parafrasi e verbalizzazione
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COLLOQUIO EFFICACE<br />
URBINO 3-12-2010<br />
Antonella Scalognini<br />
A.A.2010/2011<br />
www.mastercounselingurb.it
Tipologie di rispecchiamento<br />
•Il rispecchiamento può avvenire:<br />
•-a livello non verbale, quando si riproducono la posizione, i gesti, i<br />
movimenti, la respirazione, l’espressione del viso dell’altro;<br />
•-a livello paraverbale, quando si riproducono il tono, il volume, il<br />
timbro, la velocità della voce dell’altro;<br />
•-a livello verbale, quando si utilizzano i predicati verbali di uno stesso<br />
sistema rappresentazionale e i metaprogrammi dell’interlocutore.<br />
•Oltre al rispecchiamento diretto, abbiamo anche il “rispecchiamento<br />
incrociato”, che si realizza quando quest’ultimo viene condotto in un<br />
canale diverso di quello del nostro interlocutore. Per esempio, si può<br />
rispecchiare la respirazione dell’altro muovendo le dita sul tavolo con<br />
lo stesso ritmo, oppure si può sottolineare la cadenza del discorso con<br />
dei movimenti del capo.<br />
Antonella Scalognini<br />
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IL RISPECCHIAMENTO VERBALE: PARAFRASI E<br />
VERBALIZZAZIONE<br />
•La riformulazione o risposta di rispecchiamento<br />
verbale è una modalità comunicativa e di ascolto<br />
che mantiene focalizzata l’attenzione sul cliente.<br />
•Abbiamo a livello verbale due tipi di<br />
riformulazione o risposte di rispecchiamento: la<br />
<strong>parafrasi</strong> e la <strong>verbalizzazione</strong>.<br />
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• La <strong>parafrasi</strong><br />
• È una forma di supporto verbale caratterizzata da<br />
una riformulazione sintetica e chiarificatrice dei<br />
contenuti essenziali della comunicazione dell’altro, al<br />
fine di aiutarlo ad ampliare la comprensione cognitiva<br />
in merito al problema che vuole risolvere e di offrirgli<br />
la consapevolezza di essere stato capito.<br />
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• un inizio di frase che si concentra su un’ipotesi di<br />
comprensione, attraverso locuzioni del tipo:<br />
“se ho capito bene...”<br />
“è questo che lei sta dicendo...”<br />
“lei si domanda in parole povere...”<br />
• l’essenza di ciò che ha detto il cliente<br />
• una verifica conclusiva che consiste in una breve<br />
domanda (esempio: “Ho capito bene?”, “Ho<br />
correttamente inteso quanto stai dicendo?”, “Ti<br />
corrisponde?”, “Che cosa pensi in merito a ciò?”)<br />
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• Oltre la <strong>parafrasi</strong> “vera e propria” descritta<br />
abbiamo altri TIPI DI PARAFRASI:<br />
• – la <strong>parafrasi</strong> riepilogo o sommario o tematizzazione<br />
riassuntiva<br />
• – la <strong>parafrasi</strong> critica o correttiva o provocatoria<br />
• – la <strong>parafrasi</strong> delucidante o di ampliamento<br />
• – la <strong>parafrasi</strong> rovesciamento figura-sfondo<br />
• – la <strong>parafrasi</strong> di sottolineatura<br />
• – la <strong>parafrasi</strong> di confronto tra un’asserzione verbale<br />
e non verbale e tra due asserzioni di carattere<br />
verbale<br />
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• La VERBALIZZAZIONE, o rispecchiamento dei sentimenti, è una forma<br />
di supporto verbale che riformula gli stati d’animo contenuti nel<br />
messaggio del cliente, al fine di aiutarlo a mettersi in contatto con gli<br />
aspetti emozionali del suo discorso e a porre in risalto il significato<br />
soggettivo che attribuisce alle proprie esperienze, in modo tale che<br />
possa acquisire una maggiore consapevolezza dei sentimenti che<br />
prova.<br />
• La <strong>verbalizzazione</strong>, assomiglia ad una <strong>parafrasi</strong>, che anziché<br />
concentrarsi sui contenuti e sui fatti raccontati si focalizza sulle parole<br />
emotive richiamando la dimensione affettiva ed emozionale del<br />
racconto.<br />
• La <strong>verbalizzazione</strong> permette al cliente di:<br />
• comprendere l’origine delle proprie emozioni<br />
• di dare un nome alle proprie emozioni<br />
• di gestire consapevolmente i propri stati d’animo<br />
• di esprimere e condividere i propri sentimenti<br />
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• La <strong>verbalizzazione</strong> può avvenire attraverso:<br />
• il rispecchiamento diretto delle parole “emozionali” del cliente,<br />
allorché si ripete ciò che il cliente ha affermato in termini emotivi.<br />
• un sinonimo, ossia un termine che esprime lo stesso significato. Ad<br />
esempio: il cliente dice”Mi sento leggermente depresso”, il counselor<br />
che usa un sinonimo risponde: “Ti senti giù di tono?”<br />
• una antinomia, ossia un termine usato per esprimere uno stato<br />
emozionale opposto. Ad esempio il cliente dice: “Sono un essere<br />
infelice”, il counselor risponde: “Tu non ti senti contento?”<br />
• un optativo, ossia un termine usato per esprimere l’emozionalità<br />
desiderata. Ad esempio il cliente dice: “Mi sento infelice”, il counselor<br />
risponde: “Desideri essere più felice?”<br />
• una domanda aperta e diretta, del tipo: “Che cosa prova in questo<br />
momento?”, “Può descrivere come si sente?”<br />
• attraverso la formulazione di una frase direzionale<br />
Le frasi direzionali più frequenti sono:<br />
Cosa accade quando ti senti ...?<br />
Puoi descrivere la sensazione di ...?<br />
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Critica distruttiva (sminuisce l’altro)<br />
•Atteggiamenti di disapprovazione (non ne posso<br />
più!)<br />
•Stigmatizzazione (sei cattivo, sei eccezionale!)posizione<br />
up-down<br />
•Sono rivolte alla persona e non al comportamento<br />
•Atteggiamento da vittima<br />
•Atteggiamento oblativo coatto<br />
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Critica costruttiva (indicano un<br />
comportamento adeguato)<br />
•Sono rivolte al comportamento e non alla<br />
persona<br />
•Non svalutano<br />
•Sono motivate<br />
•Offrono alternative<br />
•Es: “non apprezzo il lavoro fatto oggi vs non<br />
posso contare su dite!”<br />
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• E’ una strategia comunicativa che<br />
permette di entrare in contatto con le<br />
proprie e altrui emozioni, con il proprio<br />
Sè e con la profondità dell’altro.<br />
• E’ un superamento del conflitto<br />
interpersonale attraverso l’apertura al<br />
dialogo autentico.<br />
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-SI CONCENTRA SUL COMPORTAMENTO CONCRETO E<br />
NON SULLA PERSONA<br />
-SI CONCENTRA SULLE OSSERVAZIONI PIUTTOSTO CHE<br />
SULLE INFERENZE<br />
-SI CONCENTRA SULLA DESCRIZIONE PIUTTOSTO CHE<br />
SUL GIUDIZIO<br />
-NON IMPONE ALCUN CAMBIAMENTO<br />
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• 7 passaggi per la critica costruttiva<br />
1) Descrivere<br />
2) Dichiarare (“io mi sento…”)<br />
3) Motivare 1 (valutativo-cognitivo: “io immagino, io<br />
penso”)<br />
4) Motivare 2 (“ho bisogno di…”)<br />
5) Specificare (il comportamento e chiedere<br />
concretamente quello diverso in termini positivi)<br />
6) Valorizzare le risorse dell’altro<br />
7) Verificare con domande aperte (“cosa ne pensi?)<br />
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1) È libera da ogni forma di risentimento?<br />
2) È formulata in modo tale che l’altro possa<br />
replicare?<br />
3) Si focalizza sul comportamento e non sulla<br />
persona?<br />
4) È controbilanciata da un apprezzamento?<br />
5) Mi aspetto un cambiamento immediato?<br />
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• “NESSUNO Può FARTI SENTIRE INFERIORE SENZA<br />
IL TUO CONSENSO”<br />
Eleanor Roosvelt<br />
• “ Non è realistico aspettarsi un<br />
cambiamento immediato soltanto perché lo<br />
abbiamo a lungo sperato”<br />
• Quali convinzioni abbiamo sulle critiche?<br />
(dialogo interno: cosa diciamo di noi a noi stessi, cosa ci<br />
attribuiamo come “oggetti” di una critica e a chi ci critica<br />
negativamente)<br />
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