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l'archivio fotografico - FedOA

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diventando ben altri gli aspetti fonte di fascino: la natura sociale e umana<br />

dei contesti antropizzati rappresenterà nel XX secolo un nuovo, stimolante,<br />

spunto di analisi per i fotografi.<br />

Le prime riproduzioni dedicate al mondo rurale, riguardano per lo più<br />

lavoro e manualità e le attività si svolgono in circostanze spesso<br />

improvvisate. Fox Talbot 26 , e Hippolyte Bayard 27 sono tra coloro i quali<br />

insisteranno di più sul tema del lavoro, volendo, in alcuni casi anche<br />

artificiosamente, ritrovare affinità tra l’arte e la vita quotidiana.<br />

In queste prime esperienze però, l’interesse nei confronti della dimensione<br />

arcadica è ancora puramente pittoresca, si indaga una bellezza mitica che,<br />

per certi versi, poco o nulla ha a che fare con la realtà.<br />

In Italia però il percorso della fotografia è una sorta di ‘viaggio in ritardo’<br />

rispetto a ciò che avviene contemporaneamente negli altri paesi, pur<br />

risultando l’influenza di questi ultimi, ad ogni modo, determinante.<br />

Se nei primi anni di diffusione della fotografia nel nostro Paese, il mezzo<br />

risulta quasi un esclusivo appannaggio di nobili capricciosi, un ‘giocattolo<br />

per signori danarosi’ 28 , per dirla con Wladimiro Settimelli, che rivolgono<br />

26 Henry Fox Talbot nasce nel 1800 nel Dorset, in Inghilterra; noto come eccellente scienziato, inventore,<br />

proprietario terriero, membro del Parlamento e della Royal Society per il suo lavoro di matematico e<br />

scienziato, è passato alla storia insieme a Louis-Jacques Mandé Daguerre e a Nicéphore Niepce, come<br />

uno degli inventori della fotografia. In particolare allo studioso inglese si deve l’ideazione della colotipia<br />

(bella immagine), il processo chimico che, perfezionato nel corso degli anni successivi al brevetto del<br />

1841, rappresenterà il primo passo verso il moderno metodo del positivo-negativo. A. Madesani, Storia<br />

della fotografia, Bruno Mondadori, Milano 2005.<br />

27 Hippolyte Bayard, fotografo francese , amava fotografare nel silenzio del suo studio e spesso i suoi<br />

soggetti erano inanimati. Negli anni 1840-50 erano comunque ancora ben pochi i modelli da imitare e i<br />

fotografi procedevano a proprio piacimento, seguendo l’intuizione. Fox Talbot, analogamente a Bayard,<br />

fotografa gruppi di attrezzi da giardinaggio. «Da un certo punto di vista queste composizioni non sono<br />

altro che illustrazioni della vita di campagna», era evidente quindi la volontà di interpretare un universo<br />

per molti versi affascinante, un mondo fatto di fatica e duro lavoro. I. Jeffrey, Fotografia, Rizzoli, gruppo<br />

Skira, Milano 2003.<br />

28 Tra questi singolari personaggi, come non ricordare la figura del principe Giulio Cesare Rospigliosi, o<br />

quella dei conti Primoli, i due fratelli che girano per Roma con un grande apparecchio <strong>fotografico</strong> e<br />

carrozza con tanto di servitori. W. Settimelli, La fotografia italiana, in J.-A. Keim, Breve storia della<br />

fotografia, Einaudi, Torino 1976, ried. 2001. In particolare, il conte Giuseppe Primoli, amateur audace e<br />

spiritoso, soprannominato il ‘re delle istantanee’, si dedicò a ritrarre sia l’alta società che la gente umile in<br />

Italia e in Francia tra il 1888 e il 1905. Esiste una bibliografia discretamente vasta relativa al conte, nobile<br />

sfaccendato con la passione per la fotografia. D. Palazzoli (a cura di), Giuseppe Primoli. Istantanee e<br />

fotostorie della Belle Époque, Electa, Milano 1979. Si veda anche I. Jeffrey, Fotografia, cit.<br />

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