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l'archivio fotografico - FedOA

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senso profondo, forse non fu, perché il suo fare spadaccino e polemico, il<br />

suo fare politico metteva lui e gli altri, gelosi della propria intimità, una<br />

lieve diffidenza che, pur non impedendo che lo seguissero (o a lui si<br />

accompagnassero) nel grande assalto contro i nemici dell’arte, era<br />

d’impaccio, invece, a più pacati colloqui, quale si addicono tra maestro e<br />

discepoli» 314 . In questo modo l’architetto toccava uno dei punti salienti<br />

della questione, e cioè che in fondo Pagano fosse rimasto, negli anni delle<br />

sue battaglie, eccessivamente coinvolto nella sua stessa polemica, dibattuta<br />

in un ambito esclusivamente architettonico laddove quest’ultima andava<br />

piuttosto spostata su un altro terreno, quello politico.<br />

Di certo l’aspetto pedagogico delle intenzioni di Pagano, rappresenta una<br />

delle caratteristiche peculiari del suo lavoro. Volendo trovare un carattere<br />

costante nel contributo educativo da lui assunto nei confronti del mondo<br />

intellettuale e architettonico e della società in senso più ampio, allora vale<br />

la pena puntualizzare che l’architetto dimostrò sempre di qualificare la sua<br />

produzione e il suo messaggio come momento di crescita collettiva.<br />

Scrive Argan: «Tutto il suo sforzo verso lo ‘standard’ si fondava su di un<br />

solo principio: pensare la forma come pensata dalla collettività, divenuta<br />

consueta e abituale, come levigata da un uso continuo. Nel suo frequente<br />

riferirsi all’ordine geometrico di certe culture agricole, che poi poneva ad<br />

insegna delle più meditate proposte urbanistiche, o alle forme semplici dei<br />

nuraghi e dei trulli, si cercherebbe inutilmente un qualsiasi affetto<br />

naturalistico, un tardivo primitivismo o ‘fovismo’ architettonico. Quelle<br />

forme non erano, per lui, iniziali o primarie: erano il prodotto di una<br />

selezione secolare, la somma dell’esperienza d’innumerevoli generazioni.<br />

314 E. N. Rogers, Catarsi, in F. Albini, G. Palanti, A. Castelli (a cura di), Giuseppe Pagano Pogatschnig :<br />

architetture e scritti, Milano, 1947, p. 40.<br />

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