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l'archivio fotografico - FedOA

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spazio alla possibilità che si trattasse di uno sconosciuto, ma che comunque<br />

non è stato possibile individuare (vedi negativi).<br />

Dell’architetto non abbiamo ritratti a parte quello in cui è ripreso – si tratta<br />

di diapositive a colori – appoggiato ad una finestra della facoltà Bocconi di<br />

Milano, e un’altra in primo piano in abiti militari (C’É ANCHE QUELLA<br />

DAVANTI ALLA BOCCONI).<br />

Al di là dei ritratti di personaggi illustri, Pagano dimostrerà un grande<br />

interesse nei confronti di gente assolutamente sconosciuta attraverso il<br />

ritratto dei quali, ricostruirà un interessante mosaico di tipologie umane, di<br />

‘caratteri’ unici, oggetto di uno studio affascinante e in linea con le ricerche<br />

fotografiche contemporanee.<br />

L’attenzione per il ‘materiale umano’ tra gli anni Venti e Trenta del<br />

Novecento diviene infatti molto acuta in ambito <strong>fotografico</strong>. Tra i<br />

protagonisti di questo filone c’è indubbiamente André Kertész, attento<br />

osservatore dell’affascinante mondo di relazioni interpersonali più o meno<br />

intime che si instaurano nelle città; con lui si allinea Brassäi che preferisce<br />

mostrare però nei suoi scatti, un universo notturno e misterioso, alla ricerca<br />

della quinta essenza della vita 166 . Contemporanea a queste indagini per certi<br />

versi anche sociali, condotte in Europa, anche Pagano impressiona sulla sua<br />

pellicola un numero interessante di ‘protagonisti inconsapevoli’; tra gli<br />

scatti più belli tutti quelli intitolati Bimbi, Bimbe, Bambini, in cui sono<br />

166 La tentazione sarebbe quella di inserire in questo ventaglio di fotografi ritrattisti anche lo straordinario<br />

August Sander se non fosse di altra natura la sua tipologia ritrattistica rispetto a quella dei fotografi<br />

menzionati e dello stesso Pagano. In Germania, Sander, ritrattista di professione, «nel 1910 diede avvio<br />

ad un ambizioso programma: creare un ampio atlante di tipi tedeschi di ogni classe, di ogni estrazione<br />

sociale. Non cercò la personalità individuale, ma i tipi rappresentativi di professioni, mestieri, attività<br />

diverse, nonché i membri di gruppi sociali e politici». Nel 1929 pubblicherà il suo lavoro con il titolo<br />

Antlitz der Keit (La faccia del nostro tempo). Questo volume e gli altri pubblicati negli anni successivi,<br />

non riscuoterà successo nell’ambiente nazista, che distruggerà moltissimi dei suoi negativi. É chiaro che il<br />

programma di Sannder avesse ben poca affinità con i lavori contemporanei di Kertész e Brassäi e dai<br />

quali Pagano aveva tratto spunto, ma risulta di certo un’esperienza sociologica molto interessante. B.<br />

Newhall, cit. pp. 341-342.<br />

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