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l'archivio fotografico - FedOA

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Oggi, queste riprese, oltre a rappresentare una fonte documentaria preziosa,<br />

come nel caso dei viaggi in Sicilia e Campania, possono essere considerate<br />

indubbiamente un materiale eccellente di studio delle tecniche di ripresa,<br />

seppur amatoriali, comunque di ottimo livello professionale.<br />

L’ascendente che, su Pagano ebbe l’universo cinematografico, si<br />

dimostrerà notevole e sfaccettato; de Seta, tra i critici, sarà uno dei primi ad<br />

evidenziarne la portata. Lo storico napoletano sottolinea infatti l’influenza<br />

suscitata sull’avida mente dell’istriano dalla cultura filmografico tedesca e<br />

soprattutto francese; Clair, Pabst, Dreyer ma in primo luogo Renoir 292 ,<br />

saranno i registi che più di altri cattureranno l’attenzione del Nostro 293 . La<br />

materia cinematografica rappresenterà per Pagano una ulteriore forma di<br />

‘sfogo’ per la sua insaziabile ingordigia culturale; non solo appassionato<br />

amateur della pellicola ma anche spregiudicato sperimentatore, l’architetto<br />

aderisce ad alcuni cineclub 294 – come verranno chiamati in quegli anni i<br />

gruppi cinefili – cui faranno parte diversi nomi illustri del mondo<br />

intellettuale contemporaneo come Peressutti e Banfi, tra gli architetti, ma<br />

anche Comencini – di cui Pagano diverrà notoriamente grande amico –,<br />

Lattuada, Pasinetti che influiranno profondamente sul giovane protagonista<br />

della cultura architettonica del XX secolo, ‘corrompendo’ indelebilmente la<br />

sua anima di fotografo, critico e ovviamente di architetto.<br />

Non può essere sottovalutato inoltre il fatto che Pagano in quegli anni<br />

gravitasse in un mondo pregno di stimoli provenienti in gran parte anche<br />

292 «Nel cinema la maggior passione di Pagano restava Renoir. E questo non sorprende affatto: nel<br />

realismo di Toni del 1935 – un titolo che si potrebbe trovare nel suo schedario <strong>fotografico</strong> – tutto si<br />

amalgama al filtro di una fotografia lucida e scarna in cui personaggi, ambiente e paesaggio fanno unico<br />

corpo nella lenta sequenza delle scene. Sono congeniali al gusto <strong>fotografico</strong> di Pagano lo spiccato<br />

interesse di Renoir per il mondo popolare, per le cose semplici, così bene evidenziate nei suoi primi film<br />

che hanno fatto parlare di una elegiaca ‘vena’ populista». C. de Seta (a cura di), Giuseppe Pagano<br />

fotografo, cit., p. 7.<br />

293 Il filone è quello del cinema realista internazionale che, dalle prime esperienze del cinema muto di<br />

registi come Pabst, René Clair, Dupont, King Vidor, giunge appunto alla scuola francese di Jean Renoir.<br />

Cfr. E. Taramelli, cit., p. 19.<br />

294 Dell’adesione di Pagano a questi cineclub ce ne parla de Seta. Cfr. C. de Seta (cura di), Giuseppe<br />

Pagano fotografo, cit., p. 7.<br />

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