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l'archivio fotografico - FedOA

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come ad un lavoro inteso nella sua globalità e autonomia, l’architetto cioè<br />

non produce fotogrammi funzionali a un articolo da pubblicare o ad un<br />

testo da illustrare ma contestualizzati nell’ambito di un lavoro ben più vasto<br />

e organico; ciascuno scatto collabora a definire un’indagine attenta<br />

sull’uomo e il suo habitat, che può leggersi proprio attraverso la visione<br />

comparata di tutto il materiale prodotto, elaborato in una sorta di sequenza<br />

documentaria, all’interno della quale si individuano reportages autonomi.<br />

Esclusa infatti l’esperienza per la mostra rurale, Pagano non utilizzerà, se<br />

non in rarissimi casi, le foto come prodotto grafico da allegare a quello<br />

scritto. L’archivio rappresenta quindi un corpus autonomo che va studiato<br />

in quanto tale: il materiale <strong>fotografico</strong> racconta una storia tutta sua,<br />

totalmente indipendente seppure in linea con la ricerca progettuale e<br />

giornalistica dell’architetto.<br />

L’anima di Pagano non è quella del fotoreporter, del fotogiornalista<br />

d’assalto che scatta immagini sulle quali si possano poi scrivere articoli al<br />

vetriolo: il percorso è esattamente l’inverso, la sua diviene negli anni una<br />

raccolta paziente e certosina; pur restando sempre in lui più forte la<br />

dimensione del cronista che utilizza su tutto la parola, la fotografia diviene<br />

infatti una conquista fondamentale, uno strumento di comunicazione<br />

indispensabile. Non sarebbe fuor di logica supporre che l’architetto stesse<br />

preparando, con il suo lavoro d’archivio <strong>fotografico</strong>, una raccolta organica<br />

e completa da studiare a posteriori, una sorta di eredità spirituale:<br />

un’eredità fatta d’immagini, ausilio ulteriore di un’altra eredità che<br />

l’architetto aveva deciso di lasciare ai posteri, quella scritta, attraverso i<br />

suoi saggi e articoli 69 e quella costruita, inverata nei suoi progetti.<br />

69 Una interessantissima raccolta antologica di alcuni degli scritti più importanti dell’architetto istriano è<br />

pubblicata a cura di Cesare de Seta, Pagano. Architettura e città durante il fascismo, Laterza, Roma-Bari<br />

1976, ried. 1990.<br />

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