l'archivio fotografico - FedOA
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Il lavoro <strong>fotografico</strong> dedicato all’architettura rurale, risulta tanto certosino<br />
da giungere a contare circa duemila fotografie realizzate e poi<br />
successivamente selezionate per la mostra e per il catalogo, di cui un<br />
numero non ben specificato eseguito dal collaboratore Guarniero Daniel,<br />
più quelle gentilmente fornite da studiosi e architetti, tra i quali Roberto<br />
Pane 40 che procurerà alcuni degli scatti di Ischia e Capri 41 .<br />
Le riproduzioni diventano un vero e proprio documento atto a testimoniare<br />
e a fungere da strumento finalizzato all’analisi del contesto; afferma<br />
Pagano: «L’insegnamento estetico che può derivare da questo materiale<br />
documentario, raccolto anzitutto per illustrare le tappe evolutive della casa<br />
rurale, può essere più intenso di quanto possa sembrare in un primo<br />
momento a chi vede soltanto, in queste fotografie, delle case umili, talvolta<br />
trascurate, spessissimo considerate come infima materia da capomastro<br />
campagnolo» 42 ; al contrario, queste dimore auliche «per questo loro modo<br />
di esprimersi, tutt’altro che retorico e non contaminate dalle falsità della<br />
mediocre architettura borghese, riescono tanto interessanti all’occhio di un<br />
40 Roberto Pane, storico dell’architettura napoletano, è stato uno dei pochi ad aver continuato<br />
sistematicamente gli studi sull’architettura rurale avanzati da Pagano, con il quale per altro era stato<br />
spesso in contatto, soprattutto in occasione della mostra allestita dall’architetto istriano. Nell’ambito della<br />
vasta bibliografia scritta dallo storico napoletano sull’argomento, il testo più interessante è il volume<br />
Architettura rurale campana, pubblicato a Firenze per le edizioni Rinascimento del libro proprio nel<br />
1936, lo stesso anno della Mostra sull’architettura rurale. Lo studio condotto è assolutamente<br />
interessante perché sostanzialmente riprende a carattere locale ciò che Pagano stava facendo in un ambito<br />
nazionale. Pane perviene in sostanza alla medesima constatazione di Pagano e cioè che «le case rurali ci<br />
seducono per il loro carattere di rudimentale necessità» evidenziandone quindi il carattere essenzialmente<br />
funzionale cui si aggiunge la serena constatazione della metastoricità delle strutture spontanee, scrive<br />
infatti il napoletano: «Come per la nudità dei suoi elementi costruttivi essa (la casa rurale) è senza tempo,<br />
antica di pochi anni o di parecchi secoli».<br />
41 Sarà proprio Pagano, nella prefazione al catalogo sull’architettura rurale, a specificare uno per uno i<br />
nomi di coloro che avevano fornito parte del prezioso materiale in occasione della mostra: «La maggior<br />
parte delle documentazioni fotografiche sono state eseguite da noi direttamente. Ne abbiamo scelte<br />
soltanto le essenziali. Hanno con noi collaborato gli architetti: P.N. Berardi di Firenze, per parecchie<br />
illustrazioni della casa toscana; M. Buccianti, per informazioni e fotografie delle case rurali del basso<br />
Egitto; N. Chiaraviglio di Roma, per informazioni sul Lazio; E. Moya di Madrid, per informazioni e<br />
fotografie di architettura rurale spagnola; R. Pane, per informazioni e fotografie di Ischia a Capri; G.<br />
Pellegrini per una documentata relazione sulla Tripolitania; G. Pulitzer-Finali, per il Sahara sud algerino e<br />
A. Scattolini per preziose indicazioni su tetti di paglia nel veneto. Il R. Politecnico di Palermo ci ha<br />
fornito interessanti rilievi delle case rurali della provincia di Palermo. Il Prof. Arch. Gino Chierici, infine<br />
ha cortesemente messa a nostra disposizione una ricca raccolta fotografica dei trulli pugliesi». G. Pagano,<br />
G. Daniel, premessa introduttiva al testo Architettura rurale italiana, cit.<br />
42 Ivi, p. 72.<br />
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