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La borsadellaspesa - ACSI

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<strong>La</strong> borsa della spesa<br />

2.2012 18<br />

Padova<br />

grün verde vert<br />

Non conto le volte in cui il treno si fermava a Padova. Aspettavo<br />

Venezia, mai pensato di scendere. Padova la collegavo al Santo.<br />

Quante volte avevo rimproverato mia madre per i cassetti poco ordinati<br />

e lei, quando non trovava qualcosa, era pronta ad una preghiera<br />

a Sant’Antonio, l’estrema risorsa. Lui avrebbe provveduto.<br />

Allora non capivo. Poche settimane fa sono tornato a Vrin. Era<br />

inondato di luce e ho camminato beato fino a S.Giusep, piccola frazione<br />

dove la strada finisce. Ho visto una deliziosa chiesetta che invitava<br />

a una visita. Sulla destra, sorpresa: una statua di<br />

Sant’Antonio. Era arrivato fin lì. Quasi un segnale. Era il momento<br />

di scendere a Padova.<br />

1. Il viaggio. Agevole. Un paio d’ore di treno da Milano. Ogni<br />

mezzora ce n’è uno. Si può fare tutto in un giorno e forse questo<br />

è un limite. Padova ha molto da offrire. Si può combinare<br />

con Vicenza, o Trieste o Venezia per formidabile poker o tris veneto<br />

sbancando i costi di viaggio e gustandola senza fretta.<br />

2. Il Santo. <strong>La</strong> Piazza con la Basilica, uno dei santuari più venerati<br />

del mondo cristiano. Ovviamente l’emozione della visita è correlata<br />

strettamente alla religiosità di ciascuno. Sono entrato di<br />

fretta, con una punta di sufficienza. Ma a tanto fervore, tanta<br />

fede, tanti ex voto, tante foto, tante mani che si avvicinano per<br />

sfiorare il marmo della tomba è difficile rimanere indifferenti.<br />

3. Piazza delle Erbe. Cuore della città. Vi si tiene il quotidiano mercato<br />

ortofrutticolo. Su un lato è chiusa dal Palazzo della<br />

Ragione, “capolavoro dell’architettura civile europea di età comunale”.<br />

Ma le bancarelle sono così colorate e piene di vita da<br />

monopolizzare lo sguardo. Il mio è finito sul radicchio rosso di<br />

Treviso (3,3 € al kg) tanto che non ho potuto resistere alla tentazione<br />

di portarmene a casa alcuni cespi, provvidenzialmente<br />

sistemati poi in una borsa di iuta comprata all’università, con<br />

tanto di stemma e frase di Galileo.<br />

4. Università. Il cuore di Padova. Nasce nel 1222, oggi ha 65000<br />

studenti, 2400 docenti, vi insegnava Galileo. Nel 1595 era stato<br />

inaugurato il teatro anatomico, il primo al mondo: un cono<br />

rovesciato strettissimo in cui si affollavano un centinaio di studenti<br />

in piedi per assistere alla dissezione di un cadavere; nel<br />

1678 Elena Lucrezia Corsaro Pisapia è stata la prima donna al<br />

mondo ad ottenere la laurea. Cinque Euro per la visita guidata<br />

generano queste annotazioni.<br />

5. Orto Botanico. <strong>La</strong> piantina degli itinerari su cui camminare, con<br />

tempi di percorrenza la ricevete gratuitamente dall’ente del turismo<br />

e subito si può progettare il percorso.<br />

6. Tranvia. Conquista recente, inaugurata nel 2007.<br />

Un’evoluzione del tram, perché è a monorotaia. Consiglio vivamente<br />

un giretto. Le vetture sono nuove e panoramiche, permettono<br />

di farsi un’idea della città anche al di fuori delle mete<br />

Le mete “verdi” della BdS.<br />

Buon viaggio!<br />

più battute. Si riprende fiato in periferia e poi si è pronti per una<br />

seconda passata in centro.<br />

7. Il ghetto. In quest’area centralissima della città si cammina deliziosamente<br />

sulle stradine acciottolate con caffé, ristoranti, bar e<br />

slarghi in cui fermarsi a chiacchierare. <strong>La</strong> piacevolezza che il<br />

ghetto oggi trasmette non deve far dimenticare i tempi cupi, come<br />

ricorda la lapide al numero civico 26, dove vi era la sinagoga:<br />

“Edificio distrutto dall’odio antisemita nel maggio 1943.<br />

Ricostruito dagli ebrei di Padova. 1998”.<br />

8. Ufficio turistico. Il sito del comune (www.padovaturismo.it ) è<br />

ricchissimo di spunti e documentazione. Ma una sosta nell’ufficio,<br />

proprio dietro il caffè Petrocchi, è una scelta avveduta, tante<br />

sono le indicazioni che il personale è in grado di fornire. Si esce<br />

con una robusta dose di materiale informativo e con mille idee<br />

su come gustare città e dintorni<br />

9. Prato della Valle. Fantastico spazio libero. È più di una piazza,<br />

ma se restiamo nella categoria è una delle più grandi in Europa.<br />

Al centro un isolotto ellittico, attorno al quale scorre un canale<br />

ovale sulle cui sponde vi è un doppio anello di statue. Non bisogna<br />

aver fretta, come è capitato a me. Posto perfetto per fermarsi,<br />

sedersi, guardare la vita che scorre attorno.<br />

10. Cappella degli Scrovegni. Il capolavoro di Giotto. Sulla Rogh<br />

Guide, tra le 31 cose da non perdere nel caso di un viaggio in<br />

Italia. Complicato entrarci, occorre prenotarsi, presentarsi in anticipo<br />

e stare venti minuti in una gabbia di vetro per decontaminarsi<br />

e non portare umidità nella cappella. Poi, se Jovanotti concede,<br />

è il più grande spettacolo dell’universo dopo il big bang.<br />

Informazioni pratiche<br />

Costo –Biglietteria ferroviaria in franchi:<br />

Chiasso–Milano Tilo: 5.50<br />

Milano–Padova AR Eurostar 76.00<br />

Milano–Chiasso Eurocity 15.00<br />

Padova Card<br />

Consigliata, permette accesso ai musei,<br />

in particolare alla cappella Scrovegni e Orto botanico<br />

nonché libera circolazione sui mezzi pubblici: 17 €<br />

Visita guidata Università: 5 €<br />

Pranzo<br />

Testato l’Anfora, segnalata nelle guida delle Osteria d’Italia con un’ottima<br />

recensione. È nel ghetto, centralissima. Ottima cucina, però ressa sul<br />

mezzogiorno, piuttosto oscura, servizio spartano. Non ideale per un po’<br />

di relax. Ho scelto dal menù: ottimi bigoli con sarde, contorno di verdure,<br />

bicchiere di vino: 18.50 €<br />

Nota Conclusiva<br />

Vi è molto altro, ovviamente, a Padova. Lo scoprirete da soli!<br />

GIUSEPPE VALLI

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