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Carlo Busiri Vici architetto romano

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isilica ricostruendone l'abside. Sono, tra ornati, tondi con grandi figure<br />

di Profeti (fig. I, 2, 3), resti di una decorazione che dovette estendersi<br />

anche nella navata della basilica quasi a completarne il rinnovamento,<br />

forse quando Jacopo Torriti componeva nell'abside il suo grande<br />

mosaico (1295): e ai caratteri del panneggio, derivati da Cimabue;<br />

al colore arido e arrossato, per alterati riflessi del colorire di Pietro<br />

CavaIIini; al manierato disegno dei riccioli, quale negli affreschi di<br />

Assisi, sembra di riconoscer vi, malgrado le contrarie attribuzioni, il<br />

fare del nostro artista, e non in periodo più primitivo, ma appunto<br />

tra i suoi più antichi affreschi di Assisi e quelli della Vita di S. Fran-<br />

cesco, poiché per lui la rigida fermezza del modellare, qui più forte<br />

che nei primi affreschi, non era un difetto giovanile da emendarsene,<br />

era invece una propria e progrediente volontà e la sua via verso il<br />

rinnovamento da lui compiuto nella Vita di S. Francesco.<br />

PIETRO TOESCA<br />

Aneddoti familiari<br />

di Pietro Paolo Trompeo<br />

Aneddoti su Pietro Paolo Trompeo ce ne sono a josa, ma ne ho<br />

giusto raccolto or ora un certo numero per una rivista romana. Posso,<br />

però, prestarne qualche altro!<br />

Sin da ragazzo, come ancora ne' suoi ultimi anni, uno de' suoi<br />

spassi fu l'infastidire le domestiche di casa, anche per studiare in loro<br />

il carattere del nostro popolo. E forse per questo ne prese di mira specialmente<br />

tre: una piemontese, una romana de Roma, e una calabrese.<br />

La piemontese si chiamava Ersilia, e servì dai suoi tredici anni in<br />

casa Trompeo. Alta, allampanata, sveltissima, era, oltre che buona e<br />

onesta, eccellente cuoca. Quando, in estate, ci si recava tutti in cam-<br />

pagna, il nonno veniva con noi e perciò Ersilia, che lo serviva, cucinava<br />

per tutti. A parte il £atto che Paolo le chiedeva in prestito i vestiti ogni<br />

volta che faceva il teatro e che si mascherava per tormentare una<br />

buona, carissima prozia, si divertiva ad infastidirla tutti i momenti in<br />

cucina. Mentre lei cucinava, le rubava, l'un dopo l'altro, i fritti che<br />

andava preparando: crocchette di riso morbide e odorose, semolini<br />

dorati e zuccherati, fette di mele ranette cui la pastella, gonfiandosi,<br />

conferiva strane forme bernoccolute e fantastiche, frittelline di carne<br />

tritata, schiacciate e profumate d'erbe aromatiche, e via dicendo.<br />

_ Ma basta, Paulun! - prorompeva ad un tratto la poveretta,<br />

vedendo scemar rapidamente la montagna che doveva servire a tavola<br />

per dieci persone almeno.<br />

Paolo sostava .per un poco. Poi, ricominciava l'assalto con rinnovato<br />

fervore, sino a che Ersilia, perduta davvero la pazienza, afferrava un<br />

mestolo di legno come una clava, minacciosamente agitandolo.<br />

Allora, Paolo minacciava di rovesciar pepe e sale nella minestra,<br />

e ne seguivano vere corride, per la vasta cucina.<br />

Ma il giorno in cui preparava la fonduta piemontese (una crema<br />

di formaggio tanto squisita quanto di difficile preparazione) Ersilia<br />

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