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Carlo Busiri Vici architetto romano

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s'inchiavava, e non ascoltava più nessuno, per proteggere le fettine di<br />

fontina tuffate ne.! latte (che poi avrebbe fuso pian piano al fuoco, Con<br />

torli d'uovo) da quell'orda di cavallette dispettose e fameliche ch'eravamo<br />

noi quattro sorelle, capitanate dai due fratelli Gigi e Paolo.<br />

Povera Ersilia!... Quando il nonno, vecchissimo, si ritirò con noi a<br />

Roma, essa lo seguì e rimase con noi anche dopo la di lui morte.<br />

A Roma, Paolo le fece da Cicerone. Godeva a sentir le SUeingenue<br />

osservazioni.<br />

Ma a Roma, ci servì per molti anni anche un'altra Ersi.lia, romana<br />

de Roma: piccola, magra, curva, vecchietta, i capelli bianchi un po'<br />

crespi divisi nel mezzo, -sollecita in ogni cosa.<br />

Era il trastullo di Paolo.<br />

- Ersilia, ma perché ce l'avete tanto con gli Ebrei? - le diceva.<br />

- Perché so' Giudii. - Questa era la sola spiegazione che sapeva<br />

dare.<br />

Molti vecchietti e vecchiette romane, a quel tempo, disprezzavano<br />

questo buon popolo intelligente e laborioso. Eppure, l'epoca delle persecuzioni<br />

naziste era ancora di là da venire! Ho sempre ritenuto che<br />

assooiassero la parola giudii (così chiamano a Roma gli Ebrei) al nome<br />

Giuda, senza andare a guardar troppo pel sottile.<br />

Noi si abitava, allora, a piazza Paganica, proprio alle porte del<br />

Ghetto, quartiere ch'è tuttora abitato quasi per intero da popolazione<br />

ebrea.<br />

- Ma Ersilia, non avete mai pensato che anche Nostro Signore<br />

Gesù Cristo era « Giudio »? Come S. Giuseppe? Come tutti gli apostoli?<br />

Come il vostro S. Pietro, che pregate sempre?<br />

Ersilia scuoteva scetticamente la testa.<br />

- No, signorino. Non può essere. E poi, non sta bene scherzare<br />

su queste cose!<br />

- Ma non scherzo affatto! Guardate qua. _ E, con un atlante<br />

alla mano, s'affannava a farle individuare Gerusalemme, Nazareth,<br />

Betlemme, e a spiegare.<br />

Ci volle molto tempo, prima che il dubbio apparisse sul volto lungo<br />

e grinzoso della vecchietta! E dopo il dubbio, lo sgomento!<br />

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11I<br />

_ Ah! Adesso avete capito, finalmente? E allora smettetela di<br />

disprezzare « li giudii!». E chiedete perdono alla Madonna.<br />

Ersilia ebbe un fremito:<br />

_ Signorì, per piacere non ischerzi co' la Madonna!<br />

_ Ma non scherzo affatto! Anche la Madonna era giudia!<br />

Ah, qui la vecchietta esplose, accendendosi tutta.<br />

_ No, signorino! QuestO'non po' sta! E glielo dico io, che lo so:<br />

la Madonna era romana.<br />

Ah, quanto se la godette Paolo!... Ma c'è una certa bellezza, in<br />

questa trovata di conferir la cittadinanza romana alla creatura che<br />

essa più amava! La Madonna! Evidentemente, Ersilia la pensava come<br />

il poeta:<br />

Non troverai nessuna cosa al mondo<br />

maggior di Roma!<br />

Un anno, tornando a Roma dal Biellese, Paolo aveva chiuso in una<br />

valigia un favo di api selvatiche, con tutte le bestioline in formazione<br />

nelle cellette.<br />

_ Ersilia, non aprite la valigia; aspettate me, perché ci sono<br />

dentro le api.<br />

- Che api?!<br />

E, sicura del fatto suo (- Ma guarda si quanto è burlone 'sto<br />

signorina nostrO'!-) credendo ad uno scherzo, zitta zitta aprì la valigia,<br />

per riporre subito in bell'ordine vestiti e biancheria, come faceva sem-<br />

pre. Ma subito, dalla valigia, uscirono due api piccoline che, dopo aver<br />

ronzato un momento, stordite, per la camera, se ne volarono -per la<br />

finestra spalancata.<br />

Ersilia rimase senza fiato e se ne fuggì spaurita dalla camera.<br />

Com'era andata? Era così: Paolo, sempre interessato alla vita degli<br />

insetti, era riuscito ad impossessarsi d'un favo, l'aveva osservato a<br />

lungo, lì in campagna, sulla sua scrivania; poi, non essendo le bestioline<br />

ancora pronte ad uscir dalle celle, al tempo della nostra partenza,<br />

non aveva fatto altro che mettere tutto il favo in valigia. Il calore,<br />

durante il viaggio, aveva affrettato forse il processo di formazione e<br />

disciolta in parte la cera. Due piccole api, già tutte pronte, erano volate<br />

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