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l'archivio fotografico - FedOA

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sotto alcuni punti di vista ancora oggi conserva, è stato straordinario 319 . Il<br />

nuovo modo di utilizzare il mezzo giornalistico negli anni della direzione di<br />

Pagano e Persico, e dopo la morte di quest’ultimo nel 1936, ha<br />

rappresentato un modello indubbiamente insuperato 320 .<br />

É stato grazie a questa ‘illuminata’ direzione se la redazione milanese è<br />

diventata in pochi anni il punto di riferimento italiano del gotha culturale<br />

internazionale. Grazie al direttore e al redattore capo, «Casabella»<br />

assumerà infatti negli anni Trenta, il ruolo di organo attraverso il quale<br />

verranno filtrate in Italia le esperienze più interessanti del dibattito europeo<br />

e nel contempo, gli architetti italiani verranno inseriti in quest’ultimo 321 .<br />

Tra Pagano e Persico ci sarà sempre profonda intesa rispetto all’indirizzo<br />

da dare alla rivista 322 seppure l’apertura del critico napoletano nei confronti<br />

dell’avventura europea si sia dimostrata più libera e lontana da forme di<br />

prevenzione rispetto alla posizione di Pagano, vincolato da un rigore<br />

razionalista e funzionalista che in qualche modo gli farà avere un<br />

atteggiamento più conflittuale, ma nello stesso tempo un interesse costante,<br />

nei confronti delle esperienze d’oltralpe 323 . Resta comunque il fatto che<br />

Pagano, dopo la morte del suo miglior redattore continuerà la politica<br />

319 Cfr. Edoardo Persico e Giuseppe Pagano a «Casabella», in C. de Seta, Il destino dell’architettura:<br />

Persico, Giolli, Pagano, Laterza, Roma-Bari, 1985, pp. 51-59.<br />

320 «Gli anni che vanno dal ’33 alla morte di Persico sono tra gli anni più belli della rivista per la scelta e<br />

la ricchezza della documentazione, per l’apertura versi tutti gli aspetti delle arti: da quelle più<br />

propriamente intese, alla tipografia, arredamento, pubblicità, cinema, fotografia. Ma sono anche gli anni<br />

più creativi della rivista». Edoardo Persico e Giuseppe Pagano a «Casabella», cit.<br />

321 La rivista milanese prende il via intorno al 1927 sotto la direzione di Guido Marangoni con il titolo<br />

approssimativo di «Rivista per gli amatori de La Casa Bella». Il 1929 segna l’inizio di un’attività più<br />

interessante con i primi contributi saltuari di Sartoris, Gino Levi Montalcini e Giuseppe Pagano che<br />

intervengono però con articoli di arredamento e design. Nel 1930 si registra la prima collaborazione<br />

anonima di Edoardo Persico ma sarà con il passaggio direttivo nelle mani di Arrigo Bonfiglioli che<br />

Persico e Pagano diventeranno collaboratori fissi, «se non veri e propri redattori». Nel 1932 con un<br />

articolo di Pagano in cui vengono tracciate le linee del programma della nuova direzione, la rivista passa<br />

nelle mani di Persico nella figura di redattore unico e Pagano come direttore di «Casabella». Cfr. C. de<br />

Seta, Il destino dell’architettura …, cit.<br />

322 Il rapporto umano tra i due protagonisti del dibattito architettonico tra le due guerre si dimostrò invece<br />

piuttosto complesso e a tratti conflittuale, principalmente a causa dei pareri discordi in campo politico,<br />

seppure profonda e costante sia stata la stima reciproca tra i due. Cfr. Ivi.<br />

323 Cesare de Seta racconta l’aneddoto secondo il quale Pagano risponderà con profonda reticenza<br />

all’invito del Raggianti di scrivere una monografia di Wright: «il maestro americano certamente risultava<br />

ai suoi occhi scarsamente a fuoco. La sua scelta era marcatamente ‘funzionalista’». Ivi, p. 54.<br />

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