed il ’50, siano<br />

state conquistate nuove conoscenze basali oltre che sul meccanismo bios<strong>in</strong>tetico degli<br />

am<strong>in</strong>oacidi anche sull’uricogenesi, un argomento che era noto da tempo dist<strong>in</strong>guere il<br />

metabolismo azotato degli ovipari da quello dei mammiferi che <strong>in</strong>vece elim<strong>in</strong>avano urea<br />

(v. <strong>in</strong>fra, § 13.2).

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