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36 a. ruffo<br />

che, <strong>in</strong> condizioni adatte, permette anche la res<strong>in</strong>tesi di glucoso (v. <strong>in</strong>fra, § 13.6). I<br />

nuovi enzimi sono la fosforilasi così chiamata perché <strong>in</strong>troduce un radicale fosforico<br />

nella posizione-1 del glucoso proveniente dall’estremità non riducente del glicogeno con<br />

un meccanismo detto appunto fosforolitico e poi la fosfomutasi che trasferisce il fosforo<br />

nella posizione-6 e l’esoc<strong>in</strong>asi che <strong>in</strong>vece forma il glucoso-6-fosfato partendo da glucoso<br />

ed ATP. Per quanto riguarda il guadagno energetico proveniente dalla loro ossidazione,<br />

apparvero per la prima volta gli <strong>in</strong>termediari fosforici detti di alta energia (v. [33] e<br />

[35]), responsabili della conseguente s<strong>in</strong>tesi di ATP, descritto da Herman M. Kalckar<br />

[68] quale vero distributore chimico di energia, <strong>in</strong> tutte le cellule viventi.<br />

Il contributo apportato dalla coppia Carl Ferd<strong>in</strong>and Cori (1896-1984) e Gerty Theresa<br />

Radnitz Cori (1896-1957) per la conoscenza della struttura, del meccanismo d’azione<br />

e della funzione degli enzimi connessi col metabolismo dei carboidrati fu premiato<br />

con l’assegnazione del Nobel per la Fisiologia e Medic<strong>in</strong>a nel 1947.<br />

7.2. Metabolismo dei lipidi.<br />

L’energia potenziale i cui valori erano ben noti dalle vecchie misure ottenute al<br />

calorimetro è elevata, non solo nei carboidrati ma ancora molto di più, nelle molecole<br />

di acidi grassi che rappresentano il valido supporto energetico dei trigliceridi, i cosiddetti<br />

grassi neutri. Anche gli enzimi che li producono, le lipasi ed altre esterasi più omeno<br />

specifiche che attaccano i grassi naturali erano abbastanza conosciute per poter <strong>in</strong>dagare<br />

sul dest<strong>in</strong>o metabolico dei loro prodotti di scissione.<br />

Che gli acidi grassi venissero gradualmente demoliti <strong>in</strong> unità bicarboniose e si formassero<br />

i corpi chetonici, era noto s<strong>in</strong> da quando, all’<strong>in</strong>izio del secolo venne confermata<br />

anche <strong>in</strong> vitro la classica teoria della b ossidazione. Ma si attesero molti anni pieni di<br />

risultati <strong>in</strong>certi e molte volte contrastanti, prima che si chiarisse il meccanismo con cui<br />

si verificavano le s<strong>in</strong>gole reazioni. Il merito è legato soprattutto ai nomi di J. G. Quastel,<br />

L. F. Leloir, J. M. Munoz, A. L. Lehn<strong>in</strong>ger, Feodor Lynen e molti altri (v. [69])<br />

che partendo dalle ricerche sulla desaturazione enzimatica degli acidi grassi di Gaetano<br />

Quagliariello e collaboratori (v. [47] e [48]), ripresero il problema tra gli anni ’40 e<br />

’50 e riuscirono ad <strong>in</strong>dividuare gli enzimi relativi e gli <strong>in</strong>termediari che si producevano<br />

applicando la tecnica del consumo di O 2 <strong>in</strong> miscele di <strong>in</strong>cubazione prima con fett<strong>in</strong>e<br />

di fegato e poi su sospensioni cellulari ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e su estratti privi di cellule. Ci si accorse<br />

che l’ossidazione degli acidi grassi avveniva solo se il sistema era addizionato da ATP,<br />

metalli bivalenti e citocromi, ovvero se le sospensioni erano accoppiate all’ossidazione<br />

di qualche altro metabolita capace di produrre ATP dall’acido adenilico e fosfati. Fu la<br />

sc<strong>in</strong>tilla che fece brillare la luce proveniente da una lampada che, <strong>in</strong>vero, si era accesa<br />

per un’altra ragione e cioè <strong>in</strong>conseguenza della scoperta di poter ottenere mitocondri<br />

«puri» da una sospensione di vari tessuti opportunamente centrifugati su gradiente di<br />

saccaroso. Adoperandoli al posto degli estratti, si vide che l’ossidazione di numerosi<br />

acidi grassi avveniva nei mitocondri ed era strettamente correlata alla fosforilazione ossidativa<br />

che produceva ATP necessario per attivare le lunghe catene di acidi grassi. Oltre<br />

al riconoscimento delle deidrogenasi e dei loro coenzimi che attaccavano <strong>in</strong> posizione

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