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l'archivio fotografico - FedOA

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interessanti di riflessione, che verranno poi rielaborati nella sua mente ai<br />

fini di una rilettura degli stessi in ambito di ricerche di ben altra natura,<br />

certo anche più affini alla sua formazione professionale d’architetto.<br />

Il tema rurale, ad esempio, introdotto dalla cultura fascista anche in<br />

filmografia, viene probabilmente sviluppato da Pagano proprio in virtù<br />

delle suggestioni dovute alla visione dei film dei primi anni ’30 come quelli<br />

di Blasetti, Soldati, Camerini che scriveranno alcune delle pagine più<br />

‘umbratili e malinconiche’ – per dirla con de Seta – del Cinema del<br />

Novecento.<br />

Un ruolo importantissimo per lo sviluppo del media cinematografico è<br />

assunto in quegli anni dalla cultura fascista che, come è stato più volte<br />

sottolineato, si servì avidamente di tutti i mezzi di comunicazione ai fini<br />

della propaganda politica. Eppure, proprio con il cinema il rapporto si<br />

dimostrerà sempre particolarmente conflittuale, essendo costantemente<br />

vigile, in seno a questo nuovo strumento di comunicazione e d’espressione<br />

artistica, il germe insidioso della contestazione politica, che nei giovani<br />

gruppi dei Guf e delle riviste specializzate 298 troverà i rappresentanti più<br />

motivati. Ma come argutamente sottolinea lo storico cinematografico<br />

Brunetta, il Regime non si dimostrerà mai sprovveduto nei confronti di tali<br />

‘fronde’ antifasciste ‘della carta e della celluloide’, tutt’altro, sarà al<br />

contrario sempre estremamente e meditatamente tollerante, tanto che anche<br />

sotto dittatura, lo spettacolo avrà sempre, in Italia, libera cittadinanza.<br />

Questo principalmente perché Mussolini identifica con il mondo frivolo e<br />

leggero del teatro, del cinema, dell’avanspettacolo, un’opportuna valvola di<br />

sfogo e una tollerabile forma di ‘distrazione’ per la popolazione avvinta e<br />

298 Tra il 1934 ed il 1935 e ancor di più negli anni successivi, in Italia sarà un continuo fiorire di riviste di<br />

critica e cultura cinematografica. Nel novero delle più famose e interessanti si ricordano «Intercine»,<br />

«Cine-Radio», «Cinema» che raggiungerà livelli notevolissimi sotto la direzione di Vittorio Mussolini, e<br />

ancora ricordiamo «Bianco e Nero», «Lo Schermo», «Film» – di marca spiccatamente fascista. Un<br />

interessante e accurato punto sulla situazione delle riviste specializzate di cinema sorte tra il ’34 ed il ’38,<br />

viene sviluppato da Gian Piero Brunetta in cit., pp. 213-230.<br />

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