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l'archivio fotografico - FedOA

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Ancora troppo ridotto è il ruolo che viene affidato alla fotografia<br />

nell’ambito dello studio della città, per non parlare poi di quanto si<br />

sottovaluti l’eventuale apporto che un materiale di questo tipo potrebbe<br />

avere sugli studi volti a progetti di ricostruzione e restauro di contesti<br />

storico artistici. Viollet Le Duc d’altronde, è stato tra i primi a indicare i<br />

vantaggi dell’uso della fotografia nel restauro architettonico.<br />

«Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte di scale, di che sesto gli archi<br />

dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che<br />

sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni<br />

tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato. […] Ma la<br />

città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto<br />

negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, nei corrimano delle scale,<br />

nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento<br />

rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole» 136 , è proprio<br />

questa la città d’Italia che ci racconta Pagano nei suoi scatti fotografici,<br />

collezionando un’opera che è un patrimonio prezioso per fortuna<br />

sopravvissuto alle ingiurie del tempo.<br />

c. Ulteriori temi sviluppati nelle foto d’archivio: l’architettura<br />

contemporanea, l’archeologia, il fascismo e la guerra, il lavoro e il tempo<br />

libero, le forme, i ritratti.<br />

Parallelamente al materiale realizzato durante il Tour in giro per la<br />

penisola, Pagano mette in opera una serie di servizi fotografici che, per<br />

l’entità del prodotto e il valore esclusivo degli argomenti trattati, possono<br />

essere considerati lavori autonomi seppur correlati e contemporanei alla<br />

136 Le città e la memoria, in I. Calvino, Le città invisibili, nell’edizione Oscar Mondatori, Milano 1993, p.<br />

10.<br />

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