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l'archivio fotografico - FedOA

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alcuni negativi verranno riproposti su «Domus» tra il 1940 ed il 1941 64 ,<br />

cioè nel breve periodo in cui Pagano dirige la rivista insieme a Bontempelli<br />

e Bega, altre fotografie sono pubblicate sul periodico specializzato<br />

«Natura» 65 , nonché diverse proposte su «Fotografia» 66 , «Tempo<br />

illustrato» 67 e «Cinema» 68 .<br />

Non è chiara la ragione di una così esigua pubblicazione del materiale<br />

<strong>fotografico</strong> da parte dell’architetto, è lecito comunque ritenere che non<br />

esista un motivo preciso per questo; in effetti bisogna pensare all’archivio<br />

«Casabella» n. 130, ottobre 1938; Cattedrale Pienza (il titolo in questo caso non è dell’autore perché non<br />

essendoci la stampa a contatto del negativo non siamo in possesso del supporto in cartoncino con le<br />

relative informazioni tecniche del fotografo) vol. 8 num. 55, «Casabella» n° 133, gennaio 1939; Loggia<br />

del palazzo Piccolomini (titolo non originale) vol. 9 num. 2, «Casabella» n° 133, gennaio 1939; San<br />

Quirico cappella della Madonna del Rosario (titolo non originale) vol. 9 num. 5, «Casabella» n° 133,<br />

gennaio 1939; Pienza vol. 37 num. 6, Pienza vol. 8 num. 54, Pienza vol. 8 num. 48 e num. 49,<br />

«Casabella» n. 133, gennaio 1939;<br />

64 Le foto sono inserite nell’articolo di Pagano intitolato Partenone e partenoidi, in «Domus», n. 168,<br />

dicembre 1941. Si tratta di Atene vol. 72 num. 47 e Atene vol. 73 numeri 3 – 4 – 5 – 9 – 10.<br />

65 Le fotografie pubblicate da Pagano in questa rivista sono piuttosto numerose, un interessante resoconto<br />

delle stesse viene fatto da Marina Miraglia in C. de Seta (a cura di), Giuseppe Pagano fotografo, Electa,<br />

Milano 1979, p. 154. I numeri di «Natura» nei quali sono inserite le immagini dell’architetto sono quelli<br />

di giugno 1936, maggio 1938, ottobre 1938, dicembre 1938, gennaio 1939, febbraio 1940, luglio-agosto<br />

1941, maggio-giugno 1942.<br />

66 Il primo numero della rivista «Fotografia» viene pubblicato nel 1932 dall’editoriale Domus. Animatore<br />

vivace della rivista specializzata è Giulio Mazzocchi. Cfr. C. de Seta, Giuseppe Pagano fotografo, in Il<br />

destino dell’architettura …, cit., p. 272.<br />

67 Immagini delle Cariatidi di Pagano vengono pubblicate su «Il Tempo», settimanale illustrato,<br />

nell’articolo di F. Clerici, Stanchezza delle cariatidi, del 13 giugno 1940.<br />

Quasi contemporaneamente alla chiusura della rivista «Omnibus» di Leo Longanesi, per imposizione del<br />

regime, Alberto Mondadori comincia l’avventura del primo rotocalco italiano illustrato: «Il Tempo».<br />

L’idea è quella di proporre una forma inedita di comunicazione giornalistica che utilizzi su tutto il<br />

medium <strong>fotografico</strong>, in linea con la sperimentazione internazionale.<br />

Alla fotografia si affida quindi un ruolo di totale autonomia, al quale si accompagna il modello narrativo<br />

del documentarismo cinematografico che grande rilevo aveva già assunto oltreoceano. Con la rivista<br />

«Tempo» nasce la formula del fototesto: una sorta di film-documentario statico con sequenze narrative di<br />

immagini indipendenti dai testi che fungono da commento sonoro.<br />

Impaginato da Bruno Munari, il fotogiornale annovera nel suo staff diversi fotografi-architetti tra cui<br />

appunto Giuseppe Pagano ma anche Enrico Peressutti e Leonardo Belgioioso; tra gli altri personaggi non<br />

può sfuggire il lavoro di Alberto Lattuada e Federico Patellani che daranno un’impronta fondamentale<br />

alla rivista. Cfr. E. Taramelli, Federico Patellani, in Viaggio nell’Italia del Neorealismo. La fotografia<br />

tra letteratura e cinema, Società editrice internazionale, Torino 1995.<br />

68 Le foto riportate sono inserite nell’articolo intitolato Un cacciatore d’immagini, uscito sul numero di<br />

«Cinema» del dicembre 1938 e si tratta di: Procida vol. 25 num. 18 e di Procida vol. 34 num. 44.<br />

La rivista «Cinema» viene edita dalla Hoepli, raggiunge il periodo di massimo splendore negli anni della<br />

direzione di Vittorio Mussolini, grande appassionato di Cinema e filmografia, soprattutto americana, che<br />

se ne occuperà dal 1938 in poi. Nel giro di pochi anni il giornale diviene rapidamente competitivo, grazie<br />

ad una nuova veste in linea con i contemporanei rotocalchi, un esempio su tutti quello di «Omnibus» di<br />

Leo Longanesi. Divenuta l’organo di tendenza della giovane fronda degli allievi del Centro<br />

Sperimentale di Cinematografia fondato nel 1932 da Alessandro Blasetti, la rivista «Cinema» troverà<br />

soprattutto in Giuseppe De Santis il suo più accanito animatore.<br />

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