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l'archivio fotografico - FedOA

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In Italia, la ricerca fotografica, seguirà sostanzialmente due opposte strade:<br />

il realismo da una parte e la lettura astratta del reale dall’altra, nel quale si<br />

inseriscono le esperienze di Veronesi e in altro modo dei futuristi. In un<br />

certo senso, la Metafisica pare riuscire a conciliare queste due differenti<br />

correnti. Affascinato di certo dalla ricerca estetica di De Chirico e<br />

compagni, Pagano rivela accenti metafisici nell’organizzazione e<br />

composizione degli spazi urbani, che poi sono spazi architettonici, in<br />

parecchie delle sue fotografie di città italiane 247 . Con questo non si vuol<br />

trovare nella logica compositiva delle sue architetture una matrice<br />

metafisica 248 , piuttosto si intende individuare tale matrice nella definizione<br />

fotografica di alcuni spazi urbani da lui ripresi.<br />

Per riconoscere questa componente metafisica nella ricerca iconografica di<br />

Pagano è necessario però fare un passo indietro, e puntare l’attenzione in<br />

primo luogo sull’idea di spazio urbano ricostruito nella pittura<br />

dechirichiana; scrive de Seta: «lo spazio urbano, strutturato<br />

prospetticamente, diventa l’affascinante e ossessiva trama» 249 delle tele di<br />

De Chirico. Ma, in questo suo spazio pittorico, l’uomo contemporaneo<br />

diventa «un birillo, un manichino, una musa inquietante, cosa tra cose più<br />

grandi di lui» 250 . In alcune città fotografate da Pagano riconosciamo questa<br />

stessa dimensione metafisica ricostruita nelle ‘visioni’ di De Chirico. La<br />

sua città, come quella del pittore, non si mostra «convulsa e violenta,<br />

247 Lo storico napoletano Cesare de Seta è stato indubbiamente uno dei primi studiosi a sottolineare<br />

l’apporto fondamentale della pittura metafisica sugli sviluppi dell’architettura del Novecento. Cfr. C. de<br />

Seta, La cultura architettonica in Italia tra le due guerre, cit. Lo storico napoletano invero sottolinea che<br />

«una architettura metafisica non esiste e sarebbe pretestuoso cercarla». C. de Seta, L’architettura degli<br />

anni Venti: da Milano a Roma, in Architetti italiani del Novecento, Laterza, Roma-Bari 1987.<br />

248 Scrive la Mazzucchelli: «nulla è meno conforme al temperamento di Pagano che un’idea metafisica<br />

dell’architettura»; ciò non toglie che egli possa aver sviluppato comunque una sensibilità metafisica che<br />

inciderà più o meno consapevolmente sulla sua idea di spazio urbano e <strong>fotografico</strong>. M. Mazzucchelli,<br />

Pagano architetto, in F. Albini, G. Palanti, A. Castelli, [a cura di], Giuseppe Pagano Pogatschnig …, cit.,<br />

p. 32.<br />

249 C. de Seta, Città futurista e città metafisica: lo spazio urbano nella pittura di Giorgio De Chirico, in<br />

La cultura architettonica in Italia…, cit., p. 70.<br />

250 Ivi.<br />

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