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Carlo Busiri Vici architetto romano

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dante generale della sua Guardia. Nel suo consiglio comunale sedevano,<br />

fianco a fianco, alcuni principi romani, Terenzio Mamiani e Vincenzo<br />

Tittoni. Una città che contava quattro sole facoltà universitarie: l'elenco<br />

dei suoi docenti non riempiva neanche una paginetta dattiloscritta.<br />

Vi pullulavano, però, i circoli e le società di mutuo soccorso, specie di<br />

associazioni famigliari sorte spontaneamente dopo il 1870 .per l'elevazione<br />

morale e culturale del popolo. AI quale, del resto, erano dirette<br />

ben 63 diverse pubblicazioni a stampa: 13 giornali quotidiani (tra cui<br />

rimasti famosi « La frusta» e il « Fanfulla »), decine di riviste setti-<br />

manali, mensili o bimestrali, nonché un certo numero di gazzettini,<br />

organi di associazioni politiche o di categoria. L'unico quotidiano<br />

del tempo «(Il Messaggero» doveva iniziare le pubblicazioni qualche<br />

anno dopo) ancora oggi esistente è 1'« Osservatore Romano» che si<br />

stampava in via del Nazareno.<br />

Poche, invece, erano le industrie e « ciò debbesi al cessato governo<br />

(quello pontificio, n.d.r.) che, con le sue leggi d'introduzione ed esportazione<br />

rendendone difficilissimi e gravosi il traffico e lo scambio,<br />

teneva circoscritta la industria del paese alle sole Provincie Romane».<br />

Confrontata a quella di oggi la Roma di quel tempo sembra un<br />

parto della fantasia: una cittadina di provincia che lavorava a pieno<br />

ritmo per riconquistare il tempo perduto e per allinearsi alle altre<br />

grandi città capitali d'Europa e che, nonostante ciò manteneva ancora<br />

i suoi « battiIoro », i suoi maniscalchi, i suoi sellari, i suoi semplicisti<br />

con i negozi di erbe medicinali, e i suoi sensali patentati. Una Roma<br />

che crederemmo mai esistita se non restassero a documentarceia le<br />

« Guide» di Tito Monaci e alcune sbiadite fotografie del tempo.<br />

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GIUuo TIRINCANTI<br />

GIOTTO: TESTA DI PROFETA

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