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l'archivio fotografico - FedOA

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italiano su quello dell’architetto istriano. Sostanzialmente la differenza più<br />

profonda tra i due, consiste nel fatto che, se per Veronesi la fotografia è<br />

uno dei mezzi utilizzati per ‘esplorare’ il mondo spingendosi fino ai limiti<br />

dell’astrattismo, per Pagano invece questo strumento rappresenta un<br />

oggetto autonomo utile per rappresentarlo e documentarlo oggettivamente.<br />

Nel frattempo, mentre Veronesi continua a indagare le plaghe<br />

dell’astrattismo, in Italia assume una connotazione sempre più concreta la<br />

ricerca dei futuristi, dai quali tra l’altro, l’artista milanese si terrà ben<br />

lontano. Non si può ignorare ad ogni modo, l’importanza che la cultura<br />

futurista avrà per la formazione dei giovani fotografi del nostro Paese 243 .<br />

Questa corrente d’avanguardia tutta italiana, seppure di breve durata,<br />

sperimenterà alcune delle più affascinanti espressioni della tecniche<br />

artistica ritagliandosi un notevole spazio anche nella fotografia 244 ,<br />

soprattutto in relazione alle ricerche sul movimento, attraverso il<br />

fotodinamismo 245 . Non si rileva comunque alcuna relazione tra la ricerca<br />

futurista e l’approccio <strong>fotografico</strong> di Pagano, che forse aveva già spinto la<br />

sua indagine oltre quella di questo gruppo d’avanguardia. D’altronde «per<br />

quanto profondo fosse il colpo inferto dal futurismo alla fitta trama della<br />

tradizione, esso esaurì la propria carica in un tempo certamente<br />

brevissimo» 246 .<br />

L’esperienza metafisica rappresenterà invece un momento importantissimo<br />

di conquista artistica per il percorso dell’architetto.<br />

243 Un saggio interessante sulla fotografia futurista è quello di C. Bertelli, Fotografi futuristi, in C.<br />

Bertelli, G. Bollati, Storia d’Italia – annali 2* – L’immagine fotografica 1845-1945, Einaudi, Torino<br />

1979, pp. 146-153.<br />

244 Nel 1930 viene pubblicato il Manifesto della fotografia futurista ad opera di Martinetti e Tato.<br />

245 «Con ogni probabilità, il primo artista futurista che ha avuto l’ambizione di esplorare la propria<br />

identità attraverso il mezzo <strong>fotografico</strong> è Umberto Boccioni. […] La rivoluzione estetica della fotografia<br />

futurista aveva una forte coscienza teorica e pragmatica. La loro è un’operazione perfettamente studiata e<br />

finalizzata completamente al risultato da ottenere, senza tuttavia poter progettare in anticipo l’esito<br />

puntuale dell’operazione». A. Madesani, cit., p. 90.<br />

246 C. de Seta, Da Metafisica a Novecento, in La cultura architettonica in Italia …, cit.<br />

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