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Carlo Busiri Vici architetto romano

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Comunque, una « Guida» che presenta una Roma diversa da<br />

quella che conosciamo, una Roma di 250 mila abitanti che potrebbe<br />

diventare « in sottile volgere di anni una delle più superbe e grandiose<br />

metropoli del mondo», vale la pena di essere sfogliata, se non altro<br />

per il gusto di ritrovarvi .Ie tracce di quel pacifico mondo di ieri i cui<br />

maggiori pericoli erano costituiti dai trams a cavalli. I quali ultimi,<br />

del resto, erano ben pochi: otto linee con stazione unica in piazza Venezia<br />

e capolinea esterni in piazza del Popolo, piazza Barberini, Fer-<br />

rovia, piazza del Vaticano, piazza S. Giovanni in Laterano, piazza<br />

S. Maria in Trastevere, piazza S. Francesco a Ripa e S. Maria Maggiore.<br />

D'estate il servizio cominciava alle ore 7,30 e terminava alle 21;<br />

tra ottobre e giugno, invece, gli omnibus della Società Romana uscivano<br />

dalle rimesse alle 8 e vi rientravano alle 20. Ogni corsa Costava<br />

IO centesimi, che aumentavano a 15 nei giorni festivi « riconosciuti<br />

dal calendario civile ».<br />

Sì, c'erano anche le carrozzelle che, però, non superarono mai le<br />

250 unità. Erano trainate da uno o due cavalli e le tariffe, diurne e<br />

notturne, erano proporzionate al numero dei cavalli e tenevano conto<br />

del momento dell'uso. Con un cavallo e di giorno, una corsa costava<br />

80 centesimi per una o due persone e 20 centesimi in più per ogni<br />

persona oltre le prime due; con un cavallo di notte, la tariffa saliva a<br />

lire una per uno o due passeggeri, mentre per ogni persona in più si<br />

pagavano 40 centesimi. Se poi si voleva la carrozza a due cavalli, di<br />

giorno si paga'Vano lire 1,50 e di notte lire 1,70: si poteva viaggiare<br />

in quattro persone e quelle in più pagavano altri 40 centesimi a testa.<br />

Se, infine, la corsa in carrozzella superava il tempo di un'ora, la tariffa<br />

diventava oraria e si pagavano di giorno lire 2,20 e di notte lire 2,70,<br />

mentre per i passeggeri in più si pagavano rispettivamente 55 e<br />

70 centesimi.<br />

Una Roma, dunque, di tutto riposo, con i .suoi 14 rioni racchiusi<br />

nel cerchio delle antiche mura e ai quali si poteva accedere da<br />

dodici porte ancora oggi in parte riconoscibili: del Popolo, Salaria,<br />

Pia, S. Lorenzo, Maggiore, S. Giovanni, S. Sebastiano, S. Paolo,<br />

Portese, S. Pancrazio, Cavalleggeri ed Angelica. Una Roma nella<br />

quale si conoscevano tutti e che, nonostante la sua ristrettezza, aveva<br />

45°<br />

ben otto teatri: Apollo (teatro regio) in via Tor di Nona, Argentina,<br />

Valle, Capranica, Metastasio in via di Pallacorda, Valletto in piazza<br />

della Valle, Quirino e Nuovo in piazza della Consolazione. A questi<br />

si aggiungevano tre arene: Mausoleo di Augusto detto « Corea», in<br />

via dei Pontefici; Politeama Romano, in via della Renella in Traste-<br />

vere; lo Sferisterio, in via Quattro Fontane.<br />

Le chiese vi erano tante «quanti i giorni dell'anno», le ville una<br />

ventina, compresa quella Borghese che appartenne un tempo alla fami-<br />

glia dei Cenci « i quali ne furono diseredati dall'avido pontefice della<br />

Casa Borghese». Via Nazionale « fiancheggiata da ombrose piante<br />

e da giganti edilizi» tagliava quasi in due la città che, in quel tempo,<br />

era amministrata da un Consiglio comunale composto di 60 membri.<br />

La Giunta municipale era composta, oltre che dal sindaco, da otto<br />

assessori e da quattro supplenti. Il sindaco, scelto tra i consiglieri comunali,<br />

veniva nominato dal re e conservava la carica per tre anni; poteva,<br />

però, essere confermato nel caso conservasse la qualità di consigliere<br />

comunale. I consiglieri comunali, eletti come oggi per suffragio popolare,<br />

rimanevano in carica 5 anni: un quinto del Consiglio veniva,<br />

però, rinnovato ogni anno ad eccezione del sindaco che « nei primi<br />

due anni ddl'impianto del Consiglio comunale non va soggetto ad<br />

estrazione ».<br />

Il Consiglio comunale si adunava in sessione ordinaria due volte<br />

all'anno: la prima in marzo, aprile o maggio; la seconda in ottobre o<br />

novembre. La sessione ordinaria non poteva durare più di trenta giorni<br />

senza « permissione» della Deputazione Provinciale. La sessione straordinaria<br />

del Consiglio poteva essere ordinata soltanto dal Prefetto. Oggi<br />

il Consiglio comunale si aduna tutto l'anno (salvo un breve periodo<br />

estivo) e non ci si capisce più niente. La Giunta, invece, veniva eletta<br />

dal Consiglio, ma si rinnovava ogni anno per metà, pure essendo gli<br />

assessori uscenti rieleggibili. Un accorgimento del genere potrebbe, se<br />

applicato oggi, risolvere molti dubbi sulla capacità di alcuni amministratori<br />

civici.<br />

Ma quella della « Guida» del 1874 era una Roma particolare, una<br />

Roma piena di buonsenso che aveva nel sindaco Luigi Pianciani un<br />

uomo politico di levatura nazionale e in un principe Ruspoli il coman-<br />

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