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l'archivio fotografico - FedOA

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delle strade. La presenza dell’uomo, dall’alto, è denunciata da una<br />

ragnatela geometrica di linee dritte, tra loro disposte secondo un’ideale<br />

scacchiera ortogonale» 104 . L’articolo di Pagano sembra descrivere molte<br />

delle sue riprese fotografiche, ma soprattutto si dimostra nel suo prosieguo,<br />

decisamente caustico nell’evidenziare come questo equilibrio uomo<br />

architettura, riconciliato nella dimensione rurale, si sia invece perso<br />

completamente nella dimensione urbana in cui la progettazione delle città<br />

sempre più disordinate e sviluppate su se stesse, si dimostra incapace di<br />

andare al di là della costruzione di una sterile scenografia architettonica in<br />

cui spesso l’uomo viene schiacciato e costretto in una dimensione<br />

alienante 105 . Ancora una volta quindi, il reportage <strong>fotografico</strong> diviene<br />

strumento lucido di analisi e denuncia. Non è un caso il fatto che i contesti<br />

urbani così come di quelli rurali vengano spesso ripresi dall’alto e ne sono<br />

un esempio evidente questi primi scatti realizzati nel Trentino insieme a<br />

molti altri 106 . La veduta aerea o comunque da un punto di vista posto più in<br />

alto rispetto al paesaggio ripreso, permette infatti di comprendere meglio la<br />

maglia compositiva nonché l’eventuale articolazione architettonica del<br />

contesto. Inoltre, osservando i nuclei urbani e rurali da posizioni<br />

privilegiate, Pagano riesce a far evincere più chiaramente il rapporto<br />

proporzionale che, negli ambienti rurali, si instaura tra spazi costruiti e non<br />

costruiti, così come in ambito urbano, tra spazi architettonici, collegamenti<br />

104 G. Pagano, L’ordine contro il disordine, in «Casabella-Costruzioni», n. 144, dicembre 1939.<br />

105 «Accanto alle fotografie dei nuraghi e dei trulli (Pagano) conservava, nelle gelose cartelle, quelle del<br />

Partendone, di Paestum, di Pienza: forme filtrate, fino a un limite di semplicità e di purezza, attraverso<br />

tutte le stratificazioni geologiche della civiltà e poi sgorgate limpide, come acque sorgive, alla superficie<br />

del tempo. Il problema era sempre lo stesso: il problema di un ordine formale, che si organizza nella<br />

coscienza e non può incidere sulla libertà e l’immediatezza dell’espressione più di quanto non incida sulla<br />

qualità di una poesia il rigore della misura metrica». G.C. Argan, Valore di una polemica, in F. Albini, G.<br />

Palanti, A. Castelli, [a cura di], Giuseppe Pagano Pogatschnig : architetture e scritti, Milano, 1947, pp.<br />

28-29.<br />

106 «Affiora qui con evidenza la sua passione di volare, di leggere un territorio e di riprenderlo da un<br />

punto di vista per larga parte inedito: da questa sua passione sono venute fuori splendide foto aeree che<br />

non hanno la freddezza del rilievo aero<strong>fotografico</strong>, ma tutta la improvvisa e forse occasionale energia di<br />

una immagine colta al momento giusto, con la luce propizia, in una delle ‘strisciate’ o delle virate<br />

compiute in aereo». C. de Seta, Città e campagna, cit., p. 70-71.<br />

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