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la biochimica prima della «doppia elica» 35<br />

le conoscenze dell’epoca. Le ragioni del successo dipesero non solo dall’impostazione<br />

teorica che guidava la ricerca, ma anche dall’abilità tecnica e dalla <strong>in</strong>ventiva sperimentale<br />

dei suoi valorosi allievi e collaboratori fra cui spiccano i nomi di W. Christian, F.<br />

Kubowitz, E. Negele<strong>in</strong>, E. Haas, T. Bucher, Krebs e tanti altri [59-60].<br />

Abbiamo già accennato prima all’applicazione della spettroscopia nell’UV e nel visibile<br />

che permise la scoperta del meccanismo d’azione dei coenzimi pirid<strong>in</strong>ici e poi di<br />

quelli flav<strong>in</strong>ici, i famosi «fermenti gialli» che anch’essi trasferiscono idrogeno. Ma come<br />

non ricordare la tecnica delle fett<strong>in</strong>e di tessuti sopravviventi <strong>in</strong>cubate nelle vaschette di<br />

vetro collegate agli ancora più famosi manometri differenziali che hanno permesso di determ<strong>in</strong>are<br />

il consumo di O 2 elaproduzione di CO 2 ad <strong>in</strong>tere generazioni di biochimici<br />

<strong>in</strong> tutto il mondo? E non basta: <strong>in</strong>novative tecniche di chimica organica avanzata permisero<br />

di identificare ed isolare i composti altamente <strong>in</strong>stabili dalla fermentazione degli<br />

zuccheri, come l’acido 1-3-difosfoglicerico ed il fosfoenolpiruvato e di suggerire orig<strong>in</strong>ali<br />

procedimenti per ottenere <strong>in</strong> grandi quantità prote<strong>in</strong>e enzimatiche purificate. Warburg<br />

era dotato di una forte personalità qualche volta rude, ben nota a Napoli quando<br />

frequentò laStazione Zoologica e soprattutto votata ad ottenere successo nell’impresa<br />

<strong>in</strong>iziata, anche sfruttando la sua abilità alla polemica. Tuttavia, a tanti anni di distanza,<br />

mi sembra che nella sua persona si possa simbolicamente rappresentare l’artefice di quel<br />

«balzo degli anni 30» accennato all’<strong>in</strong>izio, per cui la biochimica assunse dignità, autorità<br />

ed <strong>in</strong>dipendenza nei confronti delle più note discipl<strong>in</strong>e operanti, all’epoca, nell’agone<br />

scientifico <strong>in</strong>ternazionale (v. [61]).<br />

Dal punto di vista pratico, la sua opera ha permesso di affrontare <strong>in</strong> modo nuovo<br />

gli <strong>in</strong>combenti problemi che a mano a mano si erano accumulati per effetto delle<br />

trasformazioni <strong>in</strong>dotte dagli enzimi sui costituenti cellulari provenienti dai carboidrati,<br />

dai grassi, dalle prote<strong>in</strong>e e dagli acidi nucleici. Nacque così il bisogno di orientare<br />

numerosi risultati che si erano già ottenuti <strong>in</strong> un capitolo unico anche se di vaste<br />

dimensioni, che prese il nome di metabolismo <strong>in</strong>termedio, che tuttora è oggetto di studio<br />

da parte dei ricercatori <strong>in</strong>teressati da tale tematica, la cui importanza è oggi rivalutata<br />

dalla famosa rivista The Biochemist che gli dedica un <strong>in</strong>tero fascicolo dal titolo: Teach<strong>in</strong>g<br />

Metabolism for the future (vol. 21, 1999: 1-68).<br />

7.1. Metabolismo dei glucidi.<br />

Per quanto riguarda i carboidrati, il problema della loro utilizzazione e conseguente<br />

s<strong>in</strong>tesi è stato affrontato trascurando l’aspetto <strong>in</strong>teressante della cosiddetta «mobilizzazione»<br />

del glicogeno nel fegato perché ormai di competenza fisiologica (v. P. Ostern et<br />

al. [62]). Descriveremo <strong>in</strong>vece come i s<strong>in</strong>goli enzimi trovati nel citoplasma dei lieviti<br />

e<strong>in</strong>vari microorganismi producono la fermentazione alcolica <strong>in</strong> paragone a quelli isolati<br />

dai muscoli e dal fegato che <strong>in</strong>vece producono la glicolisi. Inoltre, <strong>in</strong> seguito alle<br />

ricerche di Otto Meyerhof [63-65], di W. H. Chambers [66] e di Cori [67], siamo<br />

<strong>in</strong> grado di descrivere tutte le s<strong>in</strong>gole reazioni che, nelle varie cellule, dal glicogeno<br />

portano all’acido lattico tramite la glicolisi anaerobica, mentre, <strong>in</strong> presenza di ossigeno,<br />

producono l’ossidazione del piruvato con utilizzazione della maggior parte dell’energia

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