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l'archivio fotografico - FedOA

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a modo mio e per me. […] Un’Italia di poche parole, fatta di paesaggi<br />

ricchi d’inesauribile fantasia plastica: l’Italia provinciale e rude, che dà<br />

lievito al mio temperamento moderno assai più delle accademie e dei<br />

compromessi delle grandi città» 17 . Un’Italia ‘a modo mio e per me’ dice<br />

Pagano, quasi una dichiarazione d’intenti la sua, che nemmeno tanto<br />

velatamente afferma di opporre questa sua immagine a un’altra, quella<br />

imposta dal regime; eppure il difficile percorso di affrancamento dalla fede<br />

fascista, avverrà in Pagano in maniera molto graduale e non da subito<br />

consapevole; il suo percorso di conversione sarà combattuto e pieno di<br />

ripensamenti seppure inesorabile. L’architetto non vivrà la caduta del<br />

regime semplicemente come il fallimento di una fase politica ma come un<br />

fallimento personale, il tradimento estremo di ogni sua fede. Scrive Giulia<br />

Veronesi: «Era un sentimentale, un generoso e caldo tribuno, e un uomo<br />

probo. Se del fascismo si servì, fu per servire un ideale, non il proprio<br />

interesse: Pagano morì povero, e sempre fu sprezzante di onorificenze e di<br />

onori» 18 . Non è condiscendenza passiva o aspirazione alla gloria storica a<br />

indurre la fede fascista in Pagano secondo la Veronesi, ma una convinzione<br />

sincera e onesta che attraverso il consenso e l’appoggio della dittatura si<br />

potesse ‘fare’ realmente architettura 19 . La storia ci insegna il contrario, ma<br />

quello che Persico aveva intuito da subito 20 , per Pagano sarà invece una<br />

consapevolezza raggiunta e maturata solo dopo anni di speranze disilluse.<br />

Molti giovani colleghi dell’istriano, straordinari intellettuali, pagheranno<br />

con la vita l’insensatezza di quegli anni scellerati: Banfi, Belgiojoso,<br />

17 G. Pagano, Un cacciatore d’immagini, in «Cinema», dicembre 1938.<br />

18 G. Veronesi, Giuseppe Pagano, in Difficoltà politiche …, cit., p. 54.<br />

19 «[…] Abbiamo dovuto conoscere anche noi la rabbia di non poter urlare “basta!”, la sopportazione di<br />

compromessi odiosissimi, la mescolanza con persone, cose e atteggiamenti non certo esemplari, pur di<br />

difendere qualche brandello delle nostre speranze e salvare, in qualche modo, la nostra libertà di artisti e<br />

riuscire a tradurre in realtà almeno qualche frammento dei nostri sogni». G. Pagano, La nostra posizione,<br />

«Costruzioni-Casabella», n. 188, agosto 1943.<br />

20 Persico, convinto antifascista sin da giovanissimo, non riporrà mai alcuna fiducia nel regime ed avrà<br />

sempre un atteggiamento risolutamente critico nei confronti delle convinzioni politiche dell’amico e<br />

collega.<br />

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