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Aspetti metodologici dell'analisi delle reti sociali

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<strong>Aspetti</strong> <strong>metodologici</strong><br />

dell’analisi <strong>delle</strong> <strong>reti</strong> <strong>sociali</strong><br />

Dr. Simone Gabbriellini<br />

Metodi della Ricerca Empirica


L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

• Alcuni studiosi considerano la SNA come un insieme<br />

di metodi e tecniche relativamente innovative che<br />

possono essere usate all’interno di diversi frames di<br />

ricerca e di analisi;<br />

• Come spesso di afferma, l’elemento discriminante è<br />

costituito dalla natura dell’oggetto della ricerca, su<br />

cui si esercita la valutazione del ricercatore nello<br />

stabilire, pragmaticamente, quale sia il disegno di<br />

ricerca più consono alla soddisfazione <strong>delle</strong><br />

esigenze conoscitive iniziali.<br />

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L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

• Degenne e Forsé discutono criticamente l’approccio<br />

<strong>delle</strong> survey nello studio degli effetti della struttura<br />

sociale sul comportamento individuale, sostenendo<br />

che quelle analisi, basandosi sugli attributi degli<br />

individui e sulle caratteristiche <strong>delle</strong> aggregazioni di<br />

individui in categorizzazioni a priori finiscono per<br />

studiare relazioni tra variabili e non relazioni tra<br />

individui;<br />

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L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

• Le scelte metodologiche compiute dal ricercatore<br />

non hanno a che fare soltanto con la pragmatica<br />

dell’oggetto di indagine, ma coinvolgono anche una<br />

riflessione sulla compatibilità epistemologica <strong>delle</strong><br />

procedure di raccolta con quelle di analisi;<br />

• Più in generale, la SNA, sebbene non abbia ancora<br />

conseguito uno statuto epistemologico definito,<br />

costituisca una prospettiva teorica affidabile e<br />

coerente strettamente collegata in un duplice legame<br />

logico - concettuale con una metodologia di ricerca<br />

pertinente e distinta dalle metodologie di tipo<br />

convenzionale;<br />

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Coesione<br />

Attori simili sono<br />

fortemente interconnessi<br />

e condividono<br />

credenze<br />

e comportamenti.<br />

Modello teorico<br />

Sommatoria o catena<br />

di relazioni<br />

che misurano i<br />

livelli di integrazione<br />

sociale.<br />

L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

Equivalenza<br />

Attori simili<br />

hanno strutture<br />

simili di relazione<br />

con gli altri.<br />

Modello teorico<br />

Somma pesata<br />

<strong>delle</strong> differenze<br />

tra relazioni corrispondenti<br />

nelle<br />

due strutture<br />

Preminenza<br />

Un attore è oggetto<br />

di relazione<br />

da parte di molti<br />

altri attori a loro<br />

volta oggetto di<br />

molte relazioni<br />

Modello teorico<br />

Somma pesata<br />

<strong>delle</strong> relazioni mediante<br />

la prominenza<br />

<strong>delle</strong> fonti.<br />

Range<br />

L a<br />

c o m u n icazione<br />

tra attori avviene<br />

attraverso ponti. I<br />

ponti sono vere<br />

risorse <strong>sociali</strong>.<br />

Modello teorico<br />

Somma <strong>delle</strong> relazioni<br />

che misura i<br />

contatti con attori<br />

dalle caratteristiche<br />

diverse.<br />

Mediazione<br />

Vuoti nella struttura<br />

sociale sono<br />

opportunità per<br />

promuovere e<br />

trarre vantaggio<br />

dalla competizione<br />

tra contatti<br />

Modello teorico<br />

Somma <strong>delle</strong> relazioni<br />

pesate mediante<br />

il loro numero<br />

e il grado di<br />

disorganizzazione.<br />

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L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

• La decisione di includere nella ricerca alcune<br />

variabili relazionali non può essere solo il frutto di<br />

una sorta di pragmatismo metodologico, svincolato<br />

dai presupposti epistemologici che presiedono alla<br />

costruzione di quelle variabili;<br />

• Sosteniamo che nella prospettiva di rete, il<br />

comportamento degli attori <strong>sociali</strong> è considerato<br />

contingente alla natura <strong>delle</strong> relazioni <strong>sociali</strong> in cui<br />

questi stessi attori sono inseriti o di cui sono parte<br />

attiva.<br />

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L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

• I dati relazionali impongono l’adozione di particolari procedure<br />

di analisi, che fanno riferimento ad una esperienza ormai<br />

consolidata nella letteratura sociologica e metodologica,<br />

definita “approccio strutturale”;<br />

• Alla base dell’approccio strutturale c’è il riconoscimento che il<br />

motore causale di ciò che gli attori fanno, credono o sentono<br />

risiede nei modelli di relazione tra gli attori stessi;<br />

• Lo studio di tale motore causale richiede l’analisi di come gli<br />

attori sono connessi gli uni con gli altri nella specifica situazione<br />

studiata.<br />

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L’interdipendenza tra teoria e<br />

metodologia nella SNA.<br />

• Spesso viene sottolineato che i dati relazionali<br />

hanno una natura intrinsecamente diversa da quelli<br />

di attributo;<br />

• I dati di attributo nella prospettiva di rete<br />

costituiscono dei “surrogati” di dati di carattere<br />

strutturale;<br />

• L’utilizzo dei dati relazionali in un disegno di ricerca<br />

di tipo strutturale non esclude la raccolta di dati di<br />

attributo, anzi la presenza di questi dati è necessaria<br />

per vedere in che modo interagiscono<br />

reciprocamente nei modelli causali<br />

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Cenni di matematica <strong>delle</strong> <strong>reti</strong><br />

• La Social Network Analysis contemporanea studia gli<br />

attori <strong>sociali</strong> e le loro relazioni utilizzando gli strumenti<br />

della teoria matematica dei grafi. Chiesi dà una<br />

giustificazione pragmatica di tale preferenza, ovvero<br />

presenza in tale teoria di un vocabolario ben sviluppato<br />

per definire molte <strong>delle</strong> proprietà di una rete in generale;<br />

vocabolario che offre al ricercatore non solo i concetti<br />

primitivi per lavorare con le <strong>reti</strong>, ma anche la matematica<br />

di base per poterli quantificare (Chiesi, 1999).<br />

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<strong>Aspetti</strong> formali<br />

• Definiamo quindi un grafo non orientato come G =(V,E), i cui vertici<br />

sono rappresentati da:<br />

• e gli archi da<br />

• V ={S,K,N,…,Z}<br />

• E ={b 1 ,b 2 ,b 3 ,…,b n }.<br />

• Nel caso di un grafo orientato, gli archi tra ogni coppia di vertici, ad<br />

esempio b {s,k} e b {k,s} vengono contati separatamente, poiché possono<br />

avere valori differenti (vedremo le implicazioni dell’orientamento<br />

degli archi nelle misure di centralità dell’attore, specialmente in<br />

relazione al concetto di prestigio).<br />

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<strong>Aspetti</strong> formali<br />

• Definiamo adiacenti due vertici di V collegati da una arco di E:<br />

v,w ∈ V sono adiacenti se b {v,w} ∈ E<br />

• Definiamo inoltre vicinato di un vertice v l’insieme dei vertici a<br />

questo adiacenti:<br />

N (v) = ∑ { w ∈ V; b {v,w} ∈ E }<br />

• I vertici di un grafo sono quindi collegati da archi, che possono essere<br />

orientati o meno. Un grafo può contenere al suo interno uno o più<br />

sottografi. Definiamo G s sottografo di G se:<br />

G s ⊆ G ⇔ { V s ⊆ V; E s ⊆ E }<br />

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<strong>Aspetti</strong> formali<br />

• Due vertici, o nodi, possono essere collegati non solo mediante link<br />

diretti, ma anche mediante collegamenti indiretti, chiamati percorsi:<br />

un percorso è formato da tutti gli archi ed i nodi intermedi necessari a<br />

collegare due vertici. In un grafo orientato, un percorso è formato da<br />

archi orientati tutti nella stessa direzione. Possono esistere molti<br />

percorsi per collegare il vertice n {i} al vertice n {j} , di cui il più breve, il<br />

cosiddetto shortest path, è quello maggiormente usato in letteratura<br />

per la costruzione di indici. La lunghezza di un percorso è pari al<br />

numero di archi da cui è formato, mentre la distanza di due vertici si<br />

stima pari alla lunghezza del percorso più breve che li collega (detta<br />

anche geodetica). Da sottolineare che ciascun arco e ciascun vertice<br />

vengono contati una sola volta in ogni percorso: esso passa infatti una<br />

sola volta da ogni arco ed una sola volta da ogni vertice coinvolto.<br />

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Sociomatrici<br />

• Una sociomatrice è costituita da una tabella alle cui righe<br />

corrispondono gli attori “emittenti”, ed alle colonne gli<br />

attori “riceventi”. Le entrate della sociomatrice registrano<br />

quali nodi sono adiacenti tra loro: se tra il vertice n i e il<br />

vertice n j esiste un arco, allora nella sociomatrice ci sarà<br />

un 1 nella cella (i,j); viceversa, avremo nella stessa cella<br />

uno 0. Quindi se i nodi n i e n j sono adiacenti, allora x ij =<br />

1, se non lo sono allora x ij = 0. La sociomatrice per una<br />

relazione dicotomica (dove si rileva solo la presenza o<br />

l’assenza di una relazione) corrisponde esattamente alla<br />

matrice di adiacenza.<br />

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Connessione<br />

• Una importante proprietà per un grafo<br />

consiste nell’essere o meno connesso. Per<br />

essere connesso esso non deve contenere<br />

nodi isolati, quindi tra ogni coppia di<br />

vertici deve esistere almeno un percorso. Se<br />

un grafo invece contiene anche un solo<br />

nodo isolato, si dice disconnesso.<br />

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Raggiungibilità<br />

• Una proprietà molto importante per un vertice<br />

consiste nel possedere o meno un percorso che lo<br />

colleghi a gli altri. Se questo percorso esiste,<br />

indipendentemente dalla sua lunghezza (e quindi<br />

dagli intermediari che dovranno essere<br />

attraversati dal percorso), il vertice è definito<br />

raggiungibile. Un vertice isolato, al contrario, è<br />

definito come non raggiungibile e la sua distanza<br />

dagli altri è infinita.<br />

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Percorsi<br />

• Consideriamo i percorsi tra due vertici:<br />

spesso ne esistono più di uno, con<br />

lunghezze differenti. Quelli generalmente<br />

usati nei calcoli sono gli shortest path,<br />

ovvero i percorsi più brevi, chiamati anche<br />

geodetiche. Il concetto di geodetica è alla<br />

base di quello di distanza: definiamo infatti<br />

la distanza tra due vertici come la<br />

lunghezza della loro geodetica.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 16


Densità - grafo non-orientato<br />

• La densità di un grafo è una proprietà strutturale, quindi a<br />

livello di gruppo, che considera il rapporto tra gli archi<br />

presenti nel grafo su quelli possibili. Per un grafo non<br />

orientato, formalmente avremo:<br />

! =<br />

Archi presenti<br />

Archi possibili = L<br />

g g"1<br />

2<br />

( )<br />

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Densità - grafo orientato<br />

• Se invece abbiamo un grafo orientato,<br />

trattiamo coppie ordinate di vertici, e come<br />

abbiamo visto precedentemente il numero<br />

massimo possibile di archi è g(g-1), quindi:<br />

! = L<br />

g(g "1)<br />

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La centralità<br />

• “Certamente non c’è unanimità di consensi<br />

intorno a quello che esattamente si debba<br />

intendere con centralità, nè chiarezza<br />

intorno alla sua concettualizzazione teorica,<br />

e non c’è neppure molto accordo su quali<br />

siano le procedure più idonee per la sua<br />

misurazione”.<br />

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Prominenza dell’attore<br />

• “Uno degli usi principali della teoria dei grafi<br />

nella Social Network Analysis consiste<br />

nell’identificazione degli attori più importanti di<br />

una rete sociale” (Wasserman, 1998, p. 169, trad.<br />

nostra). Sono state date molte definizioni del<br />

concetto di importanza, tuttavia tutti gli indici nati<br />

per misurare questo concetto hanno in comune il<br />

tentativo di localizzare la posizione dell’attore in<br />

relazione a quella degli altri nella rete.<br />

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Prominenza dell’attore<br />

• Per misurare la prominenza di un attore occorre<br />

considerare non solo i percorsi indiretti che<br />

coinvolgono intermediari, ma anche i legami che<br />

un attore origina, o che riceve. Knoke e Burt<br />

specificano così ulteriormente il concetto di<br />

prominenza, introducendone due dimensioni:<br />

centralità e prestigio. Entrambe queste dimensioni<br />

del concetto di prominenza sono strutturate sui<br />

pattern relazionali espressi dalle entrate della<br />

matrice di adiacenza.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 21


Prominenza dell’attore<br />

• Per quanto riguarda il concetto di prestigio, Wasserman e<br />

Faust lo descrivono come la capacità di un attore di<br />

attirare su di sé le preferenze di altri attori coinvolti in<br />

determinate dinamiche relazionali. In un grafo orientato,<br />

allora, un vertice che riceve molti archi viene definito<br />

prestigioso. Il prestigio è un concetto più complesso di<br />

quello di centralità. Esso non dipende da quanti legami<br />

l’attore crea, ma da quanti ne riceve: è perciò impossibile<br />

determinare il prestigio di un attore se il grafo è nonorientato,<br />

poichè in quel caso non potremmo calcolare<br />

l’indegree.<br />

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Prominenza dell’attore<br />

• Concludendo, “centralità” e “prestigio”<br />

rappresentano due modi diversi di essere<br />

importanti in un network. La natura sostantiva<br />

della relazione oggetto di studio determina la<br />

scelta dell’indice più idoneo ad essere usato per la<br />

misurazione. Vedremo che relazioni direzionate<br />

possono essere studiate sia in termini di centralità<br />

che in termini di prestigio, mentre relazioni nondirezionate<br />

possono essere studiate solo in termini<br />

di centralità.<br />

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Centralità:<br />

Quale è il nodo più<br />

centrale di questa rete?<br />

24-05-2006 Classe 57/s 24


Degree (Gradi)<br />

• L’interpretazione più semplice del concetto di centralità è<br />

data dal computo dei gradi: questa misura si concentra<br />

sugli archi che collegano un dato vertice al suo vicinato, e<br />

semplicemente ne conta il numero. L’attore con il grado<br />

più alto rappresenta metaforicamente il luogo nel gruppo<br />

dove “le cose accadono”. In contrasto, gli attori con un<br />

basso grado rappresentano le posizioni periferiche nella<br />

rete: estremizzando, se avessimo un attore isolato (grado<br />

0), e decidessimo di eliminarlo, nulla cambierebbe nella<br />

disposizione dei legami tra gli altri attori.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 25


Degree (Gradi)<br />

Calcolando la degree<br />

centrality per il nostro grafo,<br />

avremo allora:<br />

Il vertice verde sembra<br />

essere il più centrale...<br />

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Closeness<br />

• È una misura basata sulla distanza.<br />

Intuitivamente, questo indice focalizza la propria<br />

attenzione su quanto vicino un attore è agli altri.<br />

Un attore è quindi tanto più centrale quanto più è<br />

nella posizione di interagire velocemente (avendo<br />

meno intermediari) con gli altri attori. Un attore<br />

centrale in questo senso risulta allora molto<br />

efficace nel divulgare informazioni, proprio<br />

perché è quello che maggiormente nel gruppo ha<br />

contatti diretti, o indiretti ma brevi, con tutti gli<br />

altri.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 27


Closeness<br />

• La centralità come vicinanza è quindi inversamente<br />

proporzionale alla distanza: meno si è distanti dagli altri,<br />

più si è centrali; viceversa, più si è distanti, meno si è<br />

centrali. Il concetto può essere espresso in maniera<br />

formale (Brandes, 2005, p. 22; Wasserman, 2005, p. 184)<br />

come:<br />

Closeness ni<br />

=<br />

24-05-2006 Classe 57/s 28<br />

g<br />

!<br />

j=1<br />

1<br />

dist(n i , n j )


Closeness<br />

Calcolando la closeness<br />

centrality per il nostro grafo,<br />

avremo allora:<br />

Il vertice blu sembra<br />

essere il più centrale...<br />

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Betweenness<br />

• L’interazione tra due attori non adiacenti è legata<br />

alla collaborazione con altri attori. In particolare,<br />

con quelli localizzati sui percorsi che collegano i<br />

primi due: questi intermediari hanno un ruolo<br />

delicato e potrebbero esercitare un potere di<br />

controllo sul flusso <strong>delle</strong> informazioni che<br />

veicolano. Il concetto di betweenness prende<br />

quindi in considerazione le geodetiche presenti<br />

nel grafo, contando quante volte ogni vertice si<br />

trova coinvolto in quelle tra altri attori.<br />

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Betweenness<br />

• Molti ricercatori, già dai primi anni ‘50, avevano<br />

intuito l’importanza insita nell’occupare questa<br />

posizione: ciò equivaleva ad avere la possibilità<br />

di influenzare la comunicazione, di gestire<br />

l’informazione. Ma questi ricercatori non<br />

riuscirono a sviluppare una tecnica per<br />

quantificare questo tipo di centralità fino a che<br />

Freeman e Pitts non proposero un metodo basato<br />

sulle geodetiche.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 31


Betweenness<br />

• La betweenness dell’attore k sarà data dalla<br />

sommatoria di tutte le betweenneess<br />

parziali calcolate per ogni coppia di vertici:<br />

Betweenness nk<br />

24-05-2006 Classe 57/s 32<br />

=<br />

!<br />

i< j<br />

g ij n k<br />

g ij


Betweenness<br />

Calcolando la betweenness<br />

centrality per il nostro grafo,<br />

avremo allora:<br />

Il vertice giallo sembra<br />

essere il più centrale...<br />

24-05-2006 Classe 57/s 33


Eigenvector<br />

• Questo indice combina insieme il numero <strong>delle</strong><br />

scelte dirette che riceve un vertice con il prestigio<br />

degli attori che compiono le scelte, in modo da<br />

ottenere una centralità “pesata” dallo status degli<br />

attori coinvolti. Se quindi il dominio di influenza<br />

(o vicinato) di un attore è affollato di attori<br />

prestigiosi, la sua centralità risulta accresciuta<br />

proporzionalmente da questo fattore; viceversa, la<br />

sua centralità risulta diminuita se viene scelto da<br />

attori scarsamente prestigiosi.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 34


Eigenvector<br />

• Il significato di questa misura in ogni caso risiede nel<br />

considerare l’importanza (ovvero la qualità) del vicinato.<br />

In questo modo, un vertice è tanto più centrale quanto più<br />

è collegato a vertici centrali: una misura indubbiamente<br />

adatta a valutare la posizione del soggetto per gruppi di<br />

importanza nel grafo (è un fatto che i valori più alti di<br />

eigenvector vengono raggiunti dai vertici inseriti nelle<br />

cliques più ampie, ovvero da quei vertici che sono<br />

collegati a molti altri, che a loro volta sono collegati a<br />

molti altri...).<br />

24-05-2006 Classe 57/s 35


Eigenvector<br />

Calcolando la eigenvector<br />

centrality per il nostro grafo,<br />

avremo allora:<br />

Il vertice rosso sembra<br />

essere il più centrale...<br />

24-05-2006 Classe 57/s 36


Quindi…<br />

• Non possiamo dire quale vertice sia più<br />

centrale nella rete, fino a che non<br />

specifichiamo quale concetto di<br />

centralità intendiamo usare;<br />

• E la scelta del tipo di centralità da<br />

usare è dettata dalla tipologia della<br />

ricerca;<br />

• Per ogni concetto, un indice adeguato!<br />

24-05-2006 Classe 57/s 37


Centralizzazione:<br />

• La maggior parte degli indici di centralità<br />

precedentemente esaminati possono venire<br />

aggregati in indici di centralizzazione,<br />

ovvero indici che misurano la centralità a<br />

livello non più dell’attore ma del grafo nel<br />

suo complesso:<br />

24-05-2006 Classe 57/s 38


Centralizzazione<br />

• “Queste misure di centralità sono variabili<br />

relazionali che possono essere considerate<br />

proprietà degli attori o dei nodi della rete<br />

considerata; ad ognuna di esse corrisponde una<br />

misura di centralizzazione che si estende a livello<br />

della collettività, e che quindi può essere<br />

considerata una proprietà della rete. La<br />

centralizzazione della rete mostrerà valori elevati<br />

quanto più le relazioni sono concentrate su singoli<br />

attori” [Salvini, 2005, p. 67].<br />

24-05-2006 Classe 57/s 39


Il disegno della ricerca<br />

Primo passaggio<br />

Lo studio della letteratura<br />

è un momento cruciale per<br />

l’identificazione dei termini<br />

teorico-concettuali entro i<br />

quali si colloca l’oggetto di<br />

ricerca.<br />

Definizione dell’oggetto<br />

di indagine<br />

Attraverso la formulazione<br />

di una o più questioni cui<br />

la ricerca proverà a rispondere<br />

24-05-2006 Classe 57/s 40


Il disegno della ricerca<br />

Secondo passaggio<br />

Gli studi di SNA possono avere<br />

finalità conoscitive diverse:<br />

• finalità descrittive di base;<br />

• finalità descrittive più avanzate;<br />

• finalità “confirmatorie” o<br />

predittive.<br />

Individuazione di un<br />

apparato concettuale in<br />

grado di sostenere la<br />

costruzione di modelli<br />

descrittivi o esplicativi.<br />

Attraverso la formulazione<br />

di specifiche ipotesi di<br />

ricerca.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 41


Il disegno della ricerca<br />

Terzo passaggio<br />

Si tratta di circoscrivere<br />

un contesto sociale<br />

pertinente con l’oggetto<br />

di studio in cui<br />

identificare un sistema di<br />

attori <strong>sociali</strong> e l’insieme<br />

dei legami che li<br />

connettono in virtù di una<br />

specifica relazione<br />

sociale.<br />

Definizione della tipologia<br />

dei dati necessari alla<br />

costruzione degli indici ed<br />

eventuali altre variabili<br />

semplici o composte.<br />

Si tratta di comprendere in che<br />

modo è possibile costruire i dati<br />

di tipo relazionale che vengono<br />

utilizzati nell’approccio strutturale.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 42


Una distinzione rilevante…<br />

• Possiamo distinguere nell’approccio<br />

strutturale due strategie:<br />

– Lo studio di intere strutture <strong>sociali</strong> (<strong>reti</strong><br />

complete);<br />

– Lo studio <strong>delle</strong> <strong>reti</strong> locali (<strong>reti</strong> ego-centrate).<br />

24-05-2006 Classe 57/s 43


Whole network vs. ego-network<br />

• Confinare il senso <strong>delle</strong> indagini sulle <strong>reti</strong> locali a<br />

studi ausiliari rispetto a quelli sulle <strong>reti</strong> complete è<br />

ingeneroso;<br />

• Il concetto di rete prevede che ogni individuo abbia<br />

legami con altri individui;<br />

• L’analisi di rete è finalizzata alla ricostruzione del<br />

modello di tali relazioni per delineare la struttura del<br />

gruppo;<br />

• Successivamente possiamo studiare l’impatto di<br />

questa struttura sul funzionamento del gruppo e/o<br />

l’influenza di questa struttura sugli individui<br />

all’interno del gruppo.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 44


Ego-Networks<br />

• La logica <strong>delle</strong> <strong>reti</strong> locali non è certo<br />

incompatibile con gli assunti<br />

precedentemente esposti, anzi in alcuni casi<br />

è l’unico modo in cui possono venir realizzati;<br />

• Lo studio <strong>delle</strong> <strong>reti</strong> locali ha avuto un enorme<br />

sviluppo, ed ormai costituisce una<br />

dimensione consolidata e rilevante<br />

dell’approccio strutturale.<br />

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Approcci complementari<br />

• L’approccio dell’analisi <strong>delle</strong> <strong>reti</strong><br />

complete e quello dell’analisi <strong>delle</strong> <strong>reti</strong><br />

ego-centrate implicano strategie<br />

differenziate di raccolta e di<br />

elaborazione dei dati, tuttavia essi<br />

costituiscono percorsi complementari<br />

all’interno della tradizione teoricometodologica<br />

della Social Network<br />

Analysis.<br />

24-05-2006 Classe 57/s 46


Ed inFine…<br />

Avete domande?<br />

24-05-2006 Classe 57/s 47

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