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34 a. ruffo<br />

digiton<strong>in</strong>a permise l’analisi di moltissimi composti, che differivano per le catene laterali<br />

elaposizione ed il numero dei doppi legami. Tra i composti di maggiore <strong>in</strong>teresse<br />

biologico, quelli relativi agli <strong>in</strong>termedi tra il colesterolo e gli acidi biliari che dimostrarono<br />

la possibilità diun’analoga trasformazione enzimatica anche <strong>in</strong> vivo. Ugualmente<br />

fondamentali le numerose ricerche che mostrarono l’identità dell’anello policiclico del<br />

colesterolo con quello dell’ergosterolo e dei composti derivati dalla sua irradiazione UV<br />

che porta alla formazione della vitam<strong>in</strong>a D. Inf<strong>in</strong>e vogliamo segnalare la scoperta dei<br />

gangliosidi [54] quali nuovi componenti delle membrane cellulari, risultati che per la<br />

prima volta dimostrarono come i lipidi si possano trovare comb<strong>in</strong>ati oltre che con il fosforo<br />

e l’azoto, anche con composti di natura chimica assai diversa, come l’acido sialico<br />

e l’acido neuram<strong>in</strong>ico la cui funzione nelle membrane degli eritrociti sarà illustrata solo<br />

molti anni dopo [55].<br />

6. Carboidrati<br />

Non abbiamo accennato f<strong>in</strong>ora ai carboidrati perché all’epoca erano i componenti<br />

meglio noti per il gran numero di risultati ottenuti dai chimici che si occupavano<br />

delle sostanze naturali. I biochimici qu<strong>in</strong>di già sapevano che nelle cellule si ritrovavano<br />

sotto forma di monosaccaridi, disaccaridi ed assai più complessa di polisaccaridi quale<br />

riserva energetica cellulare, tra cui l’amido, la cellulosa ed il glicogeno, caratteristici<br />

rappresentanti del mondo vegetale e rispettivamente animale. Perciò illoro <strong>in</strong>teresse<br />

fu subito volto a studiare le trasformazioni che subivano negli organismi viventi di cui<br />

rappresentavano la più efficiente fonte energetica soprattutto quando si ritrovavano sotto<br />

forma di esteri fosforici, argomenti che meritano un adeguato trattamento più avanti a<br />

proposito del loro metabolismo. Invece vogliamo qui ricordare come, tramite le ricerche<br />

sulla chimica dei prodotti di ossidazione degli esosi, si riuscì dapprima ad identificare con<br />

un acido esuronico la cosiddetta vitam<strong>in</strong>a C, quel ben noto agente riducente di elevata<br />

attività «antiscorbuto» isolato da Albert von Szent-Györgyi (1893-1986) ([56-57], v.<br />

anche [106-107] e <strong>in</strong>fra, § 13.3) <strong>in</strong> forma cristall<strong>in</strong>a dalle arance, dai limoni, dalla<br />

lattuga e dalle ghiandole surrenali. Poi si riuscì astabilirne l’esatta struttura identificata<br />

con il lattone dell’acido 3-cheto-L-gulonico, quando lo si riuscì adottenere per s<strong>in</strong>tesi<br />

chimica ad opera di A. C. Bacharach e E. L. Smith [58].<br />

7. Premessa al problema del metabolismo<br />

A parte le conoscenze di base acquisite f<strong>in</strong>ora, un nuovo modo di affrontare i problemi<br />

biologici relativi alle trasformazioni che subivano i vari composti nell’<strong>in</strong>terno<br />

della cellula vivente è dovuta al contributo portato da un grande scienziato tedesco,<br />

Otto He<strong>in</strong>rich Warburg (1893-1970); ed alla scuola da lui fondata già ben nota per la<br />

scoperta del ruolo catalitico esercitato dalle ferroporfir<strong>in</strong>e sull’ossigeno molecolare che gli<br />

fruttarono il Premio Nobel per la Fisiologia e Medic<strong>in</strong>a nel 1931. Il laboratorio di Biochimica<br />

a Berl<strong>in</strong>o-Dalhem del famoso Kaiser Wilhelm Institute für Biologie, rappresentò<br />

per oltre un decennio una fuc<strong>in</strong>a di scoperte rivoluzionarie che modificarono a fondo

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