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l'archivio fotografico - FedOA

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documentano lo scempio dell’E42 sono di chiara denuncia 124 : asettiche,<br />

fredde, surreali e sconcertanti nella loro essenza metafisica e fuori dalla<br />

scala umana; il quartiere di Piacentini viene in definitiva sarcasticamente<br />

iconizzato quale esempio di cattiva progettazione del nuovo 125 .<br />

La provincia laziale e campana rappresenta una fonte ricchissima di esempi<br />

di architettura rurale, di cui le manifestazioni spontanee nelle isole di<br />

Ischia, Capri e Procida, rappresentano le espressioni più interessanti.<br />

A Capri in particolare, i numerosi scatti ci regalano l’immagine di un’isola<br />

inedita, incorrotta e splendida, quando ancora non era stato compromesso<br />

quel suo distintivo carattere selvaggio. Le immagine più belle che ce la<br />

restituiscono sono quelle che riprendono le piccole barche a remi che<br />

giungono alla grotta azzurra, i lidi poco affollati e il mare cristallino, le<br />

architetture uniche e perfette nella loro semplicità, quella semplicità<br />

eccezionale di un posto che ‘non si scorda mai’ come recita la frase che si<br />

legge sul fronte di una delle case fotografate (vol. 25, num. 12).<br />

Scarsa invece l’attenzione rivolta alla città di Napoli, che nelle rare riprese<br />

restituisce ben poco della sua millenaria ricchezza. Capo Miseno, Posillipo<br />

e i quartieri sono risolti in pochi scatti; delle splendide architetture della<br />

città partenopea riprende solo l’arco di trionfo di Castelnuovo e due<br />

immagini restituiscono il fronte di Palazzo Reale. Nemmeno una<br />

rapidissima sosta nella cittadina incorniciata dallo splendido golfo<br />

riuscirebbe a giustificare una tale povertà d’immagini prodotte, della quale<br />

comunque non conosciamo il motivo. Di Pompei e Ercolano sono ripresi i<br />

124 Un ‘racconto’ interessante del progetto realizzato a Roma per il quartiere dell’Eur viene fatto da M.<br />

Capobianco, Gli anni Quaranta. «La via più dura» dell’architettura italiana, in «ArQ 14-15»,<br />

Architettura italiana 1940 – 1959, [numero doppio della rivista del giugno-dicembre 1996, pubblicato in<br />

formato speciale], Electa Napoli 1998, p. 61 e segg.<br />

125 Scrive Pagano «L’olimpiade della civiltà si trasformò in un famedio di marmorino. […] Vinse<br />

l’Accademia, e sulla piallata acropoli delle Tre Fontane i due miliardi finora spesi monumentalizzarono il<br />

vuoto». G. Pagano, Occasioni perdute, «Costruzioni-Casabella», n. 158, febbraio 1941.<br />

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