l'archivio fotografico - FedOA
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professionisti a spingersi verso mete in alcuni casi esotiche e inesplorate, si<br />
ricordano i viaggi avventurosi in Libano di Edouard Beneke, o quelli che<br />
porteranno Maxime Du Champ a fotografare il misterioso ed affascinante<br />
Egitto, in uno dei primi reportage fotografici del paese. Ancora nel 1862<br />
un fotografo rilevatore inglese, Francis Bedford, compie un viaggio nel<br />
vicino Oriente, da cui viene fuori una pubblicazione in due volumi con 172<br />
fotografie.<br />
Ma per ricondurre i casi a quei fotografi che per affinità formative risultano<br />
più vicini a Pagano basterà ricordare il viaggio <strong>fotografico</strong> di Ruskin, o<br />
quello del giovane Charles Edouard Janneret 7 , tourist a tutti gli effetti, visto<br />
che nel suo itinerario produrrà schizzi e disegni ancor prima che fotografie.<br />
Il giovane Jeanneret, pur criticando apertamente la fotografia, ritenendola<br />
uno ‘strumento di pigrizia’ per l’architetto, per primo la utilizzerà, anche<br />
come metodo di studio progettuale: «Jeanneret, sia che disegni o che<br />
7 Nella rivista specializzata curata da Italo Zannier, «Fotologia», è inserito un interessante articolo del<br />
Prof. Gresleri, nel quale quest’ultimo riprende in sintesi una ricerca particolarmente interessante che lo<br />
aveva portato sulle tracce inedite di un giovane Le Corbusier fotografo entusiasta e appassionato, ricerca<br />
che aveva dato vita all’interessantissimo volume sui Voyages d’Orient dell’architetto svizzero. L’autore<br />
del saggio, puntualizza efficacemente il profilo <strong>fotografico</strong> di questo inedito Le Corbusier,<br />
evidenziandone il percorso formativo ed evolutivo soprattutto nel suo aspetto tecnico. Sono<br />
essenzialmente tre i ‘periodi fotografici’ di Le Corbusier individuati da Gresleri, un primo , il “Voyage<br />
d’Italie” che risale al 1907, un secondo coincidente con gli anni parigini, intorno al 1908-10, ed un terzo,<br />
connotato da una maggior padronanza e sicurezza nell’utilizzo del mezzo, documentato dalla campagna<br />
in Oriente. In alcuni passi del suo saggio, Gresleri descrive così l’ultimo percorso <strong>fotografico</strong> di Le<br />
Corbusier: «Durante il viaggio in Oriente, quando il tempo a disposizione è più ridotto, e mano a mano<br />
che cresce la sua familiarità con l’obiettivo, alle pose su cavalletto si sostituiscono veloci riprese ottenute<br />
appoggiando la camera al petto, determinando spesso scorsi ed obliquità singolari che non disturbano<br />
l’autore, preoccupato più che altro cogliere in un breve istante quella particolarità ed unicità che si<br />
sarebbero perdute coi tempi lunghi di una normale ripresa su cavalletto». Esistono notevoli affinità tra i<br />
due architetti fotografi seppure risulti evidente un differente approccio alla fotografia da parte di Le<br />
Corbusier rispetto a Pagano. Mentre il primo infatti sceglie il mezzo <strong>fotografico</strong> come un ulteriore<br />
strumento di scandaglio della realtà, Pagano si troverà al contrario inconsapevolmente fagocitato dalla<br />
macchina da presa diretta da cui viene coinvolto al punto tale da affermare che un giorno il ‘mestiere’ di<br />
fotografo avrebbe potuto procurargli il pane più del suo lavoro di architetto. Per quanto riguarda<br />
l’esperienza fotografica di Le Corbusier si veda: G. Gresleri, Le Corbusier e la fotografia, in «Fotologia»<br />
n° 10, Alinari ed., Firenze Autunno/Inverno 1988, pp. 41-45. Id., Le Corbusier, viaggio in Oriente. Gli<br />
inediti di Charles Edouard Jeanneret fotografo e reporter, Venezia, Marsilio 1984 e 1985; I. Zannier, Le<br />
Corbusier fotografo, in «Parametro» n° 43, gennaio-febbraio, Faenza 1986, pp. 18-25; C. de Seta,<br />
L’architettura della modernità tra crisi e rinascita, Bollati-Boringhieri, Torino 2002, pp. 119-186; Id.,<br />
L’immagine fotografica e architettura della modernità, in G. Celant (a cura di), Arti e Architettura<br />
1900/1968. Scultura, pittura, fotografia, design, cinema e architettura: un secolo di progetti creativi,<br />
Skira, Milano 2004, pp. 69-74.<br />
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