rapporto - Comune di Pescara
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COMUNE DI PESCARA PIANO PARTICOLAREGGIATO N° 7 “POLO DIREZIONALE” RAPPORTO AMBIENTALE (ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Art. 13) Il tecnico incaricato Arch. Romina Raulli L’Aquila, Ottobre 2012
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COMUNE DI PESCARA<br />
PIANO PARTICOLAREGGIATO N° 7<br />
“POLO DIREZIONALE”<br />
RAPPORTO AMBIENTALE<br />
(ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Art. 13)<br />
Il tecnico incaricato<br />
Arch. Romina Raulli<br />
L’Aquila, Ottobre 2012
COMUNE DI PESCARA<br />
PIANO PARTICOLAREGGIATO n. 7<br />
RAPPORTO AMBIENTALE<br />
INDICE<br />
PREMESSA 1<br />
CAPITOLO I: OGGETTO E NATURA DELLA VAS 2<br />
1.1 Riferimenti generali e normativi sulla VAS 2<br />
1.2 Metodologia Operativa per la VAS 4<br />
1.3 In<strong>di</strong>viduazione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA) 7<br />
1.4 Esiti della fase <strong>di</strong> Scoping 8<br />
CAPITOLO II: INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI DI<br />
SOSTENIBILITA’/COMPATIBILITA’ 10<br />
2.1 I criteri <strong>di</strong> sostenibilità della Comunità Europea 10<br />
2.2 I criteri <strong>di</strong> sostenibilità/compatibilità sovra-or<strong>di</strong>nati 12<br />
2.3 Orientamenti iniziali dell’Amministrazione Comunale per l’area del PP7 14<br />
CAPITOLO III: AMBITO DI INFLUENZA DEL PP7: ANALISI DI CONTESTO 15<br />
3.1 Inquadramento dell’ambito territoriale 15<br />
3.2 Descrizione del quadro conoscitivo 16<br />
3.2.1. Popolazione e società 17<br />
3.2.2. Struttura produttiva 23<br />
3.2.3. Elementi paesaggistici e urbanistici 27<br />
3.2.4. Elementi idrogeologici 31<br />
3.2.5. Qualità dell’aria 35<br />
3.2.6. Energia 35<br />
3.2.7. Rifiuti 35<br />
3.2.8. Rischio antropogenico 36<br />
3.2.9. Mobilità 37<br />
3.2.10. Clima acustico 41<br />
3.3 Sintesi degli elementi <strong>di</strong> criticità/sensibilità 43<br />
I
CAPITOLO IV. IL QUADRO DI RIFERIMENTO PIANIFICATORIO E<br />
PROGRAMMATICO 44<br />
4.1 Pianificazione/Programmazione Regionale 44<br />
4.2 Pianificazione/Programmazione Provinciale 63<br />
4.3 Pianificazione/Programmazione Comunale 66<br />
4.4 Regime vincolistico esistente 75<br />
4.5 Esiti della matrice <strong>di</strong> coerenza esterna 79<br />
CAPITOLO V. OBIETTIVI GENERALI DEL PP7 E<br />
VALUTAZIONE PRELIMINARE 81<br />
5.1 Caratteri del PP7 – Polo Direzionale 81<br />
5.2 La valutazione strategica nella costruzione del PP7 88<br />
5.3 Rapporto tra PP7 e PRG del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> 90<br />
5.4 Scenari e alternative possibili 96<br />
5.5 Proposta <strong>di</strong> piano 97<br />
5.6 Fattori <strong>di</strong> pressione 110<br />
CAPITOLO VI. ESITI DELLA VALUTAZIONE 111<br />
6.1 In<strong>di</strong>viduazione dei possibili impatti del PP7 111<br />
6.2 Schede <strong>di</strong> stima degli impatti 125<br />
6.2.1. Impatti specifici 126<br />
6.3 Misure <strong>di</strong> mitigazione e compensazione 133<br />
CAPITOLO VII. IL MONITORAGGIO NELLA GESTIONE DEL PIANO 140<br />
7.1 Finalità del monitoraggio 140<br />
7.2 In<strong>di</strong>catori selezionati 144<br />
BIBLIOGRAFIA 149<br />
SINTESI NON TECNICA DEL RAPPORTO AMBIENTALE<br />
II
ALLEGATI<br />
Allegato I – Contributi ACA fase <strong>di</strong> Scoping<br />
Allegato II – Elaborati Piano Particolareggiato n. 7<br />
III
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Premessa<br />
Il Piano Particolareggiato n. 7 (in seguito PP7), denominato “Polo Direzionale” è un piano<br />
attuativo <strong>di</strong> iniziativa pubblica, conforme alle previsioni del PRG vigente del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>,<br />
destinato, nella Zona B “aree totalmente o parzialmente e<strong>di</strong>ficate, a sottozona B7 “trasformazione<br />
integrale”. L’area coinvolta dal Piano è tra le aree limitrofe alle aree centrali della città che, per<br />
caratteristiche e ubicazione, sono destinate a una completa trasformazione urbanistica finalizzata<br />
a realizzare un <strong>di</strong>verso impianto urbano cui è attribuito specifico ruolo nella organizzazione del<br />
territorio 1 .<br />
L’area in oggetto, localizzata a cavallo dei quartieri <strong>di</strong> San Donato e <strong>Pescara</strong> Portanuova -<br />
compresa tra il tracciato ferroviario in elevazione, la casa circondariale e la strada Comunale Piana<br />
– ha una estensione <strong>di</strong> circa 19,5 ha. Tale area è caratterizzata da vaste aree libere non e<strong>di</strong>ficate<br />
e dalla presenza <strong>di</strong> numerose strade che insieme al tracciato della ferrovia rappresentano uno dei<br />
problemi <strong>di</strong> tale ambito. Altra problematica del territorio in esame è il forte degrado dovuto alla<br />
presenza <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse, aree da bonificare ed e<strong>di</strong>lizia qualitativamente molto bassa.<br />
Negli ultimi quin<strong>di</strong>ci anni questa zona della Città ha visto la realizzazione <strong>di</strong> importanti<br />
interventi <strong>di</strong> riqualificazione urbana che ne hanno trasformato ra<strong>di</strong>calmente il contesto morfologico,<br />
funzionale ed economico. I lavori relativi ai vari Programmi <strong>di</strong> Recupero Urbano a<strong>di</strong>acenti l’ambito<br />
del PP7 - “P.R.U. ex Molino e Pastificio De Cecco”, “P.R.U. ex Sipes-San Donato”, “Me<strong>di</strong>terranea<br />
Life” e il “P.U.E. 8.25” – sono ormai ultimati.<br />
Appare quin<strong>di</strong> evidente la necessità <strong>di</strong> completare la riqualificazione della zona con un<br />
progetto unitario finalizzato a dare più organicità e meno frammentarietà agli interventi realizzati, e<br />
nel contempo a dare attuazione a un intervento urbanistico in grado <strong>di</strong> elevare il sito a rango <strong>di</strong><br />
nuova centralità e centro integrato per servizi, attività terziarie e <strong>di</strong>rezionali <strong>di</strong> livello urbano e<br />
territoriale.<br />
1 Fonte: Art. 37, comma 1 NTA del PRG del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Capitolo I<br />
Oggetto e natura della VAS<br />
1.1 Riferimenti generali e normativi sulla VAS<br />
La Valutazione Ambientale Strategica <strong>di</strong> piani e programmi (VAS) è stata introdotta<br />
dalla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27/06/01 con<br />
l’obiettivo “<strong>di</strong> garantire un elevato livello <strong>di</strong> protezione dell’ambiente e <strong>di</strong> contribuire<br />
all’integrazione <strong>di</strong> considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione <strong>di</strong> piani<br />
e programmi al fine <strong>di</strong> promuovere lo sviluppo sostenibile” (Articolo 1).<br />
Nello spirito del provve<strong>di</strong>mento comunitario, la procedura <strong>di</strong> VAS si configura come<br />
un processo continuo che si integra nel parallelo processo <strong>di</strong> pianificazione a partire dalle<br />
fasi iniziali <strong>di</strong> elaborazione del nuovo piano, fino alla sua fase <strong>di</strong> attuazione e monitoraggio,<br />
coniugando la <strong>di</strong>mensione ambientale con quella economica e sociale.<br />
La <strong>di</strong>rettiva prevede che la VAS trovi espressione nel Rapporto Ambientale, elaborato<br />
che costituisce parte integrante degli atti <strong>di</strong> pianificazione e che riporta gli esiti dell’intero<br />
percorso <strong>di</strong> valutazione ambientale. In particolare, il Rapporto Ambientale in<strong>di</strong>ca le modalità<br />
<strong>di</strong> integrazione della valutazione ambientale nel Piano e le alternative considerate, in<strong>di</strong>vidua,<br />
descrive e valuta gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere<br />
sull’ambiente alla luce degli obiettivi prefissati (in<strong>di</strong>candone le eventuali misure <strong>di</strong> mitigazione<br />
e/o compensazione) e infine presenta un opportuno sistema <strong>di</strong> monitoraggio dello stato<br />
dell’ambiente nel tempo.<br />
A livello nazionale, alla VAS dei piani e programmi è de<strong>di</strong>cato l’intero Titolo II del<br />
D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 e ss.mm.ii. Nella Regione Abruzzo il recepimento della VAS è<br />
avvenuto per mezzo dei seguenti <strong>di</strong>spositivi normativi:<br />
Legge Regionale 9 agosto 2006, n. 27 “Disposizioni in materia ambientale”;<br />
DGR 19 Febbraio 2007, n. 148 “Disposizioni concernenti la Valutazione<br />
Ambientale Strategica <strong>di</strong> piani e programmi regionali”;<br />
DGR 13 agosto 2007, n. 842 “In<strong>di</strong>rizzi concernenti la Valutazione Ambientale<br />
Strategica (VAS) <strong>di</strong> Piani <strong>di</strong> competenza degli Enti Locali ricadenti nel territorio<br />
regionale”;<br />
Circolare del 31 luglio 2008, Prot. n. 19565 “Competenze in materia <strong>di</strong><br />
Valutazione Ambientale Strategica. Chiarimenti interpretativi”;<br />
Circolare del 2 settembre 2008 “Definizione delle competenze in materia <strong>di</strong><br />
Valutazione Ambientale Strategica per i Piani <strong>di</strong> assetto naturalistico (PAN)”;<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Circolare del 18 <strong>di</strong>cembre 2008, Prot. n. 30766 “In<strong>di</strong>viduazione delle Autorità con<br />
Competenza Ambientale nella struttura regionale”;<br />
Circolare del 17 Dicembre 2010 Prot. n. 14582/10 “Chiarimenti interpretativi su<br />
alcuni aspetti del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica VAS”;<br />
Circolare del 18 gennaio 2011 Prot. n. 528 “Competenze in materia <strong>di</strong> valutazione<br />
ambientale strategica - Ulteriori chiarimenti interpretativi”.<br />
La procedura <strong>di</strong> VAS attivata si sviluppa secondo la seguente articolazione generale:<br />
Avvio del proce<strong>di</strong>mento e attivazione delle forme partecipative;<br />
Redazione del Rapporto Preliminare ex Art.13, com 1 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii.<br />
(Fase <strong>di</strong> Scoping.);<br />
Consultazione delle Autorità con Competenze Ambientale (ACA) in merito al<br />
Rapporto Preliminare;<br />
Elaborazione del Rapporto Ambientale;<br />
Consultazione del pubblico e delle ACA;<br />
Analisi dei risultati delle consultazioni;<br />
Elaborazione del Parere Motivato;<br />
Messa a <strong>di</strong>sposizione delle informazioni sulle decisioni;<br />
Monitoraggio.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
1.2 Metodologia operativa per la VAS<br />
L’applicazione della VAS nel processo pianificatorio è <strong>di</strong> recente attuazione e<br />
pertanto in materia si possiede una esperienza limitata. Le metodologie generali che<br />
vengono normalmente utilizzate per la valutazione ambientale dei progetti (stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> impatto<br />
ambientale), che godono <strong>di</strong> una esperienza <strong>di</strong> gran lunga maggiore e pertanto più strutturata,<br />
possono, in linea <strong>di</strong> principio, essere utilizzate solo per alcuni passaggi della valutazione dei<br />
piani circa le decisioni strategiche. Si rendono necessari, infatti, specifici adattamenti che<br />
tengano conto della <strong>di</strong>versa articolazione temporale del processo e pertanto non è<br />
ipotizzabile una semplice trasposizione metodologica.<br />
In linea generale si può affermare che la VAS ha la finalità <strong>di</strong>:<br />
porre particolare attenzione a identificare le <strong>di</strong>mensioni e la significatività degli<br />
impatti a livello <strong>di</strong> dettaglio appropriato;<br />
stimolare l’integrazione delle conclusioni della VAS nelle decisioni circa i piani e<br />
programmi in esame;<br />
assicurare che il grado <strong>di</strong> incertezza sia sempre sotto controllo in ogni momento<br />
del processo <strong>di</strong> valutazione.<br />
Questo perché la VAS non è solo uno strumento valutativo, ma è parte integrante del<br />
percorso <strong>di</strong> formazione del piano e <strong>di</strong> fatto ne <strong>di</strong>venta elemento costruttivo, gestionale e <strong>di</strong><br />
controllo.<br />
È importante sottolineare come i processi decisionali riferiti ai piani siano "flui<strong>di</strong> e<br />
continui", e quin<strong>di</strong> la VAS, per essere realmente efficace e influente, deve intervenire nelle<br />
<strong>di</strong>verse fasi caratterizzanti il piano, con modalità <strong>di</strong> volta in volta opportunamente concordate.<br />
Il significato chiave della VAS, infatti, è costituito dalla sua capacità <strong>di</strong> integrare e rendere<br />
coerente il processo <strong>di</strong> pianificazione, orientandolo verso la sostenibilità. Si specifica, inoltre,<br />
che la VAS è uno strumento e non un nulla osta. Certamente occorre approfon<strong>di</strong>re gli aspetti<br />
conoscitivi, ma senza fare del rigore analitico o procedurale un requisito fine a se stesso, con<br />
il rischio <strong>di</strong> vanificare il processo complessivo. Seguendo questa logica l’attenzione si sposta<br />
dalla ricerca della metodologia perfetta alla definizione e comprensione del percorso<br />
decisionale, per ottenere risultati che - come la stessa norma richiede - siano innanzitutto<br />
efficaci. Così facendo, la VAS rappresenta uno strumento <strong>di</strong> supporto per il decisore: ciò<br />
permette <strong>di</strong> avere una impostazione che prevede il ricorso a continui feedback sull’intero<br />
processo.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fatta tale premessa, la VAS deve essere intesa più come uno strumento <strong>di</strong> aiuto alla<br />
formulazione del piano, che come elaborato tecnico autonomo. La preparazione del<br />
documento, ossia del <strong>rapporto</strong> finale, è la conseguenza del percorso <strong>di</strong> VAS che si è<br />
espletato. Tale <strong>rapporto</strong> dovrebbe essere visto soprattutto come una testimonianza del<br />
processo utilizzato e dei contenuti che ne sono scaturiti, reso <strong>di</strong>sponibile per future revisioni.<br />
Se la VAS è così interpretata, il <strong>rapporto</strong> finale dovrà essere un documento conciso,<br />
con in<strong>di</strong>cazioni chiare sui seguenti argomenti:<br />
proposta e contesto programmatico e pianificatorio <strong>di</strong> riferimento;<br />
alternative possibili;<br />
conseguenze ambientali e loro comparazione;<br />
<strong>di</strong>fficoltà incontrate nella valutazione e incertezze dei risultati;<br />
raccomandazioni per l’attuazione della proposta, or<strong>di</strong>nate secondo una scala <strong>di</strong><br />
priorità;<br />
in<strong>di</strong>cazioni per gli approfon<strong>di</strong>menti e per il monitoraggio dopo che la decisione è<br />
stata presa.<br />
Al fine <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un riferimento metodologico e scientifico con<strong>di</strong>viso, la<br />
struttura metodologica generale assunta per la VAS del PP7 prende spunto dal progetto<br />
internazionale <strong>di</strong> ricerca ENPLAN “Evaluation Environnemental des Plans et Programmes”,<br />
finalizzato a definire una metodologia comune <strong>di</strong> applicazione della Valutazione Ambientale<br />
Strategica (VAS) ai piani e programmi. I riferimenti teorici esposti nel testo si limitano ai soli<br />
passaggi utili alla presentazione delle <strong>di</strong>verse analisi e valutazioni che si sono utilizzate in<br />
fase <strong>di</strong> redazione del Rapporto Ambientale, mentre per ogni ulteriore approfon<strong>di</strong>mento<br />
relativo agli aspetti metodologici è possibile rimandare a quanto esposto, con ampia<br />
trattazione, nelle Linee Guida del progetto <strong>di</strong> ricerca citato 1 .<br />
Per quanto attiene il Piano in esame, il percorso <strong>di</strong> VAS si è avviato nella fase<br />
preliminare del processo <strong>di</strong> pianificazione, attraverso un confronto e uno scambio reciproco<br />
<strong>di</strong> informazioni tra esperti <strong>di</strong> tematiche ambientali, Amministrazione Comunale, e urbanisti.<br />
Di seguito si riporta lo schema metodologico generale che si è attivato per la VAS<br />
definendone le tappe fondamentali:<br />
1 http://www.interreg.enplan.org<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Schema metodologico<br />
Verifica preliminare degli orientamenti del PP7 e integrazione della <strong>di</strong>mensione ambientale attraverso i primi confronti<br />
con gli esperti ambientali;<br />
Primo confronto con le Autorità Competenti in materia Ambientale in occasione della redazione del Rapporto<br />
Preliminare, finalizzato alla con<strong>di</strong>visione della metodologia generale VAS;<br />
Elaborazione del quadro conoscitivo ed eventuale perfezionamento degli obiettivi generali <strong>di</strong> Piano;<br />
Verifica dello scenario strategico <strong>di</strong> Piano, valutazione <strong>di</strong> coerenza esterna e sua relazione con i contenuti ambientali<br />
degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale e programmazione sovraor<strong>di</strong>nati;<br />
Con<strong>di</strong>visione delle tematiche prioritarie da considerare sotto il profilo ambientale e territoriale attraverso l’attivazione<br />
delle forme partecipative;<br />
Completamento dell’analisi ambientale <strong>di</strong> dettaglio, con formulazione degli obiettivi ambientali specifici rispetto ai<br />
quali si è verificata la proposta d’intervento, anche attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> opportuni in<strong>di</strong>catori ambientali;<br />
Valutazione della proposta <strong>di</strong> Piano e sua verifica <strong>di</strong> coerenza interna rispetto al sistema <strong>di</strong> obiettivi ambientali<br />
specifici;<br />
Orientamento dell’attività <strong>di</strong> Monitoraggio;<br />
Presentazione del Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica.<br />
L’analisi del sistema ambientale e territoriale interessato dal Piano ha la funzione <strong>di</strong><br />
fare emergere i fattori <strong>di</strong> criticità e <strong>di</strong> sensibilità che connotano il territorio relativo al piano<br />
particolareggiato e l’area geografica <strong>di</strong> appartenenza. Il quadro conoscitivo finale è articolato<br />
in due sezioni: analisi <strong>di</strong> contesto e analisi <strong>di</strong> dettaglio. La prima sezione è relativa alla<br />
in<strong>di</strong>viduazione delle questioni ambientali rilevanti e alla definizione dei temi sviluppati<br />
attraverso la VAS, muovendo da una lettura d’area vasta, e quin<strong>di</strong> guardando al territorio<br />
comunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>; la seconda riguarda il territorio relativo all’area del Piano del “Polo<br />
Direzionale”, e quin<strong>di</strong> specifica con maggior dettaglio gli elementi <strong>di</strong>stintivi propri <strong>di</strong> tale<br />
ambito, tanto con riferimento agli aspetti più strettamente naturalistico-ambientali che a quelli<br />
antropici, da interrelarsi necessariamente tra loro rispetto alle finalità della VAS.<br />
La definizione degli in<strong>di</strong>catori utili per l’analisi <strong>di</strong> contesto assume come riferimento<br />
quelli già <strong>di</strong>sponibili negli strumenti <strong>di</strong> pianificazione sovra-or<strong>di</strong>nati e in letteratura, derivanti<br />
dalle attività <strong>di</strong> analisi/monitoraggio delle <strong>di</strong>verse componenti ambientali. Tali in<strong>di</strong>catori hanno<br />
precipue finalità descrittive, rivolte in particolar modo a evidenziare i fattori <strong>di</strong> pressione<br />
ambientale d’area vasta, <strong>di</strong> carattere esogeno, rispetto ai quali le determinazioni <strong>di</strong> Piano<br />
potranno avere influenza solo parziale, ma non per questo peso secondario nell’ambito della<br />
determinazione degli obiettivi ambientali <strong>di</strong> Piano. L’impostazione dell’analisi <strong>di</strong> dettaglio e il<br />
livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento - con<strong>di</strong>viso con i soggetti coinvolti nelle <strong>di</strong>verse forme partecipative<br />
– sono stati <strong>di</strong>versi in funzione degli esiti dell’analisi <strong>di</strong> contesto. L’analisi <strong>di</strong> dettaglio non ha<br />
toccato tutte le tematiche ambientali già affrontate nell’analisi <strong>di</strong> contesto, ma ha selezionato<br />
i temi strategici per il Piano, concentrando e finalizzando lo sforzo <strong>di</strong> analisi.<br />
6<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
1.3 In<strong>di</strong>viduazione delle Autorità con Competenza Ambientale (ACA)<br />
Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> come Autorità Procedente 2 ha avviato con Determina<br />
Dirigenziale Bd n. 17 del 15/05/2012 la procedura <strong>di</strong> VAS.<br />
Per la definizione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA) , ovvero le<br />
Pubbliche Amministrazioni più adatte a esprimersi sugli impatti e sugli effetti prodotti dagli<br />
interventi previsti dal PP7, il <strong>Comune</strong> ha preso in considerazione tutti i soggetti istituzionali<br />
che <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente partecipano al governo del territorio esaminato.<br />
L’elenco <strong>di</strong> seguito riportato, utilizzato per la fase <strong>di</strong> scoping, non ha visto l’aggiunta <strong>di</strong><br />
nessuna altra autorità a seguito della prima fase <strong>di</strong> consultazione.<br />
Le Autorità con Competenze Ambientali consultate sono state:<br />
Direzioni Generali Regionali:<br />
o DA - Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,<br />
Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia.<br />
o DR - Direzione Protezione Civile, Ambiente - Servizio Gestione Rifiuti.<br />
o Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della Costa -<br />
Servizio del Genio Civile Regionale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>:<br />
o Settore IV Ambiente - Servizio Pianificazione territoriale.<br />
o Settore IV Ambiente – Servizio Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente.<br />
ARTA Abruzzo – Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente<br />
o Sede centrale : gruppo <strong>di</strong> lavoro VAS.<br />
Direzione ASL <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>:<br />
o Dipartimento prevenzione – Ufficio Epidemiologia e Sanità Pubblica.<br />
Direzione regionale per i beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.<br />
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo.<br />
ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) Direzione Operatività, Roma.<br />
2<br />
A riguardo si specifica che il <strong>Comune</strong>, rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale <strong>di</strong> settore, risulta essere Autorità<br />
Proponente, Procedente e Competente.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
1.4 Esiti della fase <strong>di</strong> scoping<br />
La fase <strong>di</strong> scoping, che ha visto la redazione <strong>di</strong> un Rapporto Preliminare Ambientale<br />
con<strong>di</strong>viso con le Autorità con Competenza Ambientale (ACA), aveva le seguenti finalità:<br />
Con<strong>di</strong>visione e concertazione dell’in<strong>di</strong>viduazione da parte dell’Autorità Procedente<br />
e Competente delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA);<br />
Con<strong>di</strong>visione e concertazione tra L’Autorità Procedente/Competente e le ACA<br />
dell’ambito <strong>di</strong> influenza del Piano;<br />
Con<strong>di</strong>visione e concertazione tra L’Autorità Procedente/Competente e le ACA<br />
delle tematiche da sviluppare nel Rapporto Ambientale;<br />
Con<strong>di</strong>visione della base conoscitiva.<br />
Nella fase <strong>di</strong> confronto in merito ai contenuti del Rapporto Preliminare, le autorità che<br />
in maniera formale hanno dato un contributo, provvedendo all’integrazione del documento in<br />
esame, sono 3 :<br />
Usl <strong>Pescara</strong> – Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, servizio Igiene Epidemiologica e<br />
Sanitaria Pubblica, Prot. n. 22116/DP. Si denuncia una estrema sintesi nella<br />
descrizione sia della proposta <strong>di</strong> PP7 che nella definizione degli impatti e relative<br />
mitigazioni. Rispetto a questa considerazione si riba<strong>di</strong>sce quanto già riportato nel<br />
Rapporto Preliminare, ossia che quest’ultimo non deve illustrare nel dettaglio<br />
azioni, impatti e relative mitigazioni ma deve semplicemente definire i contenuti<br />
del successivo Rapporto Ambientale. Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> questa considerazione generale<br />
riporta in merito a ciascuna componente ambientale presa in considerazione nel<br />
Rapporto Preliminare alcune osservazioni. Queste ultime, quando pertinenti, sono<br />
state prese in considerazione sia in fase <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> contesto che in fase <strong>di</strong><br />
definizione degli impatti e in<strong>di</strong>viduazione delle relative azioni <strong>di</strong> mitigazione e/o<br />
compensazione.<br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni<br />
Archeologici dell’Abruzzo-Chieti, Prot. n. MBAC-SBA-ABR 0006320 del<br />
30.07.2012. In tale contributo si comunica che l’ambito interessato dal PP7<br />
potrebbe essere interessato dai resti archeologici dell’antico centro urbano <strong>di</strong><br />
Ostia Aterni-Aternum, lungo il percorso della strada antica litoranea nota come via<br />
Flaminia Adriatica. A seguito <strong>di</strong> tale costatazione la soprintendenza ha ritenuto<br />
necessario dettare alcune prescrizioni <strong>di</strong> seguito riportate: prima dell’inizio dei<br />
lavori <strong>di</strong> sbancamento e mo<strong>di</strong>fica dell’andamento superficiale attuale dell’Area,<br />
connessi alla realizzazione del piano, dovranno essere eseguiti appositi saggi<br />
3 Si riportano in Allegato (Allegato I) i contributi pervenuti.<br />
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archeologici. In tale fase potranno essere eseguiti e controllati archeologicamente<br />
anche eventuali ampi sbancamenti; verifica <strong>di</strong> presenza e consistenza<br />
dell’eventuale deposito archeologico negli ambiti interessati dai suddetti saggi e<br />
scavi; in caso <strong>di</strong> rinvenimento <strong>di</strong> resti archeologici immobili, interferenti con la<br />
realizzazione <strong>di</strong> parti del piano, la soprintendenza provvederà a dettare ulteriori<br />
prescrizioni <strong>di</strong> tutela.<br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni<br />
Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo, prot. n. MBAC-SBAP-ABR<br />
0000000010 0012633 del 02/07/2012. In tale contributo si <strong>di</strong>chiara che in merito<br />
agli aspetti <strong>di</strong> loro competenza non ci sono elementi su cui dare suggerimenti.<br />
ARTA – Direzione Generale, prot. n. 9035 del 13.07.2012. Nel presente<br />
contributo si riporta:<br />
1. Denuncia insufficienza livello <strong>di</strong> dettaglio e qualità delle informazioni;<br />
2. Richiesta <strong>di</strong> applicazione del modello DPSIR per la stima degli impatti;<br />
3. Richiesta <strong>di</strong> sviluppare una analisi non solo descrittiva e qualitativa ma<br />
anche quantitativa;<br />
4. Invito a ridurre alcuni effetti negativi <strong>di</strong> alcune criticità a più ampia scala<br />
(inquinamento atmosferico, inquinamento acustico);<br />
5. Richiesta <strong>di</strong> quantificare la sofferenza delle matrici ambientali e proporre<br />
mitigazioni;<br />
6. Richiesta <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento dell’analisi attraverso modelli previsionali per<br />
l’impatto acustico, inquinamento atmosferico, impatto paesaggistico<br />
percettivo;<br />
7. Suggerimento <strong>di</strong> un set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori da aggiungere al set in<strong>di</strong>viduato;<br />
8. Porre attenzione ai siti potenzialmente inquinati;<br />
9. Porre particolare attenzione alla programmazione della fase <strong>di</strong><br />
monitoraggio.<br />
Rispetto alle richieste sopra riportate si specifica quanto segue:<br />
In merito al primo punto si riba<strong>di</strong>sce che l’analisi del piano, l’analisi <strong>di</strong><br />
contesto, l’in<strong>di</strong>viduazione degli impatti e conseguenti mitigazioni non<br />
devono essere illustrate nel Rapporto Preliminare ma nel Rapporto<br />
Ambientale;<br />
In merito ai restanti punti essi sono stati presi in considerazione all’interno<br />
del presente documento compatibilmente con le informazioni, gli strumenti<br />
e i tempi a <strong>di</strong>sposizione per effettuare la presente valutazione.<br />
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Capitolo II<br />
In<strong>di</strong>viduazione dei Criteri <strong>di</strong> Sostenibilità/Compatibilità<br />
2.1 I Criteri <strong>di</strong> Sostenibilità della Comunità Europea<br />
La Valutazione Ambientale Strategica va intesa come un processo continuo, che si<br />
estende lungo tutto il ciclo vitale dello strumento urbanistico a cui è riferita. Il significato<br />
chiave della VAS è dunque costituito dalla sua capacità <strong>di</strong> integrare e rendere coerente il<br />
processo <strong>di</strong> pianificazione orientandolo verso la sostenibilità, considerando almeno tre forme<br />
<strong>di</strong> integrazione:<br />
o L’integrazione positiva e creativa tra la pianificazione e la valutazione durante<br />
tutte le fasi del Piano;<br />
o La comunicazione e il coor<strong>di</strong>namento tra i <strong>di</strong>versi Enti, organi dell’amministrazione<br />
e altri soggetti interessati e coinvolti nel Piano;<br />
o La considerazione congiunta degli aspetti ambientali, sociali ed economici<br />
(<strong>di</strong>mensione della sostenibilità).<br />
Partendo dal concetto <strong>di</strong> sviluppo sostenibile introdotto nel 1987, inteso come quello<br />
sviluppo che sod<strong>di</strong>sfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle<br />
generazioni future <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i propri, si è giunti a definire un nuovo modello <strong>di</strong> sviluppo in<br />
cui l’obiettivo dello sviluppo sostenibile non è più solo la conservazione delle risorse per le<br />
generazioni future, ma anche la promozione <strong>di</strong> una loro migliore <strong>di</strong>stribuzione tra le<br />
generazioni presenti.<br />
Tale modalità <strong>di</strong> sviluppo mira a migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita delle persone<br />
tutelando il loro ambiente (inteso come l’insieme delle risorse ambientali, culturali<br />
economiche e sociali), a breve, a me<strong>di</strong>o e soprattutto a lungo termine 1 . Tutto ciò è dunque<br />
perseguibile solo ponendo attenzione a tre <strong>di</strong>mensioni fondamentali:<br />
I. la sostenibilità economica: economicamente efficiente nel processo ed efficace<br />
negli esiti;<br />
II. la sostenibilità sociale: socialmente equa sia in termini intergenerazionali che<br />
intragenerazionali;<br />
1 A riguardo si riporta l’art. 34, comma 5 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i che stabilisce che “Le strategie <strong>di</strong> sviluppo sostenibile<br />
definiscono il quadro <strong>di</strong> riferimento per le valutazioni ambientali <strong>di</strong> cui al presente decreto. Dette strategie, definite<br />
coerentemente ai <strong>di</strong>versi livelli territoriali, attraverso la partecipazione dei citta<strong>di</strong>ni e delle loro associazioni, in<br />
rappresentanza delle <strong>di</strong>verse istanze, assicurano la <strong>di</strong>ssociazione fra la crescita economica ed il suo impatto sull’ambiente, il<br />
rispetto delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità ecologica, la salvaguar<strong>di</strong>a della bio<strong>di</strong>versità ed il sod<strong>di</strong>sfacimento dei requisiti sociali<br />
connessi allo sviluppo delle potenzialità in<strong>di</strong>viduali quali presupposti necessari per la crescita della competitività e<br />
dell’occupazione.<br />
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III. la sostenibilità ambientale: ambientalmente efficiente rispetto alla tutela degli<br />
ecosistemi del paesaggio e del territorio.<br />
Per ottenere ciò la Comunità Europea ha definito, nel Manuale per la valutazione<br />
ambientale, un set <strong>di</strong> criteri attraverso il quale valutare la sostenibilità.<br />
Tali criteri sono:<br />
1 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili;<br />
2 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità <strong>di</strong> rigenerazione;<br />
3 Usare e gestire correttamente, dal punto <strong>di</strong> vista ambientale, le sostanze e i rifiuti<br />
pericolosi/inquinanti;<br />
4 Conservare e migliorare la stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e<br />
dei paesaggi;<br />
5 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche;<br />
6 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali;<br />
7 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;<br />
8 Proteggere l’atmosfera;<br />
9 Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la<br />
formazione in campo ambientale;<br />
10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno<br />
sviluppo sostenibile.<br />
Come affermato dallo stesso Manuale, è opportuno che tali criteri generali siano<br />
contestualizzati in relazione alle specificità amministrative e territoriali della realtà locale in<br />
cui si opera e alla tipologia <strong>di</strong> strumento <strong>di</strong> pianificazione.<br />
A seguito <strong>di</strong> successivi aggiornamenti, il 16 luglio 2006 il Consiglio Europeo ha<br />
adottato la “nuova strategia europea per lo sviluppo sostenibile” che la Commissione<br />
Europea, con atto definitivo - COM(2007)642 -, ha comunicato al Consiglio e al Parlamento<br />
europeo (Relazione sulla strategia <strong>di</strong> sviluppo sostenibile, 2007). L’adozione <strong>di</strong> tale strategia<br />
rappresenta un atto <strong>di</strong> grande rilevanza, poiché la Comunità Europea si pone la finalità<br />
ambiziosa <strong>di</strong> integrare gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale contenuti nell’Agenda <strong>di</strong><br />
Goteborg con quelli <strong>di</strong> sviluppo economico e sociale che caratterizzano invece l’altra<br />
strategia comunitaria prioritaria, l’Agenda <strong>di</strong> Lisbona (definita “motore <strong>di</strong> un’economia più<br />
<strong>di</strong>namica”) .<br />
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Nella relazione sulla strategia <strong>di</strong> sviluppo sostenibile 2007, si sottolinea come gli<br />
obiettivi che la Comunità Europea ha adottato, ossia arrestare la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità sul<br />
proprio territorio e contribuire a una riduzione significativa del tasso <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta della<br />
bio<strong>di</strong>versità a livello mon<strong>di</strong>ale, non possono essere raggiunti senza fare uno sforzo<br />
importante.<br />
In tal senso la VAS è sempre più percepita come procedura a tutto tondo in grado <strong>di</strong><br />
considerare allo stesso tempo gli effetti <strong>di</strong> un piano sui pilastri del para<strong>di</strong>gma della<br />
sostenibilità: protezione dell’ambiente, sviluppo economico, equità sociale.<br />
2.2 I Criteri <strong>di</strong> Sostenibilità/Compatibilità sovra-or<strong>di</strong>nati<br />
Al fine <strong>di</strong> procedere alla valutazione degli obiettivi del piano, è stato necessario<br />
definire un set <strong>di</strong> criteri attraverso i quali valutare il livello <strong>di</strong> sostenibilità delle scelte dello<br />
strumento urbanistico attuativo sulle componenti ambientali, antropiche e beni materiali.<br />
A scala regionale, i principali riferimenti <strong>di</strong> sostenibilità verso cui rivolgere le politiche<br />
territoriali locali sono oggi rappresentati dagli obiettivi tematici in<strong>di</strong>viduati dalla pianificazione<br />
e programmazione <strong>di</strong> competenza. Di seguito si riporta in maniera schematica ma non<br />
esaustiva un elenco minimo <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong> sostenibilità desunti dal quadro programmatico e<br />
pianificatorio regionale:<br />
COMPONENTI CRITERI DI SOSTENIBILITA’ OBIETTIVI<br />
FATTORI CLIMATICI E<br />
ATMOSFERA<br />
RISORSA IDRICA<br />
Riduzione delle emissioni <strong>di</strong> gas<br />
climalteranti<br />
Tutela e miglioramento della qualità<br />
dell’aria<br />
Attuazione <strong>di</strong> una gestione sostenibile<br />
della risorsa idrica<br />
Conservazione, ripristino e<br />
miglioramento della<br />
qualità della risorsa idrica<br />
Perseguire il risparmio energetico<br />
Perseguire l’eco-efficienza energetica<br />
Promuovere l’impiego delle energie<br />
rinnovabili<br />
Ridurre le emissioni <strong>di</strong> inquinanti<br />
atmosferici<br />
Garantire una gestione unitaria ed<br />
efficiente<br />
Incentivare un utilizzo sostenibile delle<br />
risorse<br />
Perseguire la riduzione delle per<strong>di</strong>te<br />
nei sistemi <strong>di</strong> adduzione - accumulo -<br />
<strong>di</strong>stribuzione<br />
Tutelare e ripristinare la qualità dei<br />
corpi idrici superficiali e sotterranei<br />
Ridurre o eliminare gli scarichi <strong>di</strong><br />
sostanze inquinanti, in particolare <strong>di</strong><br />
quelle pericolose<br />
Ridurre e controllare i fenomeni<br />
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COMPONENTI CRITERI DI SOSTENIBILITA’ OBIETTIVI<br />
SUOLO E SOTTOSUOLO<br />
BIODIVERSITA’,<br />
FLORA E FAUNA<br />
BENI MATERIALI E<br />
PATRIMONIO CULTURALE<br />
PAESAGGIO<br />
Protezione del territorio dai rischi<br />
idrogeologici, idraulici e sismici<br />
Conservazione degli ecosistemi<br />
Tutela dei beni dai rischi tecnologici e<br />
naturali<br />
Promozione <strong>di</strong> uno sviluppo territoriale<br />
integrato<br />
eutrofici<br />
Ridurre l’inquinamento delle acque<br />
provocato da nitrati <strong>di</strong> origine agricola<br />
Prevenire e mitigare i rischi attuali e<br />
potenziali da fenomeni naturali quali<br />
frane ed esondazioni, connessi alla<br />
<strong>di</strong>namica del territorio<br />
Ridurre o limitare il consumo <strong>di</strong> suolo<br />
da parte delle attività produttive ed<br />
e<strong>di</strong>lizie e delle infrastrutture,<br />
compatibilmente con la pericolosità<br />
delle aree<br />
Migliorare il sistema <strong>di</strong> previsione e <strong>di</strong><br />
prevenzione dalle calamità naturali e il<br />
sistema <strong>di</strong> risposta in caso <strong>di</strong><br />
emergenza<br />
Sostenere e sviluppare le aree naturali<br />
protette<br />
Sviluppare e mantenere la connettività<br />
ecologica<br />
Tutelare gli agro-ecosistemi locali<br />
Mantenere e riqualificare gli habitat<br />
naturali e seminaturali<br />
Gestire in maniera sostenibile le<br />
risorse ittiche<br />
Valutare e conservare i servizi<br />
ecosistemici<br />
Conservare e adeguare il patrimonio<br />
e<strong>di</strong>lizio esistente dal rischio<br />
idrogeologico e sismico<br />
Preservare la qualità ambientale e<br />
inse<strong>di</strong>ativa dal rischio tecnologico<br />
Introdurre la qualità dell’ambiente nella<br />
pianificazione territoriale e<br />
paesaggistica<br />
Tutelare e valorizzare il territorio<br />
costiero<br />
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2.3 Orientamenti iniziali dell’Amministrazione Comunale per l’area del PP7<br />
Di seguito si riportano gli orientamenti iniziali dell’Amministrazione Comunale <strong>di</strong><br />
<strong>Pescara</strong> per il PP7 che, come si evince nell’illustrazione del piano riportata nel seguente<br />
documento, sono stati rimodulati 2 :<br />
Riqualificazione del tessuto urbano esistente;<br />
Risanamento ambientale e sociale delle aree interessate dal PP7;<br />
Razionalizzazione e potenziamento del sistema delle infrastrutture;<br />
Realizzazione <strong>di</strong> un polo <strong>di</strong>rezionale <strong>di</strong> rango territoriale;<br />
2 Per maggiori dettagli si rinvia alla lettura dei Capitoli V e VI del presente Rapporto Ambientale.<br />
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Capitolo III<br />
Ambito <strong>di</strong> influenza del PP7: analisi <strong>di</strong> contesto<br />
3.1 Inquadramento dell’ambito territoriale<br />
La definizione dell’ambito <strong>di</strong> influenza ha l’obiettivo <strong>di</strong> porre in evidenza il contesto <strong>di</strong><br />
riferimento del PP7: gli ambiti <strong>di</strong> analisi, le interrelazioni, le sensibilità, gli elementi <strong>di</strong> criticità in<br />
relazione al contesto comunale.<br />
Per quanto concerne la definizione dell’ambito territoriale <strong>di</strong> influenza, si è fatto riferimento<br />
all’intero territorio comunale. Questo perché si è ritenuto che ai fini dell’implementazione delle<br />
azioni previste nel PP7 occorresse tener presente che tale area è un sistema aperto alle influenze<br />
dall’esterno, ovvero l’intero territorio comunale. Infatti, l’area interessata dal PP7 è caratterizzata<br />
dal <strong>rapporto</strong> problematico con il centro vitale della città e da un forte stato <strong>di</strong> degrado dovuto alla<br />
presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse e <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici industriali abbandonati a seguito della delocalizzazione delle<br />
attività presenti.<br />
Figura 3.1: In<strong>di</strong>viduazione del PP7 rispetto al territorio comunale.<br />
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Si tratta <strong>di</strong> un’area urbana perimetrata, identificata a cavallo dei quartieri <strong>di</strong> San Donato e<br />
<strong>Pescara</strong> Portanuova compresa tra il tracciato ferroviario in elevazione - la casa circondariale - la<br />
Strada Comunale Piana. Il carattere dell’ambito è quello <strong>di</strong> un’area con vaste aree libere, non<br />
e<strong>di</strong>ficate e dalla presenza <strong>di</strong> molte strade, che <strong>di</strong> fatto risultano, assieme alla barriera visiva e<br />
infrastrutturale del tracciato ferroviario, tra le problematiche principali a cui dare soluzione.<br />
3.2 Descrizione del quadro conoscitivo<br />
La metodologia adottata per lo stu<strong>di</strong>o delle varie componenti ambientali prevede la<br />
<strong>di</strong>saggregazione del contesto <strong>di</strong> riferimento secondo una struttura piramidale che presenta livelli <strong>di</strong><br />
aggregazione sempre più spinti procedendo dalla base al vertice della piramide. Se da una parte,<br />
la <strong>di</strong>saggregazione del contesto <strong>di</strong> riferimento in livelli gerarchici sempre più bassi si scontra con la<br />
visione d’insieme necessaria per la comprensione dei fenomeni ambientali, dall’altra consente <strong>di</strong><br />
rispondere a pieno all’approccio olistico che sottende la VAS, permettendo <strong>di</strong> dare conto delle<br />
mo<strong>di</strong>ficazioni indotte con una visione che va dal generale al particolare e viceversa.<br />
Di seguito si in<strong>di</strong>viduano le componenti prese in considerazione:<br />
Popolazione e società;<br />
Struttura produttiva;<br />
Elementi paesaggistici e urbanistici;<br />
Elementi idrogeologici;<br />
Qualità dell’aria;<br />
Energia;<br />
Rifiuti;<br />
Rischio antropogenico;<br />
Mobilità;<br />
Clima acustico;<br />
Inquinamento elettromagnetico.<br />
Come si può vedere, accanto alle componenti “prettamente” ambientali, ovvero gli elementi<br />
costitutivi, sono stati presi in esame anche i “fattori”, ovvero quegli elementi che costituiscono<br />
causa <strong>di</strong> interferenza e <strong>di</strong> possibile perturbazione nei confronti delle altre componenti ambientali, e<br />
questo perché si ritiene che la città generi impatti ambientali non solo a seguito delle<br />
trasformazioni derivanti dall’attività costruttiva, ma anche e soprattutto tramite il suo<br />
funzionamento. La descrizione delle suddette componenti ha preso avvio con la raccolta e<br />
catalogazione <strong>di</strong> dati alfanumerici <strong>di</strong>sponibili a scala comunale. In particolare, le fonti utilizzate<br />
sono state essenzialmente <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>retto.<br />
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Per ogni componente ambientale e socio-economica sono stati in<strong>di</strong>viduati degli in<strong>di</strong>catori,<br />
riportati nel Capitolo VII, che dovrebbero essere in grado <strong>di</strong> rappresentare quella parte della<br />
catena causa-effetto alla quale sono riferiti. La realizzazione <strong>di</strong> uno schema per la<br />
progettazione/selezione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori ha implicato una negoziazione fra <strong>di</strong>verse esigenze <strong>di</strong> base:<br />
<strong>di</strong>sponibilità, rigore e vali<strong>di</strong>tà scientifica, fattibilità tecnica, inter<strong>di</strong>pendenza e multi<strong>di</strong>mensionalità.<br />
Di seguito si introducono le tematiche organizzate secondo la metodologia<br />
precedentemente descritta.<br />
3.2.1. Popolazione e società<br />
L’analisi demografica evidenzia il livello <strong>di</strong> pressione antropica sulle matrici ambientali,<br />
fornendo importanti in<strong>di</strong>cazioni sui futuri andamenti <strong>di</strong> tale pressione, oltre a interessanti<br />
informazioni sulla composizione del tessuto sociale. Per tale analisi, sono stati utilizzati i dati che<br />
provengono dalla rilevazione della “Popolazione residente comunale per sesso, anno <strong>di</strong> nascita e<br />
stato civile” condotta dall’ISTAT, svolta presso l’Anagrafe comunale.<br />
<strong>Pescara</strong> è il comune più grande della Regione Abruzzo per numero <strong>di</strong> abitanti (123.077 al 1<br />
gennaio 2011); la popolazione residente ha mostrato un incremento continuo a partire dalla fine<br />
del 1800 (Grafico 3.1). Un lieve decremento si è registrato negli anni 2005-2006 (Grafico 3.2) per<br />
poi risultare pressoché stazionaria nel corso degli ultimi anni. Nonostante la popolazione risulti<br />
quasi invariata, il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> componenti per famiglia è in continua decrescita passando da<br />
2,81 nel 2003 a 2,30 nel 2010, anno in cui si contano 53.336 famiglie il cui numero risulta in<br />
continua crescita (Grafico 3.3).<br />
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Grafico 3.1: Dinamica demografica. Fonte dati: Istat<br />
Grafico 3.2: Dettaglio <strong>di</strong>namica demografica 2001-2010. Fonte dati: Istat<br />
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Grafico 3.3: Dinamica della popolazione e delle famiglie. Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle<br />
forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa<br />
Dicembre 2011.<br />
Nonostante la popolazione risulti quasi invariata, si può ritenere che la <strong>di</strong>namica<br />
demografica fornisca un supporto <strong>di</strong> rilievo al mercato immobiliare locale, poiché esprime la<br />
crescita del numero <strong>di</strong> famiglie, che rappresentano il principale soggetto sul versante della<br />
domanda <strong>di</strong> immobili a destinazione residenziale.<br />
Dall’osservazione dei dati relativi al movimento migratorio sembra emergere un fenomeno<br />
<strong>di</strong> progressiva ri-articolazione e sostituzione della popolazione. Per ogni anno compreso tra il 2002<br />
e il 2010 si registra infatti che il numero <strong>di</strong> cancellati a favore <strong>di</strong> altri comuni supera il numero <strong>di</strong><br />
iscritti da altri comuni. Da questo punto <strong>di</strong> vista <strong>Pescara</strong> cede dunque popolazione (me<strong>di</strong>amente<br />
177 unità all’anno). Da segnalare, inoltre, il continuo aumento della presenza <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni stranieri<br />
residenti la cui percentuale nel 2010 è risultata pari a 4,20% del totale dei residenti.<br />
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Grafico 3.4: % citta<strong>di</strong>ni stranieri residenti. Fonte dati: Istat - Demo - demografia in cifre.<br />
Sono stati considerati, inoltre, anche alcuni in<strong>di</strong>catori sintetici della struttura della<br />
popolazione in quanto le modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione della popolazione nelle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> età, oltre<br />
ad avere una rilevanza demografica, hanno anche rilievo sotto il profilo socio-economico e <strong>di</strong><br />
gestione del territorio. A sostenere la domanda <strong>di</strong> abitazioni non è più la crescita quantitativa della<br />
popolazione quanto la sua evoluzione strutturale (e in particolare la moltiplicazione dei nuclei<br />
familiari) e cioè la trasformazione strutturale in atto ormai da molti anni nella popolazione e nella<br />
società italiana 1 .<br />
Come si può vedere dal Grafico 3.5 nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è particolarmente critica la<br />
situazione per l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza anziani e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> vecchiaia.<br />
Grafico 3.5: In<strong>di</strong>catori struttura popolazione. Fonte dati: elaborazione propria su dati Istat.<br />
1 Costanzo L. e Ferrara A. (2011). Rapporto 2011. Centro <strong>di</strong> ricerca sui consumi <strong>di</strong> suolo. INU E<strong>di</strong>zioni.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Valori alti degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> connotazione della popolazione determinano un maggior<br />
impegno nell’offerta <strong>di</strong> servizi a supporto della popolazione inse<strong>di</strong>ata. A conferma <strong>di</strong> ciò, in base ai<br />
dati del Rapporto Annuale 2008 dell’ISTAT, un confronto fra l’andamento della componente<br />
residenziale (in termini <strong>di</strong> nuove abitazioni autorizzate) e quello contemporaneo <strong>di</strong> popolazione e<br />
famiglie per il periodo 2001-2006, in<strong>di</strong>ca che permessi per nuove abitazioni crescono in modo<br />
lineare (nella misura <strong>di</strong> circa l’1% all’anno), a una velocità superiore a quella della popolazione<br />
(che in cinque anni è cresciuta solo del 3,1%), ma inferiore a quella delle famiglie (cresciute nello<br />
stesso periodo dell’8,2%). Inoltre, la <strong>di</strong>vergenza fra la curva delle abitazioni e quella delle famiglie<br />
che si apre a partire dal 2004 segnala un allargamento della platea delle famiglie che non hanno<br />
accesso al mercato delle nuove abitazioni (buona parte dell’accelerazione nella crescita delle<br />
famiglie è dovuta al contributo della popolazione straniera) (Grafico 3.6).<br />
Grafico 3.6: Elaborazione Istat, Statistiche sui permessi <strong>di</strong> costruire, 14° censimento<br />
generale della popolazione e delle abitazioni.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza nuova che esprime una domanda <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia sociale pubblica o<br />
in affitto a canoni moderati.<br />
Accanto alla popolazione residente, nel pianificare gli interventi bisogna tener conto anche<br />
dei city users (quali studenti universitari, turisti). In particolare, per quanto concerne la <strong>di</strong>namica del<br />
numero <strong>di</strong> immatricolati universitari provenienti da fuori regione, fino al 2006 questa risulta<br />
me<strong>di</strong>amente pari a 1.268 unità per anno, che rappresentano circa il 45% degli immatricolati totali;<br />
dal 2006 al 2010 risulta me<strong>di</strong>amente pari a 602 unità per anno, che costituiscono circa il 31% degli<br />
immatricolati totali. È da rilevare che il numero <strong>di</strong> immatricolati provenienti da altre province della<br />
regione, esclusa quella <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, ha manifestato un trend negativo <strong>di</strong> minore entità: fino al 2006<br />
risulta me<strong>di</strong>amente pari a 904 unità per anno, con un peso del 32%, successivamente risulta<br />
me<strong>di</strong>amente pari a 826 unità per anno, con un peso <strong>di</strong> quasi il 43%. Nonostante la <strong>di</strong>minuzione del<br />
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numero <strong>di</strong> immatricolati registrata fino al 2007, nello stesso arco <strong>di</strong> tempo il numero <strong>di</strong> iscritti<br />
complessivi nelle quattro Facoltà <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è risultato in netto aumento, per poi stabilizzarsi<br />
nell’arco <strong>di</strong> tempo fino al 2010 a circa 12.500 unità. Il numero <strong>di</strong> iscritti provenienti da fuori regione<br />
dal 2006, invece, manifesta la tendenza a <strong>di</strong>minuire. Ciò è frutto <strong>di</strong> due fenomeni contrastanti: la<br />
progressiva <strong>di</strong>minuzione del numero <strong>di</strong> iscritti alla Facoltà <strong>di</strong> Scienze Manageriali, compensata<br />
dalla crescita del numero <strong>di</strong> iscritti nelle altre tre Facoltà, quelle <strong>di</strong> Architettura, Lingue ed<br />
Economia (Grafico 3.7).<br />
Grafico 3.7: Immatricolati nelle Facoltà <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> per provenienza. Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali<br />
all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile -<br />
Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />
Una ulteriore componente che influenza la domanda <strong>di</strong> immobili a destinazione residenziale<br />
per esigenze temporanee è costituita dal movimento turistico.<br />
Dalle analisi dei dati relativi al movimento turistico forniti dall’Aptr - Azienda <strong>di</strong> promozione<br />
del turismo della Regione Abruzzo - e dal Settore Turismo della stessa Regione (relativi al<br />
decennio appena trascorso) emergono alcune evidenze empiriche <strong>di</strong> rilievo. Il numero <strong>di</strong> arrivi<br />
complessivi <strong>di</strong> turisti manifesta una crescita marcata nel primo triennio del periodo analizzato, poi<br />
si mantiene ancora in crescita fino al 2006, e successivamente fa registrare un andamento<br />
altalenante. Il numero <strong>di</strong> arrivi manifesta una sostanziale tenuta nel biennio 2007-2008, per poi<br />
calare bruscamente. Le presenze turistiche mostrano una <strong>di</strong>namica similare. Occorre però<br />
considerare un elemento che contribuisce a spiegare il trend recente. I dati relativi al 2009 e al<br />
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2010 sono depurati dal flusso generato dalle persone ospitate nelle strutture ricettive a seguito del<br />
sisma che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009. Peraltro, pur in presenza <strong>di</strong> questo fenomeno, il<br />
numero <strong>di</strong> arrivi e presenze registrato nel biennio 2009‐2010 risulta superiore a quello <strong>di</strong> inizio<br />
periodo <strong>di</strong> quasi un 20%. Alla <strong>di</strong>namica descritta hanno fornito un contributo <strong>di</strong> rilievo i turisti<br />
stranieri, sia in termini <strong>di</strong> arrivi che, soprattutto, in termini <strong>di</strong> presenze. Ciò si riflette su una<br />
tendenza peculiare. Per i turisti italiani, a partire dal 2004, <strong>di</strong>minuisce progressivamente la<br />
permanenza me<strong>di</strong>a, ovvero il <strong>rapporto</strong> tra presenze e arrivi. Per i turisti stranieri, la permanenza<br />
me<strong>di</strong>a manifesta una forte variabilità nel periodo esaminato, ma il dato si colloca comunque<br />
all’interno <strong>di</strong> un trend che ha ripreso a crescere dopo il picco minimo registrato nel 2004.<br />
3.2.2. Struttura produttiva<br />
L’analisi della struttura produttiva e il suo evolversi nel tempo, è un elemento fondamentale<br />
per valutarne gli sviluppi futuri.<br />
Dalle elaborazioni svolte emerge una notevole vivacità per il settore alberghi e ristorazione<br />
e per le attività professionali 2 . Per quanto concerne le attività professionali e i servizi alle imprese,<br />
si registra una crescita pressoché costante del numero <strong>di</strong> imprese a partire dal 1998. Su base<br />
provinciale è stata riscontrata una notevole <strong>di</strong>minuzione delle imprese attive tra il 2008 e il 2009; è<br />
verosimile che ciò sia imputabile alla crisi economica internazionale e che il medesimo fenomeno<br />
sia riscontrabile anche a livello comunale. Nello stesso periodo, emerge la debolezza dei settori<br />
trasporti e comunicazioni e interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria, per i quali il numero delle<br />
imprese è al più costante se non in netta <strong>di</strong>minuzione (Grafico 3.8, Grafico 3.9).<br />
2 Per i perio<strong>di</strong> 1996-2000 e 2002-2005 sono stati mantenuti i dati comunali <strong>di</strong>ffusi dall’Ufficio Sistema Informativo Statistico della<br />
Regione Abruzzo. Il dato relativo al 2001 è stato ricavato per interpolazione tra i due dati precedente e seguente. Per il periodo 2006-<br />
2010, le informazioni relative al comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> sono state estrapolate dai dati Unioncamere, rapportando il peso delle imprese<br />
inse<strong>di</strong>ate nel comune a quella delle imprese nella provincia sulla base dei dati fino al 2005. I settori presi in considerazione sono<br />
quelli relativi ad alberghi e ristorazione (“H” nella classificazione Ateco 1991; “I” nella classificazione Ateco 2007), trasporti e<br />
comunicazioni (“I”, Ateco 1991; “H” e “J”, Ateco 2007), interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria (“J”, Ateco 1991; “K”, Ateco<br />
2007), attività professionali varie e <strong>di</strong> servizio alle imprese (“K” Ateco 1991; “L”, “M” e “N”, Ateco 2007).<br />
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Grafico 3.8 : Dinamica delle imprese nei settori alberghi e ristorazione e delle attività professionali (base 1996 = 100). Fonte:<br />
Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong><br />
trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />
Grafico 3.9: Dinamica delle imprese nei settori trasporti e comunicazioni e interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria (base<br />
1996 = 100). Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico<br />
privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />
Per quanto concerne le imprese del commercio emergono evidenze empiriche similari sia<br />
per le attive nel commercio all’ingrosso, che per le attive nel commercio al dettaglio. Dopo una<br />
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crescita marcata, nella prima fase dell’arco temporale preso in considerazione – fino al 1997 per il<br />
commercio al dettaglio e fino al 1999 per il commercio all’ingrosso – si registra una <strong>di</strong>minuzione<br />
ininterrotta fino al 2004, che ha portato il numero <strong>di</strong> imprese ai livelli <strong>di</strong> inizio periodo.<br />
Nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010, su base provinciale, le imprese attive nel<br />
commercio al dettaglio risultano pressoché stazionarie: l’incremento me<strong>di</strong>o annuo è <strong>di</strong> appena lo<br />
0,01%. Tuttavia, è possibile che nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> si sia registrata una ulteriore contrazione;<br />
questo perché il peso delle imprese inse<strong>di</strong>ate all’interno del territorio comunale, rispetto a quelle<br />
inse<strong>di</strong>ate nell’intera provincia, è risultato in marcata <strong>di</strong>minuzione sin dal 1999: era del 49% in<br />
quello stesso anno, è poi sceso al 47% nel 2000, è ulteriormente <strong>di</strong>minuito al 42% nel 2005<br />
(Grafico 3.10).<br />
Grafico 3.10: Dinamica delle imprese nel settore del commercio (base 1996 = 100). Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali<br />
all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile<br />
- Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />
L’analisi dei soggetti attivi nel settore dell’offerta <strong>di</strong> beni immobili, cioè delle imprese <strong>di</strong><br />
costruzioni, viene ampliata al fine <strong>di</strong> considerare non solo quelle con sede all’interno del territorio<br />
comunale, ma anche quelle inse<strong>di</strong>ate nella provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Le prime manifestano una<br />
<strong>di</strong>namica altalenante nel periodo 1996-2005, con una crescita marcata solamente nel triennio<br />
2003-2005. Le seconde invece esprimono una crescita pressoché continua nell’intero arco<br />
temporale preso in considerazione; l’incremento risulta più marcato tra gli anni 2003 e 2008 con un<br />
tasso me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> oltre il 5%, negli ultimi due anni invece la crescita è più moderata con un<br />
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tasso me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> circa il 2,5%. Varie indagini condotte in tempi recenti segnalano che, sul<br />
territorio nazionale, in seguito alla crisi iniziata nel 2008 gli investimenti nel settore delle costruzioni<br />
sono progressivamente <strong>di</strong>minuiti.<br />
Grafico 3.11: Dinamica delle imprese nel settore delle costruzioni (base 1996 = 100). Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali<br />
all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile<br />
- Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />
Esaminando nel dettaglio il settore del turismo, nell’arco <strong>di</strong> tempo preso in considerazione,<br />
si registrano mutamenti <strong>di</strong> rilievo nella composizione della capacità ricettiva. A partire dal 2007 è<br />
<strong>di</strong>minuito fortemente il numero <strong>di</strong> strutture alberghiere <strong>di</strong> classe inferiore, ovvero <strong>di</strong> alberghi ad 1<br />
stella. Tale <strong>di</strong>namica è stata in parte contrastata dall’apertura <strong>di</strong> nuove strutture a 2 e 4 stelle,<br />
mentre i 3 stelle nel 2010 sono tornati allo stesso numero registrato nel 2001 e nel 2002. Il<br />
processo <strong>di</strong> riorganizzazione delle strutture alberghiere ha fatto sì che attualmente il loro numero<br />
sia inferiore rispetto all’inizio del periodo, ma che l’offerta <strong>di</strong> posti letto sia lievemente superiore.<br />
Mutamenti <strong>di</strong> maggiore entità si riscontrano nel contesto delle strutture complementari. Durante il<br />
decennio appena trascorso è cresciuto esponenzialmente il numero <strong>di</strong> strutture, soprattutto quelle<br />
denominate “bed and breakfast”, e così anche la quantità <strong>di</strong> posti letto messi a <strong>di</strong>sposizione: nel<br />
2001 rappresentavano appena il 2% rispetto alla capacità ricettiva complessiva registrata nel<br />
comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, nel 2010 hanno assunto un peso <strong>di</strong> quasi l’11% (Grafico 3.12).<br />
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Grafico 3.12: Capacità ricettiva nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle<br />
forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa<br />
Dicembre 2011.<br />
3.2.3. Elementi paesaggistici e urbanistici<br />
Come già accennato, l’area risulta all’interno del suo perimetro scarsamente e<strong>di</strong>ficata e con<br />
la presenza all’80% <strong>di</strong> una qualità e<strong>di</strong>lizia molto bassa, caratterizzata da con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> degrado<br />
generalizzato, morfologicamente e stilisticamente <strong>di</strong>somogenea. Dai dati catastali, infatti, emerge<br />
che i fon<strong>di</strong> che conservano la destinazione d’uso agricola sono quantitativamente prevalenti.<br />
Inoltre, negli ultimi anni, molte attività produttive sono state <strong>di</strong>smesse e, <strong>di</strong> conseguenza, <strong>di</strong>versi<br />
fabbricati sono stati demoliti. La destinazione agricola dei terreni tuttavia è meramente nominale:<br />
allo stato <strong>di</strong> fatto nessun suolo risulta coltivato, né oggetto <strong>di</strong> manutenzione, né interessato da<br />
rilevanti presenze arboree. In sostanza i suoli non e<strong>di</strong>ficati sono in totale abbandono, se si<br />
escludono alcune porzioni interessate da attività spontanee e <strong>di</strong>scontinue <strong>di</strong> manutenzione.<br />
Dall’analisi degli assetti proprietari è emerso un consistente frazionamento particellare nel cui<br />
<strong>di</strong>segno permangono le tracce <strong>di</strong> una trama agricola che fisicamente non è più percepibile, ma che<br />
può essere rintracciata nelle foto storiche.<br />
Tra le aree <strong>di</strong> proprietà comunale la più consistente è quella appartenente all’ex tracciato<br />
ferroviario - linea Roma-<strong>Pescara</strong>, attualmente attraversata da via Lago <strong>di</strong> Campotosto e destinata<br />
dal PRG a corridoio verde-linea filobus.<br />
Come già detto, l’area risulta scarsamente e<strong>di</strong>ficata. La qualità degli e<strong>di</strong>fici, in generale, è<br />
scadente. Nell’e<strong>di</strong>ficato è riscontrabile una forte <strong>di</strong>somogeneità tipologica e morfologica. Sono<br />
presenti fabbricati (prevalentemente capannoni) a uso commerciale e artigianale (in molti casi<br />
<strong>di</strong>smessi), un centro sportivo ed e<strong>di</strong>fici residenziali plurifamiliari <strong>di</strong> massimo tre piani.<br />
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All’esterno del perimetro del piano, lungo i bor<strong>di</strong>, si riscontrano le stesse tipologie: quelle<br />
commerciali e artigianali a nord, nei pressi dell’asse commerciale della via Tiburtina; quelle<br />
residenziali a sud, nei pressi <strong>di</strong> via Rio Sparto, all’interfaccia con il quartiere San Donato.<br />
Le infrastrutture a rete per la fornitura elettrica, la fornitura <strong>di</strong> gas, l’approvvigionamento e lo<br />
smaltimento idrico sono concentrate lungo gli assi viari <strong>di</strong> via Alento e della Strada Comunale<br />
Piana. Da una prima analisi risulta che le urbanizzazioni primarie attualmente presenti non sono in<br />
grado <strong>di</strong> sopportare aumenti <strong>di</strong> ulteriori carichi urbanistici.<br />
Figura3.2: In<strong>di</strong>viduazione del PP7 e dei sub-ambiti.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> degrado che si possono notare sono pertanto relative alla mancanza <strong>di</strong><br />
spazi <strong>di</strong> agglomerazione, <strong>di</strong> infrastrutture viarie idonee a sopportare una mole <strong>di</strong> traffico <strong>di</strong><br />
aumento e per la maggioranza dei casi <strong>di</strong> solo passaggio e l’assenza <strong>di</strong> attività ricettive e/o<br />
commerciali legate alla persona.<br />
A livello infrastrutturale le strade principali che attraversano l’area, quali ad esempio la<br />
Strada Comunale Piana e la Via Alento, risultano carenti <strong>di</strong> una sistema <strong>di</strong> sottoservizi che possa<br />
essere <strong>di</strong> appoggio ad un nuovo sistema <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazioni. Connesso a ciò è la mancanza <strong>di</strong> una<br />
progettazione integrata <strong>di</strong> previsione, che non identifica alcun tipo <strong>di</strong> previsione <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> tali<br />
arterie a esclusione della prosecuzione della “Strada Pendolo”.<br />
L’area <strong>di</strong> progetto è anche caratterizzata dalla presenza, oltre il previsto completamento<br />
della Strada Pendolo, del futuro attraversamento <strong>di</strong> una filovia o metropolitana <strong>di</strong> superficie che<br />
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dovrebbe collegare la stazione <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> Porta Nuova, l’aeroporto e il centro urbano <strong>di</strong> San<br />
Giovanni Teatino.<br />
Si può notare come a livello pianificatorio l’area negli anni è stata, in alcune sue porzioni<br />
locate nella zona a nord – lato tiburtina, stralciata con la realizzazione <strong>di</strong> comparti e<strong>di</strong>ficatori<br />
promossi dal <strong>Comune</strong>, caratterizzati da aree <strong>di</strong> cessione a verde e a parcheggi che hanno<br />
determinato il potenziamento <strong>di</strong> arterie viarie secondarie.<br />
Si può infine notare come le realizzazioni <strong>di</strong> questi comparti e<strong>di</strong>ficatori, hanno determinato<br />
un netto miglioramento della qualità architettonica e della presenza <strong>di</strong> infrastrutture che al contrario<br />
non sono state sviluppate nelle parti restanti del Piano Particolareggiato.<br />
Il PP7 si configura pertanto come un grande vuoto urbano caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong><br />
un corridoio verde da realizzare, da vaste porzioni <strong>di</strong> terreno non antropizzato e da un tessuto<br />
urbano – sociale generalmente degradato e bisognoso <strong>di</strong> un processo profondo <strong>di</strong> recupero e<br />
riqualificazione.<br />
D’altro canto, <strong>Pescara</strong> con una densità <strong>di</strong> 3.509 ab/Kmq risulta il comune più densamente<br />
popolato a livello regionale. Valori cosi elevati richiedono azioni volte alla decisa modernizzazione<br />
della crescita inse<strong>di</strong>ativa, alla riconversione delle aree <strong>di</strong>smesse, me<strong>di</strong>ante rimozione degli e<strong>di</strong>fici<br />
inutilizzabili e ripermeabilizzazione del suolo, con particolare attenzione al recupero e<br />
all'inse<strong>di</strong>amento ex novo <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong>.<br />
In base alle analisi effettuate in sede <strong>di</strong> redazione del PGTU (Piano generale del trasporto<br />
urbano), nel 2004 la maggioranza della popolazione risiedeva in un’area compresa tra via Cavour<br />
e via Pepe con una densità abitativa <strong>di</strong> circa 120 – 140 abitanti per ettaro e punte <strong>di</strong> 200 ab/ha.<br />
L’area interessata dal PP7 risulta invece tra quelle a più bassa densità.<br />
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Figura3.3: Popolazione per densità abitativa (2004). Fonte: tavola AQ3-Analisi del PGTU.<br />
In base ai dati ISTAT, la densità <strong>di</strong> verde pubblico (percentuale <strong>di</strong> mq sulla superficie<br />
comunale) nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> risulta stabile a partire dal 2005 ma inferiore alla me<strong>di</strong>a<br />
regionale e nazionale (Grafico 3.13). Rapportando la superficie <strong>di</strong> verde urbano a gestione<br />
pubblica alla popolazione residente del comune si ottiene un altro utile in<strong>di</strong>catore: la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />
verde espressa in mq per abitante. Nel 2010 ogni abitante dei 116 capoluoghi <strong>di</strong> provincia <strong>di</strong>spone<br />
me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong> 106,4 mq/ab. <strong>di</strong> verde, mentre nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> il dato scende a valori pari a<br />
21mq/ab.<br />
Grafico 3.13: Densità <strong>di</strong> verde urbano della superficie comunale – percentuale. Fonte dati: ISTAT<br />
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Considerato che la presenza del verde migliora il paesaggio urbano e rende più gradevole<br />
la permanenza in città, <strong>di</strong>venta fondamentale favorire un’integrazione fra elementi architettonici e<br />
verde nell’ambito della programmazione urbanistica. In particolare, fra le più importanti funzioni<br />
della vegetazione, in termini <strong>di</strong> miglioramento ambientale, si annoverano la mitigazione del clima<br />
urbano, la filtrazione e purificazione dell’aria dalle polveri e dagli inquinanti, l’attenuazione dei<br />
rumori e delle vibrazioni, la protezione del suolo. Accanto al dato puramente quantitativo,<br />
andrebbero considerati altri elementi quali accessibilità, fruibilità e fattibilità, <strong>di</strong>versificando le<br />
stesse dotazioni in relazione alle <strong>di</strong>verse situazioni non solo demografiche ma anche sociali,<br />
morfologiche e ambientali. Queste <strong>di</strong>fficoltà riguardano la <strong>di</strong>sponibilità, la fruibilità e l’accessibilità<br />
della rete dei trasporti pubblici, il design, la localizzazione e l’organizzazione dei servizi non <strong>di</strong><br />
trasporto e la possibilità <strong>di</strong> raggiungere tali servizi con mezzi alternativi all’automobile (a pie<strong>di</strong> o in<br />
bicicletta) 3 . L’accessibilità è una priorità degli inse<strong>di</strong>amenti urbani che qualifica la società locale nel<br />
suo complesso e ne definisce il grado <strong>di</strong> equità sociale e la qualità della vita per i suoi membri 4 .<br />
Come da segnalazione della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per<br />
l’Abruzzo (nota del 02/08/2012 prot.n. 0012633 CI.00.01.02/108.2) “sono rilevabili pochi e sparuti<br />
immobili dalla tipologia rurale <strong>di</strong>ffusa, non <strong>di</strong>rettamente interessate dal presente PP7 che<br />
comunque è opportuno conservare quale memoria del più recente passato”.<br />
Inoltre, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per I Beni Culturali<br />
e Paesaggistici per l’Abruzzo, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo-Chieti (nota del<br />
30/07/2012 prot.n. 0006320 30/07/2012) segnala che “considerata l’estensione dell’intervento in<br />
oggetto, che prevede la completa trasformazione urbanistica <strong>di</strong> vaste aree molto ampie prossime<br />
alle aree centrali della città, interessate dai resti archeologici dell’antico centro urbano <strong>di</strong> Ostia<br />
Aterni-Aternum, considerato che le stesse risultano ubicate lungo il percorso della strada litoranea<br />
nota come via Flaminia Adriatica, si ritiene necessario e si prescrive <strong>di</strong> attivare procedure<br />
cautelative” riportate nel capitolo inerente le misure <strong>di</strong> mitigazione e compensazione.<br />
3.2.4. Elementi idrogeologici<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista idrogeologico, l’area <strong>di</strong> interesse ricade in destra orografica del fiume<br />
<strong>Pescara</strong> a pochi metri sul livello del mare. Il livello <strong>di</strong> base delle acque superficiali è rappresentato<br />
dalla quota del Fiume <strong>Pescara</strong>, verso il quale confluiscono i fossi che arrivano dalle imme<strong>di</strong>ate<br />
pen<strong>di</strong>ci collinari. 5<br />
3<br />
Borlini B, Memo F. (2011). Mobilità, accessibilità ed equità sociale. Paper for the Espanet Conference.<br />
4<br />
Cass, N., Shove, E., Urry, J. (2005) “Social exclusion, mobility and access” in the Sociological Review, Blackwell Publishing Ltd,<br />
Oxford.<br />
5<br />
Piano <strong>di</strong> caratterizzazione dell’area dell’ex Fonderia Camplone, Agosto 2009.<br />
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31
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
In base a quanto riportato nella relazione geologica al PRG (Tav. A, all.5) “in destra<br />
idrografica del fiume <strong>Pescara</strong>, si identificano due strati <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente potenza: uno inferiore ghiaiososabbioso<br />
con potenza molto limitata e che contiene una falda in pressione e uno superiore limosotorboso,<br />
molto spesso, a bassa permeabilità per quanto riguarda il litotipo più frequente, ma con<br />
falde sospese contenute principalmente nelle numerose lenti sabbiose-ghiaiose inter<strong>di</strong>gitizzate.<br />
In quest’area la superficie freatica complessiva è influenzata, essenzialmente, sia dagli<br />
apporti meteorici locali, sia da apporti dai fianchi vallivi, nonché dall’assetto micromorfologico del<br />
terreno. Quest’ultimo caso è evidenziato dal cono <strong>di</strong> depressione identificato dalla isofreatica zero<br />
(Figura 3.4)”.<br />
A supporto <strong>di</strong> quanto sopra riportato, l’ASL, Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, Servizio Igiene<br />
Epidemiologica e Sanità Pubblica (nota del 18.06.2012 prot.n.22116 /DP) ha segnalato che “le<br />
aree comprese tra la Via Comunale Piana e gli e<strong>di</strong>fici scolastici provinciali, sono interessate da<br />
impaludamenti estesi a causa del ristagno delle acque piovane, dovuto a insufficiente drenaggio<br />
delle stesse, per lunghi perio<strong>di</strong> dell’anno, con variazioni connesse alla piovosità annuale. Tale<br />
problematica causa insalubrità soprattutto per la proliferazione <strong>di</strong> zanzare ed altri insetti”. Per<br />
quanto concerne le urbanizzazioni primarie attualmente presenti, esse non sono in grado <strong>di</strong><br />
sopportare aumenti <strong>di</strong> ulteriori carichi urbanistici. Le reti <strong>di</strong> smaltimento delle acque nere e delle<br />
acque meteoriche, inoltre, presentano problematiche già allo stato attuale. La rete viaria è<br />
pre<strong>di</strong>sposta per il solo transito <strong>di</strong> veicoli carrabili ma non per i flussi <strong>di</strong> mobilità pedonale e<br />
ciclabile 6 .<br />
In base alla Carta delle propensioni al <strong>di</strong>ssesto, l’area in oggetto rientra nell’Area A1 Area<br />
stabile (Figura 3.5).<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista dei consumi, in base ai dati ISTAT, nel 2007 il consumo pro-capite <strong>di</strong><br />
acqua per uso domestico relativamente al comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è stato pari a 90,9 m 3 per abitante,<br />
in <strong>di</strong>minuzione dell’1,1% rispetto al 2006, in linea con il trend nazionale.<br />
6 Fonte: Tavola 14 del PP7, Relazione Generale.<br />
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Figura 3.4: Carta Idrogeologica del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Fonte Relazione Geologica al PRG.<br />
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Figura 3.5: Carta della propensione al rischio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Fonte Relazione Geologica al PRG.<br />
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3.2.5. Qualità dell’aria<br />
In base al Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria 7 il comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
è stato inserito nella IT1301, Zona <strong>di</strong> risanamento metropolitana <strong>Pescara</strong>-Chieti. Il<br />
monitoraggio della qualità dell’aria con centraline fisse è svolto dalla rete <strong>di</strong> rilevamento della<br />
qualità dell’aria <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, gestita dall’ARTA. I superamenti dei livelli <strong>di</strong> concentrazione dei<br />
livelli delle PM10 8 , hanno portato all’emanazione dell’or<strong>di</strong>nanza sindacale <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong><br />
circolazione nella zona <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> Centro e Nord per alcune giorni nel mese <strong>di</strong> marzo 2012 e<br />
aprile 2012. Ciò a <strong>di</strong>mostrazione del forte impatto che l’intenso traffico veicolare ha sulla<br />
qualità dell’aria.<br />
3.2.6. Energia<br />
In aumento del 13% risultano i consumi pro-capite <strong>di</strong> energia elettrica per uso<br />
domestico nel periodo 2006-2007, mentre <strong>di</strong>minuiscono (-21%) quelli <strong>di</strong> gas metano per uso<br />
domestico e riscaldamento. A livello nazionale il consumo pro-capite <strong>di</strong> energia elettrica per<br />
uso domestico dei comuni capoluogo <strong>di</strong> provincia aumenta rispetto al 2006 del 4,4% e si<br />
colloca, nel 2007, sui 1.201,5 kWh per abitante. Nel 2007 il consumo pro-capite <strong>di</strong> gas<br />
metano per uso domestico e riscaldamento per il complesso dei comuni capoluogo <strong>di</strong><br />
provincia è pari a 366,8 m 3 per abitante e registra rispetto al 2006 una <strong>di</strong>minuzione del 6,9%<br />
(Istat, Dati ambientali sulle città).<br />
3.2.7. Rifiuti<br />
L’analisi dei dati relativi alla produzione <strong>di</strong> rifiuti pro-capite evidenzia che i valori<br />
hanno seguito un trend crescente. Infatti, come evidenziato nel Grafico 3.14, nel periodo<br />
2006-2010 i valori a livello comunale sono stati sempre al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> quelli provinciali e<br />
regionali. Considerando l’intervallo temporale 2006-2010, è da notare l’aumento della<br />
produzione pro-capite comunale del 2,4% contro un decremento intorno al 5% sia a livello<br />
regionale che provinciale.<br />
7<br />
Approvato con DGR n. 861/c del 13/08/2007 e con Delibera <strong>di</strong> Consiglio Regionale n. 79/4 del 25/09/2007 e pubblicato sul<br />
B.U.R.A. Speciale n. 98 del 05/12/2007.<br />
8<br />
Tra le sorgenti antropiche un importante ruolo è rappresentato dal traffico veicolare. Di origine antropica sono anche molte<br />
delle sostanze gassose che contribuiscono alla formazione <strong>di</strong> PM10, come gli ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> zolfo e <strong>di</strong> azoto, i COV (Composti<br />
Organici Volatili) e l’ammoniaca.<br />
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Grafico 3.14: Confronto dei valori <strong>di</strong> rifiuti prodotti procapite tra comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e provincia<br />
<strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e Regione Abruzzo. Fonte: Osservatorio Regionale Rifiuti.<br />
Per quanto concerne la raccolta <strong>di</strong>fferenziata, è da registrare un costante aumento a<br />
partire dal 2006, anche se si è lontani dall’obiettivo fissato, a livello nazionale, dalla<br />
L.296/2006 pari al 40%, da raggiungere nel 2007 (Grafico 3.15).<br />
Grafico 3.15: Andamento dei valori <strong>di</strong> Raccolta <strong>di</strong>fferenziata (%) confrontati con quelli della<br />
provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e della Regione Abruzzo. Fonte: Osservatorio Regionale Rifiuti.<br />
3.2.8. Rischio antropogenico<br />
All’interno del PP7 è presente l’area ex Fonderia Camplone <strong>di</strong> proprietà della società<br />
immobiliare Cielo Alto srl, insistente lungo la via Lago <strong>di</strong> Campotosto e l’area limitrofa <strong>di</strong><br />
proprietà della società Iniziative Srl, entrambe abbandonate dopo la cessazione delle attività<br />
produttive da oltre 20 anni.<br />
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Dai risultati analitici ottenuti è emerso il superamento delle CSC per alcuni parametri<br />
per cui è stato redatto il piano <strong>di</strong> caratterizzazione approvato dalla CdS del 28 maggio 2008<br />
con la richiesta <strong>di</strong> integrazioni approvate a loro volta durante la CdS del 15/04/2010.<br />
3.2.9. Mobilità<br />
Il trasporto pubblico urbano rappresenta l’insieme delle modalità <strong>di</strong> trasporto<br />
(autobus, tram, filobus, metropolitana, vaporetti, scale mobili, ascensori, ecc.) che, su scala<br />
urbana, consente l’esercizio del <strong>di</strong>ritto alla mobilità dei citta<strong>di</strong>ni me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> mezzi non<br />
<strong>di</strong> proprietà. Una delle principali risposte per ridurre gli impatti ambientali e sanitari derivanti<br />
dal traffico veicolare privato consiste nell’incentivare l’uso dei <strong>di</strong>versi sistemi modali <strong>di</strong><br />
trasporto collettivo al fine <strong>di</strong> attrarre domanda <strong>di</strong> mobilità sottraendola alla componente<br />
in<strong>di</strong>viduale. Nel periodo 2007-2009, in base ai dati ISTAT, la domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico 9<br />
nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> risulta stabile e inferiore alla me<strong>di</strong>a nazionale.<br />
Grafico 3.16: domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico (passeggeri trasportati dai mezzi <strong>di</strong> trasporto<br />
pubblico per abitante). Fonte dati: ISTAT<br />
In base ai dati del PGUT, nel 2004 le sezioni con maggior carico veicolare risultavano<br />
essere principalmente quelle posizionate sulle <strong>di</strong>rettrici in ingresso e in uscita dai confini<br />
comunali. Tra queste spicca via del Circuito che all’altezza del confine comunale, ad ovest<br />
del ponte della Libertà, registra i valori massimi in entrambe le <strong>di</strong>rezioni per un totale <strong>di</strong><br />
23.336 passaggi nelle 14 ore. Molto elevati sono anche i valori dei flussi sulla SS16 Adriatica<br />
Sud (11.000 veicoli), su via Verrotti (11.000) e sulle riviere nord e sud (10.000 veicoli).<br />
9 Domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico: numero <strong>di</strong> passeggeri trasportati nell’anno dai mezzi <strong>di</strong> trasporto pubblico in ambito urbano<br />
(autobus, tram, filobus, metropolitana, funicolare e altre tipologie <strong>di</strong> trasporto quali, ad esempio, vaporetti, ascensori, scale<br />
mobili, ecc.). La domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico è espressa in termini <strong>di</strong> passeggeri per abitante.<br />
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Come riportato nella figura seguente, sempre in base al PGUT, l’area oggetto del<br />
PP7 risulta interessato anche da classi <strong>di</strong> saturazione della rete stradale nel periodo 8h-9h<br />
che varia dal 60 al 100%.<br />
Figura 3.6: Estratto tavola A E1 linee <strong>di</strong> congestione della rete. Fonte: PGTU<br />
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La figura seguente mostra la <strong>di</strong>fferenza tra i flussi veicolari stimati da modello sulla<br />
rete <strong>di</strong> progetto e quelli stimati sulla rete attuale. La simulazione fa riferimento alle con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> carico della rete nell’ora <strong>di</strong> punta del mattino (8,00-9,00). Le barre a spessore e la relativa<br />
etichetta rappresentano il valore della <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> flusso sull’elemento considerato nel<br />
periodo <strong>di</strong> riferimento della simulazione (valore positivo se c’è un incremento <strong>di</strong> traffico,<br />
valore negativo se c’è un decremento). Nell’intorno dell’area interessata dal PP7 è prevista<br />
una <strong>di</strong>minuzione per la maggior parte dei tratti stradali del traffico nell’ora <strong>di</strong> punta del<br />
mattino (8,00-9,00).<br />
Figura 3.7: Estratto tavola P C 12 Progetto-Rete con lo stato attuale. Fonte: PGTU<br />
Andando a esaminare il trasporto pubblico nella Figura 3.8 è rappresentata la<br />
struttura della rete del trasporto pubblico urbano della città <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Di ogni linea viene<br />
fornito il percorso (riconoscibile dal colore adottato per la barra relativa) e il numero <strong>di</strong> corse<br />
effettuate in base al programma <strong>di</strong> esercizio durante tutta la giornata (leggibile sulle etichette<br />
che compaiono sugli archi).<br />
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Figura 3.8: estratto tavola A T1 rete <strong>di</strong> trasporto collettvio. Fonte dati: PGTU del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
A quanto sopra si aggiunga che lo stato delle infrastrutture è deficitario sia sotto<br />
l’aspetto quantitativo che qualitativo: si rileva che sono inesistenti i marciapie<strong>di</strong> su via A.<br />
Volta e fuori norma, rispetto al Co<strong>di</strong>ce della Strada, quelli su via Comunale Piana.<br />
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3.2.10. Clima acustico<br />
Lo stato attuale del clima acustico dell’area interessata dal PP7 è da attribuire al<br />
traffico veicolare della zona, alla linea ferroviaria Adriatica: è questa una infrastruttura <strong>di</strong><br />
grande importanza e costituisce il collegamento principale da e per Bologna, così come<br />
per Bari. E’ interessata, quin<strong>di</strong>, oltre che dal traffico regionale, da quello nazionale con<br />
treni intercity, eurostar city ed espresso (Figura 3.7).<br />
Figura 3.7: tipologia fasce infrastrutture. Fonte: PCCA del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
Inoltre il PP7 è interessato dalla Zona <strong>di</strong> tutela C del Piano <strong>di</strong> Rischio del <strong>Comune</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e relativo all’esercizio dell’Aeroporto Internazionale d'Abruzzo – <strong>Pescara</strong>. La<br />
Zone C è “caratterizzata da una me<strong>di</strong>a densità. Potranno essere previste nuove attività non<br />
residenziali. Nelle tre zone (A, B, C) dovranno essere evitati inse<strong>di</strong>amenti ad elevato<br />
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affollamento (centri commerciali, alberghi, ecc.), la costruzione <strong>di</strong> scuole, ospedali e, in<br />
generale, obiettivi sensibili, nonché attività <strong>di</strong> deposito carburante, depositi <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong><br />
infiammabili, industrie chimiche e consistenti inse<strong>di</strong>amenti, …).<br />
Nelle tre zone <strong>di</strong> tutela, inoltre, ai sensi dell’art. 711 del Co<strong>di</strong>ce della Navigazione<br />
aerea, sono soggette a limitazioni le opere, le piantagioni e le attività che costituiscono<br />
un potenziale richiamo per la fauna selvatica, considerata anche la vicinanza con l’alveo<br />
del fiume <strong>Pescara</strong>, o comunque un potenziale pericolo per la navigazione aerea. In<br />
particolare sono soggette a limitazioni (oppure vietate):<br />
<strong>di</strong>scariche e specchi d’acqua, in funzione del possibile richiamo <strong>di</strong> volatili;<br />
industrie manifatturiere che per il loro ciclo <strong>di</strong> lavorazione possono creare<br />
richiamo per gli uccelli;<br />
manufatti con finiture esterne riflettenti;<br />
luci fuorvianti ed emanazioni laser;<br />
ciminiere con emissione <strong>di</strong> fumi;<br />
attività e impianti che prevedono l’emissione <strong>di</strong> onde elettromagnetiche, per le<br />
possibili interferenze con gli apparati <strong>di</strong> navigazione (impianti ra<strong>di</strong>o base<br />
S.R.B., elettrodotti aerei, etc.).“<br />
Sempre in base al Piano <strong>di</strong> Rischio Aereoportuale, “le volumetrie previste dal vigente<br />
P.R.G 10 ., visto il basso in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione che esprimono le aree ancora libere, sono<br />
compatibili con le prescrizioni <strong>di</strong> cui al Regolamento ENAC. In particolare si ritiene <strong>di</strong> non<br />
dover vincolare in maniera restrittiva le volumetrie <strong>di</strong> tipo residenziale rispetto alle nuove<br />
realizzazioni. Tuttavia occorre evitare la concentrazione <strong>di</strong> volumetrie <strong>di</strong> tipo residenziale, al<br />
fine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re punti ad alto carico antropico, e prevedere la realizzazione della nuova sede<br />
della Regione Abruzzo in un ambito esterno a quello <strong>di</strong> tutela. Anche per questa zona si<br />
conferma il principio <strong>di</strong> conservazione degli e<strong>di</strong>fici e delle attività esistenti.<br />
Sono sempre consentite le variazioni <strong>di</strong> destinazione verso l’uso non residenziale, a<br />
con<strong>di</strong>zione che non venga incrementato il carico antropico attualmente presente. Le attività<br />
commerciali e terziarie devono conservare un carattere locale; occorre, quin<strong>di</strong>, evitare una<br />
concentrazione sia <strong>di</strong> cubature che <strong>di</strong> servizi che possa elevarle a rango territoriale”.<br />
10 Sono presenti, inoltre, alcuni comparti e<strong>di</strong>ficatori residenziali, quali 8.34 e in parte 8.11 e 8.24 in sottozona B4<br />
(Completamento e Ristrutturazione), e quelli a carattere residenziale e terziario (8.04A2, 8.04B e 8.02C) in sottozona B7<br />
(Trasformazione integrale).<br />
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3.3 Sintesi degli elementi <strong>di</strong> criticità/sensibilità<br />
La lettura del contesto ambientale effettuata attraverso l’analisi <strong>di</strong> tutta la<br />
documentazione <strong>di</strong>sponibile ha permesso <strong>di</strong> mettere in evidenza elementi <strong>di</strong> criticità e<br />
sensibilità. Vista l’importanza che si intende attribuire al concetto <strong>di</strong> sensibilità ambientale, è<br />
necessario fornire una definizione chiara e convincente della stessa. In effetti, a questa<br />
parola vengono attribuiti <strong>di</strong>versi significati a seconda del contesto in cui viene usata ed è<br />
spesso posta in relazione con altre parole <strong>di</strong> significato affine o complementare. Nel contesto<br />
che qui interessa, la sensibilità ambientale si riferisce alla presenza <strong>di</strong> componenti ambientali<br />
potenzialmente sensibili agli impatti generati dalle trasformazioni che il PP7 intende<br />
apportare al territorio.<br />
In sintesi gli elementi <strong>di</strong> criticità e sensibilità in<strong>di</strong>viduati sono riconducibili ai seguenti<br />
aspetti 11 :<br />
Elementi <strong>di</strong> criticità:<br />
o rischio antropogenico;<br />
o tessuto urbano – sociale generalmente degradato;<br />
o inquinamento acustico (infrastrutture stradali e ferroviarie);<br />
o zona <strong>di</strong> tutela C del Piano <strong>di</strong> Rischio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e relativo<br />
all’esercizio dell’Aeroporto Internazionale d'Abruzzo<br />
o carenza standard (non solo in termini quantitativi ma anche in termini <strong>di</strong><br />
accessibilità, fruibilità e fattibilità);<br />
o mancanza <strong>di</strong> strutture viarie idonee;<br />
o carenza trasporto pubblico;<br />
o ex-tracciato ferroviario;<br />
o carenza infrastrutture a rete;<br />
Elementi <strong>di</strong> sensibilità:<br />
o falda freatica superficiale;<br />
o vaste porzioni <strong>di</strong> terreno non antropizzato;<br />
o vincolo archeologico.<br />
11 Per maggiori dettagli si rimanda alla lettura del Capitolo IV.<br />
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Capitolo IV<br />
Il Quadro <strong>di</strong> Riferimento Pianificatorio e Programmatorio<br />
4.1 Pianificazione/Programmazione regionale<br />
L'analisi degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e programmazione che presentano in<strong>di</strong>cazioni utili<br />
alla definizione degli obiettivi e alla valutazione del PP7 ha riguardato i seguenti documenti:<br />
Livello sovracomunale:<br />
Quadro <strong>di</strong> Riferimento Regionale (Q.R.R.)<br />
Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)<br />
Piano Stralcio <strong>di</strong> Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI)<br />
Piano Regionale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti<br />
Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni<br />
Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque<br />
Piano ATO per la gestione del Servizio Idrico Integrato<br />
Piano per la Tutela della Qualità dell’Aria<br />
Piano Energetico Regionale<br />
Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale<br />
Livello comunale:<br />
PRG vigente<br />
Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica<br />
Piano Urbano della Mobilità<br />
Piano <strong>di</strong> rischio – Aeroporto Internazionale d’Abruzzo<br />
Sono stati inoltre considerati il regime vincolistico vigente e le in<strong>di</strong>cazioni dell'Anagrafe dei<br />
siti contaminati.<br />
Quadro <strong>di</strong> Riferimento Regionale (Q.R.R.)<br />
Il QRR vigente, strumento principe a cui far riferimento per la redazione dei Piani <strong>di</strong> bacino<br />
regionali e interregionali, dei Piani territoriali Provinciali, dei Piani o Programmi settoriali e per<br />
l’esercizio dei poteri Provinciali e Comunali, fissa le strategie e in<strong>di</strong>vidua gli interventi mirati al<br />
conseguimento dei seguenti obiettivi generali:<br />
Qualità dell’ambiente;<br />
Efficienza dei sistemi urbani;<br />
Sviluppo dei settori produttivi trainanti.<br />
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Il primo obiettivo rappresenta il punto <strong>di</strong> convergenza <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> obiettivi specifici che,<br />
muovendo dall'esigenza <strong>di</strong> tutelare i beni naturali e storici irriproducibili, finalizzano la tutela al<br />
“miglioramento della qualità della vita”, alla “localizzazione <strong>di</strong> nuove attività produttive<br />
subor<strong>di</strong>natamente alla qualità dell'ambiente”, allo sviluppo anche occupazionale dei settori<br />
tra<strong>di</strong>zionalmente legati all’esistenza delle risorse ambientali.<br />
Il secondo obiettivo assume l’efficienza del sistema inse<strong>di</strong>ativo come con<strong>di</strong>zione essenziale<br />
per una riduzione degli squilibri che ancora permangono tra “centri e periferie” e per consentire alle<br />
città capoluogo <strong>di</strong> svolgere adeguatamente la loro insostituibile funzione <strong>di</strong> servizio per la comunità<br />
regionale.<br />
Il terzo obiettivo si incentra sulla “scelta tecnologica e dell’innovazione” e comporta “un<br />
particolare impegno...” affinché “le gran<strong>di</strong> imprese pubbliche e private concentrino in Abruzzo<br />
nuove attività produttive nel campo del terziario avanzato” e “un rilevante sforzo” della Regione<br />
“per attuare un sistema <strong>di</strong> servizi alle unità produttive” da sostenere o da promuovere.<br />
Tali obiettivi vengono poi sud<strong>di</strong>visi in obiettivi specifici, azioni programmatiche e specifiche.<br />
Gli obiettivi del QRR presi in esame sono riportati nella seguente tabella:<br />
Obiettivi del Quadro <strong>di</strong> Riferimento Regionale<br />
Valorizzare e tutelare i Beni culturali.<br />
Qualificare e potenziare le suscettività turistiche.<br />
Riqualificare e recuperare i Sistemi Inse<strong>di</strong>ativi.<br />
Migliorare la mobilità all’interno dei sistemi inse<strong>di</strong>ativi.<br />
Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)<br />
Il “Co<strong>di</strong>ce dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D.Lgs. n. 42 del 22.01.2004) prevede<br />
l’obbligo per le Regioni, entro 4 anni dalla sua entrata in vigore, <strong>di</strong> verificare e adeguare alle nuove<br />
in<strong>di</strong>cazioni del decreto i contenuti del PRP. La principale novità introdotta dal Co<strong>di</strong>ce è che il PRP<br />
deve riguardare l’intero territorio regionale, con contenuti descrittivi, prescrittivi e propositivi. Esso,<br />
in funzione dei <strong>di</strong>versi valori paesistici riconosciuti, deve attribuire a ciascun ambito, riconosciuto<br />
come omogeneo da un punto <strong>di</strong> vista paesaggistico, obiettivi <strong>di</strong> qualità in coerenza con i principi<br />
stabiliti e sottoscritti dalle Regioni nella Convenzione Europea per il Paesaggio.<br />
Con un protocollo d’intesa approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 297 del 30<br />
aprile 2004, è stato costituito un “gruppo <strong>di</strong> progettazione” (il cosiddetto Ufficio del Piano),<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
composto, in accordo tra la Regione Abruzzo e le quattro Province, dai rappresentanti degli Enti<br />
interessati dal Piano.<br />
L’area oggetto del PP7 si trova in area bianca del PRP vigente, dove non vi sono particolari<br />
peculiarità <strong>di</strong> natura paesistica (ve<strong>di</strong> Figura 4.1).<br />
Gli obiettivi del PRP presi in esame sono i seguenti:<br />
Obiettivi del Piano Regionale Paesistico<br />
Proteggere la qualità e il valore del paesaggio.<br />
Sviluppare le iniziative atte a valorizzare le peculiarità del territorio.<br />
Riqualificare le parti del paesaggio degradate.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.1:PRP: Stralcio TAV. B5 allegata alla variante al PRG <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. (elaborazione propria)<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Piano Stralcio <strong>di</strong> Bacino per l’Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici <strong>di</strong> Rilievo<br />
Regionale Abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro Fenomeni Gravitativi e<br />
Processi Erosivi<br />
Il Piano per l’Assetto Idrogeologico, o Piano Stralcio <strong>di</strong> Bacino per l’Assetto Idrogeologico<br />
dei Bacini Idrografici <strong>di</strong> rilievo regionale abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro (<strong>di</strong><br />
seguito denominato PAI), è uno “strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo me<strong>di</strong>ante il<br />
quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione,<br />
alla <strong>di</strong>fesa e alla valorizzazione del suolo, sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del<br />
territorio interessato”.<br />
In termini generali, la normativa <strong>di</strong> attuazione del Piano è <strong>di</strong>retta a <strong>di</strong>sciplinare l’uso del<br />
territorio attraverso prescrizioni puntuali inerenti a opere e attività, ammesse o vietate, nelle aree a<br />
pericolosità molto elevata (P3), elevata (P2) e moderata (P1).<br />
Il comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> ha prodotto una carta della Pericolosità Geologica (Tavola D Allegato<br />
4 alla Variante al PRG approvata con Delibera <strong>di</strong> C.C. n. 94 del 08/06/2007) che integra il PAI con<br />
le in<strong>di</strong>cazioni derivanti dal Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni. Come riscontrabile dall’<br />
immagine riportata in Figura 4.2, il territorio interessato dal PP7 si trova in un area non interessata<br />
da pericolosità idrogeologica in riferimento al PAI vigente. Consultando la citata Tav. D del PRG<br />
vigente, <strong>di</strong> cui si riporta uno stralcio in Figura 4.3, si riscontra, infatti, che il perimetro del PP7<br />
ricade in area con pericolosità geologica da nulla a bassa, in cui non sono <strong>di</strong> fatto riscontrabili<br />
in<strong>di</strong>zi geomorfologici che possano far presumere fenomeni potenziali o in atto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti gravitativi.<br />
Gli obiettivi del PAI presi in esame sono riportati nella seguente tabella:<br />
Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Assetto Idrogeologico<br />
Conservare l’assetto del bacino idrico e raggiungere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza uniformi per il territorio con opere<br />
specifiche.<br />
Ridurre l'incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong> rischio idraulico, impedendo interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro<br />
assetto idraulico del territorio.<br />
Salvaguardare l'assetto del bacino idrico <strong>di</strong>sciplinando le attività antropiche.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.2: PAI. Stralcio Carta della Pericolosità (Fonte: SIT Regione Abruzzo).<br />
Piano Regionale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti (PRGR)<br />
Il PRGR 1 propone le seguenti priorità:<br />
Prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti;<br />
Recupero e riciclo <strong>di</strong> materiali e prodotti <strong>di</strong> consumo;<br />
Recupero energetico dai rifiuti, complementare al riciclo e a chiusura del ciclo <strong>di</strong><br />
gestione dei rifiuti;<br />
Smaltimento in <strong>di</strong>scarica, residuale e in sicurezza.<br />
Per quanto concerne la raccolta <strong>di</strong>fferenziata il PRGR prevede i seguenti obiettivi:<br />
40% <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata al 2007;<br />
50% <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata al 2009;<br />
60% <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata al 2011.<br />
Il PRGR assume, inoltre, un obiettivo <strong>di</strong> riduzione dei rifiuti prodotti pari al 5% in ogni<br />
provincia da conseguire entro il 2011, prendendo a riferimento il dato del 2005 2 .<br />
Gli obiettivi del PRGR sono riportati nella seguente tabella:<br />
1 Contenuto nella L.R. 19.12.2007, n. 45 “Norme per la gestione integrata dei rifiuti”.<br />
2 Regione Abruzzo (2008) - “RIDURRE E RICICLARE PER VIVERE MEGLIO” Programma <strong>di</strong> prevenzione e riduzione della<br />
produzione dei rifiuti. L.R. 19.12.2007, n. 45 - PRGR.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Obiettivi del Piano Regionale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti<br />
Ridurre la produzione dei rifiuti e della loro pericolosità.<br />
Aumentare la percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata e minimizzare il ricorso a smaltimento in <strong>di</strong>scarica.<br />
Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni<br />
Il Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni (PSDA) è stato redatto ai sensi dell’art. 17, comma<br />
6 ter, della Legge 18/05/1989 n. 183, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le aree a rischio alluvionale e quin<strong>di</strong> da<br />
sottoporre a misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ma anche <strong>di</strong> delimitazione delle aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale. Il<br />
Piano è quin<strong>di</strong> funzionale alla programmazione <strong>di</strong> azioni (opere, vincoli, <strong>di</strong>rettive) che portino a un<br />
assetto fisico dell’ambito fluviale e a un uso del suolo (agricolo o inse<strong>di</strong>ativo) compatibili con la<br />
sicurezza idraulica e con la salvaguar<strong>di</strong>a delle componenti naturali e ambientali.<br />
Il Piano assume una posizione vincolistica sovraor<strong>di</strong>nata nei confronti degli altri strumenti <strong>di</strong><br />
pianificazione <strong>di</strong> settore e <strong>di</strong> pianificazione urbanistica; è redatto in conformità alla vocazione del<br />
territorio e come tale è traguardato alla ricerca <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> sviluppo che sia realmente<br />
compatibile con essa. Obiettivo principale del Piano è la conservazione dell’assetto del bacino e il<br />
raggiungimento <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni uniformi <strong>di</strong> sicurezza del territorio che lo circonda. A tal fine in esso<br />
sono in<strong>di</strong>viduate e classificate aree <strong>di</strong> pericolosità idraulica, a cui corrispondono <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong><br />
trasformabilità.<br />
Nelle aree <strong>di</strong> pericolosità idraulica il Piano ha la finalità <strong>di</strong> evitare l'incremento dei livelli <strong>di</strong><br />
pericolo e rischio idraulico, impe<strong>di</strong>re interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro assetto idraulico del<br />
territorio, salvaguardare e <strong>di</strong>sciplinare le attività antropiche, assicurare il necessario coor<strong>di</strong>namento<br />
con il quadro normativo e con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e programmazione in vigore.<br />
Per quanto concerne l’ambito interessato dal PP7 non vi sono problematiche da<br />
evidenziare in relazione al PSDA come riscontrabile dallo stralcio della carta <strong>di</strong> Pericolosità<br />
geologica riportata in Figura 4.3.<br />
In riferimento al PSDA sono stati presi in considerazione i seguenti obiettivi.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Obiettivi del Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa delle Alluvioni<br />
Evitare l’incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e rischio idraulico.<br />
Impe<strong>di</strong>re interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro assetto idraulico del territorio salvaguardando e <strong>di</strong>sciplinando le attività<br />
antropiche.<br />
Assicurare il necessario coor<strong>di</strong>namento con il quadro normativo e con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e<br />
programmazione in vigore.<br />
Promuovere interventi <strong>di</strong> riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano la riattivazione e l’avvio dei processi<br />
naturali e il ripristino degli equilibri ambientali e idrologici.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.3:Pericolosità Geologica: Stralcio TAV.D allegata alla variante al PRG <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. (elaborazione propria).<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Anagrafe dei siti contaminati<br />
La Regione Abruzzo, con DGR 27/12/2006 n. 1529, in ottemperanza al D.Lgs. 3 aprile<br />
2006 n. 152 e alla L.R. 28 aprile 2000 n. 83 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni, ha istituito<br />
l'”Anagrafe dei siti contaminati”.<br />
L’obiettivo del censimento, da cui è derivata la costituzione dell’Anagrafe, è <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />
schede che l’ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente) può utilizzare come base per<br />
l’elaborazione del “Piano Regionale <strong>di</strong> bonifica dei siti contaminati”, <strong>di</strong> cui al DGR sopracitato.<br />
L’elenco è stato aggiornato nel 2010 con DGR n. 777 (D.lgs 152/2006 e s.m.i. - L.R.<br />
45/2007 e s.m.i. - art. 55, comma 2, lett. a) - DGR n. 1529/2006 - Appen<strong>di</strong>ce A dell’Allegato<br />
Tecnico n. 3. “Anagrafe regionale dei siti contaminati Aggiornamento”).<br />
Di seguito si riporta uno stralcio della Tavola B8-2 allegata alla variante generale al P.R.G.<br />
del comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, approvata nel 2007, che mostra le zone <strong>di</strong> degrado in<strong>di</strong>viduate.<br />
Come riscontrabile dalla figura 4.4 gli ambiti del sub-comparto PP7a sono interessati da<br />
zone <strong>di</strong> degrado. Si tratta dell’area dell’ex fonderia Camplone <strong>di</strong> cui si è provveduto ad effettuare il<br />
piano <strong>di</strong> caratterizzazione con l’analisi <strong>di</strong> rischio sanitario e ambientale.<br />
Le zone in<strong>di</strong>viduate <strong>di</strong> proprietà della società “immobiliare cielo alto s.r.l.” (ex fonderia<br />
Camplone) e l’area limitrofa <strong>di</strong> proprietà della società “iniziative s.r.l.” risultano abbandonate a<br />
seguito della cessazione delle relative attività e sono state poste sotto sequestro a seguito del<br />
Decreto emanato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> in data 01/11/2004.<br />
In seguito il Sindaco <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, con Or<strong>di</strong>nanza n. 635 del 01/12/2004, prescriveva l’attivazione dei<br />
necessari interventi <strong>di</strong> messa in sicurezza <strong>di</strong> emergenza, <strong>di</strong> bonifica e ripristino ambientale.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.4: Zone <strong>di</strong> Degrado e Recupero: Stralcio TAV.B 8-2 allegata alla variante al PRG <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. (elaborazione propria).<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque (PTA)<br />
Il Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque (PTA) è lo strumento tecnico e programmatico attraverso cui<br />
la Regione intende realizzare gli obiettivi <strong>di</strong> tutela quali-quantitativa delle acque superficiali e<br />
sotterranee, previsti dall’art. 121 del D.Lgs. 152/06. Il piano descrive le caratteristiche del bacino<br />
idrografico sia per le acque superficiali che sotterranee, con rappresentazione cartografica, ed<br />
esprime una sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo<br />
stato delle acque superficiali e sotterranee; in<strong>di</strong>vidua le aree sensibili e vulnerabili ed elenca gli<br />
obiettivi <strong>di</strong> qualità.<br />
Nell’ambito del presente stu<strong>di</strong>o ci si limiterà a riportare sinteticamente gli estratti dei<br />
principali allegati cartografici, e a richiamare le in<strong>di</strong>cazioni specifiche contenute all’interno della<br />
documentazione <strong>di</strong> base.<br />
Dallo stu<strong>di</strong>o della documentazione che compone il Piano, emerge che il fiume <strong>Pescara</strong><br />
presenta uno stato ambientale “sufficiente” per quasi tutto il suo corso, mentre per la parte finale<br />
arriva ad avere un livello <strong>di</strong> qualità “pessimo”. Inoltre, in base alla classificazione della “Carta dei<br />
corpi idrici superficiali e relativo rischio determinato ai sensi del DM 131/08” il fiume <strong>Pescara</strong><br />
rientra a scopo cautelativo tra i corpi idrici “a rischio”, date le consistenti pressioni al contorno<br />
caratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> industrie che utilizzano sostanze pericolose nel proprio ciclo<br />
produttivo.<br />
Figura 4.5:PTA - Stralcio “Carta dello Stato Ambientale dei corsi d’acqua significativi” - Allegato 1.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.6:PTA - Stralcio “Carta dei corpi idrici superficiali e relativo rischio determinato ai sensi del DM 131/08” - Allegato 3.<br />
Lo stato delle acque sotterranee del <strong>Pescara</strong>, come quelle superficiali, sono classificate, ai<br />
sensi del D.Lgs. 152/99, come “scadenti”. Tale classificazione deriva dalla combinazione del livello<br />
chimico delle acque, che nel caso del fiume <strong>Pescara</strong> è pari a 4 (impatto antropico rilevante con<br />
caratteristiche idrochimiche scadenti), e dallo stato quantitativo, che per il <strong>Pescara</strong> è C (impatto<br />
antropico significativo con notevole incidenza dell’uso sulle <strong>di</strong>sponibilità della risorsa evidenziata<br />
da rilevanti mo<strong>di</strong>ficazioni agli in<strong>di</strong>catori generali).<br />
Figura 4.7:PTA - Stralcio “Carta dello Stato Ambientale dei corsi idrici sotterranei e d’interesse (SCAS) determinato ai sensi del<br />
D.Lgs 152/99” - Allegato 6.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.8:PTA - stralcio “Carta dello Stato Chimico dei corsi idrici sotterranei” - allegato 7.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.9: Classificazione dello stato ambientale delle acque sotterranee in base al D.Lgs 152/99.<br />
In riferimento al PTA, e in <strong>rapporto</strong> con il Piano Particolareggiato in oggetto, sono stati presi<br />
in considerazione i seguenti obiettivi.<br />
Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque<br />
Prevenire l’inquinamento dei corpi idrici non inquinati.<br />
Perseguire un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili.<br />
Preservare le capacità naturale <strong>di</strong> autodepurazione dei corpi idrici, nonché della capacità <strong>di</strong> sostenere comunità<br />
animali e vegetali ampie e ben <strong>di</strong>versificate.<br />
Piano ATO per la gestione del Servizio Idrico Integrato<br />
La rimodulazione del Piano d’ambito è stata effettuata nel 2003, a circa un anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />
dalla prima stesura approvata dall’Assemblea dell’ATO con delibera n. 13 del 08 aprile 2002, a<br />
seguito dell’in<strong>di</strong>viduazione del gestore unico integrato da parte dell’ATO, <strong>di</strong> cui alla Delibera<br />
dell’Assemblea n. 22/02. Poiché l’affidamento del Servizio idrico integrato ha la durata <strong>di</strong> 5 anni, è<br />
stato necessario rivedere la <strong>di</strong>namica degli investimenti tenendo conto del breve periodo e<br />
ridefinendo i piani finanziari con le quote a carico dello Stato e della tariffa del Servizio Idrico<br />
Integrato.<br />
L’ATO n. 4 “Pescarese”, a seguito della ricognizione circa lo stato delle opere degli impianti<br />
<strong>di</strong> acquedotti e fognature ai sensi dell’art. 10 del D.L. 244/95 e della L.R. n. 2 del 13/01/97, ha<br />
prodotto un <strong>rapporto</strong> finale, completo <strong>di</strong> allegati, che è stato consegnato nel febbraio 2001 e<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
definitivamente approvato dall’Assemblea con delibera n. 15 del successivo mese <strong>di</strong> novembre.<br />
L’obiettivo principale che si pone il Piano dell’ATO “Pescarese” è l’estensione della rete duale alle<br />
strade citta<strong>di</strong>ne dell’area metropolitana (Chieti, <strong>Pescara</strong>, Montesilvano, Francavilla al Mare) con<br />
separazione delle reti nei fabbricati. Le previsioni del Piano comportano l’utilizzo delle acque<br />
potabilizzate soprattutto per gli stabilimenti del litorale, gli impianti sportivi, i mercati, il porto, le<br />
ferrovie, i fabbricati ad uso commerciale, le industrie e altre utenze in cui la componente domestica<br />
sia secondaria.<br />
Per ottimizzare il servizio, il Piano prevede <strong>di</strong> estendere la rete duale al reticolo citta<strong>di</strong>no<br />
obbligando i nuovi fabbricati a dotarsi <strong>di</strong> doppia rete. Al momento della stesura del Piano gli<br />
investimenti non sono stati quantificati con sufficiente approssimazione, ma l’ipotesi era <strong>di</strong> ottenere<br />
un cospicuo sostegno dal contributo pubblico.<br />
Tra gli obiettivi in<strong>di</strong>viduati dal piano ATO, assume rilevanza anche il <strong>di</strong>sinquinamento del<br />
Fiume <strong>Pescara</strong> che comprende la realizzazione dei collettori golenali per la città <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e la<br />
realizzazione <strong>di</strong> un acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-PE, oltre che alla<br />
restituzione ai fiumi ricadenti nel territorio dell’Ambito del minimo vitale <strong>di</strong> acqua per il ripristino<br />
dell’ecoambiente <strong>di</strong> alcuni territori <strong>di</strong> elevata valenza paesaggistica.<br />
Gli obiettivi presi in considerazione sono i seguenti.<br />
Obiettivi del Piano ATO<br />
Estendere la rete duale alle strade citta<strong>di</strong>ne dell’area metropolitana Chieti, <strong>Pescara</strong>, Montesilvano, Francavilla al<br />
Mare, con separazione delle reti anche nei fabbricati esistenti e <strong>di</strong> nuova costruzione.<br />
Disinquinare il Fiume <strong>Pescara</strong> me<strong>di</strong>ante la realizzazione dei collettori golenali per la città <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e <strong>di</strong> un<br />
acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-PE. Restituire ai fiumi ricadenti nel territorio dell’Ambito il<br />
minimo vitale <strong>di</strong> acqua per il ripristino dell’ecoambiente <strong>di</strong> alcuni territori <strong>di</strong> elevata valenza paesaggistica.<br />
Piano per la Tutela della Qualità dell’Aria (PTQA)<br />
Il Piano, redatto in conformità ai dettami legislativi del Decreto del Ministero dell’ambiente e<br />
della tutela del territorio del 1 ottobre 2002, n. 261, contiene il Regolamento recante le <strong>di</strong>rettive<br />
tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione<br />
del piano e dei programmi <strong>di</strong> cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351<br />
(Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002).<br />
In particolare, il Piano ha il fine <strong>di</strong>:<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
elaborare piani o programmi <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli<br />
agglomerati in cui i livelli <strong>di</strong> uno o più inquinanti superano i limiti legislativi;<br />
elaborare piani <strong>di</strong> mantenimento della qualità dell’aria, nelle zone e negli agglomerati in<br />
cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite;<br />
ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria;<br />
contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali <strong>di</strong> emissioni;<br />
conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la<br />
produzione <strong>di</strong> gas serra.<br />
Per le zone in cui la qualità dell’aria supera i limiti <strong>di</strong> concentrazione, il Piano in<strong>di</strong>vidua<br />
apposite azioni per il miglioramento dell’aria, mentre nelle zone dove i livelli degli inquinanti<br />
risultano inferiori ai limiti <strong>di</strong> legge, prevede azioni <strong>di</strong> mantenimento dei livelli accettabili. Tra le<br />
azioni previste vi sono, inoltre, il miglioramento della rete <strong>di</strong> monitoraggio regionale e<br />
l’elaborazione <strong>di</strong> strategie finalizzate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa.<br />
La valutazione della qualità dell’aria a scala locale su tutto il territorio regionale, e la<br />
successiva zonizzazione, sono state effettuate basandosi sui risultati del monitoraggio della qualità<br />
dell’aria e integrando i dati ricavati con le campagne <strong>di</strong> monitoraggio e con l’uso della modellistica<br />
tra<strong>di</strong>zionale e fotochimica. È stata così operata la stima delle concentrazioni <strong>di</strong> inquinanti dell’aria<br />
su tutto il territorio della regione.<br />
Con riferimento alle concentrazioni <strong>di</strong> zolfo, ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, particelle sospese con <strong>di</strong>ametro<br />
inferiore ai 10 micron, monossido <strong>di</strong> carbonio e benzene, l’area <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è stata classificata<br />
come “Zona <strong>di</strong> risanamento”, ovvero zona in cui almeno un inquinante supera il limite <strong>di</strong> tolleranza<br />
fissato dalla legislazione (Figura 4.10).<br />
Il Piano in<strong>di</strong>vidua inoltre una forte concentrazione <strong>di</strong> inquinanti nell’area Chieti-<strong>Pescara</strong> ed<br />
evidenzia che per tale area si è superato il “valore bersaglio per la protezione della salute”, ovvero<br />
il livello fissato al fine <strong>di</strong> evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana, da conseguirsi per<br />
quanto possibile entro un dato periodo <strong>di</strong> tempo (Figura 4.11).<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.9: PTQA: Classificazione del territorio ai fini del mantenimento e risanamento della qualità dell’aria per ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> zolfo,<br />
ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, particelle sospese con <strong>di</strong>ametro inferiore ai 10 micron, monossido <strong>di</strong> carbonio e benzene.<br />
Figura 4.10: PTQA: Classificazione del territorio per la protezione della salute relativamente all’ozono e definizione delle zone <strong>di</strong><br />
superamento dei valori bersaglio e delle zone <strong>di</strong> superamento degli obiettivi a lungo termine.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Gli obiettivi del PTQA, messi in relazione con quelli generali del PP7, sono i seguenti:<br />
Obiettivi del PRTQA<br />
Elaborare piani <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli <strong>di</strong> uno o più<br />
inquinanti superino i limiti <strong>di</strong> concentrazione.<br />
Elaborare dei piani <strong>di</strong> mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultano<br />
inferiori ai limiti <strong>di</strong> legge.<br />
Elaborare strategie con<strong>di</strong>vise mirate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa e alla riduzione dei gas climalteranti.<br />
Piano Energetico Regionale (PER)<br />
Il Piano Energetico Regionale (PER) è lo strumento principale attraverso il quale la Regione<br />
programma, in<strong>di</strong>rizza e armonizza nel proprio territorio gli interventi strategici in tema <strong>di</strong> energia. Si<br />
tratta <strong>di</strong> un documento tecnico nei suoi contenuti e politico nelle scelte e nelle priorità degli<br />
interventi. La sua redazione è stata avviata a causa dei profon<strong>di</strong> mutamenti intervenuti nella<br />
normativa del settore energetico e nell'evoluzione delle politiche <strong>di</strong> decentramento, caratterizzate<br />
dal trasferimento alle Regioni e agli Enti locali, ad opera del D.Lgs. 31 Marzo 1998 n. 112 (funzioni<br />
e competenze in materia ambientale ed energetica).<br />
Gli obiettivi fondamentali del PER della Regione Abruzzo si possono ricondurre a due<br />
macroaree <strong>di</strong> intervento, quella della produzione <strong>di</strong> energia dalle <strong>di</strong>verse fonti (fossili e non) e<br />
quella del risparmio energetico. Nel dettaglio, i principali contenuti del PER sono:<br />
la progettazione e l'implementazione delle politiche energetico‐ambientali;<br />
l'economica gestione delle fonti energetiche primarie <strong>di</strong>sponibili sul territorio (geotermia,<br />
metano, ecc.);<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> possibili alternative al consumo <strong>di</strong> idrocarburi;<br />
la limitazione dell'impatto con l'ambiente e dei danni alla salute pubblica, dovuti<br />
dall'utilizzo delle fonti fossili;<br />
la partecipazione ad attività finalizzate alla sostenibilità dello sviluppo.<br />
Obiettivi del PER<br />
Progettare e implementare delle politiche energetico-ambientali.<br />
Limitare l'impatto con l'ambiente e i danni alla salute pubblica, dovuti dall'utilizzo delle fonti fossili.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
4.2 Pianificazione/Programmazione provinciale<br />
In merito alla pianificazione provinciale è stato preso in esame il Piano Territoriale <strong>di</strong><br />
Coor<strong>di</strong>namento Provinciale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale (P.T.C.P.) <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
Il PTCP, approvato con delibera <strong>di</strong> Consiglio Provinciale n. 78 del 25 maggio 2001 e reso<br />
vigente con la pubblicazione sul BURA n. 24 del 13/11/2002, propone un <strong>di</strong>segno unitario del<br />
territorio e delle sue possibilità <strong>di</strong> trasformazione, nel quale sono compresi e trovano coerenza<br />
progetti <strong>di</strong>versi, avanzati da <strong>di</strong>fferenti soggetti e da <strong>di</strong>fferenti istituzioni. All’interno <strong>di</strong> questo<br />
<strong>di</strong>segno unitario le amministrazioni locali possono definire specifiche politiche orientate a<br />
migliorare la qualità e le prestazioni fisiche, sociali e culturali del territorio.<br />
La struttura del piano viene fondata attorno a tre principali politiche che riguardano<br />
l’ambiente, la mobilità e l’inse<strong>di</strong>amento.<br />
La politica per l’ambiente è costruita a partire dal riconoscimento <strong>di</strong> un sistema ambientale<br />
della provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, costituito da tutte le aree, non necessariamente contigue che assumono<br />
un ruolo importante per il funzionamento ecologico. Le parti <strong>di</strong> territorio che costituiscono il sistema<br />
ambientale sono <strong>di</strong>versamente nominate dal piano in relazione alla loro <strong>di</strong>fferente natura e alle<br />
<strong>di</strong>fferenti prestazioni che svolgono all’interno del sistema.<br />
Di seguito si riportano alcune immagini tratte dal Sistema Informativo Territoriale messo a<br />
<strong>di</strong>sposizione dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, riguardanti la struttura del PTCP.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Farindola<br />
Montebello <strong>di</strong> Bertona<br />
Villa Celiera<br />
Penne<br />
Citta' Sant'Angelo<br />
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Elice<br />
Picciano<br />
Loreto Aprutino<br />
Collecorvino<br />
Moscufo<br />
Cappelle sul Tavo<br />
Pianella<br />
Civitella Casanova<br />
Catignano<br />
Cepagatti<br />
Vicoli<br />
Carpineto della Nora<br />
Nocciano<br />
Civitaquana<br />
Rosciano<br />
Brittoli<br />
Cugnoli<br />
Al an n o<br />
Manoppello<br />
Corvara<br />
Pietranico<br />
Turrivalignani<br />
Torre de' Passeri<br />
Pescosansonesco<br />
Scafa<br />
San Valentino in Abruzzo Citeriore<br />
Serramonacesca<br />
Castiglione a Casauria<br />
Bussi sul Tirino<br />
Bolognano<br />
Lettomanoppello<br />
Ab b ateg g i o<br />
Tocco da Casauria<br />
Roccamorice<br />
Popoli<br />
Salle<br />
Caramanico Terme<br />
Sant'Eufemia a Maiella<br />
Montesilvano<br />
Spoltore<br />
<strong>Pescara</strong><br />
Figura 4.11: PTCP. La struttura. Immagine Generale della Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (Fonte: SIT Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>).<br />
Il Piano riconosce nel territorio provinciale pescarese la presenza <strong>di</strong> sei “ecologie”, ricomposte<br />
in un <strong>di</strong>segno unitario comprendente numerosi interessi, e in<strong>di</strong>ca come tali interessi possano<br />
essere resi armoniosi, in considerazione delle con<strong>di</strong>zioni materiali, ambientali e sociali che<br />
connotano il territorio.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.12: PTCP. La struttura. Immagine area <strong>di</strong> interesse <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (Fonte: SIT Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>).<br />
Il territorio interessato dal PP7, come riscontrabile dall’immagine sopra riportata (Fig. 4.12),<br />
viene in<strong>di</strong>cato nel PTCP <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> tra le “gran<strong>di</strong> aree produttive e commerciali” del Corridoio<br />
adriatico e le “aree a suscettività inse<strong>di</strong>ative”.<br />
Per quanto riguarda il PTCP <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> sono stati presi in riferimento i seguenti obiettivi.<br />
Obiettivi del Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
Creare migliori con<strong>di</strong>zioni d'uso delle importanti infrastrutture esistenti, definendone la compatibilità reciproca e con<br />
il territorio.<br />
Riorganizzare i sistemi degli inse<strong>di</strong>amenti lineari residenziali e produttivi lungo le strade, in modo da renderli più<br />
espliciti.<br />
Definire politiche che regolino, a seconda delle peculiarità dei <strong>di</strong>versi ambiti, modalità <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento e sviluppo<br />
delle aree, coerenti con un governo del territorio socialmente equo.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
4.3 Pianificazione/Programmazione Comunale<br />
PRG vigente<br />
Il P.P.7 - “polo <strong>di</strong>rezionale” in oggetto ricade all’interno della sottozona B7 del P.R.G.<br />
vigente e comprende le aree industriali <strong>di</strong>smesse e aree libere. Il Piano Particolareggiato 7<br />
secondo le intenzioni <strong>di</strong> P.R.G. è destinato alla “realizzazione <strong>di</strong> un centro integrato per servizi,<br />
attività terziarie e <strong>di</strong>rezionali <strong>di</strong> livello urbano capace <strong>di</strong> accogliere inse<strong>di</strong>amenti residenziali con<br />
composizione spaziale ad alto significato urbano caratterizzato da un sistema continuo <strong>di</strong> ambiti e<br />
percorsi pedonali”, art. 37, comma c della N.T.A.).<br />
Gli obiettivi principali del PRG sono sud<strong>di</strong>visi secondo le seguenti tematiche:<br />
1. Riconversione e riqualificazione del tessuto esistente all’interno del Piano Particolareggiato.<br />
All’interno del perimetro del P.P.7 viene proposta “l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici in linea <strong>di</strong><br />
massima a sviluppo verticale, con tipologia a torre per le funzioni <strong>di</strong>rezionali, a piastra per<br />
quelle commerciali e <strong>di</strong> servizio, in linea, a isolati chiusi o aperti, per la residenza pubblica e<br />
privata; l’ubicazione <strong>di</strong> se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Enti Pubblici locali, regionali, nazionali; un sistema <strong>di</strong> spazi<br />
pubblici integrato con slarghi, piazze e verde”.<br />
2. Progetto infrastrutturale, viabilità.<br />
Il PRG intende assicurare all’interno del Piano Particolareggiato “un assetto organico e<br />
gerarchizzato della viabilità alle varie scale, con particolare attenzione ai no<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccordo<br />
della stessa con la via tiburtina e con il rilievo ferroviario, in modo da consentire adeguati<br />
sbocchi su via D’Annunzio e la conseguente risoluzione del <strong>rapporto</strong> tra i nuovi e<br />
significativi inse<strong>di</strong>amenti e il tessuto e<strong>di</strong>ficato esistente ai margini”.<br />
3. Progetto Ambientale.<br />
L’area comprende, come riportato in precedenza, aree industriali <strong>di</strong>smesse e abbandonate<br />
che dovranno essere recuperate e riqualificate; l’intento generale è <strong>di</strong> valorizzare la città sia<br />
dal punto <strong>di</strong> vista morfologico-funzionale che ecologico-ambientale.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.13: PRG vigente. Stralcio tavola C2-1 – perimetri e numerazione dei comparti, dei piani attuativi e dei programmi<br />
complessi.<br />
In <strong>rapporto</strong> al PP7 sono stati presi in esami i seguenti obiettivi generali del PRG vigente nel<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
Obiettivi del PRG Vigente<br />
Riconvertire e riqualificare il tessuto urbano esistente.<br />
Rafforzare il sistema infrastrutturale attraverso la creazione <strong>di</strong> un assetto organico e gerarchizzato della viabilità alle<br />
varie scale.<br />
Recupero <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse e abbandonate.<br />
Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica del Territorio Comunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
La Legge quadro n. 447/95 in<strong>di</strong>ca, all’art. 6, tra le competenze dei Comuni, la<br />
classificazione acustica del territorio secondo i criteri previsti dalla legge regionale. Con il piano <strong>di</strong><br />
classificazione acustica il territorio comunale viene sud<strong>di</strong>viso in 6 zone acusticamente omogenee –<br />
in applicazione dell’art. 1, comma 2 del D.P.C.M. 14/11/97 – tenendo conto delle preesistenti<br />
destinazioni d’uso come desumibili dagli strumenti urbanistici in vigore.<br />
Le classi acustiche sono le seguenti:<br />
CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle<br />
quali la quiete rappresenta un elemento <strong>di</strong> base per la loro utilizzazione: aree<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali,<br />
aree <strong>di</strong> particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.<br />
CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in<br />
questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale,<br />
con bassa densità <strong>di</strong> popolazione, con limitata presenza <strong>di</strong> attività commerciali e<br />
assenza <strong>di</strong> attività industriali e artigianali.<br />
CLASSE III - aree tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da<br />
traffico veicolare locale o <strong>di</strong> attraversamento, con me<strong>di</strong>a densità <strong>di</strong> popolazione, con<br />
presenza <strong>di</strong> attività commerciali, uffici, con limitata presenza <strong>di</strong> attività artigianali e con<br />
assenza <strong>di</strong> attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine<br />
operatrici.<br />
CLASSE IV - aree <strong>di</strong> intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane<br />
interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità <strong>di</strong> popolazione, con elevata<br />
presenza <strong>di</strong> attività commerciali e uffici, con presenza <strong>di</strong> attività artigianali; le aree in<br />
prossimità <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> grande comunicazione e <strong>di</strong> linee ferroviarie; le aree portuali, le<br />
aree con limitata presenza <strong>di</strong> piccole industrie.<br />
CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree<br />
interessate da inse<strong>di</strong>amenti industriali e con scarsità <strong>di</strong> abitazioni.<br />
CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree<br />
esclusivamente interessate da attività industriali e prive <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti abitativi.<br />
Il D.P.C.M. 14/11/1997 fissa per ciascuna classe, i limiti massimi <strong>di</strong> esposizione al rumore<br />
all’interno <strong>di</strong> ogni zona territoriale, in<strong>di</strong>cando come in<strong>di</strong>catore il livello continuo equivalente <strong>di</strong><br />
pressione ponderato “A” espresso in dB(A) e associando ad ogni zona quattro coppie <strong>di</strong> valori<br />
limite, uno per il periodo <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong>urno (dalle ore 6.00 alle ore 22.00) e uno per quello<br />
notturno (dalle ore 22.00 alle ore 6.00).<br />
Due coppie sono:<br />
valori limite <strong>di</strong> emissione;<br />
valori limite <strong>di</strong> immissione (sud<strong>di</strong>visi in assoluti e <strong>di</strong>fferenziali).<br />
Le altre due coppie, relative alla pianificazione delle azioni <strong>di</strong> risanamento, sono:<br />
valori <strong>di</strong> attenzione;<br />
valori <strong>di</strong> qualità.<br />
Le aree dell’ambito PP7a ricadono in classe III e in classe IV, mentre il territorio del PP7b<br />
ricade interamente in classe III (Figura 4.14). Inoltre, alcune parti coinvolte nel piano <strong>di</strong><br />
trasformazione urbana, ricadono all’interno <strong>di</strong> fasce <strong>di</strong> pertinenza <strong>di</strong> infrastrutture stradali e<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
ferroviarie (Figura 4.15). Al momento dell’attuazione degli interventi andranno pertanto considerate<br />
le con<strong>di</strong>zioni esistenti e previste eventuali mitigazioni o soluzioni costruttive adeguate per le<br />
abitazioni.<br />
Figura 4.14: Piano Classificazione Acustica <strong>Pescara</strong> - Stralcio zonizzazione acustica (elaborazione propria).<br />
Figura 4.15: Piano Classificazione Acustica <strong>Pescara</strong> - Stralcio “fasce <strong>di</strong> pertinenza delle infrastrutture” (elaborazione propria).<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Gli obiettivi generali del Piano <strong>di</strong> Classificazione acustica del territorio Comunale presi in<br />
esame sono i seguenti:<br />
Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica del Territorio Comunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
Orientare le scelte urbanistiche sulle aree <strong>di</strong> nuova urbanizzazione, tenendo conto anche del parametro costituito dal<br />
clima acustico.<br />
Verificare se gli impianti, le infrastrutture e tutte le altre sorgenti sonore già esistenti nel territorio provocano un<br />
superamento dei limiti <strong>di</strong> zona e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> impostare le necessarie strategie <strong>di</strong> bonifica me<strong>di</strong>ante i piani <strong>di</strong><br />
risanamento acustico.<br />
Prevenire il deterioramento acustico delle zone non inquinate.<br />
Piano Urbano della Mobilità (PUM)<br />
Il PUM, istituito con Legge 24 novembre 2000 - n. 340, è il progetto generale del sistema <strong>di</strong><br />
trasporto <strong>di</strong> un’area urbana. Il piano è un insieme coerente <strong>di</strong> decisioni che riguardano sia gli<br />
investimenti che le scelte organizzative e gestionali in grado <strong>di</strong> orientare lo sviluppo della mobilità,<br />
da attuarsi per fasi in un arco temporale <strong>di</strong> 10 anni.<br />
Nell’ambito del PUM il trasporto viene considerato come un sistema <strong>di</strong> infrastrutture e<br />
servizi, modalità <strong>di</strong> gestione e regolamenti, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasporto collettivi e in<strong>di</strong>viduali, privati e<br />
pubblici, motorizzati e ciclopedonali. Esso, infatti, si fonda sull’idea <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> pianificazione<br />
integrato fra l’assetto del territorio e il sistema dei trasporti.<br />
L’attuazione degli interventi previsti nel Piano Urbano della Mobilità ha come finalità generali<br />
i seguenti obiettivi:<br />
il sod<strong>di</strong>sfacimento del fabbisogno <strong>di</strong> mobilità: scopo del PUM è accrescere l’accessibilità<br />
generale dell’area urbana, sia con mo<strong>di</strong>fiche infrastrutturali, sia attraverso una migliore<br />
gestione della rete esistente, sia attraverso l’integrazione tra tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasporto sia<br />
in<strong>di</strong>viduali (auto, moto, cicli) che collettivi (ferrovie, bus, taxi, ecc.);<br />
il risanamento ambientale: <strong>di</strong>minuire la quantità <strong>di</strong> inquinanti presenti in atmosfera,<br />
rilevati dalle apposite stazioni (in particolare biossido <strong>di</strong> azoto, benzene, ossido <strong>di</strong><br />
carbonio e polveri sottili - PM10), per effetto della riduzione dei livelli <strong>di</strong> congestione;<br />
la sicurezza del trasporto: <strong>di</strong>minuire il livello <strong>di</strong> pericolosità del sistema della mobilità,<br />
spostando una quota dell’utenza dal trasporto in<strong>di</strong>viduale, a elevato rischio, a quello<br />
collettivo, introdurre deterrenti per la riduzione della velocità dei veicoli nei punti in cui il<br />
traffico motorizzato entra in contatto con quello ciclopedonale e limitare le occasioni <strong>di</strong><br />
conflitto sia tra correnti veicolari che tra le stesse e le utenze “deboli” (ciclisti e pedoni);<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
la qualità del servizio: fornire un livello <strong>di</strong> servizio sod<strong>di</strong>sfacente per le varie modalità <strong>di</strong><br />
trasporto, sia per quanto riguarda la mobilità interna delle aree oggetto <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento del PUM sia per i movimenti <strong>di</strong> scambio con l’esterno. Più in particolare<br />
si intende: facilitare l’accessibilità alle destinazioni principali, riducendo i tempi <strong>di</strong><br />
percorrenza <strong>di</strong> tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasporto considerando l’intero sistema della mobilità come<br />
una rete multimodale;<br />
l’interazione con le aziende <strong>di</strong> trasporto operanti sul territorio: ottimizzare l’efficienza dei<br />
servizi sia nella loro produzione che nella gestione, migliorare il confort, la sicurezza e<br />
l’affidabilità del trasporto pubblico, sia dell’utente a terra (stazioni e fermate) sia a bordo<br />
dei veicoli (architettura interna del veicolo, posti a sedere, con<strong>di</strong>zionamento, ecc.);<br />
integrare la tariffazione per l’utilizzo dei servizi e delle infrastrutture, in base al tempo,<br />
alla localizzazione e alle <strong>di</strong>verse categorie <strong>di</strong> utenti.<br />
Gli obiettivi del PUM esaminati, in <strong>rapporto</strong> con il PP7, sono i seguenti:<br />
Obiettivi del PUM <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
Accrescere l’accessibilità generale dell’area urbana.<br />
Diminuire il livello <strong>di</strong> pericolosità del sistema della mobilità, spostando una quota dell’utenza dal trasporto<br />
in<strong>di</strong>viduale, a elevato rischio, a quello collettivo.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Figura 4.16: Piano Urbano della Mobilità - Stralcio tavola A.T.4 “approfon<strong>di</strong>menti tematici; sistema golenale <strong>di</strong> cerniera”<br />
(elaborazione propria).<br />
Piano <strong>di</strong> Rischio – Aeroporto Internazionale d’Abruzzo<br />
A seguito della mo<strong>di</strong>fica al Co<strong>di</strong>ce della Navigazione Aerea (C.N.A.), avvenuta con D.Lgs n.<br />
151 del 15/03/06, è stato introdotto all’art. 707 un limite alla proprietà privata nelle aree limitrofe<br />
agli aeroporti, prevedendo al comma 5° che, nelle <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> atterraggio e <strong>di</strong> decollo, possono<br />
essere autorizzate opere e attività compatibili con i Piani <strong>di</strong> Rischio, che i Comuni territorialmente<br />
interessati adottano nel rispetto del regolamento dell’ENAC sulla costruzione e gestione degli<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
aeroporti (Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti - e<strong>di</strong>zione II Capitolo 9<br />
emendamento 4 del 30/01/08 - ENAC).<br />
Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, alla luce delle vigenti <strong>di</strong>sposizioni sopra richiamate, ha redatto il<br />
Piano <strong>di</strong> Rischio <strong>di</strong> cui all’art. 707 del C.N.A.. Il Piano costituisce il primo tentativo <strong>di</strong> adozione <strong>di</strong><br />
uno strumento atto a coor<strong>di</strong>nare le in<strong>di</strong>cazioni e prescrizioni ENAC con le previsioni urbanistiche e<br />
con l’esigenza <strong>di</strong> tutelare i territori limitrofi all’Aeroporto.<br />
Il Piano detta vincoli per le <strong>di</strong>verse zone soggette a limitazioni. In particolare:<br />
Zona <strong>di</strong> tutela A: non sono consentite nuove e<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong> tipo residenziale. Potranno<br />
essere previste attività non residenziali, ma con in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficabilità bassi e che<br />
comportano la permanenza <strong>di</strong>scontinua <strong>di</strong> un numero limitato <strong>di</strong> persone.<br />
Zona <strong>di</strong> tutela B: la presenza umana <strong>di</strong> tipo residenziale è caratterizzata da una bassa<br />
densità. Potranno essere previste attività non residenziali, con in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficabilità<br />
me<strong>di</strong>, che comportano la permanenza <strong>di</strong> un numero limitato <strong>di</strong> persone;<br />
Zona <strong>di</strong> tutela C: la presenza umana <strong>di</strong> tipo residenziale è caratterizzata da una me<strong>di</strong>a<br />
densità. Potranno essere previste nuove attività non residenziali.<br />
Nelle tre zone dovranno essere evitati inse<strong>di</strong>amenti ad elevato affollamento (centri<br />
commerciali, alberghi, ecc.), la costruzione <strong>di</strong> scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili,<br />
nonché attività che possono creare pericolo <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o, esplosione e danno ambientale<br />
(<strong>di</strong>stributori <strong>di</strong> carburante, depositi <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> infiammabili, industrie chimiche e consistenti<br />
inse<strong>di</strong>amenti, …).<br />
Parte del sub-ambito a del PP7 ricade in zona <strong>di</strong> tutela C del Piano <strong>di</strong> Rischio Aeroportuale,<br />
come riscontrabile dall’immagine <strong>di</strong> seguito riportata.<br />
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Figura 4.17: Piano <strong>di</strong> Rischio – Aeroporto Internazionale d’Abruzzo - Stralcio tavola 2 “in<strong>di</strong>viduazione delle Zone <strong>di</strong> Tutela negli<br />
strumenti urbanistici vigenti”.<br />
Come riportato nella relazione allegata al Piano <strong>di</strong> Rischio Aeroportuale “si ritiene che le<br />
volumetrie previste dal vigente P.R.G., visto il basso in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione che esprimono le aree<br />
ancora libere, siano compatibili con le prescrizioni <strong>di</strong> cui al Regolamento ENAC”.<br />
Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Rischio – Aeroporto Internazionale d’Abruzzo<br />
Salvaguardare il sito aeroportuale.<br />
Salvaguardare i corridoi infrastrutturali.<br />
Or<strong>di</strong>nare i processi <strong>di</strong> sviluppo in <strong>di</strong>retta relazione con il sito aeroportuale.<br />
Garantire la sicurezza delle aree esposte a rischio in considerazione della presenza del sito aeroportuale.<br />
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4.4 Regime vincolistico esistente<br />
Caratteristiche fisiche e usi del suolo<br />
Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico ai sensi del R.D. n. 3267 del 30 <strong>di</strong>cembre<br />
1923, dall’analisi dell’area presa in esame e dalle cartografie consultate, il territorio in<strong>di</strong>viduato dal<br />
PP7 non risulta interessato da aree vincolate (Figura 4.18).<br />
Figura 4.18: Stralcio Vincolo Idrogeologico (Fonte: SIT Regione Abruzzo).<br />
A tal proposito si chiarisce che sono sottoposti a “vincolo per scopi idrogeologici i terreni <strong>di</strong><br />
qualsiasi natura e destinazione che, per effetto <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> utilizzazione contrastanti con le norme<br />
<strong>di</strong> cui agli articoli 7, 8 e 9 possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o<br />
turbare il regime delle acque”.<br />
Dalla cartografia relativa all’uso del suolo si evince che le porzioni <strong>di</strong> territorio interessate<br />
dal PP7 del comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> risultano avere i seguenti usi: l’ambito a comprende per la maggior<br />
parte aree a “Inse<strong>di</strong>amento industriale o artigianale con spazi annessi”, mentre per una porzione<br />
ad ovest risulta come “Inse<strong>di</strong>amento residenziale a tessuto <strong>di</strong>scontinuo”; l’ambito b invece riguarda<br />
aree utilizzate come “Inse<strong>di</strong>amento industriale o artigianale con spazi annessi”, “Brughiere e<br />
Cespuglieti” e per una piccola porzione a sud “Tessuto residenziale continuo e denso” (Figura<br />
4.19).<br />
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Figura 4.19: Stralcio Carta Uso del Suolo (Fonte: SIT Regione Abruzzo).<br />
Ai sensi dell’art. 9 della L.R. 38/83 e s.m.i., “sono altresì sottoposte a regime vincolistico le<br />
specie forestali dovunque ra<strong>di</strong>cate a gruppi o in filari che abbiano raggiunto un portamento<br />
arboreo”. Dalla Carta delle Tipologie Forestali non risulta la presenza <strong>di</strong> specie forestali nel<br />
territorio in esame.<br />
Dalle immagini che seguono viene messo in evidenza che il territorio comunale interessato<br />
dal Piano Particolareggiato:<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un’ area naturale protetta nazionale;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un parco naturale regionale;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> una riserva naturale;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> aree marine protette;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un monumento naturale;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un’oasi <strong>di</strong> protezione faunistica;<br />
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non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> una zona umida protetta;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un Sito <strong>di</strong> Importanza Comunitaria (SIC) o <strong>di</strong> una<br />
Zona <strong>di</strong> Protezione Speciale (ZPS)<br />
si trova ad un’altezza inferiore ai 1.200 mt sul livello del mare, non è dunque soggetta a<br />
vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera d) del D.Lgs n. 42/2004;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> aree sottoposte a vincolo Paesaggistico attraverso<br />
specifici Decreti;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> fasce <strong>di</strong> rispetto fluviale e costiero ai sensi dell’art.<br />
142 comma 1 lettere a) e c) del D.Lgs n. 42/2004;<br />
non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> interesse archeologico ai sensi dell’art. 142<br />
camma 1 lettera m) del D.Lgs n. 42/2004;<br />
è interessato dalla presenza <strong>di</strong> aree sottoposte a vincolo aeroportuale.<br />
Il vincolo aeroportuale comporta che gli interventi proposti dovranno essere conformi con<br />
quanto prescritto nel Piano <strong>di</strong> Rischio – Aeroporto Nazionale d’Abruzzo vigente nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Pescara</strong>.<br />
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Figura 4.20: Tavola dei vincoli: Stralcio TAV.B 4A allegata alla variante al PRG <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. (elaborazione propria).<br />
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4.5 Esiti della Matrice <strong>di</strong> coerenza esterna<br />
Di seguito viene riportata la matrice <strong>di</strong> coerenza esterna del piano in cui sono messi a<br />
confronto gli obiettivi generali della pianificazione sovra-or<strong>di</strong>nata e gli obiettivi generali del Piano<br />
particolareggiato oggetto <strong>di</strong> valutazione.<br />
In tale matrice la simbologia utilizzata è stata la seguente:<br />
+ coerente;<br />
- incoerente;<br />
= in<strong>di</strong>fferente.<br />
Dalla analisi della seguente matrice si rileva l’incoerenza negli obiettivi generali del PP7<br />
rispetto agli obiettivi generali del Piano Regionale <strong>di</strong> Tutela della Qualità dell’Aria.<br />
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MATRICE DI COERENZA ESTERNA<br />
OBIETTIVI GENERALI Piano Particolareggiato n. 7<br />
OBIETTIVI PIANI SOVRAORDINATI<br />
Valorizzare e tutelare i Beni culturali<br />
QRR - Quadro <strong>di</strong><br />
Riferimento<br />
Regionale<br />
Qualificare e potenziare le suscettività turistiche<br />
Riqualificare e recuperare i Sistemi Inse<strong>di</strong>ativi<br />
Migliorare la mobilità all’interno dei sistemi inse<strong>di</strong>ativi<br />
PRP - Piano<br />
Regionale<br />
Paesistico<br />
Proteggere la qualità e il valore del paesaggio<br />
Sviluppare le iniziative atte a valorizzare le peculiarità del territorio<br />
Riqualificare le parti del paesaggio degradate<br />
PSDA – Piano<br />
Stralcio <strong>di</strong> Difesa<br />
dalle Alluvioni<br />
Evitare l’incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e rischio idraulico<br />
Impe<strong>di</strong>re interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro assetto idraulico del territorio salvaguardando e <strong>di</strong>sciplinando le<br />
attività antropiche<br />
Assicurare il necessario coor<strong>di</strong>namento con il quadro normativo e con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e<br />
programmazione in vigore<br />
Promuovere interventi <strong>di</strong> riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano la riattivazione e l’avvio dei processi<br />
naturali e il ripristino degli equilibri ambientali e idrologici<br />
PAI - Piano <strong>di</strong><br />
Assetto<br />
Idrogeologico<br />
Conservare l’assetto del bacino idrico e raggiungere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza uniformi per il territorio con opere<br />
specifiche<br />
Ridurre l'incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong> rischio idraulico, impedendo interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro<br />
assetto idraulico del territorio<br />
PRGR –<br />
Piano<br />
Regionale<br />
Gestione<br />
Rifiuti<br />
PTA - Piano <strong>di</strong><br />
tutela delle<br />
Acque<br />
Piano<br />
ATO per<br />
il SII<br />
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PRTQA –<br />
Piano <strong>di</strong><br />
Tutela della<br />
Qualità<br />
dell’Aria<br />
PER –<br />
Piano<br />
Energetico<br />
Regionale<br />
Piano <strong>di</strong> Rischio –<br />
Aeroporto<br />
internazionale<br />
d’Abruzzo<br />
PTP - Piano<br />
Territoriale<br />
Provinciale <strong>di</strong><br />
Teramo<br />
Integrare la viabilità <strong>di</strong> zona con la viabilità urbana esistente = = + + = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = + + + = + + =<br />
Limitare il consumo <strong>di</strong> suolo + + + = + + + + = = + = = + = = = = = = = = =<br />
Incrementare servizi <strong>di</strong> rango e attrezzature<br />
+ = + = = + + = = = = = = = = = = = = = = = =<br />
Salvaguardare l'assetto del bacino idrico <strong>di</strong>sciplinando le attività antropiche<br />
Ridurre la produzione dei rifiuti e della loro pericolosità<br />
Aumentare la percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata e minimizzare il ricorso a smaltimento in <strong>di</strong>scarica<br />
Prevenire l’inquinamento dei corpi idrici non inquinati<br />
Perseguire un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili<br />
Preservare le capacità naturale <strong>di</strong> autodepurazione dei corpi idrici, nonché della capacità <strong>di</strong> sostenere comunità<br />
animali e vegetali ampie e ben <strong>di</strong>versificate<br />
Estendere la rete duale alle strade citta<strong>di</strong>ne dell’area metropolitana Chieti, <strong>Pescara</strong>, Montesilvano, Francavilla al<br />
Mare, con separazione delle reti anche nei fabbricati esistenti e <strong>di</strong> nuova costruzione<br />
Disinquinare il Fiume <strong>Pescara</strong> me<strong>di</strong>ante la realizzazione dei collettori golenali per la città <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e <strong>di</strong> un<br />
acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-PE. Garantire il DMV per i fiumi d’ambito<br />
Elaborare piani <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli <strong>di</strong> uno o più<br />
inquinanti superino i limiti <strong>di</strong> concentrazione<br />
Elaborare dei piani <strong>di</strong> mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultano<br />
inferiori ai limiti <strong>di</strong> legge<br />
Elaborare strategie con<strong>di</strong>vise mirate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa e alla riduzione dei gas<br />
climalteranti<br />
_<br />
_<br />
Progettare e implementare delle politiche energetico-ambientali<br />
Limitare l'impatto con l'ambiente e i danni alla salute pubblica, dovuti dall'utilizzo delle fonti fossili<br />
Salvaguardare il sito aeroportuale<br />
Salvaguardare i corridoi infrastrutturali<br />
Or<strong>di</strong>nare i processi <strong>di</strong> sviluppo in <strong>di</strong>retta relazione con il sito aeroportuale<br />
Garantire la sicurezza delle aree esposte a rischio in considerazione della presenza del sito aeroportuale<br />
Creare migliori con<strong>di</strong>zioni d'uso delle importanti infrastrutture esistenti, definendone la compatibilità reciproca e<br />
con il territorio<br />
Riorganizzare i sistemi degli inse<strong>di</strong>amenti lineari residenziali e produttivi lungo le strade, in modo da renderli più<br />
espliciti<br />
Definire politiche che regolino, a seconda delle peculiarità dei <strong>di</strong>versi ambiti, modalità <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento e sviluppo<br />
delle aree, coerenti con un governo del territorio socialmente equo<br />
PRG – Piano<br />
Regolatore<br />
Generale<br />
vigente nel<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Pescara</strong><br />
Riconvertire e riqualificare il tessuto urbano esistente<br />
Rafforzare il sistema infrastrutturale attraverso la creazione <strong>di</strong> un assetto organico e gerarchizzato della viabilità<br />
alle varie scale<br />
= = = = = = = = + + = =<br />
= = = = + + = + + + = +<br />
Recupero <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse e abbandonate<br />
80
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Capitolo V<br />
Obiettivi generali del PP7 e valutazione preliminare<br />
5.1 Caratteri del PP7 – Polo Direzionale<br />
L’area interessata dal PP7 (prevalentemente il sub ambito “a”) è attualmente occupata da<br />
fabbricati <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni, tipologie e destinazioni d’uso, per la maggior parte <strong>di</strong>smessi o in via<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione. Il tessuto e<strong>di</strong>lizio attualmente esistente, che versa in avanzato stato <strong>di</strong> degrado<br />
fisico e ambientale, è frammentario e generalmente scadente sotto il profilo architettonico.<br />
Fig. 5.1: PP7 Adottato. Tavola Stralcio 03 – Perimetro <strong>di</strong> Piano su mappa catastale, stato attuale.<br />
A seguito <strong>di</strong> una ricognizione sulla consistenza, sull’uso e sulle con<strong>di</strong>zioni fisiche dei<br />
fabbricati esistenti, complessivamente pari a 28.313 mq <strong>di</strong> superficie lorda, si è ipotizzata la<br />
demolizione degli immobili più degradati e non utilizzati e il recupero, attraverso la ristrutturazione<br />
e<strong>di</strong>lizia, <strong>di</strong> quelli in buono stato e in uso che risultano marginali all'intervento.<br />
Attualmente il 46% della superficie interessata dal PP7 è proprietà <strong>di</strong> società finanziarie,<br />
immobiliari o <strong>di</strong> costruzione; il 40% è proprietà <strong>di</strong> persone fisiche; il 3% è proprietà <strong>di</strong> società<br />
produttive o <strong>di</strong> fornitura <strong>di</strong> servizi; l’11% è proprietà del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Tra le aree <strong>di</strong><br />
proprietà comunale la più consistente è quella appartenente all’ex tracciato ferroviario - linea<br />
Roma-<strong>Pescara</strong> - attualmente attraversata da via Lago <strong>di</strong> Campotosto e destinata dal PRG a<br />
corridoio verde-linea filobus. Si specifica che quest’ultima pur se considerata appartenente al PP7,<br />
in quanto area <strong>di</strong> proprietà del comune, non risulta zonizzata dal piano in oggetto.<br />
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Come già detto, l’area risulta scarsamente e<strong>di</strong>ficata. La qualità degli e<strong>di</strong>fici, in generale, è<br />
scadente. Nell’e<strong>di</strong>ficato è riscontrabile una forte <strong>di</strong>somogeneità tipologica e morfologica. Sono<br />
presenti fabbricati (prevalentemente capannoni) a uso commerciale e artigianale (in molti casi<br />
<strong>di</strong>smessi), un centro sportivo ed e<strong>di</strong>fici residenziali plurifamiliari <strong>di</strong> massimo tre piani.<br />
All’esterno del perimetro del piano, lungo i bor<strong>di</strong>, si riscontrano le stesse tipologie: quelle<br />
commerciali e artigianali a nord, nei pressi dell’asse commerciale della via Tiburtina; quelle<br />
residenziali a sud, nei pressi <strong>di</strong> via Rio Sparto, all’interfaccia con il quartiere San Donato.<br />
Le infrastrutture a rete per la fornitura elettrica, la fornitura <strong>di</strong> gas, l’approvvigionamento e lo<br />
smaltimento idrico sono concentrate lungo gli assi viari <strong>di</strong> via Alento e della Strada Comunale<br />
Piana. Da una prima analisi risulta che le urbanizzazioni primarie attualmente presenti non sono in<br />
grado <strong>di</strong> sopportare aumenti <strong>di</strong> ulteriori carichi urbanistici. Le reti <strong>di</strong> smaltimento delle acque nere e<br />
delle acque meteoriche, inoltre, presentano problematiche già allo stato attuale. La rete viaria è<br />
pre<strong>di</strong>sposta per il solo transito <strong>di</strong> veicoli carrabili ma non ai flussi <strong>di</strong> mobilità pedonale e ciclabile.<br />
Sono assenti sull’area servizi civici e spazi pubblici.<br />
A seguito <strong>di</strong> indagini sul campo, da parte dei tecnici incaricati della progettazione del piano,<br />
rispetto allo stato attuale delle infrastrutture a rete si è rilevato quanto <strong>di</strong> seguito riportato:<br />
Rete viaria: sono inesistenti i marciapie<strong>di</strong> su via A. Volta e fuori norma, rispetto al<br />
Co<strong>di</strong>ce della Strada, quelli su via Comunale Piana.<br />
Rete fognaria acque bianche e nere: è stato <strong>di</strong> recente realizzato un collettore fognario<br />
su via A. Volta; lo smaltimento delle acque funziona <strong>di</strong>scretamente.<br />
Rete acquedotto: tale rete risulta insufficiente.<br />
Rete elettrica: tale rete è da completare.<br />
Rete del gas: tale rete è in parte realizzata.<br />
Rete pubblica illuminazione: tale rete è da prevedere.<br />
Di seguito si riportano gli elaborati <strong>di</strong> analisi del PP7.<br />
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Fig. 5.2: PP7 Adottato. Stralcio Tavola 05 - infrastrutture a rete, stato attuale: Rete Elettrica<br />
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Fig. 5.3: PP7 Adottato. Stralcio Tavola 05 - infrastrutture a rete, stato attuale: Rete acque Bianche e acque nere.<br />
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Fig. 5.4: PP7 Adottato. Stralcio Tavola 05 - infrastrutture a rete, stato attuale: Rete gas.<br />
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Le aree circostanti il PP7 hanno negli ultimi quin<strong>di</strong>ci anni subito una trasformazione<br />
notevole attraverso la realizzazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> riqualificazione urbana, trasformando<br />
ra<strong>di</strong>calmente il contesto <strong>di</strong> riferimento sia in termini economici che funzionali.<br />
Tale contesto ha posto le basi per una riqualificazione unitaria <strong>di</strong> tutta l’area vasta in cui la<br />
progettazione del PP7 mira a integrarsi perfettamente. Non a caso, come specificato nel paragrafo<br />
seguente, a tali aree è dato dal PRG il ruolo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i requisiti minimi (standard) carenti<br />
anche nelle aree limitrofe.<br />
Il perimetro del PP7 in<strong>di</strong>vidua due aree non contigue: una, meno estesa, a nord e l’altra più<br />
estesa a sud. Tra le due aree, negli ultimi anni, si sono verificati sostanziali trasformazioni<br />
urbanistiche attraverso gli strumenti del Comparto e dell’Accordo <strong>di</strong> Programma. Altri interventi<br />
sono in corso e quasi tutti i suoli sono stati pre<strong>di</strong>sposti all’e<strong>di</strong>ficazione. Questi interventi hanno<br />
incrementato, nella parte a nord, la dotazione <strong>di</strong> spazi pubblici, <strong>di</strong> verde e <strong>di</strong> parcheggi e hanno<br />
definito una nuova maglia viaria secondaria. Le aree <strong>di</strong> cessione sono state concentrate lungo il<br />
previsto tracciato della linea filobus in continuità con l’area <strong>di</strong> proprietà comunale su cui il PRG<br />
prevede la realizzazione del corridoio verde. Di conseguenza le aree interessate dal PP7, pur<br />
<strong>di</strong>stinte, sono sotto l’aspetto urbanistico continue.<br />
Inoltre la presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> “vuoti” urbani, coincidenti con le aree libere della ex Fonderia<br />
Camplone e con quelle ine<strong>di</strong>ficate lungo via Comunale Piana, costituisce una eccezionale<br />
occasione per ridefinire, all’interno <strong>di</strong> una nuova forma urbana, il <strong>rapporto</strong> tra il costruito e i gran<strong>di</strong><br />
spazi pubblici rappresentati da percorsi pedonali e aree destinate a piazze e al verde.<br />
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Fig. 5.5: PP7 Adottato. Tavola 02 – interventi Urbanistici in corso <strong>di</strong> realizzazione.<br />
La strategia adottata per il PP7 è stata quella <strong>di</strong> elevare il sito a rango <strong>di</strong> nuova centralità e<br />
centro integrato per servizi, attività terziarie e <strong>di</strong>rezionali <strong>di</strong> livello urbano e territoriale, attraverso<br />
un progetto unitario finalizzato a dare più organicità e meno frammentarietà agli interventi<br />
realizzati.<br />
La quantità <strong>di</strong> spazi pubblici necessari per sod<strong>di</strong>sfare i fabbisogni degli inse<strong>di</strong>amenti interni<br />
ed esterni al PP7, ai sensi del D.M.1444/68, è quella fissata in percentuale dalle NTA del P.R.G.<br />
vigente (lett. c, art. 37 delle NTA), ovvero non meno del 60% della superficie territoriale<br />
comprensiva della viabilità. Tali valori minimi, espressi in percentuale rispetto alla superficie<br />
territoriale catastale <strong>di</strong> progetto, sono prescrittivi. Assume valore orientativo la ripartizione<br />
percentuale interna tra spazi pubblici destinati a standard urbanistici, così come previsto nella<br />
scheda norma del PRG vigente (verde, parcheggi, interesse comune e istruzione); comunque, nel<br />
suo complesso la superficie destinata a standard urbanistici non è inferiore al 50% della superficie<br />
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territoriale <strong>di</strong> progetto. Assume, altresì, valore orientativo la quota percentuale in<strong>di</strong>cata per la<br />
viabilità, che nel suo complesso non deve essere inferiore al 5% della superficie territoriale <strong>di</strong><br />
progetto.<br />
5.2 La valutazione strategica nella costruzione del P.P.7<br />
L’applicazione della VAS al processo <strong>di</strong> pianificazione del PP7, ha la finalità <strong>di</strong> verificare la<br />
conformità con gli strumenti sovraor<strong>di</strong>nati ma anche e soprattutto la coerenza e compatibilità. La<br />
conformità infatti permette <strong>di</strong> verificare che gli obiettivi generali dello strumento attuativo siano<br />
coerenti con gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale, sociale, territoriale ed economica che derivano<br />
da vari livelli <strong>di</strong> programmazione e dalle norme e <strong>di</strong>rettive internazionali, comunitarie, nazionali e<br />
regionali; la coerenza e compatibilità invece permettono <strong>di</strong> verificare l’efficienza degli obiettivi e<br />
delle relative azioni non solo in termini economici ma anche e soprattutto in termini ambientali e<br />
sociali.<br />
Tale approccio ha portato alla in<strong>di</strong>viduazione delle seguenti forme e tempi della<br />
partecipazione. Rispetto alle forme messe in campo esse possono essere sintetizzate in:<br />
o Informazione, verso tutti i soggetti portatori <strong>di</strong> interesse (citta<strong>di</strong>ni, associazioni<br />
ambientaliste, ecc). Tale forma partecipativa si concretizza con incontri informativi e<br />
messa a <strong>di</strong>sposizione sul sito del comune dei materiali relativi alla procedura <strong>di</strong> VAS.<br />
o Consultazione, delle Autorità con Competenza Ambientale (ACA). Tale forma<br />
partecipativa ha già visto una sua prima applicazione con l’invio alle ACA del Rapporto<br />
Preliminare Ambientale, relativo alla fase <strong>di</strong> Scoping che ha rappresentato <strong>di</strong> fatto un<br />
primo livello <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione con i soggetti coinvolti 1 . A questa prima consultazione<br />
seguirà la fase delle osservazioni e la pubblicazione dei rapporti <strong>di</strong> monitoraggio nella<br />
fase <strong>di</strong> gestione del PRG.<br />
o Concertazione/Negoziazione, con i soggetti competenti per la pianificazione e la<br />
gestione del territorio e i portatori <strong>di</strong> interesse.<br />
Rispetto ai tempi delle forme partecipative essi non hanno una scaletta predefinita ma sono<br />
fissati in merito alle esigenze del momento. Per quanto finora avvenuto possiamo sintetizzarli nei<br />
seguenti momenti:<br />
o Informazione: rispetto a questa forma partecipativa bisogna <strong>di</strong>stinguere tra le giornate<br />
informative relative alla redazione dello strumento urbanistico (che sono state <strong>di</strong>verse e<br />
finalizzate alla con<strong>di</strong>visione delle scelte con la citta<strong>di</strong>nanza) e quelle relative ala<br />
procedura <strong>di</strong> VAS (una durante la redazione del Rapporto Ambientale - 2 ottobre 2012-<br />
1<br />
A riguardo si rimanda al capitolo I, paragrafo 1.4 del presente documento per la sintesi dei contributi pervenuti e all’Allegato I per<br />
la lettura integrale dei contributi.<br />
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a cui seguiranno quella <strong>di</strong> presentazione del Rapporto Ambientale e quelle <strong>di</strong><br />
presentazione dei Rapporti <strong>di</strong> monitoraggio).<br />
o Consultazione: invio del Rapporto Preliminare Ambientale (20 giugno 2012). A questo<br />
seguiranno incontri dopo le osservazioni al Rapporto Ambientale e la pubblicazione dei<br />
Rapporti <strong>di</strong> monitoraggio in fase <strong>di</strong> gestione del piano.<br />
o Concertazione/Negoziazione: conferenza dei servizi dell’ 8 ottobre 2012 e incontri<br />
istituzionali.<br />
Nell’ambito della giornata informativa del 2 ottobre 2012, si sono avuti due momenti <strong>di</strong><br />
partecipazione <strong>di</strong>stinti:<br />
Uno con la citta<strong>di</strong>nanza che ha visto una con<strong>di</strong>visione da parte dei partecipanti sulla<br />
metodologia applicata per la procedura <strong>di</strong> VAS. Le uniche critiche avanzate sono relative<br />
al ritardo dell’applicazione della procedura <strong>di</strong> VAS al processo <strong>di</strong> pianificazione e la scelta<br />
<strong>di</strong> non proporre alternative <strong>di</strong> piano nel presente <strong>rapporto</strong> 2 .<br />
Uno con le associazioni ambientaliste che non hanno fatto alcuna osservazione in merito al<br />
piano, poiché ancora non esaminato 3 .<br />
2 A riguardo si rimanda alla lettura del paragrafo 5.4 in cui viene argomentata tale scelta.<br />
3 A riguardo si specifica che i due incontri informativi (con la citta<strong>di</strong>nanza e le associazioni ambientaliste), così come la conferenza<br />
<strong>di</strong> servizi, sono stati fatti contestualmente a quelli del PP2.<br />
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5.3 Rapporto tra PP7 e PRG del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />
Il PP7 4 è un piano attuativo <strong>di</strong> iniziativa pubblica, conforme alle previsioni del PRG vigente<br />
del comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, da quest’ultimo classificato come sotto zona B7 “zona a trasformazione<br />
integrale”. All’art. 37 delle NTA lettera c, si prevede un “polo <strong>di</strong>rezionale nelle aree industriali<br />
<strong>di</strong>smesse e libere ricadenti all’interno del PP7 - zona limitrofa al centro <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> ubicata nella<br />
parte sud della città, ad ovest dello scalo merci ferroviario”.<br />
L’obiettivo prioritario del piano è la realizzazione <strong>di</strong> un centro integrato per servizi, attività<br />
terziarie e <strong>di</strong>rezionali <strong>di</strong> livello urbano capace <strong>di</strong> accogliere inse<strong>di</strong>amenti residenziali con<br />
composizione spaziale ad alto significato urbano caratterizzato da un sistema continuo <strong>di</strong> ambiti e<br />
percorsi pedonali.<br />
Fig. 5.6: Stralci PRG <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Fonte PP7 Adottato stralcio tavola 1.<br />
4 Si riportano in allegato (Allegato II) gli elaborati <strong>di</strong> piano.<br />
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In particolare il Piano, nel rispetto <strong>di</strong> quanto previsto nelle NTA del PRG <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, deve<br />
assicurare:<br />
un assetto organico e gerarchizzato della viabilità alle varie scale, con particolare<br />
attenzione ai no<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccordo della stessa con via Tiburtina e con il rilievo ferroviario, in<br />
modo da consentire adeguati sbocchi su via G. D’Annunzio e la conseguente risoluzione<br />
del <strong>rapporto</strong> tra i nuovi e significativi inse<strong>di</strong>amenti e il tessuto e<strong>di</strong>ficato esistente ai margini;<br />
l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici in linea <strong>di</strong> massima a sviluppo verticale, con tipologia a torre per le<br />
funzioni <strong>di</strong>rezionali, a piastra per quelle commerciali e <strong>di</strong> servizio, in linea, a isolati chiusi o<br />
aperti, per la residenza pubblica e privata;<br />
l’ubicazione <strong>di</strong> se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Enti Pubblici locali, regionali, nazionali;<br />
un sistema <strong>di</strong> spazi pubblici integrato con slarghi, piazze e verde.<br />
L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> utilizzazione territoriale, applicato all’intera superficie territoriale, risulta dalla<br />
riutilizzazione delle superfici utili esistenti con l’aggiunta dell’in<strong>di</strong>ce massimo <strong>di</strong> 0,28 mq/mq. Una<br />
quota pari a mq 58.825 <strong>di</strong> tali superfici utili <strong>di</strong> recupero è destinata ad e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica.<br />
Per gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica è previsto inoltre un ulteriore in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> utilizzazione<br />
territoriale <strong>di</strong> 0,105 mq/mq.<br />
Il progetto, secondo le previsioni <strong>di</strong> PRG, deve riservare non meno del 55% della superficie<br />
territoriale a destinazioni pubbliche comprensive della viabilità. Le destinazioni d’uso ammesse<br />
sono quelle corrispondenti alle seguenti categorie:<br />
a1) abitazioni;<br />
a2) uffici privati e stu<strong>di</strong> professionali;<br />
b) uffici pubblici statali, parastatali, regionali, provinciali, comunali, se<strong>di</strong> <strong>di</strong> istituti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
pubblico, <strong>di</strong> enti previdenziali, assistenziali o <strong>di</strong> beneficenza, <strong>di</strong> interesse nazionale,<br />
regionale, provinciale, comunale, servizi pubblici, impianti sportivi per competizioni;<br />
c) esercizi commerciali e para-commerciali al dettaglio (come ristoranti, bar, tavole<br />
calde, farmacie, riven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sali e tabacchi), botteghe, per attività artigianali non<br />
moleste (come lavanderie, parrucchieri, barbieri, sartorie, scuole guida, ecc.), attività<br />
amministrative <strong>di</strong> servizio (come agenzie <strong>di</strong> banche, istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to e <strong>di</strong> assicurazione,<br />
agenzie turistiche e <strong>di</strong> viaggio, agenzie <strong>di</strong> pratiche, ambulatori me<strong>di</strong>ci e veterinari, ecc.);<br />
d) alberghi, pensioni, motel, ostelli per la gioventù, case per le vacanza (per i quali sono<br />
prescritte autorizzazioni amministrative <strong>di</strong> esercizio, secondo le leggi in materia), e<strong>di</strong>fici<br />
e attrezzature per il culto, la cultura, lo spettacolo, il tempo libero, lo sport, servizi privati<br />
(scuole, case <strong>di</strong> cura, convivenza, impianti sportivi, ecc.);<br />
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e) botteghe per attività artigianali <strong>di</strong> servizio (come idraulico, fabbro, falegname,<br />
tappezziere, carrozziere, meccanico, elettrauto, ecc.), depositi e magazzini non <strong>di</strong><br />
ven<strong>di</strong>ta;<br />
h) autorimesse, autosili, parcheggi sotterranei o in elevazione con accesso al pubblico<br />
e/o privati non pertinenziali.<br />
All’interno <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> utilizzazione territoriale (Ut) complessivo pari a 0,385 mq/mq, è<br />
prevista dal PRG vigente la seguente articolazione funzionale in base alle <strong>di</strong>verse destinazioni<br />
d’uso consentite:<br />
nuova e<strong>di</strong>lizia non residenziale privata - categorie a2), b), c), e d) - risultante<br />
dall’applicazione <strong>di</strong> Ut= 0,14 mq/mq ( 50% <strong>di</strong> Ut=0,28 mq/mq);<br />
nuova e<strong>di</strong>lizia residenziale privata – categoria a1)- risultante dall’applicazione <strong>di</strong> Ut=<br />
0,014 mq/mq ( 50% <strong>di</strong> Ut=0,28 mq/mq);<br />
nuova e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica – categoria a1) - risultante dall’applicazione <strong>di</strong> Ut=<br />
0,231 mq/mq ( 45% <strong>di</strong> Ut=0,28 mq/mq);<br />
e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> recupero residenziale pubblica – categoria a1) – previa demolizione della<br />
superficie utile esistente e relativa parziale riutilizzazione, calcolata secondo le modalità<br />
riportate nel paragrafo 5.4.<br />
Una quota pari al 90% della superficie residenziale privata è destinata a e<strong>di</strong>lizia<br />
residenziale pubblica.<br />
Il Piano deve prevedere la nuova sede della Regione Abruzzo da localizzare in prossimità<br />
dell’inizio <strong>di</strong> via Tiburtina (lato sud) e del rilevato ferroviario o, comunque, nell’ambito dello stesso<br />
PP7. Inoltre, dovrà essere in<strong>di</strong>viduata un’area <strong>di</strong> circa mq 6.000 a<strong>di</strong>acente all’attuale <strong>di</strong>stretto<br />
sanitario, da destinare all’ampliamento dello stesso, al fine <strong>di</strong> migliorare l’attuale dotazione <strong>di</strong><br />
parcheggi.<br />
La maglia viaria principale, riportata nella tavola <strong>di</strong> zonizzazione del PRG, costituisce<br />
elemento in<strong>di</strong>cativo, mentre il corridoio verde e il <strong>di</strong>stretto sanitario <strong>di</strong> base sono delle invarianti <strong>di</strong><br />
piano.<br />
La quantità <strong>di</strong> spazi pubblici necessari per sod<strong>di</strong>sfare i fabbisogni degli inse<strong>di</strong>amenti interni<br />
ed esterni al PP7, ai sensi del D.M. 1444/68, è quella fissata in percentuale dalle NTA del PRG<br />
vigente (lettera c, art. 37), ovvero non meno del 60% della superficie territoriale comprensiva della<br />
viabilità. Tali valori minimi, espressi in percentuale rispetto alla superficie territoriale catastale <strong>di</strong><br />
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progetto sono prescrittivi. Assume valore orientativo la ripartizione percentuale interna tra spazi<br />
pubblici destinati a standard urbanistici, così come previsto nella scheda norma del PRG vigente;<br />
tuttavia nel suo complesso la superficie destinata a standard urbanistici non deve essere inferiore<br />
al 50% della superficie territoriale <strong>di</strong> progetto. Assume valore orientativo anche la quota<br />
percentuale in<strong>di</strong>cata per la viabilità, che comunque nel suo complesso non deve essere inferiore al<br />
5% della superficie territoriale <strong>di</strong> progetto.<br />
Di seguito si riportano il fabbisogno minimo previsto dal PRG vigente.<br />
Tabella 5.1: Fabbisogno superfici previsioni PRG vigente: PP7 sub-ambito a<br />
St<br />
(mq)<br />
Sf Priv<br />
(mq)<br />
S. cess. Pubbl.<br />
(mq)<br />
S. Standard<br />
(mq)<br />
S verde<br />
(mq)<br />
S.<br />
Parch.<br />
(mq)<br />
S. inter. Comun.<br />
(mq)<br />
S. Istr.<br />
(mq)<br />
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S. strade<br />
(mq)<br />
100% 40% <strong>di</strong> St Min. 55% <strong>di</strong> St Min. 50% <strong>di</strong> St 25% <strong>di</strong> St 3% <strong>di</strong> St 4% <strong>di</strong> St 18% <strong>di</strong> St<br />
Max 10 %<br />
<strong>di</strong> St<br />
108.040 43.216 64.104 54.020 27.010 3.241 4.322 19.447 10.084<br />
Tabella 5.2: Fabbisogno superfici previsioni PRG vigente: PP7 sub-ambito b<br />
St<br />
(mq)<br />
Sf Priv<br />
(mq)<br />
S. cess. Pubbl.<br />
(mq)<br />
S. Standard<br />
(mq)<br />
S verde<br />
(mq)<br />
S.<br />
Parch.<br />
(mq)<br />
S. inter. Comun.<br />
(mq)<br />
S. Istr.<br />
(mq)<br />
S. strade<br />
(mq)<br />
100% 40% <strong>di</strong> St Min. 55% <strong>di</strong> St Min. 50% <strong>di</strong> St 25% <strong>di</strong> St 3% <strong>di</strong> St 4% <strong>di</strong> St 18% <strong>di</strong> St<br />
Max 10 %<br />
<strong>di</strong> St<br />
85.007 34.003 50.554 42.503 21.252 2.550 3.400 15.301 8.501<br />
La proposta <strong>di</strong> piano risulta redatta nel rispetto delle in<strong>di</strong>cazioni della scheda norma relativa<br />
e dei limiti dati dal Piano <strong>di</strong> Rischio dell’Aeroporto internazionale d’Abruzzo. Si sottolinea, inoltre<br />
che il PRG consente l’attuazione del PP7 per singoli sub-ambiti (sub-ambito a e sub-ambito b). Di<br />
seguito si riportano le schede norme tratte dal PRG relative ai due sub- ambiti (a e b).<br />
Infine va precisato che la scheda <strong>di</strong> PRG prevede un’area destinata ad interesse comune,<br />
mentre la proposta in esame in<strong>di</strong>ca un incremento delle aree a verde e a parcheggio. La zon a del<br />
resto è già sufficientemente servita da e<strong>di</strong>fici, a carattere prevalentemente pubblico, per attività<br />
amministrative nel quartiere San Donato, sanitarie (Distretto sanitario sud in costruzione), e<br />
religiose (chiesa <strong>di</strong> S. Gabriele dell’Addolorata in via Rio Spalto e <strong>di</strong> B. Nunzio Sulpizio in via<br />
Salaria Vecchia), mentre è carente <strong>di</strong> spazi aggregativi quali parchi e giar<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong> significative aree<br />
per il parcheggio. Pertanto il piano particolareggiato in esame varia il PRG per quanto relativo alle<br />
sole destinazioni delle aree per servizi e attrezzature pubbliche (da attrezzature <strong>di</strong> interesse<br />
comune a verde pubblico e parcheggi); come tale, ai sensi del comma 8, art. 20 della legge<br />
urbanistica regionale n. 18/83 e s.m.i., l’approvazione del PP7 non comporta necessità <strong>di</strong> variante<br />
al PRG.<br />
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Fig. 5.7: PP7 Adottato: Stralcio Tavola 01 Scheda Norma sub-ambito a.<br />
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Fig. 5.8: PP7 Adottato: Stralcio Tavola 01 Scheda Norma sub-ambito b.<br />
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5.4 Scenari e alternative possibili<br />
In merito alla possibilità <strong>di</strong> sviluppare scenari e conseguenti alternative possibili, la scelta è<br />
stata quella <strong>di</strong> non svilupparli poiché la volontà da parte dell’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> voler<br />
re<strong>di</strong>gere un piano attuativo conforme alle previsioni del PRG <strong>di</strong> fatto rende superata tale attività.<br />
Tuttavia, fatta tale doverosa premessa, è possibile effettuare alcune considerazioni in<br />
merito al <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> suolo proposto. In linea generale si con<strong>di</strong>vide l’impianto del piano soprattutto<br />
in virtù del rispetto della scelta da parte dell’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> non andare in variante<br />
al PRG.<br />
Visto l’alto degrado della zona, sia dal punto <strong>di</strong> vista fisico che ambientale e sociale,<br />
sicuramente l’attuazione dello strumento urbanistico determina un impatto positivo in linea<br />
generale. Nonostante questo alcune scelte non sono con<strong>di</strong>vise, proprio in virtù <strong>di</strong> alcuni principi su<br />
cui si vorrebbe strutturare il piano.<br />
Infatti l’attuazione del piano necessariamente determinerà un aumento della pressione<br />
antropica e un aumento del traffico. Rispetto a quest’ultimo punto sembra non con<strong>di</strong>visibile la<br />
previsione <strong>di</strong> un così alto numero <strong>di</strong> parcheggi (sia in termini <strong>di</strong> standard urbanistico che <strong>di</strong><br />
pertinenza e<strong>di</strong>lizia) se, come si afferma, c’è la volontà <strong>di</strong> promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici a<br />
<strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> quelli privati. Sicuramente il rispetto del D.M. 1444/68 e il dettato normativo del PRG<br />
che richiede il sod<strong>di</strong>sfacimento dello standard per la presenza <strong>di</strong> strutture sensibili (es. <strong>di</strong>stretto<br />
sanitario) giustifica la scelta, ma non sod<strong>di</strong>sfa i requisiti <strong>di</strong> sostenibilità.<br />
Inoltre pur comprendendo la volontà <strong>di</strong> avere una progettazione unitaria, non solo tra i subcomparti<br />
a e b del PP7 ma anche dell’intorno, si rileva che attraverso la progettazione dell’area <strong>di</strong><br />
proprietà comunale dell’ex tracciato ferroviario Roma-<strong>Pescara</strong> e del piazzale Papa Paolo VI, si<br />
provvede alla attribuzione in esse <strong>di</strong> ampie aree ver<strong>di</strong> 5 .<br />
5 Per maggiori dettagli sulla <strong>di</strong>stribuzione delle aree destinate a verde si rimanda alla lettura del Capitolo VI.<br />
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5.5 Proposta <strong>di</strong> piano 6<br />
In termini <strong>di</strong>mensionali il Piano ha una Superficie territoriale pari a circa 19,5 ha <strong>di</strong>stribuiti<br />
rispetto alla proprietà nel seguente modo:<br />
Proprietà privata 168.268 mq, sud<strong>di</strong>visa nel seguente modo: Sub-ambito a 89.327 mq e<br />
sub-ambito b 78.941 mq.<br />
Proprietà pubblica 19.117 mq.<br />
Il PRG vigente prevede che la superficie demolita può essere parzialmente recuperata, in<br />
<strong>rapporto</strong> alle seguenti classi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> utilizzazione fon<strong>di</strong>aria attuale, esteso all’intero ambito:<br />
per valori fino a 0,15 mq/mq, si applica una riduzione complessiva del 20%;<br />
per valori compresi tra 0,15 e 0,30 mq/mq, si applica una riduzione complessiva del<br />
30%;<br />
per valori superiori a 0,30 mq/mq, si applica una riduzione complessiva del 40%.<br />
Poiché i sub-comparti a e b sono attuati per sub-ambiti <strong>di</strong> intervento sia <strong>di</strong> trasformazione<br />
urbanistica che <strong>di</strong> conservazione, si prevede, per i soli immobili compresi all’interno dei sub-ambiti<br />
<strong>di</strong> trasformazione, il recupero della SUL secondo la succitata norma:<br />
PP7 sub-comparto a<br />
6 Fonte: Relazione <strong>di</strong> Piano.<br />
sub-ambito a-0<br />
o Superficie catastale = 3.860 mq<br />
o SUL da demolire = 3.866 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 1,00 mq/mq<br />
o SUL da recuperare = 2.316 mq (riduzione SUL esistente del 40%)<br />
Sub-ambito a-1<br />
o Superficie catastale = 30.765 mq<br />
o SUL da demolire = 8.349 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 0,27 mq/mq<br />
o SUL da recuperare = 5.844 mq (riduzione SUL esistente del 30%)<br />
Sub-ambito a-4<br />
o Superficie catastale = 11.113 mq<br />
o SUL da demolire = 2.953 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 0,27 mq/mq<br />
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o SUL da recuperare = 2.067 mq (riduzione SUL esistente del 30%)<br />
Sub-ambito a-5<br />
o Superficie catastale = 33.471 mq<br />
o SUL da demolire = 6.255 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 0,19 mq/mq<br />
o SUL da recuperare = 4.379 mq (riduzione SUL esistente del 30%)<br />
Sub-ambito a-6<br />
o Superficie catastale = 8.053 mq<br />
o SUL da demolire = 2.875 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 0,36 mq/mq<br />
o SUL da recuperare = 1.725 mq (riduzione SUL esistente del 40%)<br />
La SUL totale da recuperare per il PP7 sub-comparto a è <strong>di</strong> 15.986 mq. A riguardo si<br />
specifica che prevedendo il Piano <strong>di</strong> Rischio Aeroportuale che in “sede <strong>di</strong> redazione del PP7 subambito<br />
a, l’ulteriore superficie <strong>di</strong> progetto, dovuta alla riutilizzazione delle volumetrie esistenti, va<br />
trasferita nella percentuale minima del 70% nelle aree <strong>di</strong> intervento esterne alla zona <strong>di</strong> tutela”,<br />
l’effettiva superficie da recuperare nel sub-ambito a-o è pari a 696 mq, nel sub-ambito a-1 è pari a<br />
1753 mq, mentre nel sub-ambito a-5 è pari a 10.090 mq (4.370 mq + 1.620 mq + 4.091 mq).<br />
PP7 sub-comparto b<br />
Sub-ambito b-0<br />
o Superficie catastale = 25.770 mq<br />
o SUL da demolire = 522 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 0,02 mq/mq<br />
o SUL da recuperare = 418 mq (riduzione SUL esistente del 20%)<br />
Sub-ambito b-3<br />
o Superficie catastale = 16.321 mq<br />
o SUL da demolire = 559 mq<br />
o If esistente (SUL/Sc) = 0,03 mq/mq<br />
o SUL da recuperare = 447 mq (riduzione SUL esistente del 20%)<br />
La SUL totale da recuperare per il PP7 sub-comparto b è <strong>di</strong> 865 mq.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Poiché il PRG prevede per le aree ricadenti nel PP7 la trasformazione integrale, il progetto<br />
urbanistico propone la realizzazione <strong>di</strong> un centro integrato per servizi, attività terziarie e <strong>di</strong>rezionali<br />
<strong>di</strong> livello urbano capace <strong>di</strong> accogliere inse<strong>di</strong>amenti residenziali con composizione spaziale ad alto<br />
significato urbano caratterizzato da un sistema continuo <strong>di</strong> ambiti e percorsi pedonali.<br />
Gli obiettivi generali che lo strumento attuativo deve sod<strong>di</strong>sfare sono:<br />
Assicurare un assetto organico e gerarchizzato della viabilità alle varie scale;<br />
In<strong>di</strong>viduare idonee tipologie e<strong>di</strong>lizie a prevalente sviluppo verticale per le <strong>di</strong>verse<br />
destinazioni d’uso degli e<strong>di</strong>fici inse<strong>di</strong>abili (residenziale, <strong>di</strong>rezionale, commerciale e <strong>di</strong><br />
servizio);<br />
Costruire un sistema <strong>di</strong> spazi pubblici integrato;<br />
Prevedere l’ubicazione <strong>di</strong> se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Enti Pubblici locali, regionali e nazionali.<br />
Rispetto agli obiettivi sopra riportati e relativamente all’ultimo <strong>di</strong> essi, il PRG prevedeva la<br />
realizzazione nel sub-comparto a (compreso tra via Tiburtina e via Lago <strong>di</strong> Campotosto) la<br />
localizzazione della nuova sede della Regione Abruzzo. A riguardo nella relazione <strong>di</strong> piano si<br />
specifica che essendo tale porzione del sub-comparto compresa all’interno della zona <strong>di</strong> tutela “C”<br />
del Piano <strong>di</strong> Rischio Aereoportuale 7 <strong>di</strong> recente approvazione, tale localizzazione è stata prevista<br />
sempre all’interno del sub-comparto a, ma in una porzione <strong>di</strong> area non interessata dal Piano <strong>di</strong><br />
Rischio. Infatti per le aree interessate dal Piano <strong>di</strong> Rischi Aeroportuale non sono consentiti<br />
inse<strong>di</strong>amenti ad elevato affollamento e, in generale, obiettivi sensibili.<br />
Entrando nello specifico in termini <strong>di</strong>mensionali la Superficie Territoriale catastale<br />
complessiva interessata dal PP7 è circa 19,5 ha così ripartita: 89.327 mq nel comparto a e 78.941<br />
mq nel comparto b; la restante superficie è <strong>di</strong> proprietà pubblica e comprende le aree <strong>di</strong> risulta<br />
dell’ex tracciato ferroviario Roma-<strong>Pescara</strong> e quelle costituenti il piazzale Papa Paolo VI.<br />
Secondo quanto riportato nella scheda norma delle NTA del PRG, ciascun comparto è<br />
sud<strong>di</strong>viso in più sub-ambiti sottoposti a trasformazione urbanistica e conservazione nel seguente<br />
modo:<br />
PP7 sub a - trasformazione urbanistica<br />
PP7 sub a - 0, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 3.860 mq;<br />
PP7 sub a - 1, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 30.765 mq;<br />
PP7 sub a - 4, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 11.113 mq;<br />
7 A riguardo per maggiori dettagli si rimanda alla lettura del Capitolo IV sulla Programmazione e pianificazione sovra-or<strong>di</strong>nata.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
PP7 sub a - 5, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 33.471 mq;<br />
PP7 sub a - 6, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 8.053 mq.<br />
PP7 sub a - Conservazione<br />
- PP7 sub a - 2, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 920 mq;<br />
- PP7 sub a - 3, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 1.145 mq.<br />
PP7 sub b - trasformazione urbanistica<br />
PP7 sub b - 0, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 25.770 mq;<br />
PP7 sub b - 1, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 13.192 mq;<br />
PP7 sub b - 2, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 23658 mq;<br />
PP7 sub b - 3, con Superficie territoriale (S.t.) catastale = 16.321 mq.<br />
Di seguito si riporta la tavola 08/1 con l’in<strong>di</strong>viduazione dei Sub-ambiti <strong>di</strong> intervento 8 .<br />
8<br />
Si rimanda alla lettura del paragrafo 6.1 della Relazione Generale illustrativa del Piano (Allegato II) per i dettagli in merito ai<br />
parametri urbanistico-e<strong>di</strong>lizi dei vari sub-comparti.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.9: PP7 Adottato. Tavola 08/1 – Zonizzazione <strong>di</strong> progetto su base catastale, ambiti <strong>di</strong> intervento.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
I <strong>di</strong>versi temi presenti hanno richiesto una impostazione progettuale unitaria, che meglio<br />
potesse evidenziare la definizione <strong>di</strong> una nuova forma urbana in cui viene ridefinito il <strong>rapporto</strong> tra il<br />
costruito e i gran<strong>di</strong> spazi pubblici quali percorsi pedonali, piazze e verde (Figura 5.10). I manufatti<br />
si articolano, si compenetrano e si definiscono con riferimento al seguente principio: adozione <strong>di</strong><br />
tipi inse<strong>di</strong>ativi capaci, per forma e “scala architettonica”, <strong>di</strong> interpretare una idea <strong>di</strong> città costruita<br />
sulla relazione tra manufatti architettonici e gran<strong>di</strong> spazi della vita <strong>di</strong> relazione e della natura.<br />
Nello specifico, il piano prevede, lungo via Comunale Piana, lato est, due gran<strong>di</strong> aree<br />
d’inse<strong>di</strong>amento e una terza da destinare ad attrezzature scolastiche. È previsto l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />
n. 14 corpi <strong>di</strong> fabbrica, prevalentemente residenziale, per un numero minimo <strong>di</strong> 280 unità abitative.<br />
La tipologia in linea adottata è stata definita in relazione al contesto morfologico, rappresentato<br />
dalla e<strong>di</strong>lizia esistente in zona, e si sviluppa su cinque livelli residenziali, oltre il piano terra<br />
destinato ad autorimessa. Gli e<strong>di</strong>fici sono organizzati intorno ad un ampio “giar<strong>di</strong>no lineare”, <strong>di</strong><br />
forma rettangolare, costruito con aiuole squadrate, tipiche del giar<strong>di</strong>no all’italiana, che funge da<br />
asse della composizione. Nella parte centrale una vasca <strong>di</strong> forma quadrata raccoglie l’acqua, che<br />
zampilla dalle numerose fontane lungo il suo perimetro. E’ uno spazio che invita al passeggio o a<br />
un uso ricreativo. Il giar<strong>di</strong>no termina con due ampie piazze aperte, sede degli e<strong>di</strong>fici<br />
<strong>di</strong>rezionali/culturali e commerciali.<br />
Si prevedono, sul lato nord, due e<strong>di</strong>fici a torre su <strong>di</strong>eci e do<strong>di</strong>ci livelli fuori terra, e due corpi<br />
<strong>di</strong> forma quadrata su due livelli; le autorimesse sono ubicate nel piano interrato definito dalla<br />
piazza; sul lato sud sono previsti un e<strong>di</strong>ficio a torre su quin<strong>di</strong>ci livelli fuori terra e una piastra<br />
commerciale <strong>di</strong> forma rettangolare su tre livelli. Anche in questo caso le autorimesse sono ubicate<br />
nel piano interrato. Completano l’inse<strong>di</strong>amento altri quattro e<strong>di</strong>fici in linea residenziali sul lato ovest<br />
<strong>di</strong> via Comunale Piana, della stessa consistenza <strong>di</strong> quelli lato est, e due per attività terziarie. Le<br />
aree destinate a parcheggi pubblici sono state localizzate nella parte più interna, tra il complesso<br />
<strong>di</strong>rezionale e il verde sull’ex tracciato ferroviario, e lungo il c.d. “Pendolo”, in prossimità del<br />
costruendo Distretto Sanitario sud. Altre tre aree <strong>di</strong> minore entità si trovano su via Comunale Piana<br />
e Via Salara. E’ previsto l’ampliamento della predetta via Comunale Piana, che presenta un<br />
tracciato leggermente ondulato, con funzione <strong>di</strong> mitigare la velocità dei flussi veicolari, articolato<br />
con ampi marciapie<strong>di</strong> alberati e piste ciclabili.<br />
Il Piano prende atto del tracciato del c.d. “Pendolo” fino a via Rio Sparto, in corso <strong>di</strong><br />
completamento, con funzione <strong>di</strong> raccordo tra due gran<strong>di</strong> nuclei urbani: quello del quartiere nord <strong>di</strong><br />
<strong>Pescara</strong> Colli-Ospedale Civile e l’altro del quartiere sud <strong>di</strong> San Donato. Inoltre si assegna grande<br />
importanza al ruolo del trasporto pubblico, previsto in sede propria, per una migliore soluzione <strong>di</strong><br />
accesso al quartiere e alle attività che andranno ad inse<strong>di</strong>arsi.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
L’area compresa tra la SS. Tiburtina e via Lago <strong>di</strong> Campotosto è costituita da tre zone <strong>di</strong><br />
nuova concentrazione volumetrica: quella per le attività commerciali lungo la via Tiburtina, quella<br />
centrale per il residenziale e l’altra più a est destinata ad ospitare attività terziarie e residenziali.<br />
La nuova viabilità interna <strong>di</strong> servizio ai fabbricati residenziali e al verde pubblico si articola<br />
in modo da collegare via Salara Vecchia con la predetta via Tiburtina. I parcheggi pubblici sono<br />
ubicati lungo la viabilità interna. La zona destinata a verde pubblico funge anche da filtro tra la<br />
zona residenziale e quella <strong>di</strong>rezionale. L’altra area a verde su via Lago <strong>di</strong> Campotosto si snoda<br />
lungo l’ex tracciato ferroviario, con funzione <strong>di</strong> collegamento tra i due sub comparti d’intervento “a”<br />
e “b”. sono previsti quattro e<strong>di</strong>fici residenziali in linea, su cinque livelli fuori terra oltre al piano terra,<br />
due e<strong>di</strong>fici a blocco anche essi su cinque livelli oltre il piano terra e una piastra commerciale su<br />
due livelli fuori terra.<br />
Infine il piano prevede un notevole investimento in infrastrutture e sotto-servizi a rete,<br />
anche con <strong>di</strong>smissioni <strong>di</strong> tratti non idonei alle esigenze del progetto e con eliminazione <strong>di</strong> tutte le<br />
tratte aeree elettriche e telecomunicazioni. Di seguito si riportano per ciascuna rete le previsioni <strong>di</strong><br />
piano (Figure 5.13-5.14-5.15):<br />
rete fognaria acque nere: si prevede la realizzazione <strong>di</strong> circa 600 ml. <strong>di</strong> condotte per<br />
acque nere, comprensive <strong>di</strong> pozzetti <strong>di</strong> raccordo e <strong>di</strong> ispezione.<br />
rete fognaria acque bianche: si prevede per il completamento della rete fognaria delle<br />
acque bianche circa 2800 ml. <strong>di</strong> nuove condotte principali, comprensive <strong>di</strong> pozzetti <strong>di</strong><br />
raccordo, <strong>di</strong> ispezione e ca<strong>di</strong>toie stradali.<br />
rete elettrica: si prevede la realizzazione <strong>di</strong> circa 1.500 ml. <strong>di</strong> nuovi cavidotti interrati per<br />
il passaggio dei cavi elettrici a bassa tensione.<br />
rete del gas: si prevede un fabbisogno <strong>di</strong> circa 650 ml <strong>di</strong> nuove condotte per gas a<br />
Bassa Pressione;<br />
rete <strong>di</strong> telefonica: si prevede l’eliminazione delle linee aeree e la realizzazione <strong>di</strong> circa<br />
600 ml. <strong>di</strong> nuovi cavidotti per la linea telefonica.<br />
rete della pubblica illuminazione: si è stimata la necessita <strong>di</strong> circa 5000 ml. <strong>di</strong> nuove<br />
linee per la pubblica illuminazione; sono escluse da questo computo le linee <strong>di</strong><br />
illuminazione dei giar<strong>di</strong>ni e dei parchi pubblici.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.10: PP7 Adottato: Tavola 07 – Planimetria <strong>di</strong> progetto.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.11: PP7 Adottato: Stralcio Tavola 06 – Planovolumetrico.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.12: PP7 Adottato: Tavola 08/2– Sezioni viarie <strong>di</strong> progetto.<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.13: PP7 Adottato: Stralcio Tavola 10 – Infrastrutture a rete: stato <strong>di</strong> progetto (rete idrica).<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.14: PP7 Adottato: Stralcio Tavola 10 – Infrastrutture a rete: stato <strong>di</strong> progetto (rete acque bianche- acque nere).<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Fig. 5.15: PP7 Adottato: Stralcio Tavola 10 – Infrastrutture a rete: stato <strong>di</strong> progetto (rete illuminazione pubblica).<br />
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5.6 Fattori <strong>di</strong> pressione<br />
Nell’iter <strong>di</strong> valutazione delle azioni <strong>di</strong> piano, le problematiche rilevate sono state <strong>di</strong> due<br />
tipologie:<br />
l’impossibilità <strong>di</strong> effettuare una valutazione quantitativa reale, ma solo simulata degli<br />
impatti sulle singole componenti;<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione delle conflittualità scaturite dalla valutazione (attraverso l’analisi<br />
matriciale 9 e l’analisi <strong>di</strong> contesto 10 ) delle scelte <strong>di</strong> piano.<br />
La presa <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> tale realtà ha permesso <strong>di</strong> definire, insieme agli esiti della matrice<br />
delle pressioni 11 , quali fossero i fattori <strong>di</strong> pressione per il presente piano.<br />
Rispetto alla prima tipologia è da evidenziare la limitazione dell’attività valutativa finalizzata<br />
alla sola simulazione. Ciò è dovuto alla carenza <strong>di</strong> dati <strong>di</strong>sponibili e <strong>di</strong> tempi per la raccolta dati non<br />
compatibili con la tempistica data per la redazione del presente documento.<br />
In merito alla seconda tipologia, ribadendo il concetto che ciascuna azione determina<br />
impatti sull’ambiente, visto il contesto in cui si opera, il fattore <strong>di</strong> pressione è l’inevitabile <strong>di</strong>sturbo<br />
che alcune azioni <strong>di</strong> piano determineranno sul territorio.<br />
In merito alla sostenibilità delle scelte <strong>di</strong> piano, come già detto sopra, la presente<br />
valutazione ha provato a dare una soluzione possibile per meno impattare il territorio comunale.<br />
L’orientamento adottato, pertanto, è stato quello <strong>di</strong> prevedere prescrizioni <strong>di</strong> mitigazione e<br />
in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> possibili azioni <strong>di</strong> compensazione riportate nel capitolo successivo.<br />
Vale la pena sottolineare come, spesso, il più delle volte si debba fare i conti con<br />
informazioni incerte e definite in termini non sufficientemente precisi per compiere buone previsioni<br />
<strong>di</strong> impatto. In sede <strong>di</strong> VAS, l’unica valutazione che può essere eseguita con una certa esattezza è<br />
la valutazione ex post <strong>di</strong> ciò che, in un dato periodo, il piano ha realizzato, ma ciò richiede<br />
l’apprestamento del sistema <strong>di</strong> monitoraggio del piano, con un atteggiamento molto empirico, che<br />
deve tenere conto della complessità dei fenomeni che avvengono sul territorio e della necessità <strong>di</strong><br />
ricomporli nella loro globalità. Poiché non esiste sistema <strong>di</strong> monitoraggio senza sistema <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>catori, si riba<strong>di</strong>sce che l’analisi <strong>di</strong> contesto assumerà come riferimento in<strong>di</strong>catori già <strong>di</strong>sponibili<br />
in letteratura, che derivano dalle attività <strong>di</strong> monitoraggio delle <strong>di</strong>verse componenti.<br />
9 Si rimanda al capitolo successivo per maggiori dettagli in merito alla valutazione.<br />
10 Si rimanda al capitolo III per maggiori dettagli in merito all’analisi <strong>di</strong> contesto.<br />
11 Si rimanda al capitolo successivo per maggiori dettagli in merito alla valutazione.<br />
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Capitolo VI<br />
Esiti della Valutazione<br />
6.1 In<strong>di</strong>viduazione dei possibili impatti del PP7<br />
In questo capitolo vengono illustrate le valutazioni degli effetti ambientali e socio-economici<br />
delle scelte del PP7 e <strong>di</strong> come queste ultime vadano ad influenzare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sostenibilità<br />
ambientale del territorio <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />
Si è partiti dall’analisi della coerenza esterna tra gli obiettivi generali della pianificazione<br />
sovraor<strong>di</strong>nata con gli obiettivi generali della proposta <strong>di</strong> piano, attraverso la quale si è riscontrata la<br />
conformità della proposta <strong>di</strong> piano con la pianificazione vigente.<br />
A tal proposito si intende mettere in risalto la mancata attenzione riscontrata negli obiettivi<br />
generali del PP7 <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> rispetto ai piani <strong>di</strong> tutela della qualità dell’aria. Pertanto si suggerisce<br />
<strong>di</strong> provvedere alla regolamentazione <strong>di</strong> tale settore nella fase attuativa così come già fatto per il<br />
settore energetico.<br />
La matrice <strong>di</strong> coerenza esterna permette <strong>di</strong> verificare, attraverso una lettura incrociata, per<br />
ciascun obiettivo del PP7 (riportato in riga) se esso è coerente (+), incoerente (-) o in<strong>di</strong>fferente (=)<br />
rispetto agli obiettivi generali (riportati in colonna) della pianificazione vigente sul territorio <strong>di</strong><br />
<strong>Pescara</strong>.<br />
Attraverso la lettura <strong>di</strong> tale matrice è stato possibile definire l’efficacia <strong>di</strong> ciascun obiettivo <strong>di</strong><br />
piano rispetto alla pianificazione sovra-or<strong>di</strong>nata.<br />
Di seguito si riporta la matrice <strong>di</strong> coerenza esterna.<br />
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MATRICE DI COERENZA ESTERNA<br />
OBIETTIVI GENERALI Piano Particolareggiato n. 7<br />
OBIETTIVI PIANI SOVRAORDINATI<br />
QRR - Quadro <strong>di</strong><br />
Riferimento<br />
Regionale<br />
Valorizzare e tutelare i Beni culturali<br />
Qualificare e potenziare le suscettività turistiche<br />
Riqualificare e recuperare i Sistemi Inse<strong>di</strong>ativi<br />
Migliorare la mobilità all’interno dei sistemi inse<strong>di</strong>ativi<br />
PRP - Piano<br />
Regionale<br />
Paesistico<br />
Proteggere la qualità e il valore del paesaggio<br />
Sviluppare le iniziative atte a valorizzare le peculiarità del territorio<br />
Riqualificare le parti del paesaggio degradate<br />
PSDA – Piano<br />
Stralcio <strong>di</strong> Difesa<br />
dalle Alluvioni<br />
Evitare l’incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e rischio idraulico<br />
Impe<strong>di</strong>re interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro assetto idraulico del territorio salvaguardando e <strong>di</strong>sciplinando le<br />
attività antropiche<br />
Assicurare il necessario coor<strong>di</strong>namento con il quadro normativo e con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e<br />
programmazione in vigore<br />
Promuovere interventi <strong>di</strong> riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano la riattivazione e l’avvio dei processi<br />
naturali e il ripristino degli equilibri ambientali e idrologici<br />
PAI - Piano <strong>di</strong><br />
Assetto<br />
Idrogeologico<br />
Conservare l’assetto del bacino idrico e raggiungere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza uniformi per il territorio con opere<br />
specifiche<br />
Ridurre l'incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong> rischio idraulico, impedendo interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro<br />
assetto idraulico del territorio<br />
PRGR –<br />
Piano<br />
Regionale<br />
Gestione<br />
Rifiuti<br />
PTA - Piano<br />
<strong>di</strong> tutela delle<br />
Acque<br />
Piano<br />
ATO per<br />
il SII<br />
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PRTQA –<br />
Piano <strong>di</strong><br />
Tutela della<br />
Qualità<br />
dell’Aria<br />
PER –<br />
Piano<br />
Energetico<br />
Regionale<br />
Piano <strong>di</strong> Rischio –<br />
Aeroporto<br />
internazionale<br />
d’Abruzzo<br />
PTP - Piano<br />
Territoriale<br />
Provinciale <strong>di</strong><br />
Teramo<br />
Integrare la viabilità <strong>di</strong> zona con la viabilità urbana esistente = = + + = = + = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = + = + + + = + + =<br />
Limitare il consumo <strong>di</strong> suolo + + + = + + + + = = + = = + = = = = = = = = =<br />
Incrementare servizi <strong>di</strong> rango e attrezzature<br />
+ = + = = + + = = = = = = = = = = = = = = = =<br />
Salvaguardare l'assetto del bacino idrico <strong>di</strong>sciplinando le attività antropiche<br />
Ridurre la produzione dei rifiuti e della loro pericolosità<br />
Aumentare la percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata e minimizzare il ricorso a smaltimento in <strong>di</strong>scarica<br />
Prevenire l’inquinamento dei corpi idrici non inquinati<br />
Perseguire un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili<br />
Preservare le capacità naturale <strong>di</strong> autodepurazione dei corpi idrici, nonché della capacità <strong>di</strong> sostenere comunità<br />
animali e vegetali ampie e ben <strong>di</strong>versificate<br />
Estendere la rete duale alle strade citta<strong>di</strong>ne dell’area metropolitana Chieti, <strong>Pescara</strong>, Montesilvano, Francavilla al<br />
Mare, con separazione delle reti anche nei fabbricati esistenti e <strong>di</strong> nuova costruzione<br />
Disinquinare il Fiume <strong>Pescara</strong> me<strong>di</strong>ante la realizzazione dei collettori golenali per la città <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e <strong>di</strong> un<br />
acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-PE. Garantire il DMV per i fiumi d’ambito<br />
Elaborare piani <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli <strong>di</strong> uno o più<br />
inquinanti superino i limiti <strong>di</strong> concentrazione<br />
Elaborare dei piani <strong>di</strong> mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultano<br />
inferiori ai limiti <strong>di</strong> legge<br />
Elaborare strategie con<strong>di</strong>vise mirate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa e alla riduzione dei gas<br />
climalteranti<br />
_<br />
_<br />
Progettare e implementare delle politiche energetico-ambientali<br />
Limitare l'impatto con l'ambiente e i danni alla salute pubblica, dovuti dall'utilizzo delle fonti fossili<br />
Salvaguardare il sito aeroportuale<br />
Salvaguardare i corridoi infrastrutturali<br />
Or<strong>di</strong>nare i processi <strong>di</strong> sviluppo in <strong>di</strong>retta relazione con il sito aeroportuale<br />
Garantire la sicurezza delle aree esposte a rischio in considerazione della presenza del sito aeroportuale<br />
Creare migliori con<strong>di</strong>zioni d'uso delle importanti infrastrutture esistenti, definendone la compatibilità reciproca e<br />
con il territorio<br />
Riorganizzare i sistemi degli inse<strong>di</strong>amenti lineari residenziali e produttivi lungo le strade, in modo da renderli più<br />
espliciti<br />
Definire politiche che regolino, a seconda delle peculiarità dei <strong>di</strong>versi ambiti, modalità <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento e sviluppo<br />
delle aree, coerenti con un governo del territorio socialmente equo<br />
PRG –<br />
Piano<br />
Regolatore<br />
Generale<br />
vigente nel<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Pescara</strong><br />
Riconvertire e riqualificare il tessuto urbano esistente<br />
Rafforzare il sistema infrastrutturale attraverso la creazione <strong>di</strong> un assetto organico e gerarchizzato della viabilità<br />
alle varie scale<br />
= = = = = = = = + + = =<br />
= = = = + + = + + + = +<br />
Recupero <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse e abbandonate<br />
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Il passaggio successivo è stato quello della verifica della corrispondenza tra gli obiettivi <strong>di</strong><br />
piano e le azioni proposte, attraverso l’analisi <strong>di</strong> coerenza interna.<br />
Tale analisi ha permesso <strong>di</strong> rilevare eventuali contrad<strong>di</strong>zioni o punti <strong>di</strong> debolezza del piano.<br />
Per ottenere ciò è stata costruita dapprima una matrice qualitativa in cui sono stati incrociati gli<br />
obiettivi specifici con le azioni. Tale operazione ha permesso <strong>di</strong> verificare l’efficacia <strong>di</strong> ciascuna<br />
azione (riportata in riga).<br />
A riguardo si riscontra che l’obiettivo più sod<strong>di</strong>sfatto è la costruzione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> spazi<br />
pubblici integrato rispetto alle funzioni dell’ambito <strong>di</strong> intervento, mentre le azioni che più sod<strong>di</strong>sfano<br />
gli obiettivi sono la realizzazione <strong>di</strong> nuova viabilità ciclo-pedonale interna all’area <strong>di</strong> intervento e la<br />
costruzione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> spazi pubblici attraverso slarghi, piazze e aree ver<strong>di</strong>.<br />
A seguire la stessa matrice è stata sviluppata in forma quantitativa in modo da definire le<br />
principali finalità del Piano (dandone una gerarchia 1 ) e in modo da orientare la scelta dell’insieme<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per il monitoraggio del Piano.<br />
Nello specifico sono stati attribuiti i seguenti valori:<br />
Incoerenza da 1 a 4 (1 = incoerenza assoluta, 4 = incoerenza minima);<br />
In<strong>di</strong>fferenza 5;<br />
Coerenza da 6 a 10: (6 = coerenza minima, 10 = coerenza assoluta).<br />
Sommando i valori ottenuti per riga e per colonna sono state calcolate le somme assolute e<br />
le me<strong>di</strong>e. I valori riportati in colonna in<strong>di</strong>viduano le azioni che più sod<strong>di</strong>sfano gli obiettivi <strong>di</strong> piano; i<br />
valori riportati in riga in<strong>di</strong>viduano il grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento degli obiettivi.<br />
Stabiliti gli obiettivi generali sono stati definiti gli obiettivi specifici e messi in relazione con i<br />
primi. Una volta in<strong>di</strong>viduati e relazionati rispetto agli obiettivi generali gli obiettivi specifici, si è<br />
passati all’in<strong>di</strong>viduazione delle azioni. È ovvio che un obiettivo specifico può sod<strong>di</strong>sfare uno o più<br />
obiettivi generali e a seguire una azione specifica sod<strong>di</strong>sfare più obiettivi specifici (Tabella 6.1).<br />
Di seguito si riportano la tabella obiettivi-azioni e a seguire le matrici <strong>di</strong> coerenza interna<br />
qualitativa e quantitativa.<br />
1 L’azione che sod<strong>di</strong>sfa un maggior numero <strong>di</strong> obiettivi ha la maggiore efficienza.<br />
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Tabella 6.1: Relazione obiettivi generali - obiettivi specifici - azioni<br />
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In una prima indagine qualitativa, è stata attribuita un’intensità alle azioni previste (A= alta<br />
intensità; M= me<strong>di</strong>a intensità; B= bassa intensità), relazionandole alle interferenze (positive e<br />
negative), e attribuendo delle correlazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> intensità con riferimento alla<br />
medesima scala valutativa (matrice azioni-interferenze).<br />
Successivamente si è passati ad in<strong>di</strong>viduare i ricettori ambientali, rilevanti per il contesto <strong>di</strong><br />
riferimento, e a specificarne la rilevanza rispetto alla loro sensibilità e propensione <strong>di</strong> variare stato<br />
se sottoposti a pressioni <strong>di</strong> riferimento (A= alta rilevanza, M= me<strong>di</strong>a, B= bassa).<br />
Verificata la rilevanza dei ricettori, con la stessa logica valutativa perseguita per la matrice<br />
azioni-interferenze, si è proceduto alla costruzione della matrice interferenze-ricettori al fine <strong>di</strong><br />
correlare le pressioni preve<strong>di</strong>bili con i ricettori ambientali attraverso dei fattori qualitativi (A=alta<br />
correlazione, M=me<strong>di</strong>a correlazione, B=bassa correlazione).<br />
Il passaggio successivo è stato quello <strong>di</strong> verificare le matrici qualitative attraverso la<br />
quantificazione dei fattori: A= alta, M= me<strong>di</strong>a, B= bassa. Tale operazione ha visto l’attribuzione <strong>di</strong><br />
valori numerici ai fattori <strong>di</strong> correlazione qualitativi compresi tra 0 e 1 (0= correlazione nulla e 1=<br />
massima correlazione).<br />
Anche per quanto concerne le azioni è stata specificata l’entità delle azioni previste in<br />
<strong>rapporto</strong> al contesto <strong>di</strong> riferimento, attribuendo a ciascuna azione un peso finalizzato alla<br />
definizione delle pressioni.<br />
Infatti dalla matrice azioni-interferenze, grazie all’attribuzione <strong>di</strong> una magnitudo per<br />
ciascuna azione e dalla sistematizzazione <strong>di</strong> questa con i valori desunti dalla matrice <strong>di</strong><br />
correlazione quantitativa azioni-interferenze, si è ottenuto un peso relativo del tipo <strong>di</strong> pressione.<br />
Così facendo, in colonna, si sono ricavati in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> pressione assoluti per ciascuna<br />
interferenza gerarchizzati e, in riga, è stata evidenziata l’incidenza <strong>di</strong> ciascuna azione.<br />
Il risultato finale degli in<strong>di</strong>ci è stato ottenuto tenendo in considerazione la rilevanza delle<br />
pressioni, in maniera inversamente proporzionale all’efficienza ambientale delle azioni e al loro<br />
grado <strong>di</strong> eco-innovazione prevista.<br />
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Da tale analisi si è verificato che l’incidenza negativa maggiore è rappresentata dal<br />
consumo/alterazione <strong>di</strong> suolo, mentre quella positiva è quella relativa al migliore funzionamento <strong>di</strong><br />
strutture e servizi.<br />
Rispetto alle interferenze l’azione che ha incidenza negativa maggiore è l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong><br />
no<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccordo con la via Tiburtina e con via G. D’Annunzio, mentre quella con incidenza positiva<br />
maggiore è la realizzazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> spazi pubblici attraverso slarghi, piazze e aree ver<strong>di</strong>,<br />
seguita dalla costruzione della nuova viabilità ciclo-pedonale interna all’area <strong>di</strong> intervento.<br />
Si è poi passati a quantificare la rilevanza dei ricettori in modo proporzionale alla loro<br />
sensibilità e propensione a variare lo stato se sottoposti a pressioni <strong>di</strong> riferimento (1=rilevanza alta,<br />
0=rilevanza non significativa per il contesto). Anche in questa matrice, correlando i dati ottenuti,<br />
sono stati desunti gli impatti relativi e gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> impatto complessivo gerarchizzati.<br />
Tali impatti sono stati considerati rispetto all’attuazione delle previsioni <strong>di</strong> piano non<br />
<strong>di</strong>stinguendoli temporalmente tra la fase <strong>di</strong> cantiere e la fase <strong>di</strong> gestione. Come rilevato dalla<br />
matrice azioni - interferenze rispetto alle pressioni il maggior impatto negativo è relativo al<br />
consumo/alterazione <strong>di</strong> suolo mentre il maggior impatto positivo è il migliore funzionamento <strong>di</strong><br />
strutture e servizi.<br />
Infine si sono prodotte le matrici coassiali qualitative e quantitative Azioni - Pressioni -<br />
Ricettori.<br />
Di seguito si riportano le matrici azioni-interferenze e interferenze-ricettori (qualitative e<br />
quantitative) e a seguire una scheda con una descrizione sintetica del metodo.<br />
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Descrizione sintetica del metodo:<br />
1. costruzione della matrice esterna: relaziona gli obiettivi generali del piano con gli<br />
obiettivi generali della pianificazione sovraor<strong>di</strong>nata;<br />
2. costruzione della matrice interna in forma qualitativa e quantitativa: relaziona gli<br />
obiettivi specifici con le azioni;<br />
3. costruzione della matrice delle pressioni in forma qualitativa e quantitativa: relaziona<br />
le azioni con le interferenze (positive e negative);<br />
4. costruzione della matrice degli impatti in forma qualitativa e quantitativa: relaziona le<br />
interferenze con i ricettori ambientali.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o degli impatti ha permesso <strong>di</strong> fare una prima valutazione qualitativa della<br />
compatibilità ambientale delle azioni previste dal Piano. Tale analisi ha rilevato le<br />
possibili criticità ambientali conseguenti all’attuazione del PP7 e ha messo in luce i<br />
principali effetti delle trasformazioni sul territorio. Tale valutazione degli effetti delle azioni<br />
del PP7 sono state condotte me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> matrici coassiali (modello Causa -<br />
Con<strong>di</strong>zione - Effetto), che mettono in relazione:<br />
- azioni del PP7;<br />
- impatti ambientali;<br />
- componenti ambientali.<br />
La decisione <strong>di</strong> utilizzare l’analisi matriciale risiede nel fatto che le matrici<br />
consentono <strong>di</strong> unire l’imme<strong>di</strong>atezza visiva della rappresentazione grafica delle relazioni<br />
causa-effetto alla possibilità <strong>di</strong> introdurre nelle celle una valutazione degli impatti.<br />
Nella redazione <strong>di</strong> tali matrici è stato utile in<strong>di</strong>viduare la rilevanza degli impatti<br />
utilizzando sia una scala cromatica <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazione sia un in<strong>di</strong>catore numerico in modo da<br />
ottenere in<strong>di</strong>ci sintetici finali, graduati su scelte <strong>di</strong> tipo or<strong>di</strong>nale.<br />
Nelle celle <strong>di</strong> ciascuna matrice è segnalata con simboli la presenza <strong>di</strong><br />
correlazione tra le categorie presenti su righe e colonne (colore intenso in<strong>di</strong>ca<br />
correlazione più forte; colore meno intenso in<strong>di</strong>ca correlazione meno intensa).<br />
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6.2 Schede <strong>di</strong> stima degli impatti<br />
Dal quadro tracciato nel paragrafo precedente, si deduce che i maggiori impatti che una<br />
nuova pianificazione urbanistica potrebbe comportare sul territorio sono prevalentemente legati a<br />
un incremento <strong>di</strong> consumo delle risorse naturali, ossia all’incremento dell’urbanizzazione e<br />
infrastrutturazione che sono tra le attività umane che esercitano maggior pressione sulle risorse<br />
naturali, in particolare il suolo, rendendolo in<strong>di</strong>sponibile per altri utilizzi. A questo però va aggiunto<br />
che si tratta <strong>di</strong> un area, quella del PP7, caratterizzata da forte degrado, con rischio antropogenico.<br />
In particolare per gli impatti , è stata effettuata una stima quali-quantitativa <strong>di</strong> massima<br />
dell’impatto sull’ambiente delle previsioni del PP7, in termini <strong>di</strong> consumi e scarichi idrici, <strong>di</strong><br />
produzione e gestione dei flussi <strong>di</strong> rifiuti e <strong>di</strong> emissioni atmosferiche, anche alla luce dei contributi<br />
inviati dalle ACA in sede <strong>di</strong> consultazione del Rapporto Preliminare <strong>di</strong> scoping.<br />
A tal fine, sono stati utilizzati valori tipici reperibili in letteratura 2 per il calcolo delle stime dei<br />
vari fabbisogni. Si sottolinea come lo scopo dei suddetti calcoli non è il <strong>di</strong>mensionamento dei vari<br />
impianti/dotazioni infrastrutturali della città (per i quali si rimanda alla <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> settore) ma<br />
l’apprezzamento dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza delle risorse consumate dalla popolazione inse<strong>di</strong>abile<br />
(circa 1550 abitanti inse<strong>di</strong>abili nel comparto PP7) in relazione alle decisioni urbanistiche operate e<br />
considerando la situazione <strong>di</strong> un PP7 che realizza la sua capacità e<strong>di</strong>ficatoria al 100%. Si segnala<br />
come, in alcuni casi, dalla valutazione siano escluse tutte le altre utenze, in quanto,<br />
contrariamente da quelle civili, risultano totalmente <strong>di</strong>fferenti e variabili.<br />
Vale la pena sottolineare come sia <strong>di</strong>fficile esprimere deduzioni univoche dai dati <strong>di</strong> seguito<br />
riportati circa l’influenza che le azioni previste nel PP7 possano avere nei confronti delle risorse<br />
naturali, ma è possibile pensare ad azioni e regole che messe in pratica possono<br />
significativamente contribuire al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni locali.<br />
2 Per maggior dettagli vedasi Cap.3.<br />
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6.2.1. Impatti specifici<br />
Stima dei fabbisogni idrici e dei reflui prodotti<br />
Considerato nel 2007 il consumo pro-capite <strong>di</strong> acqua per uso domestico relativamente pari<br />
a 90,9 m 3 per abitante è possibile determinare un incremento pari a oltre 140 mila m 3 /anno <strong>di</strong> cui<br />
circa l’80% rappresenta la percentuale <strong>di</strong> afflusso in fogna per gli scarichi domestici. Mentre il<br />
carico organico me<strong>di</strong>o annuo che verrà scaricato in fognatura è stimato pari a oltre 34 mila Kg.<br />
Stima dei consumi energetici<br />
Nota la popolazione inse<strong>di</strong>abile, in via del tutto preliminare, in base a consumi unitari <strong>di</strong><br />
letteratura sono stati stimati i consumi. In particolare, considerando un consumo energetico procapite<br />
per uso domestico <strong>di</strong> 1201,5 kWh per abitante per il 2009, è ipotizzabile un consumo <strong>di</strong><br />
quasi 2 milioni <strong>di</strong> KWh/anno. Per la produzione <strong>di</strong> acqua calda sanitaria oltre 93 milioni w/a.<br />
Ma accanto ai consumi, sull’e<strong>di</strong>ficato previsto nel PP7 potrebbero essere realizzati ( così<br />
come previsto nelle NTA del PP7) impianti energetici fotovoltaici e termici, considerato che l’uso <strong>di</strong><br />
pannelli fotovoltaici in ambiente urbano:<br />
è un fattore positivo per sfruttare (anziché subire) la ra<strong>di</strong>azione solare;<br />
i pannelli producono più energia proprio dove e quando è necessario;<br />
i pannelli ombreggiano i tetti riducendo del 5-10% la necessità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento dei piani<br />
alti 3 .<br />
Stima del consumo <strong>di</strong> suolo<br />
Per quanto concerne il consumo <strong>di</strong> suolo, è ipotizzabile una superficie coperta <strong>di</strong> circa<br />
23.000 mq per e<strong>di</strong>lizia residenziale e e<strong>di</strong>lizia non residenziale, con consistente aumento rispetto<br />
allo stato <strong>di</strong> fatto che come si ricorda è caratterizzato da e<strong>di</strong>fici degradati e inquinati per la maggior<br />
parte. Come si può vedere dal grafico <strong>di</strong> seguito riportato, la maggior parte delle nuove e<strong>di</strong>ficazioni<br />
sono destinate ad e<strong>di</strong>lizia pubblica, in accordo con le esigenze <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza nuova che<br />
esprime una domanda <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia sociale pubblica o in affitto a canoni moderati.<br />
Poiché, da dati <strong>di</strong> letteratura, in me<strong>di</strong>a i parcheggi pubblici sono permeabile per il 50% e il<br />
verde attrezzato è permeabile per il 90%, è fortemente auspicabile che vengano adottate tecniche<br />
costruttive che permettano <strong>di</strong> rendere quanto più possibile l’e<strong>di</strong>ficato permeabile.<br />
3 V. Espositi, 2011. Ra<strong>di</strong>azione solare ed efficienza energetica in ambiente urbano.<br />
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Grafico 6.1: Parametri urbanistico-e<strong>di</strong>lizi del PP7.<br />
Il progetto <strong>di</strong> piano particolareggiato in<strong>di</strong>vidua una ipotesi <strong>di</strong> sistemazione che attiene a<br />
zone imme<strong>di</strong>atamente contigue al perimetro <strong>di</strong> piano, relativa a:<br />
• infrastrutture viarie;<br />
• percorsi pedonali e ciclabili;<br />
• verde urbano.<br />
In particolare all’interno del PP7 la percentuale <strong>di</strong> verde è pari al 48% della St se si<br />
considerano anche le aree <strong>di</strong> proprietà comunale relative all’ex tracciato ferroviario <strong>Pescara</strong> -<br />
Roma e Piazzale Papa Paolo VI, mentre scende al 41% se si considerano i soli perimetri del PP7<br />
così come riportati nella scheda Norma <strong>di</strong> PRG (Grafici 6.2 e 6.3).<br />
Grafico 6.2: Ripartizione delle destinazioni d’uso nel PP7 con l’ex tracciato ferroviario.<br />
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Grafico 6.3: Ripartizione delle destinazioni d’uso nel PP7 senza l’ex tracciato ferroviario.<br />
Da tali grafici si desume quanto incida in percentuale l’inserimento o meno delle aree<br />
comunali nel calcolo delle aree ver<strong>di</strong>. Tale considerazione assume maggiore consistenza se si<br />
esaminano le percentuali delle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> verde. Infatti in tale caso l’incidenza esercitata<br />
dalle aree dell’ex tracciato ferroviario determina un incremento delle porzioni <strong>di</strong> verde prato con<br />
vegetazione controllata <strong>di</strong> arbusti e verde prato con vegetazione arborea ad alto fusto (corridoio<br />
verde – linea filobus secondo previsioni <strong>di</strong> PRG) a <strong>di</strong>scapito del verde giar<strong>di</strong>no che nel caso senza<br />
ex tracciato risulta essere predominante (Grafici 6.4 e 6.5).<br />
Grafico 6.4: Ripartizione delle categorie <strong>di</strong> verde nel PP7 con l’ex tracciato ferroviario.<br />
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Grafico 6.5: Ripartizione delle categorie <strong>di</strong> verde nel PP7 senza l’ex tracciato ferroviario.<br />
Stima dei flussi <strong>di</strong> traffico<br />
Prima <strong>di</strong> effettuare le seguenti stime, vale la pena riflettere sugli effetti della mancanza <strong>di</strong><br />
dati nello stu<strong>di</strong>o del traffico. Tale carenza fa si che l’analisi richiede più tempo e spesso provoca<br />
polemiche, azioni legali, oltre a costi e ritar<strong>di</strong>. Infine non riescono a fornire un’adeguata stima.<br />
Altro aspetto da considerare è che, l’inserimento <strong>di</strong> spazi lavorativi all’interno delle<br />
abitazioni, <strong>di</strong>minuisce le esigenze <strong>di</strong> spostamento. Per cui, fermo restando che la variazione nel<br />
tempo del traffico è determinata in maniera ottimale soltanto se sono <strong>di</strong>sponibili conteggi continui<br />
<strong>di</strong> traffico, a partire dagli abitanti inse<strong>di</strong>abili è stata effettuata una stima del numero complessivo <strong>di</strong><br />
veicoli circolanti.<br />
Il metodo utilizzato, considerata in prima approssimazione come unica destinazione d’uso<br />
quella non residenziale; è il ricorso a una procedura <strong>di</strong> stima preliminare del traffico generato in<br />
presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> destinazione e uso del suolo, o land use (nel caso in oggetto Office<br />
Park), da tempo <strong>di</strong>ffusa sia negli Stati Uniti che in altri Paesi.<br />
In<strong>di</strong>viduato il land use (con tutte le limitazioni dell’approssimazione effettuata, trattandosi <strong>di</strong><br />
area con un mix <strong>di</strong> destinazioni 4 ), la stima del traffico generato dalla particolare attività inse<strong>di</strong>ata è<br />
ottenuta sostituendo lo specifico valore del parametro <strong>di</strong> uso del suolo preso a riferimento, ovvero<br />
4 Le simulazioni effettuate sono riferite a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> domanda tendenzialmente sovrastimata: recenti stu<strong>di</strong> mostrano come i tassi<br />
osservati <strong>di</strong> generazione <strong>di</strong> spostamenti per le area a mix funzionale sono generalmente più bassi rispetto ai tassi <strong>di</strong> viaggio per le<br />
aree a singola destinazione d’uso. Potrebbe inoltre essere necessario rivedere i tassi <strong>di</strong> generazione <strong>di</strong> viaggio per riflettere l’uso <strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong> alternativi <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> trasporto.<br />
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la Gross Floor Area, nell’equazione della curva <strong>di</strong> regressione dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> generazione stesso.<br />
Nel caso in esame si ottiene un traffico me<strong>di</strong>o giornaliero <strong>di</strong> 410 veicoli/giorno 5 .<br />
Si consideri che in base alle previsioni del PGTU (cfr cap 3.2.9), nell’intorno dell’area<br />
interessata dal PP7 è prevista una <strong>di</strong>minuzione per la maggior parte dei tratti stradali del traffico<br />
nell’ora <strong>di</strong> punta del mattino (8,00-9,00) considerati i flussi veicolari stimati da modello sulla rete <strong>di</strong><br />
progetto.<br />
Stima delle emissioni in atmosfera<br />
La stima dei fattori <strong>di</strong> emissione da traffico veicolare (in g/Km * veicolo 6 e riferiti a strade<br />
urbane) è stata tratta seguendo le in<strong>di</strong>cazioni fornite dal manuale dell’Agenzia Europea per<br />
l’Ambiente per gli inventari <strong>di</strong> emissioni e dell’ISPRA 7 . Pertanto il presente paragrafo è una<br />
elaborazione teorica finalizzata alla restituzione oggetto-numerica. In particolare per quanto<br />
concerne il traffico sono state considerate le emissioni <strong>di</strong> tutti gli inquinanti regolamentati dalla<br />
normativa europea (CO, NOx, VOC, PM) in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> regime; sia per il trasporto pubblico che<br />
per quello privato si è utilizzata una sola classe veicolare. Nel dettaglio:<br />
la quantità <strong>di</strong> CO prodotta dal traffico veicolare è pari a 1,62 Kg/Km, <strong>di</strong> cui solo lo 0,4%<br />
imputabile al trasporto pubblico;<br />
la quantità <strong>di</strong> NOx prodotta dal traffico veicolare è pari a 419 g/Km, <strong>di</strong> cui il 7,1%<br />
imputabile al trasporto pubblico;<br />
la quantità <strong>di</strong> VOC prodotta dal traffico veicolare è pari a 53,4 g/Km, <strong>di</strong> cui il 5,2%<br />
imputabile al trasporto pubblico.<br />
la quantità <strong>di</strong> PM prodotta dal traffico veicolare è pari a 231,3 g/Km, lo 0,4% imputabile<br />
al trasporto pubblico.<br />
Andrà, in particolare, incrementato il trasporto pubblico nella sod<strong>di</strong>sfazione della domanda<br />
<strong>di</strong> mobilità, nonché l’uso <strong>di</strong> mezzi quali la bicicletta che andrà incentivato attraverso la creazione<br />
delle piste ciclabili. A questo si aggiungano gli effetti benefici della vegetazione nel mitigare gli<br />
impatti sull’inquinamento atmosferico.<br />
5<br />
I valori <strong>di</strong> traffico calcolati sono stati espressi in termini <strong>di</strong> flusso omogeneizzato in autovetture equivalenti.<br />
6<br />
Ai fini della stima in oggetto i valori <strong>di</strong> traffico fino calcolati in precedenza (410 veicoli) sono stati espressi in termini <strong>di</strong> auto<br />
private.<br />
7<br />
Il metodo richiamato fornisce i fattori <strong>di</strong> emissione me<strong>di</strong> per numerosi inquinanti, in funzione della velocità dei veicoli e per più <strong>di</strong><br />
cento classi veicolari, sud<strong>di</strong>vise per tipologia <strong>di</strong> veicolo e tipo <strong>di</strong> alimentazione.<br />
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Rifiuti<br />
Per quanto riguarda i rifiuti, la valutazione comparativa <strong>di</strong> massima è stata effettuata sulla<br />
base <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> attività (numero <strong>di</strong> residenti e in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> produzione - kg per abitante anno) -,<br />
utilizzando in particolare il seguente in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> produzione:<br />
funzione residenziale (valore <strong>di</strong> produzione me<strong>di</strong>a pro-capite <strong>di</strong> RSU secondo i dati del<br />
VI Rapporto sulle raccolte <strong>di</strong>fferenziate della Regione Abruzzo, pari a 565<br />
kg/abitante*anno nel 2010).<br />
funzione commerciale, terziaria, ricettiva: non prevedendo allo stato attuale il PP7 la<br />
ripartizione specifica per le varie destinazioni d’uso (uffici privati e stu<strong>di</strong> professionali,<br />
uffici pubblici statali, esercizi commerciali, alberghi, ricettivo), si è scelto un coefficiente<br />
me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> produttività pari a 90 Kg/mq, relativo alle attività Ristoranti, trattorie, osterie,<br />
pizzerie, pub (ipotesi più cautelativa).<br />
Conseguentemente è ipotizzabile una produzione <strong>di</strong> RSU <strong>di</strong> oltre 875 t/anno per la funzione<br />
residenziale. L’attivazione <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata consente <strong>di</strong> sottrarre al flusso <strong>di</strong><br />
rifiuti destinato allo smaltimento finale quantitativi <strong>di</strong> materiali suscettibili <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong>retto nei<br />
processi produttivi (ad esempio il vetro e l’alluminio), <strong>di</strong> trattamento per la loro stabilizzazione e il<br />
successivo utilizzo (ad es. il compostaggio della sostanza organica putrescibile), <strong>di</strong> recupero<br />
energetico.<br />
Per quanto concerne la funzione commerciale, terziaria, ricettiva, prevedendo il PP7 22.141<br />
mq è ipotizzabile una produzione <strong>di</strong> rifiuti (ipotesi peggiore) <strong>di</strong> circa 2000 t/anno.<br />
Paesaggio<br />
Per prima cosa si specifica che la qualità paesaggistica, rappresentante la sintesi tra la<br />
morfologia del territorio, il patrimonio presente, il sistema delle risorse <strong>di</strong> cui gode e il sistema<br />
sociale ed economico espresso dalla comunità che in esso vive, crea un “bene paesaggio” inteso<br />
come costruzione collettiva<br />
Il paesaggio urbano definito nel PP7 è da considerarsi come un valore fondante per l’area e<br />
per l’intera città. In questo senso è importante valorizzare i segni identificativi accumulati nel tempo<br />
dal paesaggio urbano e costruirne quelli nuovi.<br />
Sulla qualità del paesaggio tre sono essenzialmente gli elementi <strong>di</strong> particolare attenzione<br />
interrelati tra loro:<br />
la riconfigurazione e la valorizzazione degli spazi aperti pubblici/privati;<br />
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la densificazione e la <strong>di</strong>versificazione (densità <strong>di</strong> volumi, cose, persone e usi; mix<br />
funzionali, sociali, tipologici) evitando <strong>di</strong> ricostruire “recinti” monofunzionali ;<br />
la sostenibilità sociale e ambientale, con un’attenzione particolare al verde e ai sistemi<br />
naturali.<br />
A tal proposito la soluzione adottata <strong>di</strong> uno “sviluppo orizzontale” per il residenziale 8 come<br />
possibile alternativa ai decontestualizzanti “e<strong>di</strong>fici a sviluppo verticale” presenti nell’imme<strong>di</strong>ato<br />
intorno; permette <strong>di</strong> proporre una tipologia <strong>di</strong> varie unità abitative associate fra loro, ma allo stesso<br />
tempo <strong>di</strong> mantenere una certa in<strong>di</strong>pendenza dei <strong>di</strong>stinti nuclei<br />
L’ipotesi <strong>di</strong> “sviluppo orizzontale”, l’infilling, permette infatti <strong>di</strong> riempire gli spazi vuoti<br />
inutilizzati del PP7 in una zona urbanizzata, consentendo l’uso <strong>di</strong> spazi interstiziali e offrendo<br />
luoghi per la collettività, servizi, o nuove residenze.<br />
8 Linea residenziale piccola e grande h 18m.<br />
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6.3 Misure <strong>di</strong> mitigazione e compensazione<br />
L’analisi <strong>di</strong> cui al punto precedente ha consentito <strong>di</strong> evidenziare gli effetti negativi più<br />
significativi del PP7 in termini <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> risorse; si rende pertanto necessario in<strong>di</strong>viduare,<br />
misure <strong>di</strong> riduzione, mitigazione o compensazione <strong>di</strong> tali effetti. È’ importante qui sottolineare come<br />
l’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sia oggi già inserita in un contesto <strong>di</strong> forte degrado urbano con rischio<br />
antropogenico, caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> spazi vuoti privi <strong>di</strong> qualità e <strong>di</strong> prospettive. Il<br />
cosiddetto “terzo paesaggio 9 ” è opportunità in<strong>di</strong>spensabile per la rigenerazione locale: la<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ampie superfici e la capacità <strong>di</strong> assorbire trasformazioni anche sostanziose in tali<br />
spazi è un punto <strong>di</strong> forza.<br />
Ed è proprio il riuso il tema attualmente più <strong>di</strong>battuto in relazione alla questione<br />
<strong>di</strong>smissione. Se urbanisti, impren<strong>di</strong>tori, amministratori pubblici si trovano generalmente d’accordo<br />
sul considerare le aree <strong>di</strong>smesse come un’occasione strategica per un nuovo sviluppo della città,<br />
maggiori problemi sorgono nella scelta della strada da seguire per utilizzare al meglio questa<br />
opportunità. L’alternativa è usare le aree <strong>di</strong>smesse per decongestionare e riqualificare la città,<br />
attraverso anche la localizzazione <strong>di</strong> servizi e l’innalzamento della qualità dell’ambiente urbano,<br />
oppure assecondare i <strong>di</strong>segni speculativi delle gran<strong>di</strong> aziende proprietarie delle aree basati su<br />
interventi <strong>di</strong> valorizzazione immobiliare o reindustrializzazione.<br />
Nel primo caso le aree <strong>di</strong>smesse sono utilizzate per dotare la città <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong>, per<br />
realizzare infrastrutture e servizi, per in<strong>di</strong>viduare se<strong>di</strong> <strong>di</strong> nuove attività culturali, per dare ai citta<strong>di</strong>ni<br />
luoghi <strong>di</strong> incontro e per mettere a profitto del bene collettivo spazi ed e<strong>di</strong>fici abbandonati; in questa<br />
ottica le aree <strong>di</strong>smesse sono considerate risorse urbane e ambientali per la riqualificazione<br />
complessiva della città e per la riorganizzazione <strong>di</strong> servizi e funzioni 10 .<br />
Nel secondo caso si conserva la vocazione preesistente dell’area, privilegiando processi <strong>di</strong><br />
reindustrializzazione spesso in settori tecnologicamente avanzati in grado <strong>di</strong> garantire una<br />
maggiore qualità ambientale 11 . Più che <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse, quin<strong>di</strong>, si può parlare <strong>di</strong><br />
riconversione industriale, con il mantenimento dell’originaria destinazione e, talvolta, con l’aumento<br />
della densità. Fra queste due alternative esistono posizioni interme<strong>di</strong>e, la più <strong>di</strong>ffusa delle quali si<br />
basa su progetti che propongono mix funzionali in cui convivono attività produttive e servizi a scala<br />
urbana e territoriale 12 .<br />
9 Definizione <strong>di</strong> terzo paesaggio <strong>di</strong> Gilles Clement, 2005.<br />
10 Carta M. (1999) Il recupero delle aree <strong>di</strong>smesse a Palermo, applicazione dell’Agenda 21, Urbanistica Informazione, n.164, 8-9.<br />
11 Cagnar<strong>di</strong> A. (1990) Le città della siderurgia in Italia, Rassegna, n. 42, 42-44.<br />
12 Alcozer F. (1999) Strategie urbane a Genova, Urbanistica Informazione, n.164, 27-29.<br />
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Non bisogna, però, sottovalutare la circostanza che queste aree rappresentano, molto<br />
spesso, gli unici spazi ancora <strong>di</strong>sponibili all’interno della città, consentendo <strong>di</strong> avanzare proposte<br />
che possono incidere sull’evoluzione dell’intero sistema urbano. Le soluzioni praticabili dovranno<br />
scaturire dall’analisi <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong> carattere strategico come il reperimento <strong>di</strong> risorse economiche<br />
necessarie per la bonifica e il riuso, il <strong>rapporto</strong> con il contesto in cui le aree <strong>di</strong>smesse sono inserite,<br />
i tempi per la realizzazione dei progetti. Un’altra peculiarità della riqualificazione urbana è l’estrema<br />
varietà dei problemi che devono essere risolti per attuarla quali l’acquisizione pubblica <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici.<br />
Tutto ciò richiede la necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nuove economie che consentano la<br />
realizzazione <strong>di</strong> progetti e processi <strong>di</strong> rigenerazione ipotizzando partnership pubblico-privato<br />
preposte al miglioramento generale dell’area, in<strong>di</strong>viduando interessi e convenienze socioeconomiche<br />
complementari.<br />
La riqualificazione urbana 13 si muove quin<strong>di</strong> tra leggi <strong>di</strong> mercato ed esigenze sociali. Lo<br />
scopo è quello <strong>di</strong> utilizzare i meccanismi <strong>di</strong> mercato per far sì che la rivalorizzazione immobiliare<br />
innescata dalla riqualificazione urbana si associ alla produzione <strong>di</strong> beni e servizi <strong>di</strong> elevata qualità<br />
collettiva (polifunzionalità degli inse<strong>di</strong>amenti, prestazioni ecologiche, accessibilità, sicurezza, ecc.)<br />
L’iniziativa e la partecipazione del Privato economico devono essere quin<strong>di</strong> orientate a dare<br />
prodotti <strong>di</strong> qualità che facciano crescere il valore economico e sociale degli interventi. In questo<br />
senso va considerata la responsabilità sociale del Privato economico nella costruzione <strong>di</strong> progetti<br />
<strong>di</strong> rigenerazione urbana e sviluppo del territorio.<br />
Tutto ciò premesso (poiché le NTA all’art.6 prevedono che “Per tutte le aree pubbliche e <strong>di</strong><br />
uso pubblico la sistemazione resta subor<strong>di</strong>nata all’approvazione <strong>di</strong> un progetto unitario, anche se<br />
attuato per singoli ambiti”) è auspicabile che l’approvazione <strong>di</strong> suddetto progetto preceda<br />
l’autorizzazione delle aree <strong>di</strong> uso privato onde evitare il pericolo <strong>di</strong> una riqualificazione mancata e/o<br />
a metà, elaborando un cronoprogramma dei futuri interventi.<br />
Le misure <strong>di</strong> mitigazione/compensazione, <strong>di</strong> seguito riportate, sono state organizzare per<br />
tematica ambientale.<br />
13 Gli in<strong>di</strong>rizzi a livello europeo puntualizzano oggi la necessità <strong>di</strong> riqualificare ampie aree urbane degradate piuttosto che continuare<br />
a espandere la città, sottolineando temi e approcci da seguire. Importante riferimento al riguardo è la “Carta <strong>di</strong> Lipsia sulle città<br />
europee sostenibili”.<br />
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Suolo<br />
Considerato che l’urbanizzazione e l’infrastrutturazione sono tra le attività umane che<br />
esercitano maggior pressione sulla risorsa suolo, rendendola in<strong>di</strong>sponibile per altri utilizzi, al fine <strong>di</strong><br />
limitare il consumo <strong>di</strong> suolo è auspicabile che come opere <strong>di</strong> mitigazione si proceda a:<br />
realizzare pavimentazioni permeabili, considerato che le coperture a verde<br />
contribuiscono alla gestione delle acque meteoriche, ripristinando almeno parzialmente<br />
il ciclo naturale dell’acqua.<br />
Risorsa idrica<br />
Per quanto concerne gli aspetti quantitativi della risorsa idrica, al fine <strong>di</strong> conservare quanto<br />
più possibile invariati i flussi idrici superficiali e iporreici che dai terreni <strong>di</strong>rigono l’acqua verso le<br />
falde acquifere e i corpi idrici è opportuno preferire la realizzazione delle pavimentazioni esterne<br />
(piazzali <strong>di</strong> abitazioni, strutture alberghiere, strutture commerciali, parcheggi, ecc) utilizzando<br />
materiali drenanti e permeabili che permettano la naturale infiltrazione nel terreno dell’acqua<br />
meteorica. Sarebbe, inoltre, auspicabile preferire, laddove fattibile, la realizzazione <strong>di</strong> sistemi duali<br />
<strong>di</strong> approvvigionamento idrico sfruttando l’acqua <strong>di</strong> eventi meteorici. Si suggerisce, inoltre <strong>di</strong>:<br />
utilizzare componenti a basso consumo (miscelatori con regolatori <strong>di</strong> portata, aeratori e<br />
rompigetto, cassette con volume <strong>di</strong> scarico regolabile e con possibilità <strong>di</strong> interruzione<br />
dello scarico);<br />
raccogliere e riutilizzare le acque grigie (provenienti da docce, vasche, lavabi);<br />
raccogliere l’acqua meteorica proveniente dalle coperture in apposite cisterne; e loro<br />
riutilizzo per inaffiamento delle aree ver<strong>di</strong>;<br />
prescrivere che i piani interrati oltre a essere progettati e realizzati prevedendo che<br />
rimangano perennemente sommersi in acque salmastre, siano progettati in maniera<br />
tale da mantenere una luce sufficiente e <strong>di</strong>sponibile al deflusso sotterraneo.<br />
verificare con opportuno stu<strong>di</strong>o sotterraneo la consistenza dei suoli prima del rilascio<br />
dei titoli e<strong>di</strong>lizi.<br />
regolamentare le acque superficiali e le acque <strong>di</strong> piazzale.<br />
valutare altresì le interazioni degli sbarramenti provocati dai locali interrati con le acque<br />
<strong>di</strong> falda.<br />
Paesaggio<br />
Sono auspicabili le seguenti mitigazioni:<br />
stu<strong>di</strong>o delle soluzioni architettoniche <strong>di</strong> dettaglio, con l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere elevati<br />
standard <strong>di</strong> qualità architettonica e paesaggistica;<br />
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idonee scelte dei materiali e dei cromatismi in fase <strong>di</strong> progettazione architettonica, che<br />
devono risultare coerenti con il paesaggio e con l’ambiente circostante.<br />
relativamente al sub-comparto PP7a attuare le prescrizioni contenute nella nota del<br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale Per I Beni Culturali e<br />
Paesaggistici per l’Abruzzo, Soprintendenza per I Beni Archeologici dell’Abruzzo.-<br />
Chieti (nota del 30/07/2012 prot.n. 0006320 30/07/2012);<br />
per le aree destinate al verde il criterio da seguire dovrà essere quello <strong>di</strong> privilegiare<br />
specie autoctone e non specie del tipo “pronto effetto” come in<strong>di</strong>cato nelle NTA Art.8 al<br />
fine <strong>di</strong> aumentarne la naturalità 14 ; .<br />
utilizzare un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> piantumazione <strong>di</strong> alberi ad alto fusto nella misura <strong>di</strong> 1 albero ogni<br />
100 m 2 <strong>di</strong> Sf.<br />
realizzare un accesso garantito ai <strong>di</strong>versamente abili: oltre al rispetto della vigente<br />
legislazione, in tutti i casi <strong>di</strong> nuova costruzione (o <strong>di</strong> ampliamento che abbia una<br />
autonomia funzionale) l’accesso al piano terreno deve essere privo <strong>di</strong> ostacoli<br />
architettonici.<br />
Aria<br />
Per ridurre l’impatto sul territorio dovuto alla congestione del traffico bisognerà intervenire<br />
attraverso misure <strong>di</strong> mitigazioni quali:<br />
progettare un maggior numero <strong>di</strong> piste ciclo – pedonabili;<br />
pianificare e rafforzare la rete <strong>di</strong> linee <strong>di</strong> trasporto passeggeri per servire l’area, e<br />
adottare automezzi a minor impatto ambientale possibile (es. idrogeno, metano,<br />
elettrico), in sinergia con la locale azienda <strong>di</strong> trasporto pubblico. Come sottolineato<br />
dall’UITP (International Association of Public Transport) l’interesse suscitato dal<br />
trasporto pubblico <strong>di</strong>pende essenzialmente dalla sua velocità e dalla sua regolarità. Le<br />
reti <strong>di</strong> trasporto pubbliche più frequentate sono quelle che offrono la migliore velocità e<br />
regolarità, se confrontate con quelle dell’automobile. Sempre secondo la UITP, una<br />
priorità reale nei confronti degli autobus passa necessariamente attraverso una nuova<br />
destinazione dello spazio della viabilità a vantaggio del trasporto pubblico, allo scopo <strong>di</strong><br />
proteggere gli autobus dai rischi della circolazione generale. Questa è in effetti la<br />
con<strong>di</strong>zione dell’efficienza e dell’interesse suscitato dall’autobus rispetto alla concorrenza<br />
14<br />
E’ ipotizzabile una gestione dei“giar<strong>di</strong>ni con<strong>di</strong>visi”. Tale ipotesi nasce dall’idea dei Community Gardens americani e<br />
arriva oggi ai “Jar<strong>di</strong>ns Partagés” francesi, organizzati nella rete municipale del programma “Charte Main Verte 8 del<br />
2002. Questa rappresenta una carta ufficiale che regola la trasformazione <strong>di</strong> aree comunali generalmente abbandonate in<br />
giar<strong>di</strong>ni collettivi gestiti dalla popolazione che si propone <strong>di</strong> farsene carico; il comune, approvato il progetto<br />
dell’associazione locale, mette a <strong>di</strong>sposizione un piccolo investimento iniziale che ne consente materialmente la<br />
realizzazione e la successiva manutenzione.<br />
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rappresentata dall’automobile. Per garantire agli autobus delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> circolazione<br />
piuttosto fluide, l’UITP raccomanda <strong>di</strong> realizzare una “rete <strong>di</strong> autobus liberata dalla<br />
congestione”. La realizzazione <strong>di</strong> questa “rete <strong>di</strong> autobus liberata dalla congestione” è un<br />
elemento importante della politica globale <strong>di</strong> mobilità e <strong>di</strong> urbanizzazione; essa però va<br />
inserita in un quadro generale comprendente le azioni in materia <strong>di</strong> circolazione, <strong>di</strong> sosta<br />
in centro, <strong>di</strong> parcheggi e <strong>di</strong> rigenerazione dello spazio pubblico urbano. Essa richiede<br />
quin<strong>di</strong> una stretta collaborazione tra tutti gli attori (pubblici e privati) coinvolti.<br />
limitare la velocità del traffico veicolare;<br />
realizzare parcheggi scambiatori “Park & Go” forniti <strong>di</strong> automezzi elettrici ricaricati dalla<br />
fonte solare fotovoltaica;<br />
trattare le pavimentazioni stradali per ridurre drasticamente gli inquinanti presenti<br />
nell’aria grazie all’utilizzo <strong>di</strong> asfalti ecologici, drenanti e fonoassorbenti.<br />
pre<strong>di</strong>sporre gli ingressi degli e<strong>di</strong>fici in zone prossime ai punti <strong>di</strong> accesso al trasporto<br />
pubblico;<br />
privilegiare a e<strong>di</strong>fici residenziali dotati <strong>di</strong> garage o posti macchina, unità immobiliari<br />
provviste <strong>di</strong> rimessa per le biciclette da utilizzare per gli spostamenti.<br />
realizzare nei parcheggi dotazioni a verde con conseguente miglioramento<br />
microclimatico e ambientale, oltre alla mitigazione dell’impatto visivo delle auto<br />
parcheggiate;<br />
realizzare stazioni <strong>di</strong> bike saring per una fruizione del territorio più sostenibile.<br />
Inquinamento acustico<br />
Al fine <strong>di</strong> minimizzare l’inquinamento acustico sarebbe opportuno:<br />
creare fasce <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento sonoro allo scopo <strong>di</strong> permettere all’energia sonora <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sperdere parte della sua energia in situazioni <strong>di</strong> a<strong>di</strong>acenza <strong>di</strong> UTR appartenenti a<br />
classi acustiche non contigue;<br />
osservare, nella definizione della localizzazione delle aree fruibili e degli e<strong>di</strong>fici, le<br />
<strong>di</strong>stanze dalle strade e dalle fonti mobili e fisse <strong>di</strong> rumorosità ambientale in grado <strong>di</strong><br />
garantire lo standard <strong>di</strong> comfort acustico prescritto dalla classificazione acustica relativa<br />
al comparto; in subor<strong>di</strong>ne, ai fini del rispetto dei limiti <strong>di</strong> zona, potrà essere proposta la<br />
previsione <strong>di</strong> idonee strutture fonoisolanti e/o fonoassorbenti a protezione delle aree<br />
fruibili e degli e<strong>di</strong>fici;<br />
posizionare, se possibile, gli e<strong>di</strong>fici alla massima <strong>di</strong>stanza dalla fonte <strong>di</strong> rumore e<br />
sfruttare l’effetto schermante <strong>di</strong> ostacoli naturali ed artificiali (rilievi del terreno, fasce <strong>di</strong><br />
vegetazione, altri e<strong>di</strong>fici, etc.);<br />
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i locali che necessitano <strong>di</strong> maggiore quiete (es. camera da letto) dovranno essere<br />
preferibilmente situati lungo il lato dell’e<strong>di</strong>ficio meno esposto al rumore esterno;<br />
utilizzare materiali naturali con elevato potere fonoassorbente per gli elementi <strong>di</strong><br />
involucro esterno. Per le pareti opache si consiglia <strong>di</strong> utilizzare pareti doppie con<br />
spessore <strong>di</strong>fferente e all’interno materiale naturale fonoassorbente. Per i serramenti,<br />
generalmente l’elemento acustico più debole dell’involucro, si consiglia l’adozione <strong>di</strong><br />
vetri stratificati o <strong>di</strong> vetrocamera con lastre <strong>di</strong> spessore <strong>di</strong>fferente e telai a bassa<br />
permeabilità all’aria.<br />
Energia<br />
La bilancia energetica a <strong>Pescara</strong> si potrebbe aggravare in conseguenza del fabbisogno<br />
energetico che potrà scaturire dalla realizzazione degli interventi previsti nel PP7. A riguardo si<br />
riscontra una particolare attenzione all’utilizzo <strong>di</strong> fonti rinnovabili (art. 13 NTA PP7)<br />
In ogni caso, il piano dovrebbe tendere alla promozione <strong>di</strong> fonti energetiche rinnovabili<br />
minori quali ad esempio il fotovoltaico integrato al risparmio energetico attraverso misure atte a<br />
favorire l’adozione <strong>di</strong> sistemi per garantire l’efficienza energetica degli e<strong>di</strong>fici e degli impianti<br />
termici. Dal punto <strong>di</strong> vista dell’area urbana nel suo complesso occorre ridurre l’isola <strong>di</strong> calore<br />
attraverso:<br />
un attento stu<strong>di</strong>o delle orientazioni <strong>di</strong> strade ed e<strong>di</strong>fici in modo da ridurre l’effetto <strong>di</strong><br />
intrappolamento della ra<strong>di</strong>azione solare;<br />
utilizzo <strong>di</strong> materiali a elevato albedo sulle pareti a sud e sui tetti;<br />
utilizzo <strong>di</strong> asfalti a elevato albedo;<br />
alberature a foglia caduca soprattutto su aree asfaltate e contro le pareti rivolte a<br />
mezzogiorno;<br />
montando delle barriere frangisole si potrebbe evitare quasi del tutto il consumo dovuto<br />
ai sistemi <strong>di</strong> refrigerazione. Se su tali barriere si montassero pannelli solari, si<br />
produrrebbe per <strong>di</strong> più energia.<br />
Rifiuti<br />
In linea <strong>di</strong> principio tutti gli interventi che prevedono aumento <strong>di</strong> popolazione e aumento <strong>di</strong><br />
produzione industriale, logistico e commerciale, sono legati alla produzione <strong>di</strong> ulteriore quantitativo<br />
<strong>di</strong> rifiuti nelle <strong>di</strong>verse categorie merceologiche. Se le previsioni venissero confermate e se gli<br />
interventi realmente attuati la pressione esercitata sull’ambiente sarebbe dunque significativa. I<br />
nuovi inse<strong>di</strong>amenti dovranno essere all’avanguar<strong>di</strong>a e prevedere sistemi efficienti <strong>di</strong> raccolta che<br />
inducano comportamenti attenti e responsabili da parte dei nuovi residenti.<br />
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Al fine <strong>di</strong> ottenere la riduzione della produzione <strong>di</strong> rifiuti e l’incremento della raccolta<br />
<strong>di</strong>fferenziata, bisognerà in<strong>di</strong>viduare le più opportune forme gestionali, questo soprattutto alla luce<br />
dell’aumento dell’afflusso dei residenti e visitatori previsto dal Piano.<br />
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7.1 Finalità del monitoraggio<br />
Capitolo VII<br />
Il monitoraggio nella gestione del PP7<br />
Così come previsto dalla <strong>di</strong>rettiva 42/2001/CE, il monitoraggio è finalizzato al<br />
controllo degli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione <strong>di</strong> piani e programmi, allo<br />
scopo <strong>di</strong> intercettare eventuali impatti negativi non previsti e <strong>di</strong> adottare opportune misure<br />
correttive.<br />
Il <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> monitoraggio rappresenta un documento <strong>di</strong> pubblica consultazione che<br />
l’Amministrazione responsabile per il Piano deve pubblicare perio<strong>di</strong>camente. Considerando i<br />
tempi <strong>di</strong> attuazione del PP7 (10 anni), è opportuno che l’attività <strong>di</strong> pubblicazione del <strong>rapporto</strong><br />
<strong>di</strong> monitoraggio abbia una cadenza biennale 1 . L’attività <strong>di</strong> monitoraggio costituisce<br />
un’importante azione all’interno della fase <strong>di</strong> attuazione del PP7, e serve ad acquisire i dati e<br />
le informazioni che saranno necessari per eseguire la fase <strong>di</strong> valutazione degli impatti<br />
inerenti l’attuazione delle azioni del PP7.<br />
Il monitoraggio è quin<strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> gestione che focalizza l’analisi dei progressi<br />
del PP7 e ha come obiettivo l’identificazione <strong>di</strong> successi o aspetti problematici in ogni<br />
momento dell’attuazione del PP7, orientando il <strong>Comune</strong> nell’identificazione e applicazione <strong>di</strong><br />
eventuali misure correttive durante la fase gestionale dello strumento urbanistico.<br />
Si consideri, inoltre, le potenzialità in termini <strong>di</strong> comunicazione del <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong><br />
monitoraggio. Si tratta, infatti, da una parte <strong>di</strong> un’occasione per informare e coinvolgere un<br />
pubblico più vasto <strong>di</strong> quello degli addetti al settore, e dall’altra <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> verifica <strong>di</strong><br />
valutazione che risponde a tre scopi precisi:<br />
informativo/conoscitivo (imparare dall’esperienza; pre<strong>di</strong>sporre interventi futuri);<br />
trasparenza (dell’ente realizzatore verso i citta<strong>di</strong>ni);<br />
controllo (allo scopo <strong>di</strong> realizzare il migliore e sostenibile utilizzo delle risorse<br />
naturali).<br />
Strumenti fondamentali del monitoraggio sono gli in<strong>di</strong>catori. Essi vengono inseriti nel<br />
Rapporto Ambientale, ma possono, all’occorrenza essere identificati durante l’attuazione del<br />
PP7 e le connesse attività <strong>di</strong> monitoraggio. Nei rapporti perio<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> monitoraggio si tenderà a<br />
1 Si suggerisce a riguardo <strong>di</strong> recepire tale in<strong>di</strong>cazione nelle NTA.<br />
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mantenere gli in<strong>di</strong>catori prescelti in modo da avere possibilità <strong>di</strong> comparazione tra momenti<br />
<strong>di</strong>fferenti. Andranno inoltre in<strong>di</strong>cate le <strong>di</strong>fficoltà/problematiche incontrate durante l’esecuzione<br />
del monitoraggio.<br />
Si sottolinea come la progettazione del sistema <strong>di</strong> monitoraggio, nonché la sua<br />
attuazioni risultino particolarmente <strong>di</strong>fficili poiché entrano in gioco componenti non gestite dal<br />
valutatore ma <strong>di</strong>pendenti dalla volontà politica. Prima componente irrinunciabile è la<br />
finanziabilità dell’attività.<br />
Per programmare in maniera efficace una attività <strong>di</strong> monitoraggio, infatti, sarebbe<br />
opportuno sapere quanto si ha a <strong>di</strong>sposizione per svolgere tale attività, in modo tale da<br />
calibrare le scelte, e le spese, evitando indagini che non porterebbero ad alcun risultato utile.<br />
Pertanto, il monitoraggio va innanzitutto finalizzato, ovvero vanno stabiliti ambiti <strong>di</strong> indagine e<br />
tematiche precise; poiché, in presenza <strong>di</strong> risorse limitate, il monitoraggio non deve essere<br />
omnicomprensivo e indefinito, ma deve essere operata una scelta riguardo al suo oggetto.<br />
Altro aspetto importante è la <strong>di</strong>sponibilità dei dati, la loro informatizzazione e<br />
omogeneizzazione. Pertanto costruire un monitoraggio che inizia dal quadro conoscitivo con<br />
le caratterizzazioni delle componenti al presente, per poi confrontarle con la loro evoluzione<br />
futura.<br />
La prima fase da attivare è relativa all’acquisizione continua <strong>di</strong> informazioni o dati<br />
aggiornati, sia da fonti esterne, sia tramite campagne <strong>di</strong> rilievo appositamente organizzate.<br />
Su tale base, si deve procedere perio<strong>di</strong>camente, con modalità trasparenti e ripercorribili, al<br />
calcolo e alla rappresentazione degli in<strong>di</strong>catori; essi hanno lo scopo <strong>di</strong> descrivere un insieme<br />
<strong>di</strong> variabili che caratterizzano da un lato il contesto e lo scenario <strong>di</strong> riferimento, dall’altro lo<br />
specifico piano, in termini <strong>di</strong> azioni e <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti, cumulati e sinergici. Si<br />
sottolinea, però, che per analizzare il legame tra cause ed effetti occorre tenere conto anche<br />
delle <strong>di</strong>namiche temporali, considerando le serie storiche degli in<strong>di</strong>catori, in quanto spesso il<br />
tempo <strong>di</strong> risposta necessario perché si manifesti un effetto, può essere lungo anche <strong>di</strong>versi<br />
anni.<br />
Infine un ruolo fondamentale è giocato dalla base <strong>di</strong> conoscenza comune, che<br />
costituisce uno strumento <strong>di</strong> lavoro per tutti gli enti coinvolti nel processo decisionale e che,<br />
al contempo, è alimentata dai sistemi <strong>di</strong> monitoraggio dei singoli piani, programmi e politiche<br />
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e dal monitoraggio del processo decisionale nel suo complesso. Questo è un aspetto molto<br />
importante che allo stato attuale (vista la scarsa applicazione delle attività <strong>di</strong> monitoraggio)<br />
non ha ancora messo in evidenza le enormi problematicità legate ad una mancata sinergia<br />
tra le parti. Pertanto sarebbe opportuno attivare anche questo processo in modo tale da<br />
identificare un nucleo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori comuni, con<strong>di</strong>viso da tutti gli enti all’interno degli strumenti<br />
da loro gestiti. Tale nucleo può anche essere costituto da pochi in<strong>di</strong>catori significativi e ha lo<br />
scopo <strong>di</strong> consentire alle pubbliche amministrazioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare i propri strumenti <strong>di</strong><br />
governo, analizzarne la coerenza, <strong>di</strong>alogare con altri livelli <strong>di</strong> governo e confrontarsi con<br />
realtà <strong>di</strong>verse. L’ente responsabile <strong>di</strong> ciascun piano ha l’onere <strong>di</strong> progettare il sistema <strong>di</strong><br />
monitoraggio, <strong>di</strong> acquisire le informazioni necessarie, <strong>di</strong> integrarle eventualmente con<br />
apposite campagne <strong>di</strong> indagine e <strong>di</strong> elaborare e interpretare gli in<strong>di</strong>catori, svolgendo tutte le<br />
attività precedentemente descritte.<br />
Qualora la fase <strong>di</strong> monitoraggio metta in evidenza l’esistenza <strong>di</strong> scostamenti<br />
significativi tra previsioni <strong>di</strong> piano e realtà, in<strong>di</strong>cando l’inefficacia della pianificazione nel<br />
perseguire gli obiettivi o la non sostenibilità dei suoi effetti, è necessaria un’attività <strong>di</strong><br />
riorientamento del piano stesso, in<strong>di</strong>viduando le mo<strong>di</strong>fiche opportune.<br />
Tutte le in<strong>di</strong>cazioni dell’eventuale riorientamento del piano devono essere riportate<br />
nel <strong>rapporto</strong> biennale <strong>di</strong> monitoraggio, nel rispetto dei principi <strong>di</strong> trasparenza e informazione.<br />
Il <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> monitoraggio, infatti, come già detto nei capitoli precedenti, va sottoposto a<br />
consultazione da parte del pubblico e delle autorità competenti. Il ruolo della partecipazione,<br />
però, non deve essere finalizzato alla richiesta <strong>di</strong> pareri: tutte le fasi del monitoraggio, infatti,<br />
necessitano <strong>di</strong> una partecipazione <strong>di</strong> tipo attivo, che aiuti a rendere più completo il quadro <strong>di</strong><br />
riferimento dei fenomeni in atto e delle loro cause; a ricostruire le <strong>di</strong>namiche territoriali; a<br />
mettere in evidenza le criticità e le emergenze; a evidenziare i reali effetti del piano; a<br />
esplicitare la percezione dei citta<strong>di</strong>ni rispetto agli interventi in corso <strong>di</strong> realizzazione; a<br />
in<strong>di</strong>rizzare verso l’in<strong>di</strong>viduazione degli in<strong>di</strong>catori maggiormente significativi.<br />
Al fine <strong>di</strong> supportare trasparenza e partecipazione, il <strong>Comune</strong> può dotarsi <strong>di</strong> appositi<br />
strumenti per la con<strong>di</strong>visione e la comunicazione <strong>di</strong> dati e informazioni, come il “catalogo dei<br />
dati” o il “sistema informativo leggero”, rivolti sia ai soggetti tecnici sia al pubblico. Tale<br />
con<strong>di</strong>visione rispecchia peraltro lo spirito della <strong>di</strong>rettiva 2003/4/CE e del decreto legislativo<br />
19 agosto 2005 n. 195 che l’ha recepita, volti a garantire l’accesso all’informazione<br />
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ambientale e la sua <strong>di</strong>ffusione anche tramite l’uso <strong>di</strong> strumenti informatici e delle tecnologie<br />
della comunicazione.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista procedurale e tecnico, la revisione, completa e puntuale, dei<br />
contenuti <strong>di</strong> piano può richiedere la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> una variante, dello strumento<br />
medesimo, che deve essere sottoposta a screening ovvero a Verifica <strong>di</strong> Assoggettabilità per<br />
stabilire se è necessario o meno svolgere una nuova procedura <strong>di</strong> VAS.<br />
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7.2 In<strong>di</strong>catori selezionati<br />
Ai fini della valutazione ambientale risulta essenziale la definizione <strong>di</strong> un opportuno<br />
insieme <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori, che si arricchisce nel corso delle <strong>di</strong>verse fasi del processo.<br />
Di seguito si riporta la proposta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per il PP7 <strong>di</strong>visi per componente<br />
ambientale con particolare attenzione alle criticità emerse col quadro conoscitivo. Sono<br />
presenti tre tipologie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori:<br />
In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> contesto che rappresentano uno strumento importante per procedere<br />
all'analisi della situazione <strong>di</strong> partenza che evidenzi punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza;<br />
in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> processo che descrivono lo stato <strong>di</strong> attuazione del PP7 e, quin<strong>di</strong>, il<br />
grado <strong>di</strong> realizzazione delle opere nonché il grado <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong><br />
mitigazione e <strong>di</strong> compensazione necessari per raggiungere la compatibilità<br />
ambientale delle opere previste; descrivono il processo attuativo e possono<br />
consentire <strong>di</strong> elaborare una previsione degli effetti ambientali dell’attuazione del<br />
piano anche prima che questi siano misurabili in termini <strong>di</strong> variazione del contesto<br />
ambientale. Con l’ausilio <strong>di</strong> altri parametri e delle informazioni che si rendono<br />
<strong>di</strong>sponibili nelle <strong>di</strong>verse fasi attuative consentono <strong>di</strong> effettuare stime via via più<br />
precise e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> meglio valutare i molteplici effetti ambientali dovuti<br />
all’e<strong>di</strong>ficazione prima che questi siano registrabili sul territorio;<br />
in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> contributo del PP7 riferiti alla variazione del contesto ambientale che<br />
valutano l’entità degli effetti, positivi e/o negativi, indotti dalle azioni e dalle misure<br />
del PP7, mettendo in relazione gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> processo e gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> contesto.<br />
Da quanto sopra riportato si potrà effettuare una stima della variazione del contesto,<br />
ossia un aggiornamento delle previsione effettuate in sede <strong>di</strong> redazione <strong>di</strong> Rapporto<br />
Ambientale, tenuto conto che i tempi con cui si palesano gli effetti sono incompatibili con i<br />
tempi del monitoraggio.<br />
Relativamente agli in<strong>di</strong>catori suggeriti dalle ACA, per prima cosa si evidenza la<br />
<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> costruire un set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori universalmente adottabile e adattabile ai <strong>di</strong>versi<br />
contesti. Difficoltà queste derivanti anche dal problema <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne tecnico-scientifico <strong>di</strong><br />
selezionare in<strong>di</strong>catori significativi, sensibili e <strong>di</strong> facile misurazione. Basti ad esempio pensare<br />
al <strong>di</strong>battito scientifico in atto relativamente a come misurare il consumo <strong>di</strong> suolo e ancor<br />
prima su cosa si debba intendere per consumo <strong>di</strong> suolo.<br />
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Per quanto riguarda la soggettività degli in<strong>di</strong>catori occorre <strong>di</strong>re che la definizione <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>catori è una materia tecnica, mentre l’uso che si fa degli stessi presuppone delle scelte<br />
soggettive <strong>di</strong> tipo tecnico/politico. Gli in<strong>di</strong>catori devono essere strutturati in modo da tutelare<br />
la trasparenza. Per cui l’uso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori costruiti ad hoc se da una parte riesce a cogliere<br />
meglio quelle che sono le caratteristiche del territorio <strong>di</strong> riferimento, dall’altro rischia <strong>di</strong><br />
perdere valore scientifico e impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> fare confronti con altre realtà.<br />
Alcuni degli in<strong>di</strong>catori proposti da alcune ACA (es. n. <strong>di</strong> superamenti dei limiti fissati<br />
per gli scarichi depurati in uscita dai depuratori) sono ascrivibili più a uno strumento <strong>di</strong><br />
pianificazione <strong>di</strong> più ampio respiro quale il PRG, piuttosto che ad un piano particolareggiato.<br />
Inoltre la scelta <strong>di</strong> non considerarne altri, quali il sod<strong>di</strong>sfacimento dei parcheggi da standard,<br />
deriva dal fatto che tra le politiche in<strong>di</strong>cate per il raggiungimento della sostenibilità si è<br />
proposto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sincentivare l’uso del mezzo privato anche attraverso una minore dotazione <strong>di</strong><br />
parcheggi pubblici.<br />
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Componente In<strong>di</strong>catore Valore Anno Copertura<br />
temporale<br />
Popolazione e società<br />
Struttura<br />
Produttiva<br />
Elementi paesaggistici<br />
e urbanistici<br />
Elementi<br />
idrogeologici<br />
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Fonte dati<br />
Popolazione per Età (0‐14%, 15‐16%, %65+, In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> vecchiaia) Grafico 3.5 2011 2007‐2011 ISTAT<br />
Numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> componenti per famiglia 2,30 2010 2003‐2010 ISTAT<br />
% citta<strong>di</strong>ni stranieri 4,20% 2010 2005‐2010 ISTAT<br />
Abitanti nell’ambito PP7 /abitanti totali (%) <strong>Comune</strong><br />
Imprese attive<br />
Opere <strong>di</strong> urbanizzazione aggiuntive agli standard / Standard <strong>di</strong> PRG<br />
(%)<br />
Densità <strong>di</strong> verde pubblico (percentuale <strong>di</strong> mq sulla superficie<br />
comunale)<br />
Figura 3.4‐<br />
3.7<br />
2010 1996‐2010<br />
Unioncamere<br />
Regione Abruzzo<br />
Monitoraggio PP7<br />
8% 2009 2000‐2009 ISTAT<br />
Accessibilità verde pubblico Monitoraggio PP7<br />
Disponibilità <strong>di</strong> verde urbano pro capite<br />
Infrastrutture viarie realizzate / Infrastrutture viarie previste<br />
21 mq per<br />
abitante<br />
2009 2000‐2009 ISTAT<br />
coefficiente <strong>di</strong> urbanizzazione (Kmq urb/Kmq tot PP7) Monitoraggio PP7<br />
coefficiente <strong>di</strong> urbanizzazione residenziale (kmq residenziale PP7 /<br />
kmq total PP7)<br />
consumo pro‐capite <strong>di</strong> acqua per uso domestico<br />
90,9 m 3 per<br />
abitante<br />
Monitoraggio PP7<br />
2007 2007 ISTAT<br />
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Qualità dell’aria<br />
Rischio<br />
Antropogenico<br />
Rifiuti<br />
Mobilità<br />
Energia<br />
Clima acustico<br />
Numero <strong>di</strong><br />
Inquinanti rilevati<br />
Centraline<br />
per 100.000 abitanti<br />
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12 2007 2006‐2007 ISTAT<br />
4,9 2007 2006‐2007 ISTAT<br />
Centraline per 100 km 2 17,9 2007 2006‐2007 ISTAT<br />
Giornate <strong>di</strong><br />
Superamento per il PM10<br />
Contributo della progettazione architettonica alla riduzione degli<br />
inquinanti : emissioni degli e<strong>di</strong>fici nel PP7/emissioni me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> un<br />
e<strong>di</strong>ficio tipo nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (%)<br />
Investimenti per la bonifica<br />
(euro, % sul totale)<br />
Rifiuti procapite (Kg/ab/anno)<br />
721,37<br />
Kg/ab/anno<br />
2007 1998‐2007<br />
% Raccolta <strong>di</strong>fferenziata 21,95% 2007 1998‐2007<br />
Domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico (passeggeri trasportati dai mezzi <strong>di</strong><br />
trasporto pubblico per abitante)<br />
ARTA<br />
Monitoraggio PP7<br />
Monitoraggio PP7<br />
Osservatorio Regionale<br />
Rifiuti<br />
Osservatorio Regionale<br />
Rifiuti<br />
73 2009 2000‐2009 ISTAT<br />
Km Marciapie<strong>di</strong> realizzati / Km previsti (%) Monitoraggio PP7<br />
Traffico (campagna <strong>di</strong> indagine) <strong>Comune</strong><br />
Contributo della progettazione architettonica all’efficienza e al<br />
risparmio energetico: consumi degli e<strong>di</strong>fici nel comparto / consumi<br />
me<strong>di</strong> <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio tipo nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (%)<br />
Monitoraggio PP7<br />
Km <strong>di</strong> asfalto fonoassorbente messi in posa nelle aree del PP7 Monitoraggio PP7<br />
Percentuale <strong>di</strong> popolazione esposta a Lnight > 55dB(A) Monitoraggio PP7<br />
147
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
Infine si riba<strong>di</strong>sce che il <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> monitoraggio deve essere non solo un documento<br />
<strong>di</strong> informazioni dettagliate per qualificare e quantificare lo stato, le tendenze, i problemi, gli<br />
impatti, le cause dei problemi e le opportunità ambientali, ma anche uno strumento<br />
informativo per un pubblico non tecnico. Questo implica una percezione e concezione<br />
dell’ambiente “allargata”. Ciò è importante per sviluppare una domanda sempre più<br />
consapevole d’informazione ambientale. In tale ottica il <strong>rapporto</strong> del monitoraggio è un<br />
processo <strong>di</strong> comunicazione complesso, che deve avvalersi <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong>fferenziati per<br />
livello comunicativo e contenuto informativo.<br />
L’Aquila, ottobre 2012<br />
Il tecnico incaricato<br />
Arch Romina Raulli<br />
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> - Piano Particolareggiato n.7: Rapporto Ambientale<br />
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