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l'archivio fotografico - FedOA

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Anche Man Ray 222 , fotografo e pittore americano che lavora a Parigi a<br />

partire dal 1921, rappresenta un capitolo importante della ‘Nuova<br />

Fotografia’. Le sue foto dall’anima surrealista, esprimono emozioni e<br />

suggestioni che aprono nuovi universi di indagine visuale: i suoi primi<br />

piani fortemente illuminati, i nudi splendenti, i volti sognanti e le immagini<br />

fatte di ombre e tracce di luce faranno di lui un esponente di spicco della<br />

fotografia del primo Novecento, nonché uno dei fotografi più importanti di<br />

tutti i tempi.<br />

Come Blossfeldt, anche tra i temi indagati da Man Ray ci sarà l’universo<br />

floreale. In generale un po’ tutta la cultura fotografica rimarrà<br />

profondamente affascinata da questo tema, che darà il via ad un ciclo<br />

<strong>fotografico</strong> molto più espressivo che obiettivo. Riprendendo infatti,<br />

attraverso primi piani spesso molto ravvicinati, sommità degli alberi, semi,<br />

fiori, virgulti e boccioli, si ottenevano immagini spesso lontane<br />

dall’effettiva realtà delle cose, tendendo piuttosto a ricostruire una visione<br />

organica e talvolta surreale della forza vitale e potente, persino minacciosa,<br />

presente in natura. La realtà più ‘banale’ delle cose veniva quindi<br />

esasperata e portata alle sue estreme conseguenze nel divenire di un’analisi<br />

sempre più complessa. Tra i fotografi che sviluppano questo soggetto,<br />

ritroviamo oltre Man Ray e Karl Blossfeldt anche lo stesso Moholy-Nagy,<br />

Grete Stern e Albert Ranger-Patzsch 223 ; tra gli autori italiani impossibile<br />

222 Man Ray è un fotografo e teorico statunitense (1890-1976), che avrà la sua prima occasione espositiva<br />

nella galleria 291 di New York di Alfred Stieglitz, il primo a riconoscerne la grandezza. Inizia a lavorare<br />

a Parigi dove, tra le altre cose si interesserà di fotografia di moda. Sua sarà l’invenzione della rayografia e<br />

i primi esperimenti di solarizzazione dell’immagine. Autore di saggi e scritti di grande interesse, così ci<br />

racconta la sua idea di fotografia: «Il fotografo non è limitato soltanto al ruolo di copista. È un<br />

meraviglioso esploratore di quegli aspetti che la nostra retina non registrerà mai e che, ogni giorno,<br />

infliggono così’ crudeli smentite agli idolatri delle visioni conosciute, così poco numerose e delle quali il<br />

giro è stato fatto beh prima che un navigatore audace non faccia il giro del mondo. Ho tentato di afferrare<br />

quelle visioni che il crepuscolo o la luce troppo viva o la loro fugacità o la lentezza del nostro apparato<br />

oculare derubano ai nostri sensi. Sono però sorpreso, spesso affascinato, a volte letteralmente ‘rapito’». A.<br />

Madesani, cit., p. 85. Un’interessante monografia sull’artista è stata realizzata da C. de Seta, Ray Man,<br />

Art&, Udine 1989.<br />

223 Di origini tedesche (1897-1966), Albert Ranger-Patzsch, si dimostrerà un osservatore puntuale, un<br />

intellettuale brillante, nonché un vero esteta della fotografia. La sua è una fotografia plastica, in cui si<br />

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