l'archivio fotografico - FedOA
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estranea alle tradizioni italiche» 38 . Non è solo il tetto a terrazzo a colpire<br />
l’attenzione del Nostro, ma anche la tipologia delle case con scala esterna,<br />
delle case a ballatoio, alcuni tagli di logge e balconi che dimostrano, anche<br />
dal punto di vista formale, ‘rapporti con cadenza moderne’, reiterando<br />
spesso identici elementi strutturali come fossero ‘standardizzati’, e<br />
dimostrando insomma una ‘orgogliosa modestia tanto analoga al<br />
sentimento della cultura contemporanea’.<br />
A conclusione del volume, Pagano rivela anche il fine ultimo della ricerca,<br />
ovvero la possibilità di individuare, in seguito a tali accurati studi, un<br />
modello di riferimento progettuale «per affrontare con conoscenza più<br />
approfondita il problema pratico delle nuove costruzioni rurali che il<br />
Governo fascista sta progettando in tutta Italia. Difatti uno dei problemi<br />
particolarmente importanti nel quadro dell’opera grandiosa della bonifica è<br />
la soluzione perfetta della casa colonica» 39 .<br />
L’architetto in definitiva dichiara l’intenzione in qualche modo didattica<br />
del lavoro, che avrebbe dovuto rappresentare un riferimento prezioso per la<br />
progettazione di nuovi quartieri fascisti; ovviamente è necessario tenere in<br />
considerazione il fatto che, quando l’architetto istriano inizia lo studio sulla<br />
casa rurale, non aveva ancora avuto inizio la sua ‘conversione’ alla<br />
Resistenza, essendo ancora viva in lui la fiducia o meglio la speranza nella<br />
politica del regime. Convinto e fiero, il ‘fascismo’ di questo primo periodo<br />
di Pagano, va letto alla luce della sua personalissima esperienza, in cui<br />
l’adesione alla dittatura deriva inizialmente da un radicato spirito<br />
patriottico e dall’illusione che nel regime possa inverarsi la nascita di una<br />
nuova, giusta società; com’è noto avverrà piuttosto il contrario ma questo<br />
l’architetto lo scoprirà purtroppo negli anni e sulla sua pelle.<br />
38 Ivi, p. 59.<br />
39 Ivi, pp. 21-23.<br />
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