l'archivio fotografico - FedOA
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architetto moderno». Così la sana architettura rurale, portatrice di una<br />
bellezza modesta e discreta secondo Pagano, assurge ad unico modello<br />
edilizio in grado di ‘vincere il tempo’ e superare le ‘caduche variazioni<br />
decorative e stilistiche rinunciando a tutto ciò che è inutile e pleonastico’. È<br />
straordinario rilevare, alla luce della conoscenza di tutta la produzione<br />
architettonica di Pagano, la straordinaria coerenza delle sue idee politiche,<br />
sociali, architettoniche, che a dispetto degli eventi rimarranno sempre<br />
saldamente ancorate alle convinzioni e alla fede dei primi tempi: in tutte<br />
quante le sue opere rimarrà infatti immutata la ricerca di quella bellezza<br />
modesta ma onesta, leggibile nell’Istituto di Fisica di Roma così come nella<br />
sede dell’Università Bocconi di Milano. Un unico filo di ricerca che trova<br />
tutte le sue tracce proprio nell’analisi condotta in occasione della mostra<br />
rurale, che, come una sorta di esperienza formativa, lo aiuterà forse a<br />
mettere a fuoco i suoi stessi obiettivi progettuali.<br />
Il volume riscuoterà un notevole successo; nel novembre del ’36, sul<br />
numero 107 di Casabella esce un interessante articolo di Enzo Carli che<br />
commenta entusiasticamente il catalogo definendolo «un documento e una<br />
conferma di uno degli aspetti criticamente più significativi della polemica<br />
sulla nuova architettura» 43 . Lo storico d’arte senese si dilunga nell’elogiare<br />
la scelta coraggiosa dei due architetti soffermatisi su un tema ancora così<br />
poco sviscerato in Italia, dato che, a suo parere, «il meditare<br />
sull’architettura rurale» poteva contribuire «a sgombrare il terreno anche<br />
delle altre arti dal perpetuarsi infecondo di un errore che, nonostante<br />
l’attuale progresso della coscienza critica, seguita a creare artificiose<br />
barriere nella classificazione dei più disparati prodotti espressivi, ispira<br />
giudizi, giustifica mediocrità o umilia, confinandole nella mitica arcadia<br />
delle sagre paesane, autentiche forme di bellezza, là dove dovrebbe regnare<br />
43 E. Carli, Il «genere» architettura rurale e il funzionalismo, in «Casabella», n. 107, novembre 1936.<br />
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