04 2009 - Federazione Nazionale Sindrome di Prader Willi
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che per i loro figli, vengano ripristinate le ore <strong>di</strong> lezione<br />
legittime.<br />
Una battaglia <strong>di</strong> raccomandate e carte bollate, come<br />
quella che ha intrapreso Marisa Melis, mamma <strong>di</strong> Martina,<br />
che ha 14 anni, una grave malformazione cerebrale, ma<br />
una fantastica voglia <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> imparare. Grazie agli<br />
sforzi fin qui fatti dalla famiglia e dagli insegnanti Martina<br />
fa equitazione, è cintura marrone <strong>di</strong> karate, partecipa ai<br />
campi Scout, legge e scrive bene, ma ha bisogno <strong>di</strong> continuo<br />
appoggio e <strong>di</strong> percorsi personalizzati. “Invece da<br />
quest’anno Martina ha il sostegno soltanto per nove ore<br />
alla settimana, contro le 18 dell’anno scorso. Ho protestato<br />
con la <strong>di</strong>rigente, con il ministero, ma non ho ottenuto<br />
niente. Se Martina non viene stimolata, seguita, ogni<br />
volta si torna in<strong>di</strong>etro, ogni successo <strong>di</strong> questi bambini è<br />
figlio <strong>di</strong> sforzi enormi... Così ho deciso <strong>di</strong> fare ricorso al<br />
Tar e in questi giorni arriverà la sentenza”.<br />
Storie <strong>di</strong> sfide quoti<strong>di</strong>ane, vissute in silenzio, l’Italia è<br />
uno dei paesi d’Europa che destina meno risorse alla cura<br />
e allo sviluppo delle persone con han<strong>di</strong>cap. Giulia Dolcetti<br />
ha 45 anni, è un’insegnante <strong>di</strong> sostegno precaria che quest’anno<br />
ha perso il posto. “Ma la vittima <strong>di</strong> questo taglio -<br />
racconta Giulia - non sono soltanto io, ma anche un bambino<br />
<strong>di</strong> 9 anni che si chiama Pietro. La sua <strong>di</strong>agnosi?<br />
Grave <strong>di</strong>sturbo pervasivo dello sviluppo. Autismo. Pietro<br />
non parla, ma capisce tutto, comunica con il computer,<br />
scia e nuota come un campione. L’ho seguito per tre anni,<br />
avevamo un rapporto forte e bellissimo: oggi Pietro a scuola<br />
non ci vuole più andare. A novembre non gli è stata ancora<br />
assegnata un’insegnante <strong>di</strong> sostegno, e senza <strong>di</strong> me sembra<br />
aver perso il suo legame sia con i compagni che con<br />
lo stu<strong>di</strong>o... Ma che Stato è questo che punisce i più deboli?”<br />
La guerra dei ricorsi è soltanto all’inizio. E se in Sardegna<br />
una mamma passa tutta la sua giornata davanti alla<br />
scuola del figlio, affetto da autismo per “tradurre” ai prof<br />
che cosa vuol <strong>di</strong>re il ragazzo, Alessandra Corra<strong>di</strong>, mamma<br />
<strong>di</strong> un piccolo tetraplegico, spiega in poche parole cosa<br />
vuol <strong>di</strong>re <strong>di</strong>sinteresse. “A mio figlio, cieco fin dalla nascita,<br />
le maestre in classe chiedevano: “La ve<strong>di</strong> quella cosa lì?”.<br />
La stessa insegnate <strong>di</strong> sostegno ha confessato che per<br />
lei il mio bambino era troppo grave... Per fortuna il Comune<br />
ci ha assegnato una “lettrice”, che con la musicoterapia<br />
e l’ascolto delle fiabe stimola il suo u<strong>di</strong>to e le sue abilità.<br />
E quando c’è lei mio figlio cambia, sorride, non è più triste”.<br />
(ha collaborato Salvo Intravaia)<br />
(18 novembre <strong>2009</strong>)<br />
UNICA ALTERNATIVA:<br />
IL GIUDICE<br />
<strong>di</strong> Samuele Animali da Superando.it<br />
Si parla ancora una volta dei problemi ad assicurare la<br />
presenza dell’insegnante <strong>di</strong> sostegno e dei tagli da parte<br />
degli Enti Locali all’assistenza educativa scolastica. A<br />
farlo, in questo caso, è il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza<br />
delle Marche, che oltre a denunciare tutti i <strong>di</strong>sagi<br />
derivanti dal dover ricorrere ai tribunali, segnala ancora<br />
Impegno per una vita migliore<br />
12<br />
una volta come nel nostro Paese alle leggi assai avanzate<br />
in ambito <strong>di</strong> integrazione scolastica non corrispondano<br />
sempre politiche locali e nazionali in grado <strong>di</strong> assicurarne<br />
il più ampio ed effettivo esercizio.<br />
Come già in precedenza, anche con l’inizio <strong>di</strong> questo<br />
anno scolastico l’Ufficio del Garante per l’Infanzia della<br />
Regione Marche ha ricevuto <strong>di</strong>verse segnalazioni da parte<br />
<strong>di</strong> familiari <strong>di</strong> alunni <strong>di</strong>sabili che riferiscono <strong>di</strong> problemi<br />
ad assicurare la presenza dell’insegnante <strong>di</strong><br />
sostegno.<br />
Oggi, alle segnalazioni dei genitori si sono aggiunte quelle<br />
degli operatori delle UMEE [Unità Multi Disciplinare Età<br />
Evolutiva, N.d.R.], i servizi pubblici deputati alla <strong>di</strong>agnosi<br />
e presa in carico dei ragazzi che necessitano <strong>di</strong> sostegno<br />
scolastico. Le ore <strong>di</strong> sostegno scolastico e <strong>di</strong> assistenza<br />
educativa, previste dagli specialisti nei progetti terapeutici<br />
in<strong>di</strong>viduali, vengono infatti sistematicamente tagliate, con<br />
conseguente possibile compromissione del percorso <strong>di</strong><br />
integrazione degli studenti <strong>di</strong>sabili.<br />
Le Circolari Ministeriali (la n. 19/08 e la n. 63/09) impe<strong>di</strong>scono<br />
<strong>di</strong> realizzare delle deroghe, come invece avveniva<br />
negli scorsi anni, al numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> sostegno assegnate<br />
alle scuole, deroghe che possono essere necessarie<br />
per aggravamenti o per l’inserimento <strong>di</strong> nuovi casi.<br />
Tale <strong>di</strong>sposizione è finalizzata a consentire il «graduale<br />
raggiungimento del rapporto me<strong>di</strong>o nazionale <strong>di</strong> un insegnante<br />
ogni due alunni <strong>di</strong>versamente abili». Nella nostra<br />
Regione, però, tale rapporto sembra essere largamente<br />
peggiorato rispetto agli standard previsti. Secondo<br />
le notizie che abbiamo oggi, nelle Marche c’è un insegnante<br />
<strong>di</strong> sostegno ogni 2,38 alunni (mentre due anni fa il<br />
rapporto era <strong>di</strong> 1 a 2 e lo scorso anno <strong>di</strong> 1 a 2,14). Ciò<br />
accade in quanto nell’ultimo anno vi è stato un forte incremento<br />
dei richiedenti, mentre il numero degli<br />
insegnanti è rimasto quello del 2008.<br />
A quanto ci risulta, poi, anche molti Enti Locali, per le<br />
note ristrettezze finanziarie, hanno tagliato la cosiddetta<br />
assistenza educativa scolastica, che integra il<br />
sostegno ed è <strong>di</strong> loro competenza.<br />
Chi rimane fuori, dunque, ha come unica alternativa<br />
il Giu<strong>di</strong>ce. Ciò innesca una sorta <strong>di</strong> “guerra tra poveri”,<br />
per cui chi riesce ad assicurarsi ore <strong>di</strong> assistenza, con<br />
significative spese legali, lo fa a scapito <strong>di</strong> un altro bambino.<br />
Inutile sottolineare che chi non viene seguito adeguatamente<br />
durante l’infanzia (abbiamo rilevato che anche<br />
altri servizi pubblici sono deficitari) non avrà poi altre<br />
occasioni per limitare il gap <strong>di</strong> abilità con i coetanei.<br />
Si segnalano queste vicende per richiamare l’opinione<br />
pubblica a riflettere sulle priorità in<strong>di</strong>viduate delle Amministrazioni<br />
Locali e Nazionali, anche in ossequio a quanto<br />
<strong>di</strong>spone l’articolo 23 della Convenzione <strong>di</strong> New York con<br />
riferimento ai <strong>di</strong>ritti dei minori <strong>di</strong>sabili [ci si riferisce all’articolo<br />
23 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia,<br />
N.d.R.]. L’Italia è un Paese all’avanguar<strong>di</strong>a, sul piano<br />
normativo, in tema <strong>di</strong> integrazione scolastica; ma alla<br />
titolarità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti non sempre corrispondono politiche locali<br />
e nazionali in grado <strong>di</strong> assicurarne il più ampio<br />
ed effettivo esercizio.