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04 2009 - Federazione Nazionale Sindrome di Prader Willi

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za dell’in<strong>di</strong>cazione terapeutica, che nella maggior parte<br />

dei casi è molto inferiore alla prevalenza della malattia per<br />

la quale è stato sviluppato il farmaco orfano.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o procede con la spiegazione che il costo è<br />

legato alla rarità della malattia, sebbene non proporzionalmente.<br />

Singolarmente è più costoso trattare una malattia<br />

rara rispetto ad una malattia più comune. Tuttavia, il<br />

costo è bilanciato dalla rarità delle malattie e dal ristretto<br />

numero <strong>di</strong> cure <strong>di</strong>sponibili rispetto al totale. Pertanto, più<br />

rara è la malattia meno costerà la sua cura alla società.<br />

Inoltre, lo stu<strong>di</strong>o mette in evidenza come sia necessario<br />

anche considerare il costo sulla spesa pubblica sanitaria<br />

quando non si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un farmaco orfano. “Il costo complessivo<br />

delle complicazioni del trattamento e delle frequenti<br />

ospedalizzazioni, insieme al costo per la società<br />

delle limitazioni nell’attività dei pazienti non trattati a causa<br />

<strong>di</strong> malattie gravi, croniche e invalidanti, dovrebbe essere<br />

considerato nell’equazione per avere una visione più<br />

realistica del peso dei farmaci orfani sui budget della sanità”<br />

sostiene il dott. François Faurisson.<br />

La Carta <strong>di</strong> EURORDIS sul futuro dei farmaci orfani e il<br />

loro potenziale costo è arrivata al momento opportuno:<br />

“Oggi le sperimentazioni cliniche sono programmate per<br />

un numero maggiore <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni rare, come l’epidermolisi<br />

bollosa, questioni <strong>di</strong> spostamento dal laboratorio alla clinica<br />

<strong>di</strong>ventano sempre più importanti. Non ultima è la questione<br />

del rimborso e della valutazione delle tecnologie<br />

sanitarie (HTA), con il timore che i sistemi sanitari non<br />

finanzino l’introduzione <strong>di</strong> nuove terapie nel momento in<br />

cui queste <strong>di</strong>ventino potenzialmente <strong>di</strong>sponibili”, sostiene<br />

John Dart, <strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> DEBRA International.<br />

“EURORDIS si è sempre battuta affinché le persone affette<br />

da malattie rare abbiano lo stesso accesso alle cure <strong>di</strong><br />

tutti gli altri malati e questa Carta lo sostiene con argomenti<br />

economici e dati fondati che saranno <strong>di</strong> inestimabile<br />

valore nell’opporsi a chi pensa che tali cure siano<br />

insostenibili per la società”.<br />

CAPIRE<br />

Un’indagine dell’EMEA mira a rendere<br />

più utile ai malati l’informazione sui farmaci<br />

I malati sono sempre più coinvolti nelle decisioni importanti<br />

che riguardano le loro cure. Questo è particolarmente<br />

vero per le persone affette da malattie rare che spesso<br />

sono molto coinvolte nella gestione della propria malattia<br />

e per le quali è importante conoscere in modo chiaro i<br />

benefici e i rischi dei farmaci al fine <strong>di</strong> aiutarli a prendere<br />

una decisione, insieme ai loro me<strong>di</strong>ci, sulle cure più adatte<br />

alla propria con<strong>di</strong>zione.<br />

E’ stata condotta un’indagine tra i legislatori, i prestatori<br />

<strong>di</strong> cure sanitarie, i malati e i consumatori, tutti coinvolti<br />

nelle attività dell’Agenzia Europea del Farmaco, sulla qualità<br />

delle informazioni relative ai benefici, ai rischi, al rapporto<br />

rischio-beneficio dei prodotti me<strong>di</strong>cinali. Il progetto<br />

identifica tre aree: chiarire il concetto <strong>di</strong> “rischio-beneficio”,<br />

analizzare le necessità in termini <strong>di</strong> comunicazione<br />

e suggerire le aree <strong>di</strong> miglioramento.<br />

I risultati scaturiti dall’indagine sono stati raccolti in una<br />

relazione intitolata Informazione sul rischio-beneficio dei<br />

farmaci: aspettative dei malati, dei consumatori e dei professionisti<br />

della sanità, <strong>di</strong>sponibile sul sito dell’EMEA.<br />

9<br />

Anno XII - N. 4 ottobre, novembre, <strong>di</strong>cembre <strong>2009</strong><br />

Le informazioni sui benefici e i rischi dei farmaci sono<br />

particolarmente importanti per i farmaci orfani che spesso<br />

vengono sviluppati in circostanze eccezionali e per quali<br />

è <strong>di</strong>sponibile una scarsa informazione a lungo termine per<br />

quanto riguarda la sicurezza rispetto ai farmaci più comuni<br />

a causa del numero ridotto <strong>di</strong> farmaci <strong>di</strong>sponibili.<br />

“Le informazioni sui benefici e i rischi dovrebbero servire<br />

sia alle esigenze dei legislatori che devono decidere se<br />

autorizzare il prodotto, che alle esigenze dei malati che<br />

devono comprenderne il potenziale beneficio per loro”,<br />

spiaga François Houÿez, responsabile della politica sanitaria<br />

presso EURORDIS e rappresentante dei malati presso<br />

il PCWP dell’EMEA. “Per esempio, un farmaco contro<br />

l’ipertensione polmonare primaria che migliora <strong>di</strong> 100 metri<br />

il test dei 6 minuti <strong>di</strong> camminata, confrontato con il placebo<br />

prova la sua efficacia e, dal punto <strong>di</strong> vista legislativo, merita<br />

<strong>di</strong> ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione.<br />

Ma questo test, ha un significato clinico per il malato?”<br />

Di solito i malati vogliono un’informazione che abbia significato<br />

clinico, vogliono sapere se il prodotto è efficace<br />

nel contrastare la malattia e migliorare la propria qualità <strong>di</strong><br />

vita. Riguardo a questo, i rappresentanti dei malati raccomandano<br />

che non vengano solo comunicati i rischi ma<br />

anche i benefici potenziali utilizzando più <strong>di</strong> un criterio,<br />

compreso quello della qualità della vita. Ad esempio, l’obiettivo<br />

principale <strong>di</strong> una cura approvata per la sindrome <strong>di</strong><br />

<strong>Prader</strong> <strong>Willi</strong> che utilizza l’ormone della crescita, era quello<br />

<strong>di</strong> ridurre l’appetito, tuttavia oggi si sa anche che questa<br />

cura può normalizzare lo sviluppo. Pertanto i malati e<br />

i professionisti del settore sanitario che hanno partecipato<br />

all’indagine, concordano che la definizione <strong>di</strong> “efficacia”<br />

debba essere ampliata per riflettere <strong>di</strong>fferenti aspetti della<br />

cura e debba essere anche comunicata ai potenziali rischi<br />

e agli effetti collaterali e che tali questioni debbano<br />

essere incluse sin dalle fasi iniziali dello sviluppo <strong>di</strong> un<br />

farmaco.<br />

Inoltre, quando è possibile, i malati vorrebbero conoscere<br />

i fattori in<strong>di</strong>viduali che hanno un impatto sul beneficio<br />

o rischio della cura. Questi, inoltre, suggeriscono <strong>di</strong><br />

produrre dei sommari semplici da capire sui benefici e<br />

rischi a complemento dei dati scientifici.<br />

“Il nostro lavoro in questa relazione è servito a evidenziare<br />

la necessità <strong>di</strong> focalizzarsi sui benefici, cosi come sui<br />

rischi, e <strong>di</strong> cambiare il connubio “rischio-beneficio” in “beneficio-rischio”<br />

in termini <strong>di</strong> comunicazione”, sostiene Ivana<br />

Silva del Gruppo Farmaceutico dell’Unione Europea<br />

(PGEU) che ha contribuito alla relazione e alle <strong>di</strong>scussioni.<br />

“Ora esiste un messaggio chiaro che viene dai malati<br />

e dai professionisti del settore sanitario che il modo in cui<br />

vengono comunicate le valutazione deve rispondere <strong>di</strong> più<br />

alle necessità dei malati e dei loro me<strong>di</strong>ci. Un’informazione<br />

consona su un farmaco è uno strumento importante <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scussione sulle opzioni terapeutiche tra i me<strong>di</strong>ci e i pazienti”.<br />

Le persone affette da malattie rare sono particolarmente<br />

coinvolte nella questione poiché ci sono pochissime<br />

opzioni terapeutiche <strong>di</strong>sponibili ed ogni informazione in<br />

più ha un impatto maggiore sulla vita dei malati. Inoltre, le<br />

terapie sono spesso “a vita” e conoscere gli effetti positivi<br />

<strong>di</strong> un particolare farmaco può incoraggiare il malato a seguire<br />

il consiglio del proprio me<strong>di</strong>co, a rispettare il dosaggio<br />

e, in generale, a migliorare il modo in cui la cura viene<br />

seguita.

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