l'archivio fotografico - FedOA
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che non appare. Nell’ottavo volume nella collana dei «Bauhausbücher» 202 ,<br />
intitolato Pittura Fotografie Film, pubblicato per la prima volta nel 1925,<br />
l’autore dà vita ad un’opera di indubbia audacia, che avvia un nuovo corso<br />
della cultura fotografica, riconoscendo per la prima volta la potenzialità del<br />
mezzo ai fini di un ampliamento della nostra visione.<br />
«L’inevitabile brancolare in forme di conformazione ottica tradizionale è<br />
adesso dietro di noi e non deve più ostacolare la nuova attività.[…] Il<br />
quadro tradizionale è entrato nella storia e ormai superato. Occhi e orecchie<br />
aperte si appagano ad ogni istante con la ricchezza di meraviglie ottiche e<br />
fonetiche. Ci vorranno ancora alcuni anni di vitali progressi, e ancora<br />
alcuni fautori entusiasti delle tecniche fotografiche, dopodiché diverrà<br />
acquisizione comune il fatto che la fotografia sia stata uno dei fattori più<br />
importanti che hanno dato inizio a una nuova vita» 203 .<br />
Risulta quanto mai evidente la rivoluzione compiuta dalla disciplina<br />
fotografica che, nel giro di pochi anni, perviene ad una complessità e un<br />
avanzamento tecnico che è possibile osservare in poche altre espressioni<br />
artistiche contemporanee.<br />
Così, gli approcci profondamente differenti dei due docenti di fotografia<br />
del Bauhaus, Laszlo Moholy-Nagy e Walter Peterhans, convergono alla<br />
formazione di una duplice anima fotografica all’interno della scuola<br />
tedesca, che coincide poi con la doppia anima della fotografia<br />
contemporanea internazionale 204 .<br />
202 La collana dei «Bauhausbücher» viene fondata da Walter Gropius e Laszlo Moholy-Nagy.<br />
203 Sulle possibilità e le esigenze tecniche, in Laszlo Moholy-Nagy, Pittura Fotografia …, cit., pp. 42-43.<br />
204 «In contrasto con lo sguardo irrequieto di quest’ultimo (si parla di Moholy), Peterhans ritraeva soggetti<br />
avvolti in un’atmosfera totalmente contemplativa, e attribuiva importanza alla precisione tecnica e<br />
all’accuratezza dell’esecuzione. Mentre Moholy nei suoi esperimenti scandagliava i confini del medium,<br />
il nuovo maestro del Bauhaus era invece interessato a una rappresentazione adeguata, persino utile, della<br />
realtà concreta. La capacità di rappresentare il mondo degli oggetti in maniera appropriata e precisa –<br />
davvero “oggettiva” – al di là di qualsiasi divagazione soggettiva o artistica, per Peterhans era il punto di<br />
partenza per poter impiegare questa tecnica in contesti pratici ed economici». J. Fiedler, P. Feierabend (a<br />
cura di), cit., p. 519.<br />
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