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Carlo Busiri Vici architetto romano

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Teatro Sperimentale degli Indipendenti, con una attività di enorme<br />

interesse cultura-le, che abbiamo illustrata anche in altro scritto (3).<br />

Il nuovo « cimento» della sua « tarda e incerta rientrata all'arte<br />

dello schermo », come egli stesso la definì, avvenne presso la Cines,<br />

nel 1931, su un soggetto di Aldo Vergano: Vele ammainate.<br />

Era la storia di una nave, dall'esiguo equipaggio, 1'« Innocenza »,<br />

che in acque equatoriali aveva subìto una tempesta e ne era rimasta<br />

ferita. Buona parte del film fu girato in esterno a-l largo di Savona,<br />

con duecento tonnellate di sassi lungo il fianco destro della stiva,<br />

perché il veliero sembrasse pericolante. Operatore era Massimo Ter-<br />

zano, maestro di fotografia esotica ed alpina: maestro di fotografia<br />

tout court. Le burrasche che il film doveva narrare erano finte, ma<br />

furono girate, in diciotto giorni, in mezzo a tempeste vere, con una<br />

ciurma poco resistente alla vita marinara. Interpreti ne furono <strong>Carlo</strong><br />

Fontana, il giovane e belloccio « capitano» della nave, un po' leziosetto<br />

nei suoi panni di marinaio con maglia a strisce, la sofferta Dria<br />

Paola, e la fatalmente bella Otty Nocetti, una miss Italia degli anni<br />

trenta: protagonisti di un non peregrino « triangolo» amoroso all'ombra<br />

delle « vele ammainate».<br />

V'è nel film, dove collabora F. M. Poggioli, come aiuto-regista, il<br />

clima della produzione Cines-Pittaluga, orientata, in parte, verso il<br />

realismo; ma è un realismo, se non timido, ancora non cosciente<br />

delle proprie forze: quello stesso di 1860, di Palio e di T erra madre<br />

di Alessandro Blasetti, di Figaro e la sua gran giornata e di Cappello<br />

a tre punte di Mario Camerini. In Vele ammainate A. G. Bragaglia<br />

tenta di portare H cinema all'aperto, senza «ingabbiarlo nella libreria»,<br />

o « nel teatro di posa ». Si volge verso la natura, ma non la imita,<br />

poiché « non si tratta di rifare o migliorare la realtà della natura»,<br />

ma « di migliorare la sua immagine». E così facendo mostra di essere<br />

fra coloro che credono al realismo nel cinema: fra i pochi, anche,<br />

che preparano, sotto le ali della seconda Cines, la strada 'per il nuovo<br />

cinema italiano.<br />

472<br />

MARIO VERIX>NE<br />

(3) Vedi: Anton Giulio Bragaglia di M. VERDONE,Ed. Bianco e Nero, Roma 1965.<br />

Il<br />

lo benedicoer giorno er mesee l'anno<br />

/0 benedicol'ora, er giorno, er mese<br />

l'anno che mamma tua te mise ar monno.<br />

Lei nun fu avara e, senza badà a spese,<br />

te fece l'occhi azuri e er ciuffo bionno.<br />

Tutte l'idee mie te le sei prese,<br />

co quer grugnetto delicato e tonno;<br />

co nessuna regazza te confanno,<br />

tanto semprice sei, senza pretese.<br />

E sai perché te vojo tanto bene?<br />

Perché de te conosco li pensieri,<br />

perché conosco tutto, gioie e pene.<br />

Si nun me stai vicino, me ciaddanno.<br />

Oggi me sei piaciuta più de ieri:<br />

ribbenedico er giorno, er mese, l'anno.<br />

T ARCISIO TURCO<br />

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