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l'archivio fotografico - FedOA

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non ricordare il lavoro <strong>fotografico</strong> di incantevole bellezza realizzato dalla<br />

bravissima Tina Modotti 224 . Gli scatti di Pagano del mondo naturale<br />

subiscono indubbiamente l’influenza esercitata da queste esperienze<br />

internazionali: il ciclo dedicato agli Alberi e nello specifico agli Abeti o ai<br />

Clitumni, oppure le foto delle piante di Agave, dichiarano proprio questa<br />

stessa matrice di stampo espressionista. Ma nelle foto del nostro architetto<br />

si aggiunge alla ricerca una ragione in più, lo sguardo è teso a catturare,<br />

della natura, quell’ordine insito nel caos. Dover cogliere anche in un<br />

particolare il suo carattere geometrico, o magari quel punto in cui la natura<br />

si manifesta in tutta la sua potenza, diviene per Pagano una necessità<br />

incontrovertibile. In alcuni scatti appartenenti al gruppo intitolato Agave ad<br />

esempio, il punto di vista cade spesso nella sezione della pianta in cui le<br />

foglie si diramano a formare il fiore, cioè nel punto in cui l’universo si<br />

manifesta magistralmente in tutta la sua complessa perfezione. A questa<br />

divina perfezione fa però da contrappunto il passaggio distruttivo<br />

esalta essenzialmente la forma del soggetto, di qualunque soggetto si tratti; per questo riprende con la<br />

medesima forza espressiva materiale botanico, architettura industriale, fili elettrici, animali, paesaggi. È<br />

considerato dalla maggior parte della critica il rappresentante tedesco della ‘fotografia diretta’ americana,<br />

ma il suo è un taglio del tutto particolare, molto attento ai dettagli che compongono il tutto, esaltati nei<br />

suoi scatti da un uso sapiente del mezzo <strong>fotografico</strong> e dalle raffinate tecniche di stampa. Numerosi i libri<br />

pubblicati e le mostre a lui dedicate. A. Madesani, cit.<br />

224 Assunta Saltarini Modotti (1896-1942), detta Tina, è la fotografa italiana della prima metà del XX<br />

secolo più interessante nell’ambito del panorama contemporaneo. Famosa anche per essere stata<br />

compagna e modella di Edward Weston, scopre la sua passione per la fotografia proprio insieme al già<br />

noto maestro, pur essendosi indubbiamente guadagnata in seguito un posto autonomo di assoluto rilievo<br />

nella storia della fotografia. Attiva rivoluzionaria, trascorrerà quasi tutta la vita a combattere contro le<br />

iniquità del governo messicano. Tra i compagni di battaglia nomi illustri del calibro di Diego Rivera e<br />

Frida Cahlo cui scatterà una delle sue fotografie più intense. Le prime immagini realizzate risalgono al<br />

1924-25 e hanno come oggetto fiori e piante. Le fotografie cui dà vita, sono cariche di una forza<br />

espressiva di indubbia bellezza, di una sensualità mai conquistata prima. In seguito alla conclusione del<br />

suo rapporto con Weston e soprattutto in seguito all’accrescersi dell’impegno politico, muta<br />

profondamente il suo modo di ‘sentire’ la realtà che la circonda e di conseguenza cambia il modo di<br />

rappresentarla; la sua attenzione si sposta sui paesaggi, le architetture, l’uomo, in una ricerca che la porta<br />

man mano a indagare il mondo nelle sue pieghe più inaspettate e dolorose. Sono gli anni della denuncia<br />

sociale dell’arte messicana e la Modotti si unisce a quelle voci che, attraverso le varie forme di<br />

rappresentazione, cercano di esprimere il dolore di un paese. Muore d’infarto in un taxi a Città del<br />

Messico, di ritorno da una cena a casa di Hannes Mayer, noto architetto (direttore della scuola del<br />

Bauhaus dopo Gropius), concludendo una vita da passionaria, da artista, da eroina. Cfr. anche A.<br />

Madesani, cit.<br />

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