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l'archivio fotografico - FedOA

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indifferenza, da parte dell’architetto, nei confronti delle arti decorative, è<br />

ben nota piuttosto l’attenzione costante rivolta nei confronti di tale settore<br />

artistico. Pagano pubblica un interessante lavoro sull’argomento, nel 1938;<br />

in questo volume dei Quaderni della Triennale, affronta in primo luogo il<br />

dibattito sull’arte in architettura, sottolineando la volontà di combattere «la<br />

moda delle superfici levigate» 117 che rischiava di farsi strada nella cultura<br />

moderna, intendendo piuttosto «sfrondare il campo delle idee preconcette,<br />

lasciando agli artisti la libertà di ritrovare un linguaggio che parli ai<br />

contemporanei e che collabori con l’architettura moderna alla ricostruzione<br />

di quella unità delle arti che la divisione artificiosa tra le arti cosiddette<br />

pure e quelle cosiddette decorative rendeva ancora impossibile» 118 . Idee<br />

precise e importanti quindi, che grande spazio conferivano all’arte<br />

soprattutto in ambito architettonico.<br />

Ma quali potrebbero essere quindi i motivi di un’attenzione tanto sollecita e<br />

quasi esclusiva nei confronti dei manufatti scultorei? la riflessione da farsi<br />

è una sola: la scultura in fondo non è altro che un volume, la definizione di<br />

uno spazio plastico che è anch’esso architettonico e che soprattutto con il<br />

contesto instaura un rapporto ben preciso e Pagano si dimostra interessato<br />

soprattutto a questo rapporto, che nella logica spaziale delle tre dimensioni<br />

trova la sua principale espressione.<br />

Ritornando alla città di Pisa, suggestive risultano le immagini della famosa<br />

torre, la cui caratteristica pendenza viene accentuata nella ripresa dal taglio<br />

in diagonale 119 . Di Siena è possibile riconoscere il Duomo, San Domenico,<br />

Piazza del Campo e la fonte Gaja di Jacopo della Quercia.<br />

superstite all’incendio del 1595, viene certosinamente ripresa nelle fotografie di Pagano, che si sofferma<br />

ampiamente sulle venti formelle che illustrano gli episodi della vita di Cristo. Cfr. E. Tolaini, Le città<br />

nella storia d’Italia. Pisa, Laterza, Roma-Bari 1980, p. 37 e segg.<br />

117<br />

G. Pagano, Arte decorativa italiana, Quaderni della Triennale, Hoepli, Milano 1938, p. 35<br />

118<br />

Ivi, p. 32.<br />

119<br />

Il lavoro iconografico definito da Pagano nelle fotografie della torre pendente pisana è del tutto<br />

analogo a quello realizzato a Bologna nella ripresa della torre Asinelli.<br />

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