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l'archivio fotografico - FedOA

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La censura fascista si abbatte ad esempio contro il film di Luchino<br />

Visconti, Ossessione, impedendone la programmazione nelle sale perché<br />

colpevole di fornire una visione immorale della ‘sana provincia italiana’ 79 .<br />

Per lo stesso motivo, un fotografo ebreo, Luciano Morpurgo, evita di<br />

proporre durante il regime alcune delle sue più pungenti foto di denuncia<br />

sociale 80 . Ebbene se non è possibile affermare che Pagano possa aver<br />

deciso di fare lo stesso con le sue foto d’archivio, preferendo tenere al<br />

sicuro nel suo studio il lavoro di anni piuttosto che pubblicarlo, risulta ad<br />

ogni modo comprensibile la sua reticenza a mostrare un materiale che<br />

avrebbe avuto comunque un certo impatto sociale.<br />

Osservando il servizio <strong>fotografico</strong> che Pagano dedica alla sede del Covo di<br />

Mussolini, scaturiscono numerosi spunti di riflessione a questo proposito;<br />

concordiamo infatti con la Di Castro nel ritenere che le immagini si<br />

rivelino fredde, quasi distaccate e asettiche, non c’è alcun accenno al<br />

monumentalismo perseguito dall’ideologia fascista che imponeva di<br />

restituire del governo dittatoriale, anche attraverso la produzione<br />

fotografica, un’immagine forte e fiera 81 . Ebbene non c’è forza né fierezza<br />

negli scatti dedicati da Pagano al Covo, anzi, l’architetto ce ne dà<br />

un’immagine sconcertata e severa ma nello stesso tempo ambigua.<br />

L’obiettivo, entrato nel cortile dell’edificio signorile del primo Novecento,<br />

cade su un gruppo di bandiere che pende dai davanzali delle finestre, si<br />

sposta poi sulla targa di Benito Mussolini, sui ballatoi vuoti; solo in una<br />

79 Sarà soprattutto la produzione cinematografica ad essere maggiormente osteggiata dal veto della<br />

dittatura fascista la quale, con l’Rd del 9 aprile 1928, n. 941, stabilirà che, per la prima volta, entrano a far<br />

parte della commissione di censura un funzionario del ministero dell’educazione nazionale, uno del<br />

ministero delle colonie e un pubblicista di sicura fede, designato dal Partito nazionale fascista (Pnf). Con<br />

due leggi successive del 1929 e del 1931, il corpo censorio della commissione viene ulteriormente<br />

rafforzato da funzionari ufficiali provenienti dal ministero delle corporazioni, dal Pnf, dal ministero della<br />

guerra. Cfr. G.P. Brunetta, Storia del cinema italiano. Il cinema del regime, 1929-1945, Ed. Riuniti,<br />

Roma 2001.<br />

80 Cfr. G. Pinna, Italia, Realismo, Neorealismo…, cit.<br />

81 Cfr. F. Di Castro, Il fascismo e la guerra in C. de Seta (a cura di), Giuseppe Pagano fotografo, cit., pp.<br />

98-121.<br />

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