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l'archivio fotografico - FedOA

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istriano, la composizione dell’immagine diviene infatti una vera e propria<br />

questione di stile, è quest’ultimo il principale filo conduttore di tutta la sua<br />

produzione fotografica; una foglia d’acanto, l’incresparsi di un’onda, il<br />

volto di un bambino, il fusto della colonna di un tempio, sono tutti soggetti<br />

artistici che introducono una complessa e articolata analisi che coinvolge i<br />

rapporti proporzionali tra gli elementi raffigurati, gli spazi geometrici<br />

definiti o non definiti, il ripetersi ritmico di elementi ‘standardizzati’: «tutto<br />

ciò può essere argomento <strong>fotografico</strong> ed assumere il valore di uno stile.<br />

Stile fatto di rapporti di chiaroscuro, di cadenze prestabilite, di assoluta<br />

dedizione alla irreale realtà della fotografia» 86 .<br />

Accade infatti che in molte costruzioni fotografiche, non abbia quasi più<br />

valore l’edificio in sé, la tipologia d’albero in sé, o l’espressione che può<br />

dipingersi sul volto di un personaggio famoso: ciò che più conta sono i<br />

termini compositivi della fotografia, il senso profondo della ricerca formale<br />

che travalica gli oggetti stessi sublimati allo stato ibrido di ‘forma pura’.<br />

In definitiva, l’indagine che l’architetto istriano compie in giro per l’Italia è<br />

un viaggio pittoresco tra le forme del reale che si allontana però dalla<br />

ricerca di un Moholy o di un Man Ray 87 , di cui conserva soprattutto le<br />

tecniche, restando sempre e comunque ancorato alla realtà; quello<br />

compiuto da Pagano è piuttosto un viaggio ‘neorealista’ – prendendo in<br />

prestito una definizione che apparterrà piuttosto ai suoi discepoli – tra le<br />

forme dell’universo naturale e costruito, ognuna gravida del proprio<br />

profondo significato e ruolo nel mondo visibile e tangibile, mai negato dal<br />

fotografo.<br />

All’interno dell’archivio di Pagano, organizzato, come è stato già<br />

evidenziato, rispetto ad alcune tematiche principali, sono ulteriormente<br />

86 G. Pagano, Un cacciatore d’immagini, in «Cinema», dicembre 1938, ora in F. Albini, G. Palanti, A.<br />

Castelli, (a cura di), Giuseppe Pagano Pogatschnig : architetture e scritti, Milano, 1947.<br />

87 Per il profilo di questi due massimi esponenti della fotografia internazionale del XX secolo si rimanda<br />

al capitolo III di questo volume.<br />

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